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Macro e diframmi







avatarjunior
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 0:15

E certo è che le tue affermazioni non influiranno sul mio proseguimento fotografico


Ci mancherebbe.
Anche io ho provato ad utilizzare il plamp nelle macro, ma come non appaga te la macrofotografia a mano libera, non appaga me la "classica" macro che vedo ovunque, quindi ho avuto la dimostrazione di come non facesse per me: se aggiungo poi le considerazioni che ho scritto prima circa il plamp, non fa per me.
Non voglio creare casini, quindi la chiudo qui, ma la prossima volta, invece di scrivere "son capaci tutti" "che palle le insuniazioni", etc., impara l'educazione, perchè so di cosa sto parlando, per cui la figura del pagliaccio non la faccio, grazie.

avatarsenior
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 0:20

E tuuti vissero felici e contenti........

avatarsenior
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 0:26

Scusa se ho espresso le mie reali considerazioni nei tuoi confronti,non mi sembravano maleducate.
Buona notte KrustyMrGreen...hhhh...dai scherzo;-)

avatarsenior
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 8:48

Carlotaglia
Stando al tuo pensiero condivisibile o meno, a parte lo street fatto per strada e gli scatti iteneranti allora tutto il resto delle fotografie viste qui potremmo classificarle come non foto?
i ritratti sono preparati in studio, i paesaggi per le doppie esposizioni o l'uso dei filti vari,e le foto a gli uccelli sui posatoi o la fauna fatta da una macchina a dei leopardi o tigri o elefanti sono tutte foto preparate e organizzate, quindi o si scatta come dici tu oppure non si scatta?
e poi non è detto che una foto preparata è cmq semplice da fare, credo che prima di fare uno scatto un minimo di preparazione ci voglia, poi può piacere oppure no, questi sono gusti, ma non puoi però dirmi che allora non è vera macro fotografia ;-)

user10303
avatar
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 11:15

Secondo me tutto dipende da ciò che ci spinge a fare una foto.
Se ci si cimenta nella macrofotografia per valutare quanto si è capaci sul campo, sottoponendo i propri lavori ad altre persone, allora ci si deve mettere in testa, che piaccia o meno, che ci sono alcuni requisiti standard "de facto".
Un macro a mano libera, che ritrae una libellula che solo in parte è a fuoco, su uno sfondo invasivo e frastagliato, può anche essere per me uno scatto validissimo, la miglior macro del mondo, ma non andrei mai a sottoporla al giudizio altrui se lo scopo dello scatto è quello di confrontarsi con gli altri in questa tecnica.
Trovare la giusta luce all'alba, forzare la corretta illuminazione con flash specifici e con pannelli riflettenti, trovare uno sfondo omogeneo, magari forzando la composizione con un plamp, usare quest'ultimo per la ricerca di un perfetto parallelismo e sfruttare la pdc, usare una slitta micrometrica per una precisa messa a fuoco, fare più scatti per estendere la pdc, la macrofotografia, tecnicamente, è diventata questo, inutile negarlo.
Fra l'altro l'utilizzo di uno sfondo artificiale o di un plamp, non è diverso dall'utilizzo di un flash o di un semplice cavalletto.

avatarmoderator
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 12:22

Pietraccia ha scritto:
Ho letto diversi articoli dove di predilige un diaframma mediamente chiuso per questo genere di fotografia. Poi però vado nelle gallerie e scorgo un sacco di scatti fatti con diaframmi molto molto aperti (anche io ne ho fatto uno).
La domanda è: Che relazione c'è tra Macro e utilizzo del diaframma? C'è una regola, diciamo di base?


La profondità di campo in macro è legata :
-alla distanza di ripresa, a parità di diaframma più ci avviciniamo più si riduce la pdc.
-a parità di distanza più chiudiamo il diaframma più aumenta la pdc

Fino a quanto chiudiamo? Fino a quando riusciamo ad enfatizzare quella zona che volevamo a fuoco evitando nel contempo di alzare troppo gli iso e di conseguenza il rumore digitale.

Altro limite alla chiusura del diaframma? La diffrazione.
La diffrazione è legata a 3 fattori: costruzione dell'ottica, dimensioni sensore e MPixel

Alla fine dobbiamo trovare un compromesso tra zona di pdc, sfocato e pulizia (poco rumore)

L'utilizzo di uno scatto con diaframma chiuso o aperto dipende soprattutto se stiamo facendo una ripresa macro o un close-up:
-Macro: il rapporto di riproduzione deve essere almeno di 1:1 o il più vicino ad esso o addirittura superiore
-Close-up: siamo lontani da un rapporto 1:1 e aiutati dalla distanza di ripresa interveniamo in p.p. con un crop spesse volte non dichiarato per ottenere la stessa inquadratura del primo caso.

nota: esiste una seconda evoluzione del scatto macro dove si usano diaframmi aperti (di solito f.5,6-f.8) e si esegue un'unione di più scatti a punti di maf diversa ... focus-stacking

Categorie di ripresa? personalmentene ne riconosco 3:
-macro: in esterno a mano libera o su treppiede, con uso anche di plamp (per fermare il posatoio originale e contrastare il vento), pannelli riflettenti o flash ammorbiditi
-macro-still/life: in esterno , su treppiede, con uso anche di plamp, pannelli riflettenti o flash ammorbiditi ...
ma con uso anche di sfondi artificiali, spostamento dei soggetti e composizione dei soggetti su posatoi ad hoc
-still-life: ripresa in interno con soggetti vivi o inanimati/recisi , plamp, controllo completo e tranquillo di luce naturale mista luce artificiale, posatoi e sfondi ricercati/pensati
Le prime due sono incluse nella categoria "Macro e Flora" , la seconda in "Still Life"

regolette che mi auspico vengano applicate nel Juza-forum?
-dichiarare la percentuale di crop se applicata
-dichiarare se lo fondo è artificiale
-dichiarare se la rugiada è artificiale
-dichiarare se il soggetto è stato spostato per la ripresa

ciao e buona luce con poco vento;-) , lauro

avatarsenior
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 12:33

Quoto in tutto e per tutto Elleemme tranne che
La diffrazione è' legata a 3 fattori: costruzione dell'ottica, dimensioni sensore e MPixel
, poichè la diffrazione non dipende dall'ottica ma solo dal Numero F e dal pixel pitch ( in stretta relazione con la densità del sensore) come ben spiegato a questo LINK

user10303
avatar
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 12:43

poichè la diffrazione non dipende dall'ottica


Non sono sicuro di questo, se per ottica si intende in generale l'intero obiettivo, diaframma incluso, non escluderei che possa essere un fattore che contribuisce al verificarsi del fenomeno, lo suppongo per il fatto che pare che un Canon 180 Macro e un Sigma 180 Macro presentino comportamenti diversi in termini di diffrazione. Non ho avuto modo di provare personalmente, ma mi baso su qualche messaggio letto in passato, quindi potrei aver detto fesserie.

avatarmoderator
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 12:53

Anche il link che hai gentilmente postato Giosa, sottolinea nell'ultima griglia : Pixel Pitch e Limite diffrattivo dei sensori. La lente è la seconda variabile e dipende dalla costruzione ottica e dalla quantità di lamelle e dalla loro costruzione. Per fare un test è semplice: usi lo stesso sensore e confronti 3-4 ottiche macro e scoprirai che non tutte le ottiche sono uguali e trovererai molti riscontri da parte di fotografi specializzati nella macro-fotografia che hanno constatato queste differenze. Nonostante ciò consiglio ancora oggi alcune di queste ottiche che mostrano la diffrazione qualche diaframma prima di altre perchè è uno dei parametri di scelta di un'ottica, non l'unico.
Forse quello che vuoi sottolineare è che la diffrazione è un effetto ottico che limita la risoluzione totale della macchina fotografica indipendentemente dal numero di megapixel a disposizione . .. giusto? ... beh qui forse ho scritto precedentemente una inesattezza , intendevo dimensioni dei pixel e loro distribuzione .
Per essere più precisi i valori del disco di Geoge Airy sonocomunque teorici-ideali e non considerano che :
-I pixel non occupano il 100% dell'area del sensore ma esistono degli spazi tra di loro
-I pixel non sono perfettamente circolari ma tendono ad avere angoli (forma rettangolare)
-Il diaframma non è mai perfettamente circolare a causa del numero non elevatissimo di alette
-le lenti non sono perfette, si differenziano come costruzione , numero e trattamenti
-la presenza di una matrice di Bayer (molti sensori destinano la maggior parte dei pixel al colore verde rispetto al blu e al rosso (circa il doppio). Per le lunghezze d'onda, il verde è il colore che prima risente della diffrazione (il blu è l'ultimo), per cui nelle fotografie, al limite della risoluzione di diffrazione, noteremo prima di tutto una perdita di risoluzione e luminosità nel colore verde.
ciao, lauro


avatarsenior
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 13:25

E' vero che la quantità di lamelle e la forma influiscono sulla diffrazione, ma nel campo fotografico in relazione ai valori in gioco l'influenza è minima.
Sempre citando quanto scritto a questo LINK
Questo vale indistintamente per tutti gli obiettivi a tutte le focali, trascurando effetti di ordine superiore che, alle risoluzioni attuali, sono praticamente ininfluenti nel caso fotografico (cerchi di secondo ordine oltre al disco di Airy, forma del diaframma?etc?). Alcuni obiettivi (specialmente i Macro, dove l'utilizzo di diaframmi molto chiusi è abituale) potranno avere una migliore gestione dei raggi diffratti rispetto ad obiettivi che non si prefiggono tale scopo ma sempre e comunque mai superando la risoluzione imposta dal limite diffrattivo

Aggiungo ( per esperienza personale) che certi obiettivi ( Canon 100 e soprattutto Canon 180) sembrano soffrire meno del fenomeno diffrattivo perché hanno un elevato microcontrasto

avatarmoderator
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 14:13

Ti confermo che le ottiche da te citate (+ canon is l) allontanano questa soglia ma affermare che le differenze siano minime non può essere da me condivisibile. Ci sono ottiche che si fermano a f.5,6-6,3 max f.8 a seconda del rapp.di riproduzione (canon mp-65) e altre "macro normali" a f.13, una parte a f.16, poche a valori superiori .. il peso nella diffrazione di una lente non può quindi essere così sbrigativamente/superficialmente sminuito . (imho) .
ciao, lauro

avatarsenior
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 14:33

il peso nella diffrazione di una lente non può quindi essere così sbrigativamente/superficialmente sminuito

Condivido in pieno che l'ottica ha un certo peso , certamente se con una costruzione ottimale dell'ottica si riuscisse a guadagnare anche solo mezzo stop ( sul limite diffrattivo) sarebbe un vantaggio non indifferente,
Non sono un esperto in ottica, la mia cultura si base solo sulla lettura di articoli in rete ( alcuni in inglese ... che conosco a livello maccheronico), ma si è sembrato di capire che la diffrazione "dipende" da una legge fisica e che non possa essere essere stravolta, ma che con alcuni accorgimenti si possa elevare il limite diffrattivo.

avatarjunior
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 14:37

spesso e volentieri con un tubo di prolunga: non so se ci hai mai provato (magari con un soggetto in movimento)


MrGreenMrGreenMrGreenMrGreenMrGreenMrGreenMrGreenMrGreen

scusami Carlotaglia ma mi stavo davvero sbellicando dal ridere MrGreenMrGreenMrGreenMrGreen

ma che cavolo prima di sparare a zero guarda almeno un po' la gallery del tuo interlocutore .....di solito Silo scatta a 5X ;-)


tornando OT anche a me danno fastidio gli sfondi artificiali, (avevo iniziato con i pannellini per schiarire ma puntualmente li lascio a casa...) però mi guardo bene dall'affarmare che sono facilitazioni, la verità è che chi li usa e li usa bene ci da un pista con e senza ausili......

ciauz

avatarjunior
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 17:56

Stando al tuo pensiero condivisibile o meno...


Io mi riferivo solo e solamente alla macrofotografia Sorriso .
E' ovvio che in tutti gli altro ambiti fotografici il discorso cambia, non sono così ×.

di solito Silo scatta a 5X

Intendevo a mano libera Sorriso .

avatarjunior
inviato il 07 Ottobre 2013 ore 21:26

Ma guarda, io non farei distinzioni tre macrofotografia e altri generi, sono sicuro che se potessero userebbero pannellini, sfondi, plamp etc. anche i fotografi di avifauna o di fauna in generale....la macro si presta di più alla preparazione meticolosa, poi è chiaro che c'è a chi non piace preparare le foto, ma ciò non toglie che chi lo fa ha di solito un gran background tecnico.

Ciauz!

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