| inviato il 29 Agosto 2013 ore 23:56
Ciao a tutti. Per quanto riguarda il termine snob, incasso il fatto che Wikipedia sconfessi l'origine latina ma anche le attribuzioni etimologiche anglosassoni sono infarcite di condizionali, quindi...per me si resta nel campo delle cento pertiche! (bellissimo luogo idiomatico lombardo, peccato il non-uso del dialetto...). Riguardo alla diatriba aperta sul "dilemma" forma-sostanza, resto dell'opinione che devono prevalere senso comune e misura. La lingua è uno strumento per comunicare e non lo scopo della comunicazione, altrimenti diventa retorica. La correttezza è sicuramente importante, ma in visione prospettica e quindi evolutiva penso che le crociate culturali, entrati che siamo nel terzo millennio, siano meglio orientate verso i fattori effettivamente ostativi dell'efficacia comunicativa. Tanto per dirne una, il plurale di specie è specie ma dovunque, anche su riviste scientifiche, si sente parlare di "speci" e nessuno ci fa più caso. Un purista potrebbe dire "passi se è un lattaio, ma un giornalista o un biologo...". C'est la vie... Bella l'estetica, legittimo il desiderio di correttezza e rigore (riversiamolo in politica, magari rende di più...), condivisibile un certo senso dell'eleganza. Ricordiamoci sempre il proverbio indiano "Quando il saggio mostra la luna, lo sciocco guarda il dito". Certo, se il dito punta verso l'aiuola dei cavolfiori... |
| inviato il 30 Agosto 2013 ore 8:48
@ Andrea “ che devono prevalere senso comune e misura „ D'accordo. La frase da me riportata era posta in origine in un contesto lavorativo e formativo. E' una frase un pò "estrema" ed apparentemente retorica, ma in quel contesto aveva senso, eccome. Ovvio che nella vita di tutti i giorni il binomio buonsenso/sostanza debba essere prevalente, ma ci sono dei momenti in cui si rabbrividisce leggendo o ascoltando certe frasi. Il messaggio arriva comunque, ma... la pelle diventa parte integrante dei vestiti . Premesso che condivido quanto sostieni, nel caso in cui non lo avessi condiviso avrei comunque gioito nel leggere delle frasi così correttamente formulate. Mentre, se fosse stato scritto "pensando col T9", non mi sarebbe stato di alcuna utilità, nemmeno grammaticale. Per lavoro, spesso visito delle fiere all'estero come, immagino, molti di voi. Tali fiere (settore medico, tecnologico ...) sono quasi totalmente visitate da professionisti o comunque da operatori dei relativi settori. Orbene: non avete mai notato che le persone vestite "oggettivamente" bene (senza voler scatenare polemiche circa il fatto che non è l'abito che faccia il monaco ecc...) sono quasi sempre italiani o inglesi e che quelli che presentano "stranezze" sono quasi tutti... mitteleuropei ? Senza generalizzare, ovvio. Ho notato, ad esempio, persone con gessato e valigetta da attaché con scarpe da ginnastica ai piedi. E questo è solo un esempio dei vari accostamenti riscontrati. Queste persone penseranno: "Certo, devo camminare molto e le mie Church's iniziano a nuocermi verso le 10:45. Se le tengo sino alle 19, mi ritroverò con i piedi di balsa. Meglio bel un paio di comode Nike bianche". Ora, per restare in argomento, la competenza commerciale o tecnica di tali individui non è nemmeno messa in discussione (nemmeno pregiudicata dall'indossare un paio di Nike, ci mancherebbe), ma la forma (o immagine che dir si voglia) mette il soggetto stesso sul piano della critica. Ovvio, se dovessi acquistare uno strumento medico da un venditore che si presenta in ciabatte, quel che conta per me è comunque qualità, servizio e prezzo offerto dalla casa produttrice. Certo è che presentarsi in ciabatte... Ciao raga. |
| inviato il 30 Agosto 2013 ore 9:55
E' più importante la forma o la sostanza? GENERALMENTE, la sostanza. Si può avere la forma E la sostanza? Molto spesso. Dunque... perchè non desiderare entrambe le cose? Perchè c'è sempre qualcuno che dice "meglio la sostanza, della forma", quando si potrebbero benissimo avere entrambe? E' lo stesso discorso di chi, su una foto che emoziona molto, quando viene criticata una lacuna tecnica enorme dice "la foto trasmette molto, la tecnica non conta" anche quando quella foto avrebbe trasmesso la stessa cosa pur con un orizzonte meno storto. Perchè non si può desiderare di avere entrambe le cose? E ancora: chi ha iniziato questa discussione non ha criticato la grammatica (forma) in un post di fotografia (sostanza) ma l'ha fatto aprendo una discussione a parte. Ha lasciato dunque che si discutesse della sostanza (con una forma discutibile) dove era importante la sostanza (in diversi commenti su diverse foto), ed ha parlato di forma dove la sostanza riguardava proprio la forma (questa discussione). In sintesi: bravo Black Imp. |
| inviato il 30 Agosto 2013 ore 10:43
Nella storia, anche la forma (l'immagine se vogliamo) ha sempre contato molto, e negli ultimi 20 anni sicuramente è stata sviscerata la sua importanza. Secondo me anche la forma ha una importanza assolutamente cruciale. Certo la sostanza è la base: ma senza forma è spesso complessa e finanche bloccata, anzi, perfino PREGIUDICATA la comunicazione. |
| inviato il 30 Agosto 2013 ore 23:51
Non sono un umanista, ma mi pare che anche in filosofia la forma sia una cosa molto seria, in quanto modo di manifestarsi dell'idea (concetto molto importante nelle correnti di pensiero idealistico, il materialismo dialettico post-hegeliano ha rimesso in discussioone un po'tutto...). Tutto questo pistolotto per dire che anche per me la forma - e quindi la correttezza - fa parte integrante degli standard di comunicazione. La forma è però legata a elementi di sensibilità transeunti (Monti docet...) e quindi dobbiamo considerarla con una qualche flessibilità. La grammatica ha i suoi pilastri da considerarsi verità scritte nella pietra, concordo, ma ha anche una qualche...ehm...sovrastruttura, concediamocelo. Anche la sintassi fa parte della forma e ha le sue regole. Sono formalmente corretti anche alcuni - pochi? - rapporti di Polizia e Carabinieri ma ci sganasciamo dalle risa per come compongono le frasi e per la terminologia che applicano. Sono formalmente corrette anche le lapidi commemorative, con il loro italiano latineggiante fatto di aggettivi che precedono i nomi e, ma "manco p'a'capa" ci sogneremmo di parlare così. Morale della favola? Secondo me difendiamo la grammatica, magari anche la sintassi e magari anche l'italiano, ma sapendo distinguere l'essenziale. Chiudo con una dotta citazione, lontana nei propositi ma attinente nell'espressione: "Signore, dammi la forza per cambiare le cose che si possono cambiare, dammi la pazienza per sopportare quelle che non si possono cambiare ma soprattutto dammi la saggezza per distinguere le une dalle altre". Preghiera della saggezza, R. Kipling. PS: queste polemiche fini a se stesse mi intrigano da matti... |
| inviato il 30 Agosto 2013 ore 23:53
_richard, sbaglio o stiamo pericolosamente scivolando verso la "supercXXXola? Come alternativa ti porpongo un delizioso dialogo di Catarella con Montalbano: "Commissario, non puole essere che il morto da morente si fici vivente per poi tornare morente e quindi farsi natante?" (avevano trovato un morto in mare, che risultava sepolto già da un anno...) |
| inviato il 06 Settembre 2013 ore 14:20
caspita... questo topic me lo ero proprio perso! concordo che questo è un forum di fotografia ma ci si potrebbe impegnare almeno ad usare le "h" sul verbo avere e ad utilizzare correttamente la "e" con o senza accento |
| inviato il 06 Settembre 2013 ore 15:50
“ concordo che questo è un forum di fotografia ma ci si potrebbe impegnare almeno ad usare le "h" sul verbo avere e ad utilizzare correttamente la "e" con o senza accento „ non mi ricordo dove l'ho letto, ma mi sono imbattuto in un "sì sì oca pito". PS: mi piacerebbe vedere come lo traduce google translate. |
| inviato il 10 Settembre 2013 ore 1:00
Bah, forse con "yes, yes, goose python" (notoriamente google ha immaginazione e cultura classica) |
| inviato il 11 Settembre 2013 ore 12:43
Forma e sostanza vanno a braccetto, possono essere bilanciate, a qualcuno traspare più una invece dell'altra. Ma ho toccato con mano molte volte (per non dire sempre) che se c'è carenza di forma, di sostanza non è che ce ne sia molta. |
| inviato il 02 Ottobre 2013 ore 22:54
Riprendo la polemica dopo giorni e giorni di sopore, perchè mi è venuto in mente un parallelo con la relazione tra istruzione e cultura. La forma rende in qualche modo universale la sostanza, la manifesta in modo condiviso e diffusamente comprensibile. Difficile dire che dove non c'è forma non c'è sostanza, facile che non si riesca a coglierla. Allo stesso modo, l'istruzione dà una struttura alla cultura, la correda con gli strumenti per trasmetterla e condividerla. Ho conosciuto persone senza istruzione, ma di una cultura e di un'intelligenza fuori dal comune. Ebbene, queste persone erano povere di forma ma quanto a sostanza... |
| inviato il 03 Ottobre 2013 ore 2:13
passo di qui dopo mesi e vedo che la discussione si è protratta. solo per puntualizzare: non pensate al concetto di forma come apparenza, formalità: la forma è ciò che fa sì che un blocco di marmo divenga una statua. questo è in filosofia |
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