| inviato il 28 Maggio 2019 ore 23:12
“ Non dimenticare la defenstrazione improvvisa di Ghidella da parte di Romiti. Ghidella che era stato (tra l'altro) il padre della Uno, auto di notevoli contenuti tecnici (il motore Fire, all'avanguardia in quell'epoca) e di notevole successo. La famiglia Agnelli è stata una palla al piede dello sviluppo industriale italiano. Ruolo che adesso viene egregiamente svolto dai Benetton, nati imprenditori e diventati casellanti. „ Si, ne ho accennato qui sopra a questa defenestrazione di Ghidella, dovuta al fatto che gli Agnelli l'hanno data vinta a Romiti. Mi pare che un ruolo importante in tutto ciò l'abbia avuto Enrico Cuccia e che sia stato lui a imporre Romiti agli Agnelli. Poi, anche loro, avranne avuto le loro responsabilità a mettrsi nelle mani di Cuccia per il finanziamento del gruppo; ma qui si entra in un terreno che sinceramente non conosco, quello dei retroscena della grande finanza italiana, nei quali intavvedo molte pagine poco chiare... |
user177356 | inviato il 28 Maggio 2019 ore 23:40
Ho conosciuto personalmente Romiti, per relazioni personali e non professionali (era di casa nella famiglia di una mia fiamma dei tempi dell'università). Persona di grande determinazione e lucidità, ma di auto capiva poco e sicuramente non lo appassionavano. Ho conosciuto diversi altri grandi manager. Visti da vicino sono molto più banali e fragili di quanto di pensi. Spesso hanno un equilibrio emotivo molto labile: un grande banchiere di qualche anno fa era costantemente angariato dalla moglie, che gli ricordava come lui non sarebbe mai emerso se non l'avesse sposato (era la figlia del proprietario della banca dove spiccò il volo, professionalmente parlando). |
| inviato il 28 Maggio 2019 ore 23:43
“ Ho conosciuto personalmente Romiti, per relazioni personali e non professionali (era di casa nella famiglia di una mia fiamma dei tempi dell'università). Persona di grande determinazione e lucidità, ma di auto capiva poco e sicuramente non lo appassionavano. „ Vittorio Ghidella, per contro, era un ingegnere di prim'ordine, laureato col massimo dei voti al Politecnico di Torino. So che passava molto tempo a parlare con gli uomini dei reparti di progettazione a con i designers (che in genere erano Giuggiaro e i suoi collaboratori dell'Italdesign - Delta, Uno, Thema, Croma...). Poi collaudava di persona i prototipi facendoci dei gran chilometri. Mi ricordo che aveva raccontato queste cose verso la metà degli anni '80, in un'intervista su di un periodico, non ricordo quale (Panorama o l'Espresso o un'altro), in cui c'era anche una foto di lui che suonava un calvicembalo antico nell'elegante soggiorno della sua villa sulla collina torinese. Senz'altro la sua defenestarzione costituì un danno incalcolabile per la Fiat. |
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