| inviato il 12 Dicembre 2022 ore 20:03
Lo so Lorenzo, lo so bene |
| inviato il 12 Dicembre 2022 ore 20:10
No , per mia esperienza personale non è sufficiente proprio , negli anni 70-80 partecipavo come volontario alle proiezioni di foto naturalistiche nelle scuole medie organizzate dal WWF Italia, , lo scopo era rendere consapevoli i ragazzi ( uomini di domani) che esistevano altri esseri viventi che condividevano il pianeta con noi , molta parte della popolazione era completamente ignorante sull'argomento , chissà quanti ci leggono oggi su questo forum possono radicare il loro desiderio di natura da iniziative simili di quegli anni , la consapevolezza è cresciuta certamente ed anche le iniziative di tutela , ma il pensiero che l'uomo possa cambiare il pianeta per soddisfare qualsiasi suo bisogno è cresciuto ancora di più e la situazione attuale è quasi sicuramente al di là del punto di non ritorno , la distruzione è irreversibile , se si guarda il numero delle specie gravemente minacciate di estinzione è impressionante, e consideriamo che gli habitat che consentirebbero un recupero sono altrettanto minacciati o ormai estinti . Beato chi non vede , e pensa che tutto possa essere aggiustato con la tecnologia .Almeno arriverà all'estinzione sereno e fiducioso . |
| inviato il 12 Dicembre 2022 ore 20:19
“ evitare ogni forma di staging/set che non sia estemporanea / occasionale: credo sarebbe un buon principio da seguire. L'idea di un capanno a pagamento invece mi fa venire i brividi „ Mi sfugge il concetto di "staging/set estemporaneo/occasionale". Se non nel mondo della macro dove lo staging può essere estemporaneo, consistendo essenzialmente nel posizionare le luci al punto giusto, le clamp sulle foglie ecc. ecc. Il capanno al contrario può esistere solo in maniera professionale oppure, se privato, con enorme abnegazione e notevole spesa (di tempo e soldi) da parte del proprietario, per vedere risultati concreti (gli uccelli che lo frequentano) neanche tanto immediati. Io non vado matto per i capanni, ci sarò stato si e no 5 volte in tutta la mia vita fotografica giusto per fare esperienza, e in quei casi ho fatto anche brutte foto, inutilizzate. Preferisco sempre e comunque andare a scattare in situazioni completamente wild, chiaramente in questa maniera difficilmente si riesce a fotografare le foto bif perfette, specialmente agli uccelli più piccoli e veloci, che puoi ottenere solo dai capanni. |
| inviato il 12 Dicembre 2022 ore 20:21
Personalmente sono orgoglioso di contribuire nel mio infinitamente piccolo all aiuto costante e concreto operato giornalmente con cognizione di causa , allestendo mangiatoie con capanni , integrati in maniera consapevole con l ambiente boschivo ed agricolo circostante, nel corso degli anni aumentando esponenzialmente la mia cultura personale e riversando il tutto con piantumazione di colture valide per aumentare numericamente la presenza di particolari specie, i fatti poi hanno premiato questa perseveranza e anche cocciutaggine sempre rivolta alla protezione prima ancora che alla fotografia finale, l aumento nella proprietà che curo di nidificazioni mi ha gratificato molto onestamente mi viene da sorridere nel ricercare un etica superiore , se non fosse che non praticassi anche e spesso una fotografia fatte di albe e giornate perse in piena natura mi asterrei da fare un commento del genere ma so bene qual è la direzione dell impegno vero costante e faticoso , ben diverso dal prendere una macchina fare svariati chilometri ed essenzialmente creare spesso disturbo alla specie , tornare a casa e magnificando poderose avventure sentirsi appagati fotograficamente, questo è un classico esempio d egoismo etico applicato più o meno colpevolmente con una superficiale autoassoluzione. |
| inviato il 12 Dicembre 2022 ore 21:50
Forse invece può esistere un modo responsabile e un modo irresponsabile sia di fare capanno che itinerante, e restano due filosofie e due approcci alla naturalistica e alla fotografia diversi. |
| inviato il 12 Dicembre 2022 ore 22:03
Come non essere d'accordo! Andrea, puoi spiegarti meglio? |
| inviato il 12 Dicembre 2022 ore 23:03
Forse hai (purtroppo) ragione Maurizio Catti "la situazione attuale è quasi sicuramente al di là del punto di non ritorno , la distruzione è irreversibile , se si guarda il numero delle specie gravemente minacciate di estinzione è impressionante" www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/terra_poli/2022/12/12/il-90 |
| inviato il 12 Dicembre 2022 ore 23:23
Finalmente un topic dove vengono espresse diverse idee senza litigare! Io sono piú un birder (o birdwatcher) e fotografo principalmente da itinerante, anche se alcune volte ho usato un capanno personale per alcune foto nel mio paesino. Personalmente non ritengo questo un danno, se fatto con responsabilitá. Non uso esche di nessun tipo, si studia l'area prima (con fototrappole e varie perlustrazioni) e poi ci si apposta. Molto spesso sono tornato a casa con nulla, ma lo si mette in conto prima di iniziare. Il vero problema, nei parchi e non, é proprio la presenza di soggetti "fotografi naturalistici" che si defiscono tali ma non hanno un minimo di rispetto per la Natura in primis e per le altre persone in secondo luogo. Si pensa che siano pochi, ma questi soggetti sono molto diffusi. Di esempi ne ho diversi, sia nella mia provincia che in Italia nel complesso... L'ultimo che mi é rimasto impresso é un sedicente fotografo naturalista che voleva avvicinarsi ad una Cutrettola testagialla orientale fino a pochi metri solo per far la foto con il piumaggio ultramega nitido (tra l'altro la specie era abbastanza collaborativa). Conclusione? Si é involata e le 30 persone che erano venute ad osservarla sono rimaste a bocca asciutta... Proprio per questo poi i parchi adottano i divieti piú severi, come nel Gran Paradiso e il divieto di avvicinarsi ai Tortolini. Lo stesso vale per i fotografi da capanno con i richiami piú disparati... Quello che manca é un minimo di responsabilitá/etica di fondo, una foto bella quanto si vuole ma senza rispetto per me non ha valore |
| inviato il 12 Dicembre 2022 ore 23:30
Certo Claudio dimmi pure cosa non è chiaro nelle mie considerazioni personali che ovviamente cercherò di spiegare ancora meglio |
| inviato il 12 Dicembre 2022 ore 23:49
Mi sono espresso male Andrea, intendevo chiederti di parlarci più in dettaglio della tua esperienza di capanno fisso autocostruito. Mi sembra un'eccellente alternativa ai capanni a pagamento. |
| inviato il 13 Dicembre 2022 ore 8:00
Bellissima discussione, porto un mio contributo con un articolo che ho scritto qualche anno fa, niente di nuovo comunque: bertolinimarco.it/la-fotografia-naturalistica-secondo-me/ Sono laureato in scienze naturali e da anni mi occupo di fotografia naturalistica organizzando trekking e workshop per sensibilizzare chi si approccia a questa bellissima disciplina. Un altro spunto che forse mi sono perso è quello di non pensare l'uomo come estraneo alla natura, nel senso che anche noi ne facciamo parte anche se ormai ci siamo creati ecosistemi artificiali e quindi quando frequentiamo ambienti naturali ci pensiamo fuori luogo… detto questo ovviamente bisogna sempre mettere il rispetto per quello che fotografiamo davanti a tutto |
| inviato il 13 Dicembre 2022 ore 8:19
Per chiarirsi le idee bisognerebbe leggere Popper e Lorenz che hanno trattato l'argomento dell'osservazione dal punto di vista gnoseologico. |
| inviato il 13 Dicembre 2022 ore 8:34
Shunka bell'articolo e bene hai fatto a precisare quanto anchr noi siamo natura...concetto che ho accennato anche io quando si è cercato di dare una (a mio avviso) non corretta definizione di fotografia "wild " |
| inviato il 13 Dicembre 2022 ore 8:53
@Old_pentax “ Per chiarirsi le idee bisognerebbe leggere Popper e Lorenz che hanno trattato l'argomento dell'osservazione dal punto di vista gnoseologico. „ Vero. Hai portato due concetti importanti. @Shunka: potrebbe avere valore consigliare qui alcuni dei testi che suggerisci di leggere nell'articolo. Se ti facesse piacere, anche dire qualcosa in più di cosa credi essere il 'messaggio naturalistico' cui ti riferisci nel tuo scritto. |
| inviato il 13 Dicembre 2022 ore 9:16
“ Fotografia "wild": ripresa in condizioni del tutto naturali (senza influenzare il soggetto). „ Questa mia personale definizione di fotografia wild è precisamente basata sulle condizioni scientifiche dell'osservazione di un esperimento galileiano: l'osservatore non deve in alcun modo influenzare l'evento osservato. Sono anch'io laureato (con lode) in scienze naturali, e ho tutte le opere di Lorenz dai tempi dell'università. Questa è un esempio di fotografia wild, secondo tale definizione
 La bellezza e il valore osservazionale di una foto wild è legato alla caratteristica della assenza dalla scena dell'osservatore umano che ha scattato la foto. In questo modo anche una foto a specie molto comuni può essere pienamente valorizzata. Quindi se i due germani mi avessero visto e avessero scartato per paura, l'immagine avrebbe perso tutto il suo fascino e il suo valore. Sarebbe una foto wild? Per me sarebbe semplicemente una foto da cestinare. La fotografia con esche, che ho praticato una sola volta nella mia storia fotografica non rientra in alcun modo in questa definizione: gli animali litigano per il cibo messo lì dall'uomo, guardano in camera per elemosinare cibo.... etc.... In futuro farò un giro in Spagna per capanni a pagamento, privilegiando quelli alla gallina prataiola e all'otarda che non usano esche e praticando appostamenti con ghillie sul terreno libero. |
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