| inviato il 08 Luglio 2024 ore 20:35
"Leggo spesso che conta il risultato, non come lo si raggiunge " La fotografia non ha regole, non è uno sport. È il risultato che conta, non come lo si è ottenuto. Bill Brandt |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 20:42
Questo prima che non servisse un apparecchio fotografico. Non ho mai sentito di una disciplina senza il mezzo che la identifica. |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 20:43
Come se, tra l'altro, avere delle nozioni sul mezzo fotografico e saperle sfruttare, dovesse essere l'unico criterio di merito di una foto o di un fotografo. Tanto vale dire che non ce ne frega nulla di quale sia l'intento del fotografo e del suo lavoro, basta che sia fotografia "pura" altrimenti non conta nulla LOL |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 20:50
“ Esatto, se leggo immagine manipolata digitalmente, non discrimino niente e nessuno, se leggo fotografia mi rattristo. „ non devi leggere...ma guardare, osservare, pensare... Punto. (con cornice adeguata e appesa al muro , possibilmente) il resto dei tuoi ragionamenti è fuffa. |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 20:52
Non confondiamo le capacità umane coi risultati. Ci sono le piramidi a testimonianza di risultati eccelsi d'ingegno. Oppure la Cappella SISTINA che mi risulta altrettanto significativa. Se oggi Banski la rifacesse in toto ancora ci sarebbe prima l'ingegno e la creatività. Si potrebbe anche proiettarla ad esempio, la superficie, ma nessuno parlerebbe di pittura. Eppure sarebbe coperta e visibile. |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 20:55
E poi arriva Arco a fare sintesi brutali ma che non fanno una piega |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 20:59
Comunque io tanto per stare in tema la manipolazione l'ho fatta analogica così non si rattrista nessuno |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 21:31
"La natura stessa della fotografia comporta un rapporto equivoco con il fotografo come autore; e quanto più è grande e varia l'opera realizzata da un fotografo di talento, tanto più sembra, in un certo senso, opera collettiva anziché individuale. Molte delle immagini pubblicate dai maggiori nomi della fotografia sembrano opere realizzabili da qualsiasi altro dotato professionista della stessa epoca. Ci vuole una preoccupazione formale (come le fotografie solarizzate di Todd Walker o le fotografie in sequenza narrativa di Diane Michals) o un'ossessione tematica (quella per esempio di Eakins per i nudi maschili o di Laughlin per il Vecchio Sud) per rendere un autore immediatamente riconoscibile. Per quanto concerne invece i fotografi che non si limitano in questa maniera, nell'insieme delle loro opere non c'è la stessa coerenza che riscontriamo invece nella produzione relativamente varia dei praticanti di altre forme artistiche". SUSAN SONTAG LaFotografia |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 22:01
“ @Arconudo @Rombro @MatteoGroppi „ I piedistalli scarseggiano. |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 22:12
Guarda che Arco ti ha detto una cosa sacrosanta. Se a te interessa solo che una fotografia sia realizzata con la mentalità da "purista", non vuol dire che gli altri siano dei "montati" perché cercano altro. |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 22:23
“ @Rombro Guarda che Arco ti ha detto una cosa sacrosanta. Se a te interessa solo che una fotografia sia realizzata con la mentalità da "purista", non vuol dire che gli altri siano dei "montati" perché cercano altro. „ Spero solo che lo trovino al più presto, magari senza ritenere chi non nutre il loro stesso "tormento" alla stregua di poveri defici3nti. |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 22:33
Ettore, non te la prendere ma certe volte dai delle risposte da tale. Eseguire delle foto fatte bene è, tutto sommato, un esercizio da rincoglioniti. Guardare, osservare, pensare è qualcosa di terribilmente umano. A costo di dire delle cose ovvie, ma pare assurdo che dopo decine di discussioni si sia sempre fermi allo stesso punto. |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 22:47
“ @Rombro Ettore, non te la prendere ma certe volte dai delle risposte da tale. Eseguire delle foto fatte bene è, tutto sommato, un esercizio da rincoglioniti. Guardare, osservare, pensare è qualcosa di terribilmente umano. A costo di dire delle cose ovvie, ma pare assurdo che dopo decine di discussioni si sia sempre fermi allo stesso punto. „ Allora si tratta solo di guardare, osservare, pensare chi è fermo e chi no. Potrebbe darsi il caso si tratti di discussioni "circolari". |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 22:48
Immobili. |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 22:48
“ Comunque, pensando ai paragoni musicali di Miopia, mi viene in mente che, questa sorta di talebanismo del mezzo, richiama un po' il classicismo radicatissimo di certi ambienti accademici o, meglio, della tipologia di pubblico che vuole sentire le esecuzioni tradizionali dei soliti dinosauri secolarizzati, storcendo il naso quando ci si infila l'elemento elettronico (che è ormai abbastanza inglobato nelle composizioni moderne) o i "rumori" di strumenti atipici perché risultano troppo "contemporanei" e vanno ad insozzare la maestosità della tradizione degli strumenti acustici „ Mah, io ne facevo piuttosto una questione di differenti risultati che derivano da differenti atteggiamenti dell'artista. Quando senti le registrazioni di Segovia che suona Bach pensi "che bravo che era Segovia", ma quando invece lo senti suonato da Oscar Ghiglia (da poco scomparso) pensi invece "che bella che è la musica di Bach". Ovviamente tra le due cose, senza nulla togliere ai meriti di Segovia, preferisco la seconda. Non è una questione di purismo o di scelte stilistiche innovatrici o conservatrici, ma di quanto culto del nostro ego vogliamo mettere in quel che facciamo. Personalmente penso che è bene che ce ne sia il meno possibile. Purtroppo è una cosa un po' difficile da capire prima dei 40 anni, in occidente. In oriente c'è più considerazione per questa cosa. Cerco di spiegarmi ancora meglio con quel che disse Kengiro Azuma in un'intervista e cioè (all'incirca, vado a memoria): "Noi in un vaso apprezziamo il vuoto, perchè è quello che ci permette di metterci qualcosa. Ecco, lo Zen è essere vuoti". |
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