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Digitalizzare diapositive... Ecco come fare


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avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2021 ore 8:58

E poi c'è secondo me un altro aspetto da considerare.
Usare il soffietto con obiettivi a lenti flottanti non è il massimo, a meno di non poter lasciare la messa a fuoco alla minima distanza, ma allora il RR aumenta e potrebbe risultare troppo elevato.


avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2021 ore 10:50

Usare il soffietto con obiettivi a lenti flottanti non è il massimo, a meno di non poter lasciare la messa a fuoco alla minima distanza


se ti riferisci a quell'effetto 'zoom' che si ha modificando la messa a fuoco della lente: questo è vero ma solo in parte.

Per duplicare, puoi usare due generi di lenti

a lenti flottanti e non

Se non hanno lenti flottanti, la distanza ottimale tra lente e sensore è ininfluente, basta che sia rispettato il rapporto di riproduzione di 1:1. In altre parole: allungare il soffietto oppure estendere di più la lente e meno il soffietto non cambia nulla. Questo è il caso del micro nikkor 55 f3.5 e dello Zuiko macro 1:1 80 f4, solo che lo zuiko è ottimizzato su 1:1 il nikkor no.

Se hanno lenti flottanti, come ad esempio il nikkor AF 60 f2.8 e probabilmente anche il micro 55 f2,8 la cosa cambia, lo spostamento delle lenti ha lo scopo di ottimizzare la resa alle minime distanze, per cui è opportuno estendere meno il soffietto ed estendere al massimo la lente.

Nei due casi, una volta fissato il RR 1:1 sulla dia, usare l'uno o l'altro non cambia nulla, perché gli indispensabili micro aggiustamenti quando cambia il telaietto in pratica non influiscono -o influiscono in modo assolutamente trascurabile- sul campo inquadrato.

Alla base di tutto c'è anche l'errore di fondo che affligge tutte le diapositive e cioè l'importante porzione d'immagine che viene coperta dal telaietto.
Quello che andiamo a riprodurre, in effetti non è un campo 24x36 ma molto spesso un 22,5x34,5 o giù di lì...
I vecchi telaietti in cartone della kodak tagliavano una parte enorme del campo inquadrato, posso stimare che un 21 in realtà diventasse un bel 22,5 e così via. Non per nulla, uno dei miei crucci era il fatto che a volte trovavo dettagli tagliati ai bordi dell'immagine che sicuramente io avevo incluso nell'inquadratura (ed effettivamente stavano sotto il telaietto). Il problema nasceva dal fatto che io fotografavo con macchine dal mirino che mostrava il 100% del campo, ma le dia non lo facevano.

Morale:
per gli scanner professionali a tamburo, da quel che so, di sicuro si usava togliere la dia dal telaio, probabilmente la ungevano anche con un olio che eliminava i graffi (perché alcune le trovavo unte) e scansionavano TUTTA la dia (24x36) -non dico come spesso te le restituivano...

Con il sistema soffietto+DSLR, come anche nel caso di uno scanner casalingo, eventualmente si duplica anche una parte del telaietto, come anche è possibile inquadrare più stretto e riprendere solo la dia (campo 22x34). in compenso il sistema col soffietto ti consente anche di correggere immediatamente il campo inquadrato, magari tenendo la dia un po' più alta o bassa ecc...

Personalmente duplico un campo di circa 23x35 per cui a volte includo il telaietto (cioè una sezione nera su uno dei bordi) . l'importante è duplicare tutta la diapositiva, l'eventuale bordo si taglia in PP.


avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2021 ore 11:11

Sarebbe da togliere i telaietti alle diapositive... ma è un lavoro lungo, e poi si deve assicurare la planarità delle dia, come dei negativi

avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2021 ore 11:12

Se hanno lenti flottanti, come ad esempio il nikkor AF 60 f2.8 e probabilmente anche il micro 55 f2,8 la cosa cambia, lo spostamento delle lenti ha lo scopo di ottimizzare la resa alle minime distanze, per cui è opportuno estendere meno il soffietto ed estendere al massimo la lente.


Esatto, solo che con l'obiettivo alla minima distanza di fuoco e l'aggiunta del soffietto può essere che si vada oltre al RR che serve per una dia.
Per esempio con un Nikon 55mm f/2.8 messo a 1:2, servono solo 27.5mm per arrivare a 1:1; è possibile che la minima distanza che permette il soffietto sia superiore?
Se poi si parte da un obiettivo flottante da 1:1, se si tiene alla minima distanza, con il soffietto si va ad un rapporto sicuramente troppo elevato per scansionare negativi 35mm.

Quindi in sostanza si ha meno libertà nella scelta del RR; poi è possibile che le differenze siano minime, soprattutto a diaframmi chiusi. Però Nikon, sul suo 105mm f/2.8 AIS, ha indicato i valori del diaframma "utilizzabili" proprio tenendo conto di questo aspetto, vuol dire che non è ininfluente.

avatarsenior
inviato il 16 Agosto 2021 ore 12:02

Per esempio con un Nikon 55mm f/2.8 messo a 1:2, servono solo 27.5mm per arrivare a 1:1; è possibile che la minima distanza che permette il soffietto sia superiore?


Ricordando qual'è lo spessore del PB6 col soffietto al minimo penso che sia fabbricato per poter montare il micro 2,8 e poi estenderlo alla sua distanza minima (1:2) per arrivare a 1:1 ed ottimizzare la resa grazie il gruppo flottante.

Però Nikon, sul suo 105mm f/2.8 AIS, ha indicato i valori del diaframma "utilizzabili" proprio tenendo conto di questo aspetto, vuol dire che non è ininfluente.


Tutto vero, in sostanza, anche tenendo al minimo il soffietto ed estendendo per quanto possibile la lente potresti non rientrare nella zona della 'resa ottimale', però non me ne farei un cruccio, ci saresti comunque vicino. Ad essere onesto, su questo non ho notato differenze tra tutte le lenti che ho usato, la vera differenza la faceva la lente, non quanto si estendeva

Va da sé che il 105 micro f4 NON nasce per riprodurre diapositive col soffietto, perché grossomodo ti servirebbe un soffietto lungo il doppio. Penso possa lavorare bene con la colonna ed il piano luminoso, ma poi bisognerebbe fare delle prove comparative.

Usando una 36-45 mpix, posso dire che le differenze tra le varie lenti ed i vari diaframmi sono sempre evidenti, -ad esempio il micro 55 f3,5 se non lo chiudi almeno a f8 cala sui bordi e se chiudi a f11 cala tutto.
Lo zuiko macro 1:1 80 f4 è ottimizzato a f5,6 se apri o chiudi vedi che è comunque meno nitido -siamo sempre nel campo dell'eccellenza...
Se usi una 24 mpix, di sicuro tutto questo è molto meno evidente (in sostanza si può dire che va bene tutto -o quasi-).

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2021 ore 8:04

Allego qui un intervento che avevo pubblicato sul 3D 'OM 4' ed è dedicato alla digitalizzazione delle dia ed alla macro adattando il soffietto Olympus a corpi/lenti Nikon F

Veniamo al dunque: come far funzionare un sistema macro OM su un corpo Nikon?

Per fortuna esiste un produttore di adattatori che si chiama Leitax...

Il problema, però, è attaccare una Nikon ad un soffietto OM la cui baionetta non è sostituibile. La soluzione è stata quella di cercare un tubo di prolunga OM da 7mm (trovato in Austria), al quale ho sostituito la baionetta con un adattatore Leitax.

Attenzione: per questi componenti non va bene l'adattatore standard (come anche quelli made in China... di scarsa qualità) ma occorre un adattatore speciale prodotto da Leitax con i buchi delle viti in posizione differente.

Qui nelle foto potete vedere il soffietto OM con macro 80mm e l'anello di prolunga OM con la baionetta Nikon-Leitax.





Questo è l'anello distanziale Olympus da 7mm con baionetta Nikon (Lleitax) che consente di attaccare un corpo Nikon al soffietto OM





Questo è lo 80 f4 macro 1:1 (nota: la resa ottimale è a f5,6 che aiuta a verificare che la messa a fuoco sia perfetta)





I risultati: eccellenti.
La digitalizzazione usando il soffietto+lente macro è altamente efficiente e veloce ed anche ampiamente migliore, come risultati, rispetto ai normali scanner -non professionali- il tempo per digitalizzare una dia è solo di alcuni secondi, ma bisogna applicare un'attenzione maniacale nel curare che non vi sia la polvere sulla dia o sul vetro opalino del soffietto. Comunque, anche con tutte le precauzioni, si impiegano al massimo 10-20 secondi per ciascuna diapositiva


avatarsenior
inviato il 16 Ottobre 2021 ore 20:08

Un aggiornamento in base alle mie ultime esperienze:
come ben noto, il problema della digitalizzazione è riuscire a riprodurre al massimo la gamma tonale della dia, e magari riuscire a recuperare qualcosa nelle ombre o nelle luci.

Sto digitalizzando delle dia di fine anni '70 inizio anni '80 con la D850 e soffietto (quello qui sopra).
Le pellicole erano Kodachrome 64 oppure Ektachrome 64, ma questa emulsione, se non sviluppata bene, col tempo può perdere molto nella saturazione dei colori e di conseguenza nei dettagli, in particolare nel cielo.

Negli ultimi tempi ho sperimentato l'uso di un filtro digradante grigio, con buoni risultati su alcune immagini: il filtro viene impiegato -a mano- come si potrebbe fare per una normale ripresa dal vivo per schermare la luminosità del cielo. Però, questo metodo non è risolutivo ed in alcuni casi non è più di un palliativo.

Così, di recente ho collaudato la funzione HDR.
Le Nikon consentono le riprese HDR solo per immagini in formato JPG; non si possono fare riprese HDR dei RAW.
Tuttavia, questo non è un problema, io riproduco le dia in raw per avere la massima possibilità di recupero su luci ed ombre, ma per quanto riguarda il colore e la qualità generale i raw che ottengo sono sostanzialmente prodotti finiti che non necessitano ulteriori interventi se non sulle alte luci.

Fotografare in HDR è un po' l'uovo di Colombo, io imposto l'esposizione migliore (in manuale) per ottenere una gamma dinamica ottimale, e poi la fotocamera fa tutto il resto. Il risultato è ininfluente se la dia è ben bilanciata come luci ma è risolutivo per i contrasti violenti.
Ho ottenuto immagini di gran lunga più bilanciate delle dia originali e... cosa ancora più straordinaria, il software di macchina corregge anche la vignettatura delle immagini.

avatarsenior
inviato il 16 Ottobre 2021 ore 21:42

Reflecta 3600 o 7000.
A noleggio.



avatarsenior
inviato il 16 Ottobre 2021 ore 22:47

A noleggio.


prova a digitalizzare 40K dia e poi me lo racconti

eoni di tempo... MrGreen


avatarsenior
inviato il 16 Ottobre 2021 ore 22:56

Ne ho fatte 4.000 con il 3600 Reflecta in meno di una settimana.
Su 40.000 magari si può scartare qualcosina.

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2021 ore 4:11

@Gsabbio il miglior modo di fotografare dia è sventrare un proiettore dia, mantenendo i filtri ottici originali ed eventualmente aggiungendo vetrini bianchi opalini 5x5 cm per attenuare la lampada. Oppure cambiare la lampada alogena del proiettore da 150 a 50 W. In questo modo si risolve il problema maggiore che è l'illuminazione. Una sorgente puntiforme riprodurrebbe fin troppo bene la grana di una dia. Una sorgente troppo diffusa pecca nel verso contrario, facendo perdere dettagli. Un diaproiettore è progettato come un buon compromesso. I Kelvin di un'alogena sono 3000, risolto ogni problema di WB.
Per riprodurre dia 24x36 mm buonsenso impone di usare una macchina FF e cercare l'1:1. Ho usato un Nikkor Micro 60/2.8 e un Tamron Macro 90/2.8 su cavalletto. Un buon compromesso è f/8. Se si mette a fuoco sulla grana non è un problema. Neanche l'allineamento fra cavalletto e dia è un problema.
Il problema vero è il colore. Bisogna usare ColorPerfect. Sono pochi quelli che se la cavano con Photoshop soltanto, oppure bisogna essere di bocca buona per il colore. In ogni caso i risultati finali sono inferiori a ColorPerfect.
ColorPerfect profila sia le macchine che le pellicole. Ultimamente c'è un inglese che propone una soluzione à la ColorPerfect in ambiente Adobe LR, pare che funzioni.
Nel 2016 ero partito pancia a terra. Poi mi ha preso un linfoma. L'ho associato alla riproduzione dia (nessuno è perfetto...). Idea balzana, fatto sta che sono bloccato e non riesco più a montare l'accrocchio per paura del malocchio.Sorry
Allineato sommariamente il tutto, si va con pochi secondi per dia. Si può addirittura riempire un caricatore da 36 e fare avanzare le dia col telecomando.
Le dia pongono meno problemi dei negativi colore, sono molto più facili, anche perché originariamente non superano i 6 stop di dinamica. Ma il fattore essenziale è la sorgente luminosa.

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2021 ore 8:16

fatto sta che sono bloccato e non riesco più a montare l'accrocchio


cambia accrocchio;-)

anche perché, vera l'osservazione della luce condensata che, come insegna l'esperienza della stampa in BN, però evidenzia tutti i difetti -graffi polvere ecc...- è altresì vero che avere il piano pellicola non collegato in modo solidale alla diapositiva porta a disallinementi, micromosso, ed errori di messa a fuoco con risultati non soddisfacenti

Sono tutte esperienze che ho già fatto quando duplicavo le dia con la slide dup.

per arrivare a riproduzioni perfette non sono ammissibili gli 'accrocchi'

Per dire: ci ho impiegato un po' di tempo per rendermi conto che se cambiava il telaietto dovevo assolutamente correggere la messa a fuoco, perché il risultato -sbagliato- diventa visibile solo osservando la riproduzione a forti ingrandimenti. Guardandolo su un video 4k si nota poco, al più si ha una percezione di non perfetta nitidezza che potrebbe essere imputata alla grana della pellicola.

Per la mia esperienza le soluzioni ottimali sono due:
1) Uno scanner -buono- che ha il difetto di essere estremamente lento (io posseggo un Canon FS4000 US)
2) Un soffietto che più che difetti ha il problema di riprodurre polvere e graffi e di non avere l'autofocus, perciò, se lo si usa è indispensabile essere pignoli.

Sul colore... non so che dirti, io non sono di bocca buona, ma il colore che ottengo è molto buono -sebbene non assolutamente perfetto- e non ha bisogno di soverchie correzioni. Il problema... quello vero è l'invecchiamento delle emulsioni, quello sì che ammazza il colore (parliamo di Ektachrome ed Ektachrome prof), la durata di una dia E6 dipende assolutamente dallo sviluppo e tra le mie ne vedo di tutti i 'colori' appunto.
A quel punto il problema reale è recuperare -quanto possibile- il colore e la gamma dinamica. Ora sono arrivato al metodo HDR che è realmente l'uovo di Colombo, sulle di più disgraziate (sbagliate) i risultati sono molto incoraggianti

Sempre sul colore, piuttosto, va curata la fonte luminosa. Occorre un pannello led con un'emissione prossima allo spettro solare. Come ho scritto, quello che uso ora è un pelo sotto, lo cambierò.

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2021 ore 9:21

@Gsabbio un'alogena del proiettore dia è superiore a qualsiasi LED perché ha CRI 100 di sicuro. Oltretutto il percorso ottico è ottimizzato. 3000 K e basta, WB a posto.
Non capisco come faccia una dia con bassa dinamica ad esigere HDR. Forse qualche neg colore al limite, ma una dia?
Per quanto riguarda il colore finale è anche questione di gusti. Se non hai la macchina profilata prova almeno con un profilo lineare oppure con Cobalt Repro (che però è leggermente rossastro). Ogni dia ha il suo substrato. Sottrarlo dallo scatto è una chimera senza ColorPerfect o equivalente.

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2021 ore 15:13

Ciao Val,

andiamo per gradi:

sullo spettro d'emissione di un'alogena ho i miei dubbi, non fosse altro perché è ad incandescenza con una temperatura cromatica di circa 3000k e cioè con una certa carenza sulla banda del blu ed un probabile spostamento in quella dell'infrarosso.
Ma io non sono il depositario della verità, ai tempi (come tutti) duplicavo con l'alogena -da 250W- e con buoni risultati, ma la slide dup era tarata per quello. Insomma... ho qualche dubbio.

Su ColorPerfect: non lo conosco proprio, potrebbe essere risolutivo o forse solo in parte, quel che è certo è che argomentare sul colore del substrato è corretto ma è come disquisire se il vino sappia di tappo quando tutta la bottiglia è andata in acetoMrGreen
Intendo dire che 'se il mondo fosse in piano'... avrebbe anche senso applicare ColorPerfect, purtroppo il mondo non lo è, e le mie dia di 40 anni fa sono tutto fuorché bilanciate per colore e dominanti.

Premesso che le Kodachrome sono pressoché inalterate, quelle trattate E6, invece, sono tutto...

Ho qualche rullino di 3M (fortuna che erano solo alcuni) che in origine avevano anche un bel colore, ma oggi sono esclusivamente rosso-magenta, ma questo è successo anche ad alcune EPR, come ho delle velvia degli anni '90 di un 'bellissimo' cromatismo verde smeraldo, incluso l'incarnatoMrGreen. Poi, in mezzo a questo marasma ho delle E6 ancora bellissime in tutto, forse con una leggera perdita di densità sui cieli, e poi altre alterazioni a go-go per tutti i gusti, unite a dia esposte male ecc...

In questo marasma, bisogna inventarsi dei metodi per recuperare quello che è rimasto.
A volte ci riesco a volte no.

E non c'è da meravigliarsi se una macchina con 12 stop di gamma dinamica non riesce a salvare una dia che di gamma ne ha solo 6. Sul piano pratico anche la dia è molto vicina a 12 e se esponi per recuperare il cielo (magari slavato dal tempo) scopri che c'è ancora un sacco di dettaglio ma purtroppo stai chiudendo le ombre che di dettaglio ne hanno altrettanto. E' una coperta sempre troppo corta anche se, come faccio io, imposto in macchina un profilo colore neutro (Flat).

La soluzione più recente che ho trovato, lo ripeto, è lo HDR in macchina

avatarsenior
inviato il 18 Ottobre 2021 ore 17:41

Mi sono informato:

una lampada alogena ha un CRI (Colour Rendering Index) pari a 97-98
un buon pannello led ha un CRI = 95

le differenze sono minime.
Ora ho ordinato un pannello Kaiser 2454 che ha un CRI = 95

non so se vedrò la differenza rispetto al Manfrotto che uso ora (che dovrebbe avere un CRI inferiore) ma nel dubbio è meglio puntare al top.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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