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b/n... ci sono regole per definirlo "riuscito"?


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avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2024 ore 8:05

Si dice:- "Impara l'arte poi, lasciala da parte".
Dovrebbe trattarsi di imparare a far le cose accademicamente e saper tradurle in pratica, una volta giunti nessuno vieta di proseguire consapevolmente lungo strade altre.
Forse Pollastrini, usando una dialettica "pepata", intende questo, non considerando che Giacomelli ed altri prima di arrivare a determinati "personalismi" possano esser passati attraverso fasi più o meno "accademiche".

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2024 ore 8:18

Lo trovo molto interessante:


(I sottotitoli generati automaticamente possono essere tradotti automaticamente in italiano se l'inglese non è ben compreso.)

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2024 ore 8:26

"Da qui i forti contrasti ,con un idea precisa in testa."

Occhio che perseguire un'idea non significa affatto lavorare bene, e secondo me Giacomelli ha lavorato male come stampa ai suoi tempi, idee buone, contenuto artistico buono, ma stampe realizzate male, talune perfide.

In Italia, a mio avviso personalissimo, per carenza di cultura tecnica e per una mera e vile necessità di risparmio economico, in quei tempi, parecchi fotografi si lasciarono irretire dalla fotomeccanica, tanto da divenire di moda: molta gente non ce la faceva a stampare tutta la gamma tonale della pellicola, in particolare i cieli, ed allora passavano il negativo in fotomeccanica, che tagliava i toni intermedi, il che rendeva facili le stampe.

Faccio un esempio.

Su di un paesaggio a pellicola, un cielo molto luminoso richiedeva anche 1- 2 minuti di esposizione nell'ingranditore per non farlo venire completamente bianco, mentre per la scena sottostante il cielo l'esposizione richiedeva magari 10 - 15 secondi: se volevi sia il cielo che l'area sottostante ricca di dettagli e di toni intermedi, una foto plastica, era inderogabilmente necessario mascherare, e mascherare bene la scena sottostante quando esponevi il cielo del paesaggio, per ottenere una stampa ben modulata, il significa dover obbligatoriamente avere tanta cultura e manualità di stampa, e poi ci volevano tante maschere, tanti provini, uno o due foto al formato grande finito come prova generale, il che si traduce in tante ore (anche oltre 10), tanta carta e tanti chimici, ossia un sacco di soldi per una sola fotografia.

Se invece passi quello stesso negativo in fotomeccanica, lo stampi in modo estremamente facile, senza provini, ci metti meno di 5 (cinque) minuti per stampare la foto grande finita, senza alcuna necessità di manualità o conoscenza tecnica, è un lavoro estremamente stupido che fornisce però una stampa vile, spesso vilissima.

Perché, inesorabilmente, ti becchi un cielo bianco sfondato, i neri tappati, ed i toni intermedi praticamente inesistenti, o tagliati a bestia.

Dunque, se a Giacomelli le sue stampe gli piacevano così, a me, "nummene po' fregà de meno".

Semplicemente perché a quei tempi c'erano fotografi come A. Adams, Mapplethorpe, Elliot Erwin, Ernest Haas, e con loro, tutta la scuola americana, all'estero, e gente come Mario Bocci ed altri qui in Italia, che seguivano la scuola americana, che stampavano diversamente, ed a mio avviso molto, molto, estremamente meglio, ossia con grande estensione tonale

Io per la stampa sono stato formato, prima a pellicola (in Italia e Francia, dal 1969), e poi in digitale (in Canada, nel 2008), sempre a stampare secondo la scuola americana.

Occhio che nel mondo la scuola americana è quella seguita da tutti i più grandi fotografi, è quella di riferimento, e questo, numeri alla mano, è dato di fatto.

Qui si parla di tecnica del B&N, e dunque si espongono diversi modi di lavorare, chi ha aperto la discussione li ha chiesti.

Io ne esposto semplicemente uno: la scuola americana, gamma tonale la più ampia possibile.

E se uno ha le idee diverse dalle mia, io le rispetto, non offendo mai nessuno, e non cerco di convincerlo a cambiare idea, perché cercare di far cambiare idea agli altri quando sono adulti e maturi, secondo me, non è cosa corretta, ai bimbetti sì, agli adulti e maturi no.

Quegli intelligenti, dovrebbero fare altrettanto, e se non lo fanno, intelligenti non sono.

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2024 ore 8:58

A me piacciono cose molto diverse, ho apprezzato tantissimo la mostra ultimamente di vincent peters e la sua eleganza





come amo alla follia sarah moon e le sue foto "sporche"





così come ho apprezzato gli scatti sul covid di alex majoli con questi neri profondi





sono tutti risultati molto diversi tra loro, coerenti nel loro mostrare, ma partono da idee e "regole" molto differenti.
Mentre peters punta a foto molto "pulite" e perfette anche tecnicamente con il risultato di essere eleganti majoli secondo me rende meglio con questi neri così chiusi il momento cupo e il racconto
Ho scelto questo lavoro di majoli perchè fatto comunque con luce flash e queindi paragonabile agli altri, ma con una scelta differente proprio per il contenuto e messaggio

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2024 ore 9:05

"A me piacciono cose molto diverse.."

Occhio che chi ha aperto la discussione, non chiede che cosa piace alla diversa gente ma chiede se esistono e quali sono le regole per definire un B&N "riuscito", ossia fatto bene.

Io fornito 3 (tre) mie regole e la raccomandazione di seguire la scuola americana, ossia che in immagine finita ci sia la maggior gamma tonale possibile.

Altri hanno suggerito lo stile inverso, quello da me tanto denigrato (e confermo) del B&N praticamente senza tonale.

Conosci altre tipologie di B&N?


avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2024 ore 9:11

Questa è una nota fotografia di Mauro Giacomelli, che tecnicamente è un comunque paesaggio ma stampato dopo essere stato passato in pellicola fotomeccanica, che elimina quasi completamente i toni intermedi





Questa, contemporanea e simile come contenuto artistico, è di A. Adams, di scuola americana ( .... l'ha praticamente fondata lui assieme a Minor White)





Uno dovrebbe scegliere il proprio stile ANCHE sulla base di confronti tipo questo, grande gamma tonale o nessuna gamma tonale


user207727
avatar
inviato il 14 Giugno 2024 ore 9:12

Portare degli esempi di quello che qualcuno ritiene sia un BN riuscito trovo sia un ottimo modo per spiegarsi e far capire l'impatto di alcune regole sul risultato finale e far capire che, talvolta, uscire dagli schemi produce risultati apprezzabilissimi.

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2024 ore 9:39

Esci dagli schemi se li conosci, trasgredirli richiede a mio parere una buona preparazione tecnica e il coraggio di seguire percorsi inesplorati. Il b.n.tradizionale è sicuramente la strada più sicura ma meno originale.

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2024 ore 9:54

Potrebbe starci fra questo e quello?




avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2024 ore 10:01

Abbiamo letto molte pagine di discussione sui due estremi della stampa in BN ma credo occorra fermarsi un attimo e riflettere sulle motivazioni che portano a scegliere lo "stile Giacomelli" che amo o lo "stile Adams" che amo ugualmente, io credo che la scelta del tipo di BN non dipenda da motivazioni tecniche né estetiche ma sia strettamente correlata con un messaggio che vogliamo trasmettere, è inutile discutere se è meglio uno stile invece di un altro se poi nella foto non si trovano messaggi chiari e in grado di arrivare alle persone.
Prima della conversione in BN mi fermo a riflettere su quelle che erano e mie intenzioni al momento dello scatto, solitamente correlato a un'idea, e in seguito scelgo quale via seguire. Se sto fotografando la gente per strada cercando di portare avanti il mio discorso sulla dolcezza e l'affettività ovviamente utilizzerò un BN molto delicato con una vasta gamma di grigi se invece sono in una situazione difficile, come mi capitò nella serie di foto al mattatoio sceglierò un BN duro che sorregga il racconto.








avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2024 ore 12:04

"...io credo che la scelta del tipo di BN non dipenda da motivazioni tecniche né estetiche..."

Idea tua, rispettabilissima.

Ma misurata con il metro standard della qualità grafica di un buon B&N, il metro riconosciuto a livello mondiale (= esiste e che esiste è un dato di fatto, numeri alla mano), quella tua idea, quella tua scelta, è completamente errata.

Perché, misurate con quel metro, la foto di street a monitor è slavata, ed oltretutto non è stampabile in qualità nemmeno media (= la parte sopra la strada diventa in larghissima parte una patacca bianca, perché nessuna stampante al mondo stampa un tono alto di 246, non parliamo di andare sopra) mentre quella del cavallo, stampata diventa un tutto nero salvo occhi, cartellino e bava, ed anche a monitor non si legge nei grigi scuri.

Uno è del tutto intitolato a fare quello che gli pare, e fa bene, benissimo, ha perfettamente ragione a fare così, ma solo ed esclusivamente se poi le foto se le guarda soltanto lui.

Se invece quelle stesse foto le espone al pubblico e se gli interessa il giudizio del pubblico su quelle sue foto, in particolare il giudizio di un pubblico colto di fotografia, una scelta simile è errata, completamente errata.

E lo è perché foto fatte così, tecnicamente, sono realizzate in modo errato, e dunque non raccoglierà mai giudizi positivi da persone fotograficamente preparate.

Come al solito, tutto nella vita è una questione di scelta e di compromesso.

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2024 ore 12:10

E lo è perché quelle foto, tecnicamente, sono realizzate in modo primitivo, non bene, e dunque non raccoglierà giudizi positivi da persone fotograficamente preparate.



E se uno ha le idee diverse dalle mia, io le rispetto, non offendo mai nessuno, e non cerco di convincerlo a cambiare idea, perché cercare di far cambiare idea agli altri quando sono adulti e maturi, secondo me, non è cosa corretta, ai bimbetti sì, agli adulti e maturi no.


Molto coerente! Grazie del complimento realizzerò pure le mie foto in modo primitivo ma cerco di essere educato e di non offendere le persone. Avresti potuto esprimere le tue idee in maniera più educata e rispettosa ma fra rispetto e offesa hai scelto la seconda. Ora so chi sei.

PS comunque hai ragione tu perché sei il vero e unico portatore della verità fotografica. Ovviamente cercherò in futuro di ignorare i tuoi interventi.

user207727
avatar
inviato il 14 Giugno 2024 ore 12:26

Tranquillo Signor Mario, se ha sbagliato Giacomelli ad esporre le sue foto in pubblico puoi sbagliare pure tu. Mi chiedo, però, come abbia fatto egli a raccogliere giudizi positivi, forse le sue foto sono state commentate solo da persone che non erano fotograficamente preparate.

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2024 ore 12:36

Basta andare a giro per il mondo, ma anche solo in Italia, e guardare le foto di autori apprezzati a livello mondiale, alcuni dei quali citati sopra: quelle foto stabiliscono lo standard di qualità.

Poi ciascuno fa, ripeto quello che gli pare, ma uno standard di qualità esiste.

E se uno decide di esporre al pubblico, a mio personalissimo avviso, quello standard dovrebbe tener presente, pena scivoloni rovinosi su bucce di banana qualitative.

Sarebbe interessante sapere quanti sono andati a vedere mostre di fotografia serie, proposte direttamente da quegli artisti, così, per pura curiosità.

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2024 ore 12:44

Tutti I BN che raccontano quello che devono raccontare, a prescindere da come lo facciano, sono riusciti. Il problema è proprio quello.

E vi lascio lì il ventaglio di possibilità, senza ratio sulla gamma tonale: che non è quella che dà il significato o l'appeal alla foto, facendola considerare riuscita, né a livello di pubblico né di critica.

















L'eterno dilemma, l'eterna funzione che traghetta l'occhio fra le miliardi di sfumature che esistono fra i tre poli... la foto che faccia dire soltanto "che bell'immagine", quella che faccia dire soltanto "che bel racconto", e quella che faccia dire soltanto "che bella emozione".
E vale per il colore come per il BN.

Se poi riuscito vuol dire solo "secondo i canoni di X" (dove X è scuola di chicchessia, che sia Ansel o Mario, non importa) significa che è un "riuscito soggettivo", in base sia al titolo che all'incipit del topic.
Mi piace Monet, mi piace Tintoretto, ma mi piace anche Giannelli (pittore di Palio, lo conosciamo forse solo a Siena) e in particolare c'è anche un dipinto di mio padre che mi piace particolarmente. Non è soltanto la "tiratura" che tira!

;-)

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