| inviato il 10 Aprile 2023 ore 14:51
Premetto che avevo un sistema Nikon dal 15 al 600IF-ED, con 2 F4 e una FE2. E non ebbi mai, prima di Eos una FD. Ma col senno di poi, si capisce che tecnicamente era più avanti Canon. I suoi acuti erano "più acuti". Nikon era più forte come sistema. Poi, come corpi in Canon mi piaceva solo la F1. Le altre, anche se in qualche caso tecnicamente più avanti, es. A1, erano costruite meno bene delle Nikon. Oltre a F3, Fe2 ed FM2 erano vere professionali, che venivano spesso utilizzate come secondi corpi. I professionisti Canon non avrebbero mai utilizzato una AE1 come secondo corpo, utilizzavano solo F1. Al tempo si cominciò a vedere qualche T90 in mano a professionisti. Ma Canon era tecnicamente più avanti. Se no, non avrebbe potuto fare il salto che fece con Eos (di cui appunto la T90 era la prova generale) |
| inviato il 10 Aprile 2023 ore 14:55
Secondo me il momento discriminante e l'inizio del declino c'è stato quando sono passati dai sistemi a maf manuale a quelli AF. Nikon lì ha inspiegabilmente fatto errori strategici davvero imperdonabili: - sistema a cacciavite che era concettualmente sbagliato perchè impreciso - ottiche AF spesso di scarso contenuto, soprattutto tra le focali più comuni, pensate solo a cosa era il 28mm/2,8 AIS e invece al misero e scarso 28mm/2,8 AF (derivato dagli E), - anche all'aspetto gli AF, salvo alcune eccezioni, non facevano impazzire, i suoi predecessori AI/AIs (esclusi gli E) sono sempre stati oggetti decisamente belli ed affascinanti, si aveva una percezione di qualità costruttiva senza compromessi. - l'unica cosa molto positiva fu che mantennero l'attacco F fino all'arrivo delle ML Z, di questo bisogna dargliene atto. Come dicevo in un mio precedente intervento, con l'arrivo degli AF smisi di acquistare loro prodotti, lricominciaii solo nel 2009 quando presi la mia prima reflex digitale, scelsi Nikon proprio per poter utilizzare i miei AI,AIs, e nel mentre erano arrivati gli AFS G, altrimenti chissà.... |
| inviato il 10 Aprile 2023 ore 15:13
Mi rifaccio al mio messaggio precedente. l'amico Marco Cavina, al solito precisiSSIMO e documentatiSSIMO, spiega perfettamente la genesi del recupero Canon, datandola all'epoca FD, con l'uscita di due tele prima (300 e 500) ed il successivo completamento (24, 50, ed 85) con le "nuove" lenti ai vapori di fluoro e lenti asferiche ottenute grazie all'impiego di macchine a controllo numerico per la molatura! Lo sfondamento iniziò con la fotografia sportiva (300 e 500, appunto) e la conseguente "scoperta" delle nuove tecnologie Canon nella costruzioni di obiettivi ad alte prestazioni, in sostituzione dei "vecchi" obiettivi PURE ad alte prestazioni, MA ottenute con lenti + o - radioattive (torio, lantanio, ecc.), e la molatura con procedimenti al piombo altamente inquinanti (obiettivi la cui costruzione veniva via via vietata dai vari governi). Ovviamente la rimonta non potè essere che LENTA & GRADUALE, e trovo piena conclusione con il sistema EOS (motori DENTRO gli obiettivi, come correttamente spiegato più sopra). M.C. riprende pure una voce che, peraltro, mi era già nota: Zeiss, dando un calcio alla propria notoria sicumera, pare che montasse una flangia Canon su uno dei proprii banchi MTF, onde poter toccare con mano "la settima meraviglia del mondo"! Pare che tra i matematici dei due Marchi nascesse una controversia tecnica circa l'opportunità di impiego, o meno, di lenti asferiche nelle rispettive costruzioni, ma poi Zeiss fece il mitico 35/1.4 asph. in montatura C/Y ... GL |
| inviato il 10 Aprile 2023 ore 15:22
Certo è che il national Geographic preferiva Nikon per le loro spedizioni, poteva contare su un parco ottiche inarrivabile da altri marchi.
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| inviato il 10 Aprile 2023 ore 15:23
I fotografi professionisti, nell'ambito del 24x36, negli anni '60 e '70, che rappresentarono il periodo decisivo, erano in gran parte orientati su Nikon e, in misura minore, su Canon. C'era qualche, peraltro raro, professionista, che lavorava con Pentax. Naturalmente era anche un discorso di marketing, anche se allora non si usava il termine "testimonial", ma sicuramente le case pagavano i professionisti, o al limite gli fornivano gratis l'attrezzatura, per mostrarsi in giro. Le case che esibivano il modello di punta professionale, ovvero l'apparecchio a sistema, cioè dotato di pentaprisma e schermi intercambiabili, dorso da 250 fotogrammi e motore, oltre ad un corredo completo di ottiche ed accessori, erano tre: Nikon, Canon e Topcon. Quest'ultima si sfilò abbastanza presto, perché le macchine fotografiche non erano il core business aziendale, Pentax si aggiunse in un secondo tempo, quando ormai i giochi erano fatti, e non riuscì mai ad entrare nell'immaginario degli utenti, come marchio pro. Ci fu successivamente un tentativo, con Contax, parzialmente riuscito. Il discorso Leica è sempre restato confinato ad una nicchia di mercato. Questo, naturalmente, non significa che la altre marche giap facessero apparecchi inferiori. |
| inviato il 10 Aprile 2023 ore 15:34
@Belles. L'ho scritto: la rimonta fu "lenta & graduale" (scritto pure in lettere maiuscole!). E non poteva essere altrimenti: le agenzie/i professionisti non avrebbero potuto certamente buttare i loro corredi dalla sera alla mattina! Una mia PERSONALISSIMA ipotesi fu, poi, che Canon ebbe il potere finanziario per poter affrontare l' "attraversata del deserto" (quella tempistica "lenta & graduale", appunto!), mentre altre Case, ugualmente MERITEVOLI & VALIDE (Pentax, Minolta, Topcon per citare le prime che mi vengono in mente) non "poterono"! Recentemente mi è parso di "rivedere il film" con la scalata (dal 2013 in poi) alle posizioni di vertice dell'ottica da parte di Sigma: Chissà quale impegno finanziario (oltre che tecnologico) avrà dovuto profondere! Le "scalate" sono SEMPRE & OLTREMODO costose!!! GL |
| inviato il 10 Aprile 2023 ore 15:48
Sarebbe da aggiungere che la filosofia Nikon per le ottiche, oltre alla qualità generale, puntava al avere una tutta apertura utilizzabile, con una vignettatura contenuta e una buona resa pure ai bordi in discapito di punte ai diaframmi centrali 'strabilianti'. Canon la 'superò' quando la 'gara' si spostò sulle prestazioni elettroniche, l'af, in particolare e lì Nikon ebbe l'occhio corto e Canon giustamente ne colse i frutti. |
| inviato il 10 Aprile 2023 ore 17:04
Sugli obiettivi a focale fissa altri brand potevano competere alla pari con Nikon e Canon, ma e' con gli zoom, io credo, che i 2 big presero il largo. Gli altri arrivarono in ritardo oppure non ci arrivarono proprio. La famosa triade di Nikon, diventata per decenni quasi un must per i professionisti, ha inizio con la serie 25-50 f4, 35-70 f3.5, 80-200 f4.5. Passando attraverso varie evoluzioni fino all'ultima triade f2.8 14-24, 24-70, 70-200 per digitale (ma sempre con la stessa baionetta F del 1959) |
| inviato il 10 Aprile 2023 ore 17:31
L'80-200mm/4 AIs ricordo che allora mi limitavo a guardarlo nelle vetrine, costava carissimo, d'altra parte avevo l'85mm/1,8 K che era pure lui "tanta roba", così ripiegai sul 200mm/4 fisso. Ora, in perfette condizioni, si trova a cifre ragionevoli (infatti me lo sono preso ) e, in effetti, non fa rimpiangere i fissi in quelle focali... |
| inviato il 10 Aprile 2023 ore 17:33
infatti Nikon sdogano l uso degli zoom a livello professionale |
| inviato il 10 Aprile 2023 ore 17:36
“ infatti Nikon sdogano l uso degli zoom a livello professionale „ L'80-200mm (dalla prima versione f4,5) fu proprio il primo zoom classificato PRO da Nikon |
| inviato il 10 Aprile 2023 ore 17:46
“ 80-200mm/4 AIs „ Appena preso uno quasi nuovo, ancora mai usato, come dovrebbe andare? |
| inviato il 10 Aprile 2023 ore 17:55
Bene per L epoca |
| inviato il 10 Aprile 2023 ore 18:01
Ahi, quel "per l'epoca" non mi incoraggia certo |
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