user90373 | inviato il 30 Novembre 2018 ore 14:29
Si dice:- "Ora la tecnologia mi propone di fare cose che prima non si potevano o si potevano a fatica". La vera liberazione ci sarà quando si vorranno fare, e si faranno, cose che la tecnologia non sarà più e/o ancora in grado di proporre. |
| inviato il 30 Novembre 2018 ore 14:39
Ettore, vai sempre a cercarti il complicato... (scherzo, fai bene a dire così) |
| inviato il 30 Novembre 2018 ore 14:42
Non è compito della tecnologia proporre . E' nostro compito fare le cose che ci piacciono, indipendentemente dalla tecnologia, semplicemente spremendoci le meningi e trovando come farle. Sta a noi proporre le novità. Poi se la tecnologia segue, buon per quelli che non si sanno spremere e attendono sempre la pappa pronta. |
user90373 | inviato il 30 Novembre 2018 ore 14:57
@ Skylab59 “ Non è compito della tecnologia proporre ....... „ Infatti non propone, impone un certo modo di intendere e volere facendoci credere di esser i padroni del mondo. . |
| inviato il 30 Novembre 2018 ore 15:07
Secondo me segue l'onda, anzi, la precede sempre un pochino, ma non troppo. Di certo non impone nulla: siamo noi quelli che ci facciamo idee strane. Sono anni che la tecnologia non ci propone più nulla di veramente rivoluzionario. L'ultima è sostituire il film con un sensore elettronico. La fotocamera è però sempre la stessa. Anzi, guai ad essere troppo innovativi: gli acquirenti sono terribilmente tradizionalisti ed abitudinari. Vogliono sempre di più senza cambiare nulla. Guarda solo l'ormai inutile specchio com'è duro a morire! Per non parlare della forma delle fotocamere, sempre uguale da 70 anni ! Sono stati fatti più progressi dal 1920 al 1950, che dal 1950 ad ora. |
| inviato il 30 Novembre 2018 ore 15:10
“ E' lì che bisogna investire! „ Anche perché, se da una parte per fare davvero la differenza serve probabilmente una predisposizione innata e ahinoi dobbiamo quasi tutti rassegnarci, dall'altra investire su quello comunque qualche differenza, poca o tanta che sia, di solito la fa, inoltre è effettivamente alla portata di chiunque abbia l'interesse di farlo, e soprattutto anche nella peggiore delle ipotesi consente di apprezzare ciò che altrimenti si sarebbe magari ignorato. Detto proprio terra terra: se studio Ansel Adams certamente non sarò comunque in grado di scrivere il mio nome nella storia della fotografia, forse mi aiuterà a sviluppare qualche idea o magari nemmeno quella, ma almeno mi godrò delle fotografie straordinarie e avrò ampliato un po' i miei orizzonti. Quello che mi sconvolge non è il fatto che di tutto ciò a molti importi poco o nulla (ci sta, anche in un contesto tematico come questo, perché possono esserci altri interessi diversi e altrettanto stimolanti), ma che questo disinteresse sia ormai spesso esibito addirittura come un vanto. |
| inviato il 30 Novembre 2018 ore 16:02
“ La vera liberazione ci sarà quando si vorranno fare, e si faranno, cose che la tecnologia non sarà più e/o ancora in grado di proporre „ La tecnologia, almeno quando raggiunge la commercializzazione, non propone e non ha mai proposto nulla di nuovo, ma per il semplice fatto che anche lei deve necessariamente partire da una precedente idea, nata e sperimentata con mezzi ovviamente meno sofisticati, ma spesso più costosi, sia in termini di denaro che di tempo, spazi ecc., e perciò non alla portata di tutti; il merito della tecnologia è quello di rendere sperimentabile quell'idea anche a quanti non avrebbero altrimenti potuto sperimentarla, sempre per le solite questioni di costi, spazi ecc. Il vero problema non è la tecnologia in sè, ma il volere a tutti i costi avere tra le mani tecnologie che in realtà non utilizzeremo mai perché nascono da idee che non sono funzionali ai risultati che perseguiamo, o perché semplicemente non le conosciamo e non sapremmo come applicarle correttamente. Il vero problema consiste nel fatto che in troppi pretendono di possedere qualunque nuova tecnologia senza porsi la domanda se questa gli serva realmente, o se avranno mai interesse a capire realmente a cosa serve e come la si utilizzi correttamente. Un esempio: a cosa mi potrebbe servire una fotocamera con sensore da 75-100 Mp (che pare arriveranno a breve anche su ML), se non faccio avifauna ma solo eventuali crop minimali, guardo le mie foto su monitor da non più di 40-45 cm sul lato lungo, o stampo solo fino al 30 x 40 cm? Se però mi metto a fare stampe da 2 metri per 1 da esporre in mostre e musei, forse le cose cambiano e tutti quei Mp mi possono far comodo. E' qui che rispunta il discorso della preminenza degli aspetti culturali e, per i più dotati, artistici |
| inviato il 30 Novembre 2018 ore 16:14
A volte ci fa felici il solo pensiero di avere fra le mani la tecnologia per essere in grado di... se poi la sappiamo usare o se ci serve realmente, non ha nessuna importanza. Siamo felici così. Come giocare con la stessa racchetta di Federer. I sogni e le fantasie diventano più importanti della realtà. Il mercato con la tecnologia semplicemente nutre i nostri sogni, e da questo trae la pagnotta. |
user90373 | inviato il 30 Novembre 2018 ore 16:24
@ Skylab59 “ Il mercato con la tecnologia semplicemente nutre i nostri sogni, e da questo trae la pagnotta. „ Non per essere Rompiglione ma più che di sogni parlerei di desideri smaniosi, nonchè indotti, per soddisfare i quali ogni pretesto è valido. |
| inviato il 30 Novembre 2018 ore 16:34
Inoculare nel nostro cervello un desiderio è semplicemente l'attività del settore marketing di ogni industria. I pubblicitari sono pagati per questo. E per essere più efficaci fanno capo a studi scientifici sul comportamento e a psicologi che li interpretano. Noi siamo solo le cavie paganti. |
user90373 | inviato il 30 Novembre 2018 ore 16:39
@ Skylab59 “ Noi siamo solo le cavie paganti. „ Forse la posta in gioco non si limita solo al "vil denaro". |
| inviato il 30 Novembre 2018 ore 16:45
Appena arriveranno le fotocamere perennemente collegate alla rete (come gli smarphone) i produttori sapranno dove si trova ognuno dei propri clienti e cosa sta fotografando. E come lo sapranno i produttori, lo sapranno anche coloro che sorvegliano costantemente la rete. Quindi la posta in gioco è il controllo. Sigh!!! (la Cina insegna) |
user90373 | inviato il 30 Novembre 2018 ore 16:53
@ Skylab59 Ora finalmente ho capito perchè la "rete" vien chiamata la rete, perchè è una rete che non lascia scampo, più piccoli sono i pesci e più le maglie si restringono. E pensare che tempo fa credevo avesse a che fare con la rete di interconnessione neuronale, mentre in realtà la limita e modifica, ma forse esagero. |
| inviato il 30 Novembre 2018 ore 16:58
Bravo Ettore! hai capito il nocciolo della questione. Stiamo andando in una direzione che fa paura. Mi dispiace dirlo, ma fa veramente paura. La rete sta iniziando a fare più danni di quanto possa invece aiutare l'uomo. Le ultime elezioni nel mondo lo dimostrano... ma questo è tutto un altro tema. Sto andando OT. |
| inviato il 30 Novembre 2018 ore 17:03
Fra pochissimo ci faranno credere che per un corretto ed ottimale funzionamento le automobili dovranno essere collegate alla rete. Saremo quindi sorvegliati anche in questo ambito. Il bello che non ci viene impiantato con la forza un microchip nella testa, come si vede nei film di fantascienza, ma ce lo comperiamo noi, volontariamente... e lo paghiamo anche!!! Posso dirlo? Siamo proprio tutti fessi! Addio libertà! KGB, STASI... dilettanti! Scusate per gli OT |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 252000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |