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Quali sono i limiti del fotografare ?


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avatarsenior
inviato il 18 Febbraio 2018 ore 22:10

A beh allora... se forse si riferiva a qualcosa che non c'entra nulla le cose cambiano... però ha sempre ragione, ci mancherebbe.

avatarsenior
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 8:30

Motofoto ha scritto:
Se però molto dipende da chi guarda, come si fa a fare una foto che sia "intellegibile" da sola (= ugualmente stimolante su più livelli possibili) per la gran parte degli osservatori?

Per la gran parte degli osservatori... l'annoso problema. A parte esserne capaci e lasciando da parte un attimo l'aspetto commerciale... Se uno ha da dire qualcosa di complesso e stratificato deve sforzarsi di semplificarlo per cercare di farsi capire da tutti? Bisogna cercare di essere sempre "Pop"? Viceversa bisogna invece fregarsene dell'utente finale e pensare solo a cosa si vuole dire? Bisogna fregarsene se si è troppo criptici? Nel secondo caso si ricade nell'intellettualismo più odioso, nel primo si rischia di banalizzare un discorso che poteva essere interessante. Bisognerebbe trovare una via di mezzo, ma forse non sempre è possibile. L'importante è comunque avere chiaro chi sarà il target, a chi ci si rivolge.

Riguardo invece al già fotografato... Se vado a Parigi la torre Eiffel la fotografo. Magari potrò postare qualche foto qui ma non mi aspetterò di essere stato particolarmente originale anche se magari avrò cercato di fotografarla a modo mio. Dove questo "a modo mio" probabilmente sarà stato comunque già fatto e già visto e rivisto. Ma come fotoamatore il solo fatto di aver cercato di fare le mie foto mi è più che sufficiente... I fotografi che hanno contribuito a dare una visione "veramente nuova" nella fotografia si contano sulle dita di una mano anche tra i grandi.

avatarsenior
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 8:41

il tuo discorso ci sta, posso chiederti quale autore secondo te coniuga bene i 2 aspetti?

avatarsenior
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 9:02

Bella domanda. Prima di risponderti voglio fare una premessa.
Intanto devo dire che personalmente sono dell'idea che l'osservatore se interessato abbia "l'obbligo" di sforzarsi a comprendere, di prepararsi.
Un Italo Calvino sa essere profondo senza usare sofismi o frasi arzigogolate. Ma allora buttiamo nella spazzatura Proust e Gadda?
Allo stesso modo... gli impressionisti fanno il pienone alle mostre e sono apprezzati dai critici, e allora facciamo finta che il periodo cubista di Picasso non sia mai esistito?
Se questi ultimi utilizzano una forma di espressione complessa ma questo "linguaggio" ha una sua giustificazione che va oltre la "super×la" e l'intontimento al suon di "paroloni" sono egualmente da lodare.

Detto questo se devo buttare un nome che accontento tutti credo che questi possa essere Bresson. Ha innovato veramente, è piacevole al grande pubblico per la sua capacità di rendere armoniosi i suoi scatti, il contenuto delle sue fotografie arriva a tutti abbastanza bene, e inoltre scavando si può riconoscergli una capacità che va ben oltre a quella di saper mettere il soggetto nei terzi e della mera estetica.
Ma come dicevo prima... allora cosa facciamo buttiamo nella spazzatura i più ostici Eggleston, Friedlander, Frank e ecc, ecc.?

avatarjunior
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 16:53

Occorrerebbe sempre mantenere ben distinta la fotografia eseguita con intenti artistici elevati, rivolta ad un pubblico molto ampio e la fotografia fatta da fotoamatori. Per quest'ultimi lo scopo è fare fotografie soprattutto legata ad un ricordo e il cui fine ultimo è avere degli scatti, più o meno decenti, da mostrare qui, non in una personale al Tate modern.
Credo che non si possa fare un discorso unico su regole ed etica. Da fotoamatore posso fotografare il cinese che pesca con il cormorano all'alba e metterlo qui senza sentirmi in colpa. Se punto in alto posso farlo solo se aggiungo un motivo: degrado della società, la falsità dei luoghi, come sarebbe bello se, ecc.

Chiaramente se un fotoamatore ambisce elevarsi a fotografo artista che punta all'immortalità ne pagherà le conseguenze, sia in termini di critica che di etica richiesta.

avatarsupporter
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 17:28

Opisso, comprendo il tuo discorso e in gran parte concordo, però non trovo così ostico Frank...anzi...altrimenti Shermann, Goldin e Wall come li classifichiamo?MrGreen
A parte questo credo che si possano fare buoni (non solo per forum e simili ;-)) e non scontati lavori anche in luoghi visti e stravisti con occhio e fortuna anche se sicuramente non è facile e che per fare fotografia di ottimo livello non occorra per forza essere innovativi, anche se quello è sicuramente un gran plus, Salgado ad esempio non ha inventato niente, ha semplicemente portato a grandi livelli linguaggi usati da sempre attraverso ottimi progetti.

avatarsenior
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 17:39

Wall ho visto alcune foto dal vero molto belle, ma in genere in effetti lo trovo moooolto ostico, ammetto che certi scatti ho dovuto leggere la spiegazione e in taluni casi mi ha lasciato perplesso comunque malgrado gli riconosca un certo valore

avatarsupporter
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 20:05

@Vercingetorige
Se vai a leggere i thread che domandano ai membri del forum perchè fanno foto (attenzione:perchè le "fanno", non perchè le "pubblicano"), la risposta non è "memorie", ma "piacere". E' l'azione che viene cercata, non il risultato. Non ho mai capito se è una riposta paracula o sincera, ma è credibile. Uscire o dedicare del tempo a fotografare è piacevole, come qualunque altro hobby, come fare puzzle o costruire modelli di navi in bottiglia. Quando finisce, non ti interessa il risultato: non vedi l'ora di farne un altro.
Nessuno (sottolineo nessuno) mai dice: faccio foto allo scopo di pubblicarle e comunicare qualcosa. Ammetterlo esporrebbe al rischio di fallimento nel caso in cui il messaggio non arrivasse, cosa ben misurabile dai like e commenti.
Nessun fotoamatore medio accetta il rischio di esporsi ad un fallimento per un hobby. Quindi, meglio dire che è l'azione quella che conta. Su quella nessuno ti potrà mai dire che hai fallito.
Per questa ragione un fotoamatore è difficile che abbia fini artistici. Solo se è fortemente motivato e coraggioso, ma in questo caso è più un artista alla ricerca di una via che un fotoamatore.
Non è detto che chi ha questo coraggio debba per forza puntare all'immortalità. Fai del terrorismo quando gli alzi l'asticella a quel livello. Può bastare aver comunicato qualcosa.
D'altra parte, chi non lo fa, accetta di stare nella melassa del "mal comune, mezzo gaudio": nessun artista e nessuna critica. Tutti coccolati e protetti dal dilettantismo.

@Opisso
personalmente sono dell'idea che l'osservatore se interessato abbia "l'obbligo" di sforzarsi a comprendere, di prepararsi.

Non sono d'accordo. Per spiegarti perchè uso il "Jeff Wall pensiero" (visto che lo condivido).
Wall sostiene che basta essere ricettivi, accettare la sorpresa. L'effetto dell'arte, se frequentata in modo sistematico, si fa strada piano piano attraverso il processo estetico. Arriva fino ad influenzare la pratica quotidiana. Per questo i bambini/ragazzi dovrebbero andare a vedere l'arte anche se all'inizio sembra noiosa. Dagli e dagli, prima o poi entra. E' vedendo video id.ioti su youtube, periferie degradate, scuole sporche che perdono di vista i riferimenti.
Si dice spesso, non ti puoi aspettare una società giusta in un mondo brutto, e così è.

@Labritint
Wall è difficile perchè nella sua poetica c'è una forte componente contemplativa delle cose come sono. Già la contemplazione è una pratica quasi sconosciuta, ma applicata alle cose come sono (un marciapedi, una persona che cammina,...) è ancora più inconsueta.

La sua forza motrice è il piacere di rappresentare quello che vede nella sua mente riferito alla realtà. Siccome per essere realistica la rappresentazione deve essere ricca e dettagliata, spesso è poco praticabile usare la presa diretta. Ci vorrebbe un tempo enorme per attendere la combinazione di tutti i fattori che vuole rappresentare. Allora la ricostruisce con tecniche cinematografiche (ricostruzione della scena, fotomontaggio...), che fanno parte della suo bagaglio tecnico. (ndr Quante volte ho sostenuto che il fotoritocco è solo motivato da questioni di tempo in fase di ripresa!)
Non dà valore in se alla ricostruzione della realtà o al montaggio fotogafico o di scena. E' solo un mezzo necessario. Anzi, la ricostruzione deve essere meno visibile possibile, e l'osservatore non dovrebbe neppure accorgersi. Per questo le foto alle mostre sono grandi e piene di dettagli. Da web queste cose non si capiscono (come Gursky, la Chapelle per citarne due che visti 300x300 pixel perdono tutto il fascino). Questo iperrealismo un po' confonde: si capisce che c'è qualcosa di strano.

Infine, è difficile anche perché non costruisce percorsi tra le foto: sono visioni a se stanti. Sostiene che le foto non raccontino storie, ma che la storia sia creata da chi le guarda attraverso la propria memoria associativa. Se un autore vuole imporre una storia è costretto a scriverla vicino alle foto (fotoreporter, o fotoamatori amanti delle lunghe didascalie).
E' quindi difficile guardare le sue foto cercando una logica di relazione (eventi, luoghi, situazioni, tempo) perchè...non c'è (c'è una motivazione, non una logica).

user90373
avatar
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 23:07

Quali sono i limiti del fotografare ?


Semplice! Ognuno, entro i propri limiti, non ha limiti.

avatarsenior
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 23:45

A beh allora... se forse si riferiva a qualcosa che non c'entra nulla le cose cambiano... però ha sempre ragione, ci mancherebbe.

Se riceve un compenso il pescatore per una foto o per simulare un gesto, nel giro in barca,con lo stesso metro ha una logica,pagare anche il paesaggio per una foto,che poi avra' costo zero,dato che è quel paesaggio di proprieta' dell'ente parco o del comune che si va contiunamente a cercare("niente piu' sfruttamento ingannevole"cito la fonte).
Il paesaggio abusato nella fotografia,come i volti catturati per strada,per far poi bella mostra sul web e raccogliere dei like,o mettersi in fila per una foto al tramonto perchè di questo ormai si tratta.
Di conseguenza suona come nella norma offrire un compenso,per simulare il gesto della pesca o di antiche tradizioni,ripetute per fotografare l'esperienza esotica del viaggio,per sostenere che non ci sarebbe differenza alcuna durante le fasi di una pesca autentica.Così i confini del reportage sono sempre piu' labili come in altri generi di riferimento,tanto conta soltanto il risultato finale della foto "bella" per chi giudica,ma senza sollevare obiezioni a rigurado.Si parla di foto di pescatori che ho visto anch'io,in crescita esponenziale,riguardando le foto si deduce dai gesti che non stanno pescando.Sono quaranta anni e passa che mostrano reportage costruiti sulla falsa riga,sui volti di vecchi e bambini,come le esplorazioni del secolo scorso.
Per chiarie che sono stato accusato di "doppia morale" mesi fa,perchè mentre rispondevo ad un messaggio precedente,chiedendo di moderare i termini,non potevo leggere cio' che veniva scritto in contemporanea.

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 0:00

Non hai capito nulla di quello che ti ho detto e continui a restare su un punto che dovrebbe essere superato, ma comunque non importa ti ho dato ragione, che altro devo fare? Discutere con chi riesce a pensare alla fotografia solo in termini di documento e di mi piace non m'interessa

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 9:06

Infine, è difficile anche perché non costruisce percorsi tra le foto: sono visioni a se stanti. Sostiene che le foto non raccontino storie, ma che la storia sia creata da chi le guarda attraverso la propria memoria associativa.

sicuramente, faccio un esempio pratico: Dead Troops Talk (A vision after an ambush of a Red Army patrol, near Moqor, Afghanistan, winter 1986)
ovviamente commentarla senza averla vista dal vero è limitante considerando che 2,3×4,2 metri e in genere tutte le sue foto sono montate con lightbox però ho faticato a cogliere alcune cose che poi ho letto in una spiegazione dello scatto, per esempio alcuni dicono che l'ispirazione è il dipinto la zattera di medusa di Géricault, altri La morte di Sardanapalo, che per posizionare l'inquadratura e i soldati si è rifatto alle nature morte di manet, infatti non si vede orizzonte come se fossero messi su un telo.
L'autore l'ha semplicemente così commentata:
“a un certo punto ho avuto l'idea di un 'dialogo tra i morti', proveniente non so da dove; non aveva a che fare con la guerra in Afghanistan, ma era importante che i morti fossero in veste ufficiale, per dare un contenuto al dialogo immaginario”.

Nè riconosco l'importanza e l'influenza che ha avuto sulla fotografia, dal vero le opere in effetti sono perfette nel dettaglio e vederle montate retroilluminate sono molto diverse...ma continuo a faticare ad apprezzarlo e spesso non riesco a cogliere tutto quello che lui vorrebbe comunicare.
certe foto mi arrivano come Insomnia, altre come questa meno:
emilypothast.files.wordpress.com/2008/12/vag-8589.jpg



avatarsupporter
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 9:23

Ho recuperato una intervista che avevo sentito anni fa (2015):

Se hai la pazienza di sentirla tutta (40 min), è molto interessante perchè affronta il 90% dei temi che dibattiamo qui nel forum, ovviamente dal suo punto di vista: dall'instantanea, alla rappresentazione della realtà, al fotomontaggio, alla documentazione, fino "al fare" e l'effetto indotto dall'arte antica.
Fra l'altro si vede come montano i lightbox che è una curiosità interessante.
Ha un bel bagaglio di studi e ragiona molto su quello che fa.
Mi trovo a concordare su molte delle sue posizione, non tutte, ma molte.

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 9:28

@Caterina: sono i primi nomi che mi sono venuti in mente. Frank in effetti è relativamente più immediato. Anche se... vallo a dire ai primi critici che avevano visionato Americans MrGreen

@Motofoto: Si mi sono espresso male. Prepararsi non vuol dire solo leggere per sapere già prima cosa vuol dire prima l'autore, anzi... significa soprattutto "essere preparati" per riuscire a ragionare con la propria testa, magari perdendosi anche qualcosa ma dandone un'interpretazione "personale". Cioè quando dico "sforzarsi per comprendere" intendo anche quello che dici tu: "andare a vedere l'arte anche se all'inizio sembra noiosa".

@Labirint: Ho anch'io il libro di Angier. La spiegazione della foto del "tizio e verdura" in effetti è completamente astrusa, peggio di un film di Lynch. Ma probabilmente è solo una "traccia" per chi non riesce a coglierne il senso. Se il messaggio arrivasse "meglio" con le parole "non avrebbe senso" fare la foto e a questo punto si ricadrebbe davvero nel famigerato "ti spiego la foto".

user90373
avatar
inviato il 20 Febbraio 2018 ore 9:31

Riflessioni personali che, come tali, possono esser opinabili sempre nel rispetto del pensiero dell'altro.

Seguendo le sopra citate riflessioni per me e, probabilmente solo per me, la fotocamera assieme alla fotografia sono “il mezzo” atto ad ottenere “il risultato” consono alle peculiarità del mezzo; sempre più spesso ho la sensazione, forse errata, di trovarmi al cospetto di “un mezzo” usato per raggiungere “un risultato”. La differenza letteraria sembra poca cosa ma, fra determinativo “il” ed indeterminativo “un” qualche differenza dovrebbe esistere. Si potrebbe declinare anche in “un mezzo” per avere “il risultato”, oppure “il mezzo” usato per “un risultato”, però in entrambe i casi manca quella sinergia mezzo-risultato che rende la fotografia unica.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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