| inviato il 15 Gennaio 2017 ore 11:05
Strano, in Preferences > exsternal editing Prophoto dovrebbe essere uno degli spazi disponibili |
| inviato il 15 Gennaio 2017 ore 17:18
“ Strano, in Preferences > exsternal editing Prophoto dovrebbe essere uno degli spazi disponibili „ L'ho trovato. Purtroppo appena sono passato in PS i tempi di caricamento si sono allungati rispetto a prima! Mi sa che mi tocca restare in AdobeRGB |
| inviato il 03 Marzo 2017 ore 11:19
Scusate non so se è già stato chiesto Ma quando esporto da lightroom come incorporo il profilo icc? |
| inviato il 03 Marzo 2017 ore 12:30
Nel modulo esportazione puoi sceglierlo da un menù a tendina. |
| inviato il 03 Marzo 2017 ore 15:48
Occhio che se lavorate in ProPhoto RGB e poi salvate per il web in sRGB, con elevata probabilità vi cambino i colori, ci possono essere posterizzazioni, bianchi bruciati e neri tappati che in ProPhoto RGB posterizzati, bruciati e tappati non erano. Uno dovrebbe fare tutto il fotoritocco nello spazio colore deciso per l'immagine finale, quella è la maniera migliore di lavorare in fotoritocco onde evitare sgradevoli sorprese all'ultimo passaggio. |
| inviato il 03 Marzo 2017 ore 15:54
Se voglio esportare in sRGB Come fai in LR a fotoritoccare in sRGB dato che opera in RIMM?? |
| inviato il 03 Marzo 2017 ore 15:58
In ACR uso il profilo RaamielRGB-V4-Lstar (sostituisce il ProPhoto) è sempre uno spazio wide gamut, ma a differenza di ProPhoto ha la TRC L*, un gamut più piccolo senza sconfinamenti oltre il locus umano e può essere usato su immagini Jpg; il profilo codifica senza errori verso il PCS. Poi passo a PS faccio fotoritocco e uso un device link (il Raamiel-sRGB), che connette il RaamielRGB-V4-Lstar e il comune sRGB con un gamut mapping percettivo speciale; è utile quando si deve convertire verso sRGB e ci sono molti colori fuori gamut. così facendo evito i danni del passaggio al gamut più piccolo. |
| inviato il 03 Marzo 2017 ore 16:07
Quindi da quel che sto capendo se si vuole un jpeg per il web finale quindi in srgb in lightroom e inutile lavorare giusto? ( per inutile intendo che in nessun modo potrò vedere il risultato finale direttamente mentre sviluppo) giusto? |
| inviato il 03 Marzo 2017 ore 16:18
Non ho nessuna esperienza con LR (non lo uso), ma da quello che so il motore di LR è lo stesso di ACR. Cambia solo l'interfaccia utente. Del resto mi sembra quasi ovvio che i signori di Adobe abbiano evitato di scrivere due motori che fanno le stesse identiche cose (dirigo un gruppo di sviluppo software e scrivo software anche io, e so quello che costa sviluppare). Io ti dico che in ACR puoi indicare lo spazio colore nel quale vuoi lavorare, e io l'ho settato a sRGB 8bit. Lo so che potrei ottenere di più da una gestione del colore per esempio in ProPhoto 16 bit, ma poi non saprei che farmene. Quindi ho deciso di "vivere" al livello più basso, e non ho nessun problema di colori diversi tra i vari programmi, tra video e stampante, o tra monitor diversi (sempre che siano calibrati per lo spazio colore sRGB). My 2 cents. |
| inviato il 03 Marzo 2017 ore 16:19
“ Uno dovrebbe fare tutto il fotoritocco nello spazio colore deciso per l'immagine finale, quella è la maniera migliore di lavorare in fotoritocco onde evitare sgradevoli sorprese all'ultimo passaggio. „ Questo è un consiglio poco accettabile, approfondite argomenti come la conversione tra spazi colore e i relativi intenti di rendering e il funzionamento degli spazi colore in funzione delle periferiche utilizzate. Ne leggo ogni giorno e con numero sempre maggiore da quando sul mercato sono comparsi monitor con spazio colore maggiore di srgb. In lightroom si lavora in rimm e successivamente si esporta in srgb per web, in alternativa si usa camera raw con prophoto o prostar L* e all'interno di photoshop si usa il comando softproof per avere una anteprima del file emulando il profilo colore di destinazione. Per salvare le foto sul web va usato il vecchio modulo save for web con l'opzione "embedded color profile". Come ogni cosa con l'esperienza si arriva velocemente a capire quali colori possono uscire dal gamut e, come dicevo, quale intento di rendering è meglio utilizzare in funzione della destinazione d'uso. Comunque c'è una bella differenza tra il softproof via programmi cms e l'emulazione di un profilo colore tramite LUT hardware. |
| inviato il 03 Marzo 2017 ore 16:27
Faromich, il tuo modo di lavoro non è sbagliato, stai solo castrando e di molto i tuoi files, pensa al futuro, è probabile che tra poco (spero davvero poco) diremo addio ad sRGB come standard per monitor e altro, è vecchio, piccolo e puzza di marcio. Quando mandi in stampa cosa fai? Usi sRGB? Per stampe minilab va bene ma se stampi fine art corri il rischio di segarti via molte sfumature di colore. Ma a volte si deve bere per non annegare. |
| inviato il 03 Marzo 2017 ore 16:37
Esatto Maurizio |
| inviato il 03 Marzo 2017 ore 16:52
“ Uno dovrebbe fare tutto il fotoritocco nello spazio colore deciso per l'immagine finale, quella è la maniera migliore di lavorare in fotoritocco onde evitare sgradevoli sorprese all'ultimo passaggio. „ Se così fosse quando si usa il Prophoto o spazi colore più ampi di Adobergb? |
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