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"Reale" è l'immagine mentale con cui, da ogni esperienza collettiva/individuale, si (con)forma e definisce una verosimiglianza con la percezione "diretta" delle "cose". La fotografia non è altro che un simulacro, una rappresentazione, su vari livelli, che vive in parallelo al convincimento dell'osservatore. Questo non è per dire che "vale tutto" (ognuno in qualche maniera ha dei paletti etici), ma se non lasciamo un dovuto punto interrogativo sull'enorme questione fenomenologica/filosofica del reale (a prescindere dall'espressione fotografica), la fotografia rimane un semplice esercizio di riproduzione di cose morte che già si sono cristallizzate nella testa prima di scattare.
"Morte" inteso nel senso di cose che hanno raggiunto uno stadio in cui ogni possibilità di elaborazione e discussione si è esaurita nella rappresentazione che il ri-produttore o l'osservatore gli conferisce. Questo purtroppo succede in qualunque altro ambito, fotografico e non. È la condanna del linguaggio quotidiano che risucchia tutto e ci mantiene nella perpetua e precaria illusione di sapere cosa sia la realtà e magari di averla comunicata in qualche misura. Ecco, l'arte è (o dovrebbe essere) proprio ciò che frantuma e smargina dalla mediocrità del quotidiano in cui stiamo ammollo (chi più chi meno) per rimettere tutto in movimento e destabilizzarci. Cercare di definirla o individuarla è un paradosso destinato (per fortuna) a fallire.
Non esiste un intreccio di interessi tra gallerie, enti museali, case d'asta, critici d'arte, investitori, banche? Intreccio grazie al quale si gonfiano le quotazioni di una corrente e si decreta l'oblio per un'altra? Si spinge su un autore e si trascura un altro? Certo ha ragione Matteo Groppi nel dire che è il giudizio degli informati a contare ma non sono così ottimista nel credere che i giudizi siano scevri da interessi e da mode interessate, e solo il tempo ed i posteri potranno alla fine decretare con migliore certezza chi dei nostri contemporanei fu vero artista. Del resto i critici onesti quanto più si avvicinano al presente quanto più diventano cauti e lo dichiarano: che è difficile esprimere giudizi certi sull'arte contemporanea. Per il fatto che ci sono tante cose sotto il sole e non ci sono criteri oggettivi per misurare lartisticità o meno, esprimere giudizi nel campo dell'arte non è come esprimere giudizi sul mal di pancia della condomina, lì ci sono segni e sintomi che ci guidano a distinguere se è appendicite o colite spastica, la semeiotica medica ha basi più fondate della critica artistica della contemporaneità, almeno così mi sembra.
“ ...la fotografia rimane un semplice esercizio di riproduzione di cose morte che già si sono cristallizzate nella testa prima di scattare. „
. Consiglio in tema, se già non lo si è letto, Catturare il tempo. Lentezza e rapidità nella fotografia di Diego Mormorio:
"Dall'antica Grecia in poi, la nostra cultura vive nell'angoscia di vedere scomparire tutto: dai più intimi affetti a tutti gli oggetti. Instancabile, come il peggiore dei mostri, il tempo ci appare come il fagocitatore di tutto. Con la fotografia, l'Occidente ha arginato una parte di questa angoscia che deriva dal nichilismo sul quale si fonda. La fotografia ha dato all'individuo occidentale la possibilità di creare un frammento di eternità, senza dovere abbandonare la convinzione che niente è eterno."
" Ready made, dadaismo. Che un “qualsiasi” attaccapanni possa esser paragonato ad un'opera d'arte per atto di un semplice concetto, crea dei seri problemi. Non stiamo parlando della realizzazione di un'idea da parte dell'ideatore ma della trasposizione della stessa alla sostanza ideata e creata da altri, se questa può e deve esser considerata “arte” ecco spiegato il perché del nostro sentirci (alzi la mano chi no) tutti artisti. Ritengo la discussione molto interessante e se la affronto in modo così diretto ed insolente non è perché abbia una posizione dettata da dogmi inamovibili ma se ci si adagia sui “ dipende da ” la cosa finisce laddove inizia il “ dipende ” che ci è più congegnale. "
(alzi la mano chi no) tutti artisti. *********************************
Alzata di mano...
user203495
inviato il 18 Luglio 2023 ore 12:39
www.ecodibergamo.it/stories/cultura-e-spettacoli/arte-narrazione-via-t Questo càpita nella mia Bergamo.Mi sono quivi ritrovato per entrare nelle attigue chiese di s. Spirito e dei dei Santi Bartolomeo e Stefano,ove al sòlito son,per cagion di Fede,destinato. Nella chiesa di Santo spirito trovasi: La chiesa conserva pale del XV e XVI secolo in particolare d'importante valore artistico: La Madonna in trono col Bambino e quattro santi: Caterina d'Alessandria, Agostino, Sebastiano e Antonio Abate realizzata da Lorenzo Lotto nel 1521. Il polittico a otto scomparti di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone posto sull'altare della seconda cappella a sinistra, intitolato la Discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e sugli Apostoli commissionato da Domenico Tassi che abitava Palazzo Tasso nel 1508. Il polittico ad olio su tavola in dieci scomparti raffiguranti la Madonna ed i Santi realizzato da Andrea Previtali e Agostino Facheris suo allievo. La pala di Andrea Previtali con San Giovanni Battista ed altri Santi nella prima cappella a sinistra. Madonna con il Bambino, santi Pietro e Paolo e un angelo di Scipione Piazza.
Nella vicina chiesa dei Santi Bartlomeo e Stefano trovasi: la pala Martinengo che è il più grande dipinto di Lorenzo Lotto.
Trasecolo.Donde io son giunto?In quale oscuro postribolo la mia presunta inerranza mi ha condotto?Tal suspicione si stempera quando la soglia varco di quei mirabili antri.E il cor s'allegra.
Ancora stracci? È una mania. Sembra quasi che queste porcherie siano fatte apposta per disumanizzare. Bergamo è una bomboniera e ha una grande tradizione religiosa: zacchete un po' di stracci. Non ti piace? Beccati i cortocolti che ti danno dell'ignorante. Così, oltre a cancellare la tradizione con l'immondizia (disumanizzazione), si fanno litigare le persone fra loro. Divide et impera.
“ Oggetto di uso comune, prefabbricato, scelto da un artista che, senza usare su di esso alcun intervento di carattere estetico, ne determina il valore con l'atto mentale di percepirlo come opera d'arte. „
Spiegazione semplicistica ma dovrebbe rendere l'idea, al netto dei tanti "dipende".
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