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Saverio Grandi in questo video del suo canale fa un discorso molto serio in merito la futuro della musica e anche dei compositori; io penso sia troppo pessimista ed infatti i altri video analizza le cose in modo diverso, anche analizzando l'etica che dovrebbe avere Sporify ecc
Esiste una teoria. La teoria della montagna di mer da. Si sostiene infatti che un'opera di a i sia soprattutto un risultato combinatorio. Si sostiene che tra i millemila risultati esista anche quello meraviglioso. Ma che sia seppellito sotto una montagna di me rda.
LAi invece fa esattamente il contrario. Analizza il bigdata e a furia di regressioni estrae il risultato meraviglioso.
Non solo. Quando spingi al massimo l'algoritmo a volte l'ai risponde con risultati stupefacenti ed impossibili. O perlomeno per noi incomprensibili.
Le cose di cui parla Grandi però non sono ancora una vera intelligenza musicale. L'autotune, la sostituzione delle voci sono cose un po' come l'autofocus e la sostituzione del cielo. Sono automazioni potenti che creeranno problemi soprattuto nella formazione del gusto del pubblico e nella struttura dell'organizzazione del lavoro dei musicisti, ma non stiamo ancora parlando di un vero sistema in grado di costruire da zero della musica che valga qualcosa. Non dico che non ci arriveremo, probabilmente ci si arriverà, ma non ci siamo ancora. Lamentarsi di quel che succede come fa Grandi è una battaglia di retroguardia, persa in partenza. Bisogna prendere atto della realtà e guardare avanti in modo intelligente. Come si fa? Discorso troppo complicato e lungo...
Se è vero (come è vero) che l'arte ha a che fare con la creatività, la IA non si inventa niente, non crea. Attinge da una gigantesca banca dati. Dati che si basano su materiare prodotto dalla creatività umana "pregressa", in assenza della quale non elaborerebbe una beata mazza. Quindi non crea, produce. E un prodotto è fatto al solo scopo di essere venduto. Fruito, per citare Saverio Grandi. Questo creerà grossi danni? È possibile. A livello economico, rivoluzionerà il mercato. Ma le canzoni estive, i tormentoni, i pezzi "orecchiabili", solo per fare i soldi, ci sono sempre stati. La musica cosiddetta "commerciale" non è mai stata un pericolo per la buona musica. Si tratterà di affinare le leggi che regolarizzano il copyright per non rendere possibile il furto di timbro vocale (e le sue sfumature).
@Roberto Di Patrizi sono combattuto nel dare ragione sia a te che a @Salt
Semmai dovrebbe cambiare la chiave di lettura, non è una trasposizione dell'esistente, un riciclo di un database. Le indicazioni dei prompt sono la chiave per dare un senso diverso all'uso di dati esistenti. Proponedo connessioni che prima erano impensabili.
I prodotti derivati sono una forma di evoluzione del linguaggio, non una sostituzione all'esistente e questo approccio a pensarlo tendenzialmente come un sostituto è proprio di noi adulti ed è normale che sia così.
Per ora... In fondo la creatività è mettere assieme cose vecchie in modo nuovo... aspettiamo e ne vedremo di belle, ci arriverà anche l'IA. Però il problema non è essere creativi, il problema della creatività umana è sempre stato quello di indirizzare la creatività verso innovazioni interessanti, selezionandole tra la moltissime possibili. Anche le macchine possono creare nuove combinazioni di immagini o di suoni formalmente corrette. Ma chi fa questo deve sapere perché lo sta facendo, per creare cose interessanti e utili, e lì credo che le macchine abbiano ancora qualche difficoltà.
Signori, per favore, non diciamo amenità! L'IA non prova emozioni! Pure su questo mi volete dire "per il momento" ? l'IA non prova emozioni, punto. Non ha un passato, traumi, non ha mai sofferto per amore, non si è mai tagliata un orecchio né ha tentato il suicidio. Analizza e analizzerà sempre dati, per sempre. Produrrà qualcosa di fruibile e anche molto bello, sicuramente. Niente mi impedirà di acquistare (potendo) sia "questo" che "quello" . Ma le due cose non si sovrapporranno.
E aggiungo:
"Nulla è in regalo, tutto è in prestito. Sono indebitata fino al collo. Sarò costretta a pagare per me con me stessa, a rendere la vita in cambio della vita. È troppo tardi per impugnare il contratto. Quanto devo mi sarà tolto con la pelle. Me ne vado per il mondo tra una folla di altri debitori. Su alcuni grava l'obbligo di pagare le ali. Altri dovranno, per amore o per forza, rendere conto delle foglie. L'inventario è preciso e a quanto pare ci toccherà restare con niente. Non riesco a ricordare dove, quando e perché ho permesso che aprissero questo conto a mio nome. La protesta contro di esso la chiamiamo Anima. E questa è l'unica voce che manca nell'inventario" . (Wislawa Szymborska)
“ un'evoluzione del linguaggio, non una sostituzione all'esistente „
Ecco, è questa la giusta chiave di lettura. L'IA non è un'entità a sé stante ma un nuovo strumento, quando è in mano alla creatività, che rimane umana. Se verrà usata da persone non creative, tirerà fuori al massimo un bel prodotto. Ma non sarà Arte!
Ah ok, quindi ti riferisci alla posizione presa da miopiaartistica. Perché io non ne ho paura, né ho mai profetizzato futuri apocalittici alla "Terminator", dove le macchine andavano al potere.
“ il punto sta non nella capacita' di SENTIRE emozioni, bensi' di suscitare emozioni. „
È qui il fraintendimento, secondo me. Declini l'IA come se fosse un'entità a sé. Non è lo strumento a suscitare emozioni ma chi lo usa per esprimersi.
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