| inviato il 23 Settembre 2024 ore 15:06
“ Questo è quello che fa Salgado. „ Salgado oltre un grande fotografo IMHO è anche un grande uomo per quello che ha fatto in termini di ripristinare habitat e animali in una zone del suo Brasile. | 
| inviato il 23 Settembre 2024 ore 15:37
Cito da Paolo Mcmlx: “ Francamente sono almeno vent'anni che la pellicola è completamente uscita di scena. „ Questa mi sembra un'affermazione un po' forte, se è in generale. Se riferita alla pellicola diapositiva, pur con dolore, devo essere d'accordo, perché anche per i costi esorbitanti e la limitatissima proposta dei pellicole invertibili, chi la pratica è meritevole della stessa tutela garantita al Panda Bianco. | 
| inviato il 23 Settembre 2024 ore 15:47
Oppure la bambina nuda non ricordo in quale guerra? ********** ********** La ragazzina è Kim Phuc. Fu fotografata da Nick Ut alla fine del 1972 durante i combattimenti, protrattisi per quasi tutto quell'anno, come conseguenza di quella che sarebbe passata alla Storia come l'Offensiva di Pasqua nel corso di quello che fu anche l'ultimo anno del diretto coinvolgimento americano nella guerra del Vietnam. Con quella fotografia Nick Ut vinse il Premio Pulitzer. | 
| inviato il 23 Settembre 2024 ore 16:11
Questa mi sembra un'affermazione un po' forte, se è in generale. *********** ********** Ovviamente mi riferivo al mercato della fotografia professionale. Ma anche per quanto riguardo quello amatoriale si può dire la stessa cosa visto che il sostanziale fallimento* di Kodak risale al 2003 o al 2004. *) La Kodak non fallì, finì "solo" in un regime, mi pare si chiami Chapter 11, che è molto simile alla nostra Amministrazione Controllata. Insomma no, non è fallita... ma è ridotta al lumicino. | 
| inviato il 23 Settembre 2024 ore 16:24
Kodak non è la sola produttrice di pellicole e forse, aggiungere "nell'ambito della fotografia professionale" avrebbe reso più chiaro il discorso. Si, Kodak rocorse al "Chapter-11" che sostanzialmente è simile alla nostra amministrazione controllata. I rami dell'azienda, mi par di capire, furono scorporati in vari settori, quasi tutti utenti dello storico marchio, ora proprietà di una finanziaria. | 
| inviato il 23 Settembre 2024 ore 16:37
Kodak non è la sola produttrice di pellicole e forse, aggiungere "nell'ambito della fotografia professionale" avrebbe reso più chiaro il discorso. ********** ********** Probabilmente si, ma come ho detto il discorso vale pari pari anche per quanto riguarda la fotografia amatoriale. Basti pensare al fatto che trent'anni orsono c'erano, solo in giro per l'Italia, centinaia di laboratori fotografici, oggi quanti ne sono rimasti... una decina? Forse venti? | 
| inviato il 23 Settembre 2024 ore 16:44
Oppure la bellissima ragazza dagli occhi incantevoli non ricordo dove, forse afganistan? ********** ********** Di questa ragazza non ricordo il nome; la fotografia comunque è di Steve Mc Curry, che la riprese in un campo profughi in Pakistan, l'anno credo fosse il 1980. La pellicola invece era, ovviamente, una Kodachrome 64. | 
| inviato il 23 Settembre 2024 ore 19:56
“ Di questa ragazza non ricordo il nome; la fotografia comunque è di Steve Mc Curry, che la riprese in.un campo profughi in Pakistan, l'anno credo fosse il 1980. „ e la fotografò di nuovo in seguito (da adulta) o almeno cosi ci vuole far credere. | 
| inviato il 23 Settembre 2024 ore 22:23
Cito da Paolo Mcmlx: “ In effetti, i puristi parlano di contax e leica, prima del giappone... ********** ********** Prima del Giappone? Sarebbe più giusto dire "prima della Guerra" visto che già in Corea i reporter occidentali iniziarono a montare sulle loro Contax e Leica i 50 mm Nipponici, che a differenza degli ultraconservatori Tedeschi si spingevano ad aperture quasi inaudite: f 2 - f 1,8 - f 1,7 insomma una manna dal cielo per chi fotografava con pellicole da 25 o 32 ASA. „ Gli "ultraconservatori tedeschi", già prima della II Guerra Mondiale, per le loro Contax-I/II/III fornivano quale ottica standard, il Sonnar 50mm. f:2 (in alternativa, i Tessar 50/2,8 o 3,5), oppure il Sonnar 50mm. f:1,5. Tra i teleobbiettivi, spiccava il Carl Zeiss Jena 180mm. f:2,8, luminosissimo anche nell'ambito delle ottiche anni 50/60 del dopoguerra. Restando in ambito Nikon, io amo la F3. Dopo, l'unica differenza è nell'autofocus e soluzioni esposimetriche sofisticate, ma tutto sommato spesso superflue. | 
| inviato il 24 Settembre 2024 ore 6:07
Gli "ultraconservatori tedeschi", già prima della II Guerra Mondiale, per le loro Contax-I/II/III fornivano quale ottica standard, il Sonnar 50mm. f:2 (in alternativa, i Tessar 50/2,8 o 3,5), oppure il Sonnar 50mm. f:1,5 ********** ********** Certamente... ma a prezzi che facevano impallidire, e di brutto, quello delle Contax che già era da infarto. Non cito le Leica perché queste costavano quasi il giusto rispetto alle Contax. Il 180 Jena era la copia DDR dell'Olympia del '36. | 
| inviato il 24 Settembre 2024 ore 6:16
e la fotografò di nuovo in seguito (da adulta) o almeno cosi ci vuole far credere. ********** ********** Non mi è particolarmente simpatico Mc Curry ma la donna che rifotografò in seguito sembrerebbe proprio essere la versione adulta dell'adolescente di 20/25 anni prima, o almeno la rassomiglianza c'é anche se poi come stanno realmente le cose lo sa solo lui. | 
| inviato il 24 Settembre 2024 ore 8:35
“ Sarebbe più giusto dire "prima della Guerra" visto che già in Corea i reporter occidentali iniziarono a montare sulle loro Contax e Leica i 50 mm Nipponici, che a differenza degli ultraconservatori Tedeschi si spingevano ad aperture quasi inaudite: f 2 - f 1,8 - f 1,7 insomma una manna dal cielo per chi fotografava con pellicole da 25 o 32 ASA. „ Leggendo anche con attenzione il tuo scritto, apparirebbe evidente che la Contax o la Leica non disponessero di ottiche "luminose", a causa dell' ultraconservatorismo tedesco . Strano, perché proprio questi ultraconservatori, furono i padri di tutta l'ottica fotografica moderna, ivi comprese le ottiche definite luminose o ultraluminose ... Circa il loro prezzo, erano strumenti di lavoro ed un professionista, o il suo datore di lavoro del tempo avrebbe provveduto a dotare le fotocamere di quanto necessario. La Contax, ad esempio era diffusissima tra i professionisti, dal 1932 (e soprattutto dal 1936 con l'arrivo della Contax-II) ed i 50/1,5 erano dotazione quasi normale, oltre al Sonnar 50/2,8. Leica, in tempo di guerra, aveva il suo Summitar f:2; infatti, trovo interessante la Leica del 1939 cui, tra il 1940 ed il 1944 fu adattato un Sonnar 50/1,5 "T" da Contax, montato nell'elicoide di un Summar da un capace tecnico del tempo; macchina che ho acquistato qualche settimana fa qui a Trento e che ora è in revisione/messa a punto. Il Carl Zeiss Jena "Olympia" Sonnar 180/2,8: i primi 50 esemplari, calcolati il 12 febbraio 1936 e messi in produzione il seguente 18 febbraio con nn. di serie 1.503.701 - 1.503.750, dapprima in "direkte Kupplung" con la Contax e poi con montatura reflex "Flektoskop", i cui ultimi 210 esemplari in epoca bellica uscirono dai laboratori di Jena il 4 gennaio 1941 (alcuni, nel 1937 e nel 1939, furono approntati in fabbrica con attacco Exakta), riprese la produzione il 3 luglio 1945 (100 esemplari, praticamente, il giorno dopo l'arrivo delle avanguardie sovietiche a Jena) e nel seguente mese di agosto (ulteriori 100 esemplari) in quella che era ormai la "SBZ" ( Sowjetische Besatzungs-Zone ovvero " Zona d'Occupazione Sovietica "). Dobbiamo aspettare il giugno 1946, per rilevare la ripresa abbastanza regolare della produzione del 180/2,8 (50 esemplari, con attacco "FED" (probabilmente, per il raro fotofucile sovietico), seguiti da altri 150 esemplari, sempre con attacco FED; il resto, tutti, con attacco Contax. Per il mio corredo Contax, dispongo del 180/2,8 n. 3.114.372 fabbricato il 13 maggio 1948 (su calcolo del 5 aprile 1940), montato su cassetta reflex Flektoskop di nuova concezione, ad immagine raddrizzata; a suo modo comodo e dalla resa eccezionale. Altri 180/2,8, tra il 1947 ed il 1949, furono anche realizzati con attacco Exakta e con attacco per cinepresa. A partire dal 1949 (la DDR nasce il 7 ottobre dello stesso anno), il 180/2,8 viene realizzato anche in attacco Contax-S, ovvero la vite 42x1, dei quali possiedo due esemplari, risp. del 1954 e del 1955 (entrambi su calcolo del 1949). Definire il Carl Zeiss Jena Sonnar 180/2,8 fabbricato dopo il 1945 quale "copia DDR" è errato : esso è sempre lo stesso obbiettivo, fabbricato nello stesso stabilimento ove fu creato e che nel corso della sua esistenza continuò ad essere un'apprezzatissima ottica diffusa in tutto il mondo, anche quando, a partire dal 1960, iniziò la produzione della nuova montatura ASB, per Praktisix/Pentacon Six ed adattatori originali per 42x1, Praktina ed Exakta, ove nel tempo, le modifiche furono solo nella livrea, nel ricalcolo in base ai nuovi vetri impiegati e, nelle ultime serie, l'applicazione del trattamento MC antiriflessi multistrato. | 
| inviato il 24 Settembre 2024 ore 9:43
Leggendo anche con attenzione il tuo scritto, apparirebbe evidente che la Contax o la Leica non disponessero di ottiche "luminose", a causa dell' ultraconservatorismo tedesco . Strano, perché proprio questi ultraconservatori, furono i padri di tutta l'ottica fotografica moderna, ivi comprese le ottiche definite luminose o ultraluminose ... ********** ********** E infatti s'è visto che fine hanno fatto! | 
| inviato il 24 Settembre 2024 ore 9:54
certo che la sfilza di strafalcioni del guru della dissolvenza incrociata, sulle ottiche CZJ/Leitz è impressionante ....... Uno sparapalle micidiale ... facile da sgamare; fortunatamente la storia è lì ... nn la puoi cambiare. Però si può studiare, ed Enzo C. su questo è certamente "studiato". | 
| inviato il 24 Settembre 2024 ore 10:55
Dunque Paolo, perdonami, cerchiamo di capirci: prima affermi che i fotografi professionisti dovettero aspettare le ottiche giapponesi, per poter dotare le loro Leica e Contax di ottiche luminose: e ti cito, da pag.4 di questa discussione: “ Sarebbe più giusto dire "prima della Guerra" visto che già in Corea i reporter occidentali iniziarono a montare sulle loro Contax e Leica i 50 mm Nipponici, che a differenza degli ultraconservatori Tedeschi si spingevano ad aperture quasi inaudite : f 2 - f 1,8 - f 1,7 insomma una manna dal cielo per chi fotografava con pellicole da 25 o 32 ASA. „ Io ti faccio notare questa inesattezza (v. sopra, in questa pagina) e tu mi rispondi con un acrobatico boulversement de l'omelette che ti cito: “ Certamente... ma a prezzi che facevano impallidire, e di brutto, quello delle Contax che già era da infarto. Non cito le Leica perché queste costavano quasi il giusto rispetto alle Contax. „ Ma... mi replichi “ " certamente... ma a prezzi (...)" „ cosa??? allora, di grazia, c'erano o non c'erano, le ottiche (soprattutto Zeiss), luminose ed ultraluminose, prima che le realizzassero i giapponesi??? Ed io, anche nell'interesse di coloro che magari a lato del proprio hobby fotografico volessero approfondire, ho cercato -documenti alla mano, non ipotesi personali, ma documenti- di rammentarti e spiegarti che le ottiche luminose ed ultraluminose di Zeiss erano regolarmente disponibili, nei corredi dei fotoreporter e dei professionisti. Poi mi aggiungi, cito: “ Il 180 Jena era la copia DDR dell'Olympia del '36. „ E qui, consentimi, è uno strafalcione, che ancora documenti Zeiss alla mano, ti ho dimostrato, a suggel che ogni uom sganni , che il Carl Zeiss "Olympia" Sonnar 180/2,8 fabbricato a Jena dopo la guerra, non è una "copia DDR" (che suonerebbe quasi spregiativo), ma la continuazione diretta di questo storico (splendido) obbiettivo e la sua evoluzione, avvenuta nello stesso stabilimento, dal 1936, al 1990! Ti chiarisco anche che i tecnici di Jena calcolarono le ottiche dalle quali si è poi ispirata tutta l'ottica fotografica moderna (dato incontrovertibile, quando parliamo di Tessar, Sonnar, Planar, Biotar, Biogon, Pancolar, Flektogon, ecc.) e tu, cosa mi rispondi?... Cito: “ E infatti s'è visto che fine hanno fatto! „ Che fine hanno fatto COSA??? Ti prego, dimmi cosa c'entra la liquidazione di Zeiss Ikon ( settore fotocamere, 1971-72 ), con gli storici progettisti di Zeiss Jena (e poi anche Oberkochen) e le loro realizzazioni di ingegneria ottica? E per ora, mi astengo dal puntualizzare qualcosa sui fatti relativi alla migrazione del marchio "Contax" in Giappone... Ti consiglierei, giusto quale infarinatura propedeutica, la lettura dell'agile volumetto di Lawrence Gubas " Zeiss and Photography ", Las Vegas, Lightning Press, 2015. |
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