| inviato il 07 Maggio 2021 ore 12:07
Boh, non vedo 'sti orrori... Forse ci sono esemplari sfigati e altri meglio .... |
| inviato il 07 Maggio 2021 ore 12:13
Mi sarà capitato lo stesso esemplare che il tizio definisce "rubbish" e "dreadful" è sempre lui che gira |
| inviato il 07 Maggio 2021 ore 12:40
“ E' questa qui ? Non mi sembra male.... „ ">www.dpreview.com/forums/post/54578933 „ In effetti... magari non sarà una meraviglia ma non mi sembra un cesso Però, se la qualità media è bassa... è possibile che la lente usata per le prove sia tra quelle eccezionalmente venute bene (faccina verde) |
| inviato il 08 Maggio 2021 ore 11:22
Pubblico anche qui quanto ho scritto 'di là' sul 3D dedicato OM 4 Sto conducendo un po' di prove ben eseguite per verificare la resa dei grandangolari Zuiko 21 f3,5 e 24 f2,8 sul formato DX La lente di paragone è il plasticoso (perché tutto in plastica) ma pur ottimo Nikon AF-S DX 18-55mm f/3.5-5.6 G II che merita due parole di presentazione: è evidentemente una lente standard economica, ma nonostante io faccia di tutto per dimostrare -convincermi- che è un bidone... giuro che non ci sono ancora riuscito, ed oggi, montandolo su una D850 (crop dell'immagine sul formato DX) ho visto una volta ancora che è assolutamente ineccepibile. Le due lenti 21 e 24 su DX (su camere: D200, D3200, D7200) hanno già dimostrato di essere nettamente inferiori come resa al 18-55 ai diaframmi più aperti, di avvicinarsi al 18-55 a f5,6 e di passargli davanti solo chiudendo a f8. Tuttavia, i sensori della D200 e D3200 sono di una tecnologia un po' superata e penalizzano maggiormente la resa dei superwide. Anche la D7200 non è allo stato dell'arte, perciò non è valida per comprendere quanto queste lenti vadano effettivamente bene sul digitale più attuale. Mi restava da provare la D850 in DX. OK, anche sulla D850 il risultato è analogo alle altre fotocamere: molto-molto buono il vecchio 18-55 (ottica del 2006). Nettamente inferiori 21 e 24 chiusi a f4, molto vicini a f5.6, migliori a f8. Il bello è che, per arrivare ad un giudizio valido ho condotto dei 'blind test' e cioè ho visionato le immagini su un monitor 4K senza la possibilità di capire con quale lente l'avessi scattata. Perché, altrimenti, sarebbe subentrato un ben noto meccanismo di auto convincimento. Se ne deduce che nasce una domanda spontanea: vale la pena di acquistare vecchi zuiko superwide per usarli in digitale? Ci sono più risposte da soppesare: Sul DX, nel caso di Nikon, la risposta univoca è NO. Perché esiste una lente economica e VALIDISSIMA -il 18/55- che li sorpassa. Forse... i due Zuiko hanno un contrasto migliore... ma scrivo forse, non ho elementi validi per affermarlo con certezza. Sul FF, la risposta ha una premessa: gli Zuiko hanno una resa scarsa a TA, in particolare ai bordi, che migliora chiudendo a f5,6 e diventa molto buona a f8, anche sul contrasto. Ed allora: gli Zuiko sono minuscoli e leggeri, hanno una resa equivalente, se non migliore ad una pletora di illustri lenti vintage coeve, ma sempre ampiamente inferiore alle lenti moderne, alle quali comunque si avvicinano chiudendo a f8 e dalle quali si distaccano per le dimensioni molto più gestibili. La risposta, allora, non è univoca. Se si vuole il massimo assoluto, ogni lente lente vintage ed anche gli zuiko non costituiscono la scelta ottimale. Se si prediligono le dimensioni ed il peso contenuto e si prevede di poter fotografare sempre chiudendo almeno a f5.6 allora possono costituire una scelta valida. Quanto ho scritto si applica ai grandangolari, che sappiamo sono lenti molto critiche sul digitale, ma non alle lenti dal 50mm in su. |
| inviato il 08 Maggio 2021 ore 11:27
Io invece ho trovato una gemma vera Il 50 serie E nikon È veramente una lente nitida, tridimensionale ed economicissimo Soffre di flare in controluce per il trattamento scadente ma riesce a dare carattere alle foto Veramente promosso sia su pellicola (sui cui ha una progressione quasi da Leica) che su digitale in cui si conferma molto risolvente Lo trovo decisamente migliore di qualsiasi 50ino 1.8 moderno, tranne il Nikon G, e dello zuiko che avevo prima |
| inviato il 08 Maggio 2021 ore 13:48
“ OK, anche sulla D850 il risultato è analogo alle altre fotocamere: molto-molto buono il vecchio 18-55 (ottica del 2006). Nettamente inferiori 21 e 24 chiusi a f4, molto vicini a f5.6, migliori a f8. „ Tieni conto che molto spesso nei vecchi grandangolari e normali la zona più critica è quella intermedia, cioè quella corrispondente all'angolo DX che probabilmente hai controllato. Se le paragoni su FX con uno zoom kit non recentissimo probabilmente le differenze calano. Comunque è un fatto che i vecchi grandangolari siano quasi sempre carenti fuori dal centro ai diaframmi aperti; per fortuna se serve uniformità è probabile che useresti comunque un diaframma chiuso (per esempio per paesaggi), se il soggetto è centrale chiusi di uno stop generalmente sono nitidissimi. Io i miei per paesaggi li uso a f/11 ed hanno quasi tutti una resa agli angoli da discreta ad ottima; sembra che tengano un pelo meglio la diffrazione e con lo stabilizzatore del sensore non ho problemi di tempi troppo lunghi. Certo che bisogna un po' adattarsi alle loro caratteristiche. |
| inviato il 08 Maggio 2021 ore 17:11
“ molto spesso nei vecchi grandangolari e normali la zona più critica è quella intermedia „ In questi due la crisi non si manifesta già nella zona intermedia, che mantiene comunque una nitidezza accettabile (a TA), ma si vede un graduale e costante peggioramento della nitidezza andando verso i bordi, ben evidente sul FF più che sul DX. Comunque, chiudendo a f5,6 cambia la vita ed a f8 la nitidezza diventa ottima/buona praticamente su tutto il campo (su FF), conoscendo gli antichi MTF di queste lenti (da Tutti Fotografi ) penso che a f11 comincerei a vedere un peggioramento -non chiudo mai a f11-. Un dettaglio che ho omesso: nella prova ho confrontato anche il micro 55 f3.5 ed anche per questo il diaframma 'di sorpasso' è f8, sebbene la differenza di resa non sia così evidente ai diaframmi più aperti. |
| inviato il 08 Maggio 2021 ore 17:48
Ormai è oltre 10 anni che uso il pieno formato Ricordo perfettamente però la mia delusione quando montai sulla Nikon D90 i miei amati AI Per vederli rinascere dovetti passare al ff Il plasticotto 18-105mm in dx era sempre migliore e non di poco Io credo che esista una legge ottica che lega la copertura di campo alla risolvenza in modo inversamente proporzionale Pensate ai cellulari.... quante linee/mm avranno? |
| inviato il 08 Maggio 2021 ore 18:16
Probabilmente più che una legge ottica si tratta di ottimizzare entro un'area più piccola, quindi con risultati migliori, in linee/mm |
| inviato il 08 Maggio 2021 ore 18:28
Avevo letto qualcosa al riguardo ma non ricordo bene.... D'altra parte la stessa cosa succede se si montano ottiche per il 6x6 sul 24x36 |
| inviato il 08 Maggio 2021 ore 18:58
Non so niente di ottica, ma con i miei vecchi vetri mi regolo così: se grandangolari o zoom, f8 è l'apertura standard, f5.6 per un po' più di luce se serve, f11 panorami molto luminosi. Sui fissi da 50 in su azzardo anche aperture maggiori, quando serve, per luce o profondità di campo. |
| inviato il 08 Maggio 2021 ore 19:45
Io sempre a TA o ad f 32: i numeri in mezzo ci sono per questioni estetiche della ghiera..... |
| inviato il 08 Maggio 2021 ore 20:46
Faccina verde Si, poi sugli zoom anni 80 ci sono pure tutte quelle righe colorate decorative |
| inviato il 08 Maggio 2021 ore 20:56
“ Io sempre a TA o ad f 32: i numeri in mezzo ci sono per questioni estetiche della ghiera..... „  Premetto che sarò lungo. ci sono almeno due filosofie che stanno alla base dell'impiego di ottiche 'vintage': Si usano per quello che non fanno. Si usano per quello che fanno In apparenza sono antitetiche ma non è così. Per Jacopo la filosofia è 'quello che non fanno' , nel senso che il difetto -ottico- diventa forma creativa. Tradotto in pratica significa che quanto più la lente ha difetti ottici, tanto meglio riesce a produrre immagini oniriche e creative. Per me la filosofia è 'quello che fanno' dove la correttezza ottica e la buona resa sull'immagine diventano delle discriminanti che li può far preferire a lenti più moderne. Tradotto significa che se dalla lente vintage riesco ad ottenere qualcosa di simile -qualitativamente- ad una lente 'moderna', allora quella lente può diventare la mia scelta come nel caso delle Zuiko che alla qualità offrono dimensioni e pesi ben utilizzabili in montagna. Poi ci sarebbe la via di mezzo: come ad esempio il mio 35 f1,4 che tutto aperto è in grado di fornire immagini oniriche dalla sfocato magico ed appena chiuso di uno stop regala immagini nitide e ben contrastate. Per cui: doppio divertimento (per dire... ieri sono uscito a fare macro con quello, proprio per l'effetto onirico che crea tutto aperto). Lascio a Jacopo il diritto di spiegare le sue idee (vorrei ben vedere... ) Personalmente, invece, a me interessano le lenti 'vintage' che posseggono una resa che possa competere con le lenti più attuali, e cioè più sono buone meglio è. Purtroppo la ricerca è difficile, proprio perché, oltre un certo punto, le differenze diventano visibili solo con un'osservazione attenta e ad ingrandimenti fortissimi: dal 100% in su. Ci si potrebbe chiedere a cosa serva guardare immagini al 200%... serve, serve... la lente BELLA, la si distingue quasi a vista, ma la si identifica con certezza solo guardando come rende i dettagli al 200% Perché voglio una lente da 200%? Perché il cervello non lo sa, ma l'occhio il 200% lo percepisce e quanto più una lente si avvicina a questo*, tanto più riproduce la realtà come mi piace fotografarla. * il valore reale del 200% ovviamente dipende dalla densità del sensore |
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