| inviato il 13 Giugno 2022 ore 22:01
I film di D'Agata li avete visti? |
| inviato il 13 Giugno 2022 ore 22:02
Azz. Non mi pare proprio. Titoli consigliati? |
| inviato il 13 Giugno 2022 ore 22:06
Anche a me Antoine D'Agata piace molto. E mi viene subito in mente Michael Akerman. |
| inviato il 13 Giugno 2022 ore 22:11
“ Azz. Non mi pare proprio. Titoli consigliati? „ Aka Ana ed Atlas |
| inviato il 14 Giugno 2022 ore 19:16
Grazie. Vedo se riesco a recuperarli su un supporto e a un prezzo sensato. Temo possano appartenere a quel tipo di film per cui fanno pagare 40 euro un dvd. |
| inviato il 14 Giugno 2022 ore 19:19
Ma quale prezzo. Se non riesci a trovarli (molto probabile), scrivimi in privato che te li mando io. |
| inviato il 14 Giugno 2022 ore 20:35
Di Aka ana ho trovato il dvd ( ) su Amazon. Quando arriva me lo guardo. Atlas lo cerco ancora ma mi Sa che non si trova ne su supporto fisico né in streaming Ti terrò presente se proprio non lo trovo. Grazie! |
| inviato il 14 Giugno 2022 ore 20:36
“ I film di D'Agata li avete visti? „ meraviglia, lo adoro |
| inviato il 14 Giugno 2022 ore 20:38
Biga, a meno che non sei un feticista del supporto fisico non stare a spenderci soldi. Scrivimi se hai bisogno. |
| inviato il 14 Giugno 2022 ore 23:11
Vi suggerisco un autore molto interessante walter plotnick walterplotnick.com/portfolio/ Trovo molto interessante il lavoro Surprise inside |
| inviato il 16 Giugno 2022 ore 12:30
Ho atteso, senza esito ... , le Vostre opinioni sull'opera di D'Agata [ ... ] Vi lascio qui alcune mie brevi riflessioni : In Antoine D' Agata la dimensione spazio-temporale è anzitutto fisicamente e personalmente vissuta e si costituisce quale luogo non in-scenato, ... a dir meglio parte d'una scena giá data e latente. Il fotografo "abita" tale dimensione non quale rifugio estetico, lo sguardo sul reale è esso stesso oggetto di crisi: prevale l'azione dall'interno, antisistemica. La pornografia, secondo D'Agata, è quella d'un sistema restituito esclusivamente in termini di desiderio, disarticolato dalla paura; ed è quest' aspetto istintivo della paura che il fotografo, nel suo prendere posizione attiva, è chiamato a contemperare col desiderio. E' un'azione conflittuale entro lo stesso piano rappresentativo della fotografia. La stessa fotografia, in tal senso, necessita d'un equilibrio rispetto alla Vita :" Se c'è troppa fotografia, vuol dire che non c'è l'esistenza, non c'è la vita, e le fotografie diventano artificiali. Se ci fosse troppa vita, non avrei voglia di fare fotografie ovviamente". Un punto d' intensa crisi nell'opera di D'Agata risiede, a mio avviso, nell'evidenza che la stessa assunzione di responsabilitá, da Lui sostenuta ed invocata, di fronte all'Orribile sia, in definitiva, inesorabilmente inefficace ... Credo tuttavia che sia proprio questa la Sua grandezza (ed il Suo invito): mostrare con ostinazione questa fallacia dell'Orribile; dell'Orribile d'un sistema pur in grado di fagocitare e rendere oggetto di consumo le sue stesse contraddizioni ... E senza alcun intento ideale, né estetico, né compiutamente politico ... in una lotta eterna fra il compromesso ed il preservare la propria "libertá d'azione e di posizione". E' un serrato confronto (di presenza, carnale) tra la violenza esterna del Sistema e quella di reazione estrema degli individui ove non si da risposta alcuna, il fotografo non ha veritá, l'eccellenza dello sguardo è inutile perché D'Agata, per quella responsabilizzazione, si spoglia dal ruolo puro e "confortevole" dell'osservatore ... opponendosi all'incessante incombenza della mistificazione. Per sopravvivere ... Ma... questa fuga dall' habitat, erratica, atea, spuriamente anarchica, ... palesando una crisi d'ogni possibile ruolo (qui quello del fotografo in genere, ancorché del reportage documentaristico comunemente inteso) non rileva, per sua ammissione, possibilitá altre ... non è quindi una "posizione" autenticamente attiva, che implica un' azione ... non saprei diversamente definirla se non come una presenza implicitamente attiva e diversamente negata. E' l'empatia dell' Esserci ... D'Agata non pone questioni della- e/o sulla- Fotografia ... E' del tutto incoerente ravvisare, quale "lezione", nell'intimitá del Suo diario, una apologia della condizione estrema, tanto piú travisando la Sua poetica con la solipsistica celebrazione dell'Ossessione. Come incantevolmente risuonó Leonello Bertolucci sulle pagine de "il Fatto Quotidiano", Antoine D'Agata è un "coraggioso e disperato giardiniere di fiori d'asfalto" ...
 Antoine D'Agata. Estigma. Vilna, Lituania, 2004 [... Archivio: Mario Giacomelli, Giordano Bonora, Anna Candiani, Carla Cerati, Mario Cresci, Uliano Lucas, Paola Mattioli, Giuseppe Morandi ...] un gentile augurio di buona giornata a Voi tutti, Ben Edit: Un particolare ringraziamento ad AleZ per il Suo rimando a Michael Akerman ... D' Agata pur "mutua", a mio avviso, Lyotard e Francis Bacon [ ... ] Un gentile saluto |
| inviato il 16 Giugno 2022 ore 15:30
Capolavoro totale, la foto che hai linkato. Cosa si può dire dopo una riflessione come la tua? Hai una capacità di analisi e scrittura chiaramente coadiuvata da una vagonata di letture e riferimenti culturali alle spalle che viene anche da pensare che qua dentro sei sprecato. Ma credo tu te ne renda conto da solo |
| inviato il 16 Giugno 2022 ore 16:35
D'Agata mi piace tantissimo in alcuni scatti. Ho visto una sua mostra in passato e le foto dal vero sono molto potenti. Non lo apprezzo sempre e non in tutti i suoi lavori, credo che in parte sia un po' rimasto bloccato in questo suo stile. Però è sicuramente un ottimo autore |
| inviato il 16 Giugno 2022 ore 18:06
Secondo me Ben potresti aprire una discussione in cui articoli e organizzi le tue riflessioni sugli autori che ritieni maggiormente rappresentativi del tuo sentire. La seguirei con grande interesse. E verrebbe fuori qualcosa di te. Che non guasta |
| inviato il 16 Giugno 2022 ore 18:15
“ La seguirei con grande interesse. „ io pure. |
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