| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 11:28
quoto Angus e Marchitelli.... |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 11:28
“ L'occhiodelcigno.@ Lo so che è più facile pasturare per ottenere lo scatto bello e impressionante, ma non chiamarla fotografia naturalistica perché non lo è !!! „ Non me ne voglia chi pensa diversamente...credo però che in questa frase si racchiuda tutta la logica del tema posto da Roberto Marchitelli " Questa è ancora fotografia naturalistica??? " Oltre a trovarlo eticamente scorretto, non pensate che per attrarre alcune specie.... legare/imbracare/costringerne altre(piccioni,arvicole,quaglie,starne ecc,ecc) a stare forzatamente su di un ramo/posatoio/masso/ (senza nessuna possibilità di difesa), in attesa di essere sacrificati per far fare al "fotonaturalista" la foto suggestiva e spettacolare sia lontano,moooolto lontano da essere chiamata fotografia naturalistica.???????? “ Luve@ Io penso che etica e rispetto siano gli unici due parametri che contano alla fine. Etica nel trattare cn dignità animali e ambiente, etica nel rispetto di altri fotografi, etica verso chi guarda la foto. Di foto e di immagini stiamo discutendo, delle loro qualità compositive, del momento, della capacità di raccontare e emozionare. Per fare questo ci sono migliaia di tecniche e strumenti. Finché c'è rispetto e si dichiara come-dove (sia mai...tutti gelosi dei loro capanni in fil di ferro)-quando....allora non vedo parti lese e viva, viva, le belle foto di natura. Va da sé che io non mi definisco naturalista, ne ho conosciuti e mi inchino, questo però non toglie la qualità naturale alla mia foto. „ Luve,apprezzo alcune tue parole,anche se nell'insieme dei tuoi commenti trovo un po contraddittorio il tuo modo di interpretare....si deve rispettare ma per fare una bella foto si può anche non farlo....ma.!! |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 11:40
“ Daniele Ferrari@ Infatti il concetto è proprio questo: dove la pratica è costante va a modificare in modo permanente le abitudini della fauna di zona (tra l'altro: se un predatore trova per la prima volta una carcassa abbandonata, le si avvicina con una circospezione, e quindi con atteggiamenti, che non sono identici a quelli generati dall'abitudine). Ci sono ovviamente delle situazioni "arcaiche" che ora sono da considerare naturali: ad esempio, i passeri che da millenni si sono abituati a vivere quasi esclusivamente all'interno degli agglomerati urbani pur non facendosi avvicinare più che tanto dall'uomo, ma questo è un altro discorso „ A mio modo di vedere queste sono parole sagge e non fa una grinza.!!!! |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 12:01
Attenzione. State mettendo sullo stesso piano logico comportamenti manifestamente non etici e comportamenti che fin a prova contraria lo sono (frequentare capanni). Questo passaggio è dannoso. Il baiting con animali vivi, torturati e menomati per fare da preda, è pratica illegale (sicuramente negli USA). Va anche detto che generalmente chi organizza capanni lo fa in modo consapevole e (utilizzando il buon senso di cui sopra) tendenzialmente chi lo fa "improvvisandosi" è a rischio di comportamenti realmente nocivi (es. abbandono nidi). Non è invece compito di alcuno farsi carico della frustrazione altrui. Detto in altre parole: puoi anche andare nei capanni a pagamento, o in autocostruiti o dove ti pare, ma ci sarà sempre chi farà foto migliori o peggiori delle tue. questo perché, e parlo dei capanni, la capcità il momento e la conoscenza del soggetto contano moltissimo anche in quel contesto. Per rispondere a Giordano52: non ci trovo nulla di contraddittorio. Non conta MAI il fine. Conta il rispetto per chi guarda la foto: dare contesto all'osservatore conta tanto quanto suscitare in lui una emozione. E qui viene il punto: di che "fine" stiamo parlando? per me rimane sempre quello di realizzare immagini che mi appagano e raccontano una storia. questo non può avvenire a discapito dell'animale e dell'ambiente. Ma non stiamo a discutere se una foto valga di più o meno, se sia da bandire o da celebrare, se è stata fatta in un capanno predisposto. sono semplicemente modi e tecniche che portano a benefici differenti, per chi scatta e per chi guarda. per chi scatta: fare ricerca sul territorio, trovare soggetti, studiare la luce.....porta a benefici molto superiori rispetto a chi usa i capanni pronti all'uso. foto uniche, atteggiamenti unici, scatti solo miei. Sulla selvaticità dei soggetti nelle oasi (pubbliche e private): io ne ho frequentate alcune e ne frequenterò....capita molto molto molto spesso che i soggetti non si presentino. nessun capanno di garantisce al 100% lo scatto che si desidera. Di questo passi si arriverà prestoa posizioni già viste in altri topic, per cui le foto fatte in Africa sono foto che non valgono nulla perché è facile arrivare a 3m da un leone. Meglio le foto sottoesposte e croppate del codibugnolo che ho fatto in caccia vagante...perché è difficile. Mah. Detto questo faccio outing: www.instagram.com/luca_rodighiero.photo/?hl=it 500px.com/lu_chino Queste sono le mie foto a tema natura. Unico genere che pratico. nel bene e nel male/peggio. |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 12:14
Luve, il tuo è un buon intervento in molti passaggi. Importante questo “ per chi scatta: fare ricerca sul territorio, trovare soggetti, studiare la luce.....porta a benefici molto superiori rispetto a chi usa i capanni pronti all'uso. foto uniche, atteggiamenti unici, scatti solo miei. „ Andare in capanni a pagamento è estremamente vincolante, e salvo ualche caso sporadico, spesso porta a foto fotocopia che hanno poco valore artistico, oltre all'intrinseco poco valore naturalistico (vedi poiane Polacche) Sempre, e ribadidsco sempre, il valore di un lavoro si misura nelle idee che ci sono alla base. Prendiamo "il sentiero nascosto" di Unterthiner...E' un esempio che faccio spesso....Al gran paradiso è facile fotografare animali....Facilissimo.... Ma un lavoro come quello ha un grande valore sia naturalistico che artistico....Esiste la ricerca del soggetto, la conoscenza del territorio, il racconto e l'introduzione di tantissimi protagonisti di quella terra...Poi c'è uno stile, una visone artistica di tutto il progetto... |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 12:25
“ Ma non stiamo a discutere se una foto valga di più o meno, se sia da bandire o da celebrare, se è stata fatta in un capanno predisposto. sono semplicemente modi e tecniche che portano a benefici differenti, per chi scatta e per chi guarda. per chi scatta: fare ricerca sul territorio, trovare soggetti, studiare la luce.....porta a benefici molto superiori rispetto a chi usa i capanni pronti all'uso. foto uniche, atteggiamenti unici, scatti solo miei. „ Luve questa tua disamina è molto "democratica", direi condivisibile. |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 12:33
Si tratta di avere consapevolezza di cosa si vuole ottenere e di cosa si stia facendo per raggiungere quello scopo. Io trovo a dir poco meravigliosa questa foto, vincitrice del Wildlife Photographer. www.nhm.ac.uk/visit/wpy/gallery/2010/images/eric-hosking-portfolio-awa esistono foto di backstage sulla realizzazione: 4 flash per bilanciare i controluce, un legno posto in orizzontale etc etc. Si è un situazione creata ad-hoc. ma che ci permette di ammirare una delle meraviglie del mondo naturale e di farlo non in maniera puramente documentativa. |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 12:48
“ esistono foto di backstage sulla realizzazione: 4 flash per bilanciare i controluce, un legno posto in orizzontale etc etc. Si è un situazione creata ad-hoc. ma che ci permette di ammirare una delle meraviglie del mondo naturale e di farlo non in maniera puramente documentativa. „ Io non mescolerei il sacro con il profano...dietro certe foto tecniche c'è pure il business, è dunque usciamo fuori tema... |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 12:56
Non c'è nulla di male a usare flash per eseguire lo scatto al meglio.... |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 14:18
Roberto marchitelli: "la mia posizione è chiarissima: nessun problema se una persona va poche volte l' anno a fare foto e paga, ma neanche per chi va spesso e paga, penso solo che vada data la giusta dimensione agli scatti in questione. Va indicato che sono fatti in strutture a pagamento, questa é la chiave." Quindi se io vado all'oasi di Torrile e pubblico una foto lo devo indicare per il rispetto di chi si "suda" uno scatto senza pagare un biglietto...non sono assolutamente d'accordo: ho passato giornate a Torrile portando a casa poco o niente, senza considerare che una buona parte degli uccelli che popolano quell'oasi sono migratori. Discorso diverso è alterare l'ecosistema fornendo costantemente esche ad un gheppio per tenerselo buono per i clienti ogni giorno. In questo caso sono d'accordo con te. |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 14:24
“ Quindi se io vado all'oasi di Torrile e pubblico una foto lo devo indicare per il rispetto di chi si "suda" uno scatto senza pagare un biglietto...non sono assolutamente d'accordo: ho passato giornate a Torrile portando a casa poco o niente, senza considerare che una buona parte degli uccelli che popolano quell'oasi sono migratori. „ si, e no... Sicuramente andare in un luogo creato da qualcuno per ospitare determinate specie, in cui qualcuno ha costruito capanni nei punti migliori, ecc ecc..Ha un valore della foto complessivo minore rispetto a chi magari ssi fa un mazzo così per cercare un martino, con ore di appostamenti e sbinocolate e con la ricerca del punto per approntare il capanno.... Poi per carità. se lo scatto è bello è bello.... Per fortuna tipicamente, se si è creativi e si ha occhio, lo scatto migliore è tendenzialmente quello fatto NON nell'oasi...Soprattutto per chi come me non ama un certo tipo di naturalistica didascalica... |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 14:26
Lori non capisco perché vi costa tanto indicare la situazione di scatto, io se posto immagini fatte in oasi ce lo scrivo e basta, perché dovrei nasconderlo? Mi sembra tanto che si voglia " buttarla in caciara" come si dice a Roma. Poi contenti voi contenti tutti... Se vogliamo confrontare una iridea pescata nel laghetto a pagamento con una fario fatta in torrente e dire che é la stessa cosa possiamo pure chiudere il topic... |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 15:24
“ Se vogliamo confrontare una iridea pescata nel laghetto a pagamento con una fario fatta in torrente e dire che é la stessa cosa possiamo pure chiudere il topic... „ Senza ombra di dubbio.!!!! |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 15:28
Roberto un rapido OT... Vedo ceh Hai il 500 ii e avevi il mk1 Liscio e con max moltiplicatore 1.4 la differenza tra le due versioni (peso compreso) è così marcata? |
| inviato il 05 Gennaio 2018 ore 16:32
A parer mio su questo argomento ci sono troppi "fanatismi religiosi". Ormai sono arrivato alla mia personale convinzione che più del 70% delle foto presenti nei forum, come questo di Juza, siano il risultato di situazioni create ad hoc per raggiungere un buon livello tecnico del risultato cercato. Anche la caccia fatta all'estero, come gli orsi in Finlandia ed i Bosnia, personalmente ritengo che più del 50% siano il risultato di "caccia fotografica preconfezionata" (come la chiamava in passato qualcuno). Credo che anche la caccia nelle savane africane sia di questo tipo. Fare caccia fotografica totalmente selvaggia è difficile, molto difficile, oltretutto anche pericolosa, se fatta in certi ambienti e per certi tipi di animali (non ho esperienza personale, ma mi limito a riportare esperienze altrui). Andare a zonzo per sentieri montani e boschi, come faccio io, arrivi spesso a casa stanco e rilassato per una passeggiata, ma senza uno scatto, se poi hai la fortuna di un incontro, avuto per culo, fai foto tecnicamente scarse che vanno bene come foto documento, non come foto WOW da postare nei forum. Al limite puoi postarle su FB dove la gente è più di bocca buona. Personalmente non mi faccio di questi scrupoli: vado a zonzo per i boschi intorno a casa con risultati altalenanti ( abito in zona montana ai confini con boschi), vado a caccia nelle oasi LIPU come quella di Racconigi e quella della Madonnina, vado nel PNGP, vado nelle paludi del Lago di Candia, sono anche stato allo Zoom di Cumiana, ecc. ecc. Non mi faccio problemi e pippe mentali. Quello che non faccio è riempire le tinozze di pesce vivo per attirare i martin pescatori, fare uso di topolini bianchi vivi per attirare i rapaci (li compri nei negozi di animali per nutrire i serpenti), legare le capre vive ai pali per attirare i lupi, ecc. ecc. Giorgio B. |
|

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |