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Dati Risolvenza Pellicole 2 ?!?!


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avatarjunior
inviato il 09 Aprile 2019 ore 10:33

Quando leggo di "qualità" in fotografia mi viene sempre da sorridere...
E' un concetto così astratto, che dipende da così tante variabili, che non so come si faccia a parlarne con così tanta leggerezza.

Cos'è la qualità in fotografia?
La gamma dinamica? Anche prendendo per buono il fatto che quella di un sensore sia maggiore di quella di una pellicola (al riguardo ho delle riserve, ma passiamo oltre)...cosa comporta ai fini del risultato finale?
E la fantomatica nitidezza? Quella percepita o quella reale? Una maggiore nitidezza si traduce in migliore qualità?
E' un po' come dire che i dipinti di Goya hanno "maggiore qualità" di quelli del Canaletto, perchè Goya usava un pennello più fine...quindi più linee/mm! MrGreen

Un tale Ando Gilardi, certamente sconosciuto alla schiera degli instagrammer e ai fanatici del pixel peeping, disse che una fotografia può aspirare a essere arte quando è frutto di un lavoro "materialmente" lungo, quando è il risultato di un lungo processo di elaborazione.
La mia personale interpretazione di questo concetto è che solo dopo una lunga e laboriosa elaborazione, una fotografia è davvero "nostra". Solo con il controllo totale di ogni fase del processo, possiamo dire che il risultato è "nostro", che rispecchia il nostro fine iniziale.
Altrimenti è una cartolina, uguale a 1000 altre cartoline. Ma soprattutto, non dipende da noi.
Utilizziamo strumenti che non conosciamo...il cui risultato è l'elaborazione da parte di un software scritto da un tizio, che legge i segnali registrati da un hardware, progettato con un altro software, da un altro tizio. :D

Ecco, la forza dell'analogico (e chi scrive è vorace utilizzatore anche di corredi digitali) sta nel controllo completo di ogni fase del processo. Siamo noi, non il tizio sopra citato.
La fase di scatto è frutto di un ragionamento che incorpora già le fasi successive: sviluppo e stampa.
Dopo il ragionamento e dopo lo scatto, sviluppiamo con ben chiara la visualizzazione che abbiamo maturato prima del "click".
Quando stampiamo, abbiamo bene in mente ciò che abbiamo visto...ma ancora di più ciò che abbiamo "visualizzato".

Concetto completamente estraneo al mondo digitale.

Perchè estraneo? Perchè la stampa non dipende da noi. Quanti hanno in casa una stampante degna di questo nome?
E quanti di noi profilano per filo e per segno, sulla base delle caratteristiche della stampante del laboratorio che andremo a utilizzare?
E se non ci frega nulla di stampare, perchè perdiamo ore a calibrare, profilare e modificare, se poi il 99,9% degli schermi su cui la nostra foto sarà osservata non sono calibrati?! Magari il rosso sarà rosa e il blu sarà viola!
Chi straparla di analogico e digitale non credo abbia mai avuto sotto mano una stampa ben fatta partendo da un 6x6...altrimenti non parlerebbe. :P

Penso che si possa parlare di "qualità", di limiti delle attuali tecnologie, di comparazioni, per ore, giorni e anni, senza giungere a una conclusione, quando invece il risultato finale di un lavoro sarà sempre e solo dipendente da 3 fattori:
- il nostro cervello
- la conoscenza (approfondita) dei supporti
- il controllo dei processi

...e da un'altra cosa: dalla soddisfazione nel perseguire un obiettivo, nel modo che ci è più congeniale.

Ho visto fotografie fatte con scatole di latta e vetri di 80 anni fa, terribilmente più interessanti, stimolanti e "belle" di altre fatte con l'ultimo ritrovato tecnologico dal costo di una Panda ammetano.
Possiamo poi parlare della praticità del digitale, di cui spesso e volentieri mi avvantaggio, ma in fondo arrivo sempre a pensare che non ho interesse a produrre 2013831 immagini al giorno, di cui nemmeno una è davvero il frutto di un lavoro degno di questo nome.
Non m'interessa la quantità, ma la qualità...quella che intendo io, però. Non le linee/mm. ;)

Certo, capire bene come funziona una pellicola e come si fa per farla rendere in modo dignitoso è qualcosa di lungo, che richiede impegno e studio... ma se volevo un hobby che non richiedesse sforzi mentali non entravo in camera oscura, mi abbandonavo a Fortnite.

Obviously, è solo il mio punto di vista. C'è anche ci trae piacere dalla ricerca del pixel, e credo che non ci sia nulla di male in questo.

avatarsenior
inviato il 09 Aprile 2019 ore 10:43

Ho la Contax G2 con la famosa triade T* 28, 45, 90mm. Da anni mi chiedevo come sarebbe uscito il 45mm Sonnar contro il 30 mm SIGMA montato sulla dp2m. In prima approssimazione la Sony A7R (presa per riprodurre neg colore via macro 60 e 90 mm) dovrebbe risolvere un attimo di più del Foveon a 15 Mpx. Allora sono andato agli angoli estremi. Vince il Sonnar adattato alla A7R con Kipon. Questo significa che le ottiche top di una volta tipo Zeiss e Leitz erano al di là del potere risolvente di quasi tutte le emulsioni. Poi la Velvia 50 aveva una risoluzione pazzesca, ma i negativi (normali, non da riproduzione) no. La A7R accetta senza fare una piega i Nikkor 20, 28, 50 mm. L'unico dei miei obiettivi in difficoltà è il Biogon 28mm G a TA. Già a f/8 è accettabile ai bordi (ma nessun paragone col 45 mmConfuso). Visto che il 28 mm Nikkor AiS è uno dei migliori grandangoli Nikon di tutti i tempi, userò il Biogon 28 mm ritagliato come un 35 mm (che non ho, se non Rokkor)MrGreen

avatarsenior
inviato il 09 Aprile 2019 ore 11:00

Quando stampiamo, abbiamo bene in mente ciò che abbiamo visto...ma ancora di più ciò che abbiamo "visualizzato".

Concetto completamente estraneo al mondo digitale.

Su questo non sono d'accordo: da questo punto di vista ho più l'impressione che il digitale corrisponda alla situazione in cui si trovava l'analogico negli anni '70, quando pochi (tra cui il sottoscritto) stampavano in proprio, altri preparavano al meglio il negativo per affidarlo ad uno stampatore di fiducia (magari annotando sulla stampa di prova tutti gli accorgimenti da mettere in atto per quella definitiva), ma la massa affidava tutto al laboratorio sotto casa senza nemmeno capire se quello che gli tornava tra le mani fosse davvero il meglio che si poteva ottenere da quegli scatti.
Senza contare che stanno prendendo piede altre forme di fruizione, anche per mostre ed esposizioni pubbliche, differenti dalla stampa e in cui il problema si risolve effettivamente con la corretta calibrazione dei monitor di presentazione.
Direi anzi che se ti appoggi sempre ad un laboratorio di stampa serio, che segue procedure magari standardizzate, ma costanti e su carte di qualità, dopo qualche lavoro di prova oggi puoi giungere ad elaborare il tuo file per ottenere esattamente il risultato voluto, anche se fisicamente la stampa non sei tu a lanciarla dalla stampante; un po' come se lo stampatore fosse solo quello che accende e spegne l'ingranditore, ma tempi, carte, mascherature e quant'altro fossi ancora tu a deciderli e metterli in atto (in fondo è questo ciò che fa Photoshop).

avatarjunior
inviato il 09 Aprile 2019 ore 12:43

da questo punto di vista ho più l'impressione che il digitale corrisponda alla situazione in cui si trovava l'analogico negli anni '70, quando pochi (tra cui il sottoscritto) stampavano in proprio


Questo è vero, la similitudine c'è.
Per quanto riguarda la pellicola, oggi sono rimasti gli appassionati "più tecnici" ad usarla, salvo qualche hipster...
Ciò significa che capita raramente che il rullo sia affidato a un laboratorio esterno...e il processo sia più controllato per forza di cose. Cool

Non voglio fare il "solito" denigratore del digitale, anche perchè davvero, lo uso moltissimo...però sono ancora convinto che un controllo così totale come quello che possiamo avere sull'analogico non è ancora possibile col digitale.
Lo sarà mai?
Non lo so, a mio modo di vedere è impossibile per la natura stessa del supporto.

Ci tengo a precisare che questa non vuole essere una crociata contro i mulini a vento, ma il fatto è che mi rendo conto di ottenere risultati di gran lunga migliori, più soddisfacenti e generalmente più apprezzati quando uso la pellicola.

Evidentemente, da qualche parte, nel mio workflow digitale, c'è un collo di bottiglia.
Oppure è il workflow analogico ad essere particolarmente ben gestito.
Oppure il collo di bottiglia sono io! Cool

Fatto sta che mi diverto di più in un modo e meno nell'altro...e questo si traduce in risultati decisamente migliori nel primo caso.
Se poi mi metto davanti un 30x40 da negativo 6x6 e una stampa di pari dimensioni, "nata" dal mio sensore FF e dai miei obiettivi più recenti e costosi, non ho grosse esitazioni a scegliere quella che ritengo generalmente "migliore".

Il sistema di fruizione a schermo invece non m'è mai interessato...;-)

avatarsenior
inviato il 09 Aprile 2019 ore 14:55

Paolo, c'è da dire che comunque si tratta di simulazioni , simulazioni dalle quali, con mio grandissimo stupore (anche sulla base di mie personali esperienze) l'ilfochrome/Cibachrome non ne esce benissimo se esposto alla luce.



Si Diego, ovviamente si tratta sempre di simulazioni, anche perché per forza di cosa le moderne carte da stampa cui tu fai riferimento difficilmente possono avere più di una quindicina d'anni e quindi è chiaro che si parla di simulazioni e di ipotesi di durata, ipotesi ragionevoli chiaramente ... ma pur sempre ipotesi ;-)
Per quanto mi riguarda posso riportare solo quella che è la mia esperienza personale, che è poi quella di avere appese alle pareti di casa una mezza dozzina di Cibachrome risalenti al 1984 che a tutt'oggi sono semplicemente perfette.
Ovviamente questo non significa che dureranno altri cent'anni, questo certamente no, ma comunque trentacinque anni di vita li completeranno fra qualche mese, poi resta solo da vedere per quanto ancora andranno avanti Cool

avatarsenior
inviato il 09 Aprile 2019 ore 14:59

Per dirla tutta ne ho anche un'altra trentina a occupare una intera parete, una parete peraltro esposta a Sud, che pur essendo più recenti risalgono comunque al 1992 ... e anche queste sono perfette.

avatarsenior
inviato il 09 Aprile 2019 ore 15:44

... Orbene tornando al discorso della fotografia, sono stato sempre attratto dalla definizione e del dettaglo che una foto potesse dare. Quindi technical pan, adox 21 din, Delta 100, tri-x, sviluppi come il pota o il microdol-x, per me era come il pane. Chiaramente il 35 mm (nikon F) non mi bastava e sono passato nei primi anni 80 alla Rolleiflex e successivamente alla Hasselblad con i suoi obiettivi zeiss
Chi come me è stato un cultore del fai da te, utilizzava tecniche della riduzione dei capovolgimento della tank, per aumentare l'acutanza delle pellicole e stampava le foto attraverso il durst 607 . Indubbiamente l'acutanza aumentava.... certamente la gamma dinamica era inferiore, ma tutte queste linee per millimetro non c'erano, così come qualcuno le descrive. Forse erano ipotetiche, perchè poi ci si scontrava con la grana che a essere buoni prendeva 10/20 linee per mm e la definzione andava a farsi benedire, quando si raggiungevano i 12/15 ingrandimenti lineari, nonostante il componon dell'ingranditore. Se poi si scattavano delle dia con il Kodachrome 25asa o con la velvia 50, le immagine proiettate col leitz pradovit, erano grandiose, ma avvicinandosi a 30/40 cm dallo schermo, la grana era evidente, e vieppiù si era soggetti a quello che faceva il laboratorio di sviluppo, in termini di rigature o errori di sviluppo.
Oggi se proietto un JPeg con un proiettore, credo di aver una maggiore qualità.
La mia avventura coll'analogico è cessata quando, avendo acquistato una coolpix da 3 mpixel, la usai per prova e le foto stampate erano di gran lunga più nitide di quelle prodotte con la mia fedele Hasselblad e i suoi obiettivi zeiss.
Ho capito in quel momento che tutto sarebbe cambiato e così è stato.
A mio avviso il mondo analogico può avere maggior fascino, ma il mondo digitale, ha stabilito i principi per la costanza dei risultati, liberandoci dal rumore della grana e ha fornito a tutti uno strumento molto più semplice da utilizzare.
Certo se uno ha un'idiosincrasia con l'informatica, come nell'era analogica molti non sapevano usare un esposimetro e non avevano i concetti di camera oscura e in molti casi neanche riuscivano a caricare un rullino in macchina, di cosa vogliamo parlare?





Affascinante la tua esperienza Bergat, e lo di dico davvero perché pur avendo grosso modo una decina d'anni meno di te, e una discreta claustrofobia che ha sempre limitato (è un eufemismo;-)) la mia esperienza in camera oscura, hai parlato di cose verso cui anch'io ho sempre mostrato un forte interesse.

Riguardo all'Acutanza però hai dimenticato di aggiungere che essa è solo uno dei due elementi che contribuisce a dare vita alla Nitidezza, l'altra componente ovviamente è la Risolvenza, e come ben sai laddove una sopravanzi decisamente l'altra non si riuscirà mai ad avere una Nitidezza soddisfacente perché, come appunto nel caso da te descritto, avrai certamente una nettezza calligrafica nella resa delle linee ... ma avrai poche linee da distinguere così come, all'opposto, esaltando la Risolvenza avrai tantissime linee registrate ma nessuna di esse mostrerà la nettezza di cui sopra.
In conseguenza di ciò quindi allora, come ora, restava (e resta) da percorrere solo quella che in fondo è la Via Maestra, quella cioè che porta ad avere un giusto mix fra resa calligrafica e numero dei dettagli ripresi ... insomma il giusto mix che dà vita a delle fotografie equilibrate dall'apporto, paritario (o quasi paritario) sia dell'Acutanza che della Risolvenza.

Per quanto invece riguarda i dati tecnici delle pellicole essi non sono solo teorici, sono reali, solo che vanno pure riportati a quelle che sono le condizioni di prova: in altre parole quando di una pellicola, per esempio la Rollei APX 25, si dice che ha una Risolvenza pari a 250 coppie di linee/mm va notato che detta Risoluzione è riferita a una mira a contrasto 1000:1 ... adottando una mira a contrasto 1,6:1 invece la stessa scende a circa 150 coppie di linee/mm e questo, chiaramente, sempre in condizione di sviluppo ottimali ... adottando uno sviluppo ad alta Acutanza invece, come appunto nel caso da te descritto, si avrà si un aumento dell'Acutanza ma ciò causerà pure un vero e proprio tracollo della Risolvenza ... e quindi sulle stampe finite non si ritroveranno tutti quei particolari che si pensava (sperava?) di ottenere stanti i valori di Risolvenza di cui sopra ;-)

user33434
avatar
inviato il 09 Aprile 2019 ore 15:52

La gamma dinamica? Anche prendendo per buono il fatto che quella di un sensore sia maggiore di quella di una pellicola (al riguardo ho delle riserve, ma passiamo oltre)

Non dirlo ad alta voce perché pur essendo una sacrosanta verità potresti passare per eretico ed essere condannato ad imparare a memoria le balle che raccontano su DxO

avatarsenior
inviato il 09 Aprile 2019 ore 15:54

Non dirlo ad alta voce perché pur essendo una sacrosanta verità potresti passare per eretico ed essere condannato ad imparare a memoria le balle che raccontano su DxO



sssh ... non fatevi sentire CoolCoolCoolCoolCool

avatarsenior
inviato il 09 Aprile 2019 ore 15:58

Un tale Ando Gilardi, certamente sconosciuto alla schiera degli instagrammer e ai fanatici del pixel peeping, disse che una fotografia può aspirare a essere arte quando è frutto di un lavoro "materialmente" lungo, quando è il risultato di un lungo processo di elaborazione.
La mia personale interpretazione di questo concetto è che solo dopo una lunga e laboriosa elaborazione, una fotografia è davvero "nostra". Solo con il controllo totale di ogni fase del processo, possiamo dire che il risultato è "nostro", che rispecchia il nostro fine iniziale.
[...]
Ma soprattutto, non dipende da noi.
Utilizziamo strumenti che non conosciamo...il cui risultato è l'elaborazione da parte di un software scritto da un tizio, che legge i segnali registrati da un hardware, progettato con un altro software, da un altro tizio. :D

Ecco, la forza dell'analogico (e chi scrive è vorace utilizzatore anche di corredi digitali) sta nel controllo completo di ogni fase del processo. Siamo noi, non il tizio sopra citato.


Questa è proprio una critica che non concepisco.
Vale lo stesso identico discorso per la pellicola, anzi la situazione è addirittura peggiore dal punto di vista del controllo. Anche con la pellicola usi un supporto progettato da qualcuno in un laboratorio che poi vai a sviluppare usando sostanze delle quali probabilmente quasi chiunque al di fuori dell' industria ignora il funzionamento specifico, e anche estremizzando se qualche chimico si mettesse a voler creare miscele per sviluppare pellicole in proprio sarebbe comunque frenato dalla mancanza delle materie prime e delle attrezzature per produrle.
Nel digitale tolta la parte di cattura dei dati da parte del sensore (che dipende per ovvi solamente dal produttore dello strumento, ma lo stesso come scritto sopra vale per le pellicole) una volta che si ha il file raw si può avere il controllo su qualunque cosa, basta un computer e a quel punto il limite è dato solo dalle competenze. C'è chi si limita ad usare i preset, c'è chi smanetta con Photoshop, CR, Lightroom C1 e compagnia bella, c'è chi conosce in modo approfondito la teoria del colore e si crea i profili personalizzati (vedi Raamiel) e c'è chi si scrive direttamente i propri algoritmi e programmi.
Essendo appassionato di fotografia astronomica l'esempio più lampante sono prodotti come Pixinsight o Autostakkert, che assieme ai miglioramenti dei sensori permettono di tirare fuori immagini impensabili anche solo fino a una quindicina di anni fa.


avatarjunior
inviato il 09 Aprile 2019 ore 18:32

Questa è proprio una critica che non concepisco.
Vale lo stesso identico discorso per la pellicola, anzi la situazione è addirittura peggiore dal punto di vista del controllo. Anche con la pellicola usi un supporto progettato da qualcuno in un laboratorio che poi vai a sviluppare usando sostanze delle quali probabilmente quasi chiunque al di fuori dell' industria ignora il funzionamento specifico


In realtà la mia non è una critica.
Oltretutto, il "funzionamento" di uno sviluppo o di un fissaggio è meno complicato di quanto si pensi.

Ti dico di più: in certe fasi, in analogico, non importa nemmeno conoscere ogni caratteristica della carta che si sta utilizzando in stampa o della soluzione di sviluppo, perchè ogni volta che entri in camera oscura devi "ritarare" il processo...
Una stampa analogica non è mai solo una. Per una stampa ben fatta io arrivo ad avere anche 5-6 provini in grande formato.

Certo, una stampa da digitalpix è estremamente più economica, ma è anche estremamente meno soddisfacente. Naturalmente, dal mio punto di vista. ;-)
E poi mi diverto di più così, magari anche solo una volta al mese, piuttosto che a mandare un file a un sito.

Tutto questo solo per dire che il controllo ce l'hai eccome, perchè ogni volta parti da un "tempo 0" e tari il tuo processo da capo...proprio per averne il controllo completo e per non dipendere dalle variabili del caso.

se qualche chimico si mettesse a voler creare miscele per sviluppare pellicole in proprio sarebbe comunque frenato dalla mancanza delle materie prime e delle attrezzature per produrle


Credimi, qui proprio ti sbagli. Cool
E' possibile crearsi le proprie soluzioni partendo dai singoli reagenti...non servono attrezzature.
Certo, non posso produrmi in casa dell'iposolfito partendo dal nulla, ma non posso produrmi nemmeno acqua, elettricità, inchiostri o batterie.

una volta che si ha il file raw si può avere il controllo su qualunque cosa, basta un computer e a quel punto il limite è dato solo dalle competenze. C'è chi si limita ad usare i preset, c'è chi smanetta con Photoshop, CR, Lightroom C1 e compagnia bella, c'è chi conosce in modo approfondito la teoria del colore e si crea i profili personalizzati (vedi Raamiel) e c'è chi si scrive direttamente i propri algoritmi e programmi.


Una immagine "prodotta" da un sensore a matrice Bayer non è una semplice cattura.
La differenza sta qui, una pellicola registra, mentre un sensore e un SW interpretano un segnale...è ben diverso.
Con questo non voglio dire che non si possano fare splendide fotografie in digitale. Anzi, per alcuni usi specifici considero il digitale molto più pratico dell'analogico. A volte addirittura necessario.

Contesto solo certe affermazioni che considero sciocchezze (senza offesa per nessuno). Cool
Come quella che chi usa l'analogico sia un dinosauro che non ha accettato, o capito, la rivoluzione digitale (io nasco col digitale, giusto per fare un esempio...e come me tanti altri)...o che una Coolpix da 2 mpx dia risultati migliori di un 6X6, dentro un'Hasselblad, con uno Zeiss davanti.
Così come contesto il concetto di "qualità", quando non è pensato in relazione al fine, o l'assunto che un moderno sensore FF sia sempre e comunque "meglio" di una HP5.

avatarsenior
inviato il 09 Aprile 2019 ore 18:46

@Gibus
Una immagine "prodotta" da un sensore a matrice Bayer non è una semplice cattura.
La differenza sta qui, una pellicola registra, mentre un sensore e un SW interpretano un segnale...è ben diverso.
E i Foveon?MrGreen

avatarsenior
inviato il 09 Aprile 2019 ore 18:52

Ragazzi le analogiche sono come dei treni a vapore, come le macchine da scrivere, le calcolatrici meccaniche, come i telefoni neri degli anni '60, come la Fiat 500 con freni che non frenavano e cambio non sincronizzato!!!MrGreenMrGreen
Cose belle da morire, ma appartengono ad un mondo, magari anche bucolico e romantico, ma che non c'è più o che va scomparendo.
Anche le radiografie (un tempo si usavano le lastre negative BN e si sviluppavano alla solita maniera) ormai sono digitali.

Sviluppavo da me dall'inizio degli anni '70 e lo ho fatto sempre con gioia e passione, ma che fatiche.... nottate in camera oscura a strabuzzare gli occhi sui focometri. Ma è il passato, perchè tornare indietro?

Ora il mondo è diverso, i treni sono elettrici, le lettere le scriviamo in Word, i calcoli li facciamo sullo smart o in Excell, le telefonate sul cellulare /(che fa anche foto eccezionali pure lui....), ecc.

Quest'anno ne ho compiuti 70 e sono passato attraverso tutte queste fasi di evoluzione tecnologica, la mia conversione al digitale è "relativamente" recente, ricordo che fu mia moglie ad esprimere il desiderio di una digitale e così, nel 2005, iniziò la nuova avventura. Dell'analogico ho un ricordo bellissimo, parliamo di quasi 40 anni di onorato "servizio" a sviluppare, proiettare dia, ecc. ma oggi non rimpiango nulla se non che ero molto più giovaneTristeMrGreen

avatarsenior
inviato il 09 Aprile 2019 ore 18:52

Contesto solo certe affermazioni che considero sciocchezze (senza offesa per nessuno). Cool
Come quella che chi usa l'analogico sia un dinosauro che non ha accettato, o capito, la rivoluzione digitale (io nasco col digitale, giusto per fare un esempio...e come me tanti altri)...o che una Coolpix da 2 mpx dia risultati migliori di un 6X6, dentro un'Hasselblad, con uno Zeiss davanti.

In effetti anche per me che nasco con il digitale, pur avendo fatto in tempo ad usare le pellicole nelle macchinette punta e scatta, suona strano che 3 Mp di quasi una ventina di anni fa, sia più di una medio formato Eeeek!!! ma non potendo fare personalmente dei paragoni, mi affido a quello che leggo...

In tutti e due i processi puoi avere il pieno controllo: nell'uno, se non sei un chimico, non capirai quello che stai facendo, nell'altro, se non sei un programmatore, non sai quello che stai facendo; puoi prevederne i risultati: forse con la pellicola è più facile capire la chimica che ci sta dietro, ma forse è solo perché sono più vezzo con la chimica che non con l'informatica ;-)

La differenza sta qui, una pellicola registra, mentre un sensore e un SW interpretano un segnale...è ben diverso.

Qui non sono d'accordo: pellicola e sensore registrano la stessa cosa, solo che con sistema di lettura del segnale differente.

Così come contesto il concetto di "qualità", quando non è pensato in relazione al fine

Si è portati ad andare a parere in termini di risoluzione quasi automaticamente perché, credo, sia l'unico parametro che si riesce a misurare e quindi confrontare: certo, al momento non mi sembra che esista un metodo standard, ma probabilmente è solo mia ignoranza; e sono d'accordo con te: bisogna sempre pensare al fine, per poter giudicare la qualità globale.

avatarsenior
inviato il 09 Aprile 2019 ore 18:58

In effetti anche per me che nasco con il digitale, pur avendo fatto in tempo ad usare le pellicole nelle macchinette punta e scatta, suona strano che 3 Mp di quasi una ventina di anni fa, sia più di una medio formato Eeeek!!! ma non potendo fare personalmente dei paragoni, mi affido a quello che leggo...


anche secondo me sono un po' pochini....

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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