| inviato il 11 Gennaio 2018 ore 12:56
Se fossimo stati soli al mondo avremmo forse oggi solo il pensiero come unica forma di comunicazione 'interna'. Forse non avremmo sviluppato il linguaggio parlato nè la scrittura. Non avremmo oggi neppure internet (non so se questo sarebbe stato un bene o un male ). Il concetto di universalità avrebbe coinciso con quello di individualità. Ma così non è stato, non siamo mai stati soli in realtà, eppure universale e individuale oggi possono significare ancora la stessa cosa, senza distinzione alcuna come solitudine, ad esempio. |
| inviato il 11 Gennaio 2018 ore 14:52
la solitudine è un sentimento dettato dal fatto che siamo fatti per stare insieme, altrimenti non esisterebbe il concetto di solitudine. nella vita stessa, fin dall'inizio, è intrinseco il concetto di pluralità. La plurarità prevede sempre comunicazione, necessariamente. |
| inviato il 11 Gennaio 2018 ore 21:22
Volevo dire che universale o individuale sono la stessa cosa, sono concetti che perdono il loro significato originario e, metaforicamente, da contrari diventano sinonimi. Possono farlo, quando si riferiscono ad esempio al tempo, oppure all'arte (vetta incontrastata della comunicazione). La solitudine era solo un esempio di una 'cosa' che non può essere differenziata in universale o individuale |
| inviato il 12 Gennaio 2018 ore 8:16
Nemmeno la comunicazione può essere differenziata in universale e individuale, perché in genere parte come attività del pensiero di un individuo, ma con la finalità di raggiungerne altri. Non può esistere un linguaggio per una "comunicazione interna" che non sia puramente sensoriale (tatto, olfatto ecc.), e anche questa tipologia di linguaggi comprende da sempre anche un utilizzo come proiezione verso gli altri individui: anche i semplici batteri interagiscono tra individui (e hanno persino metodi rudimentali per scambiarsi materiale genetico, il ché presuppone qualche forma di "approccio" e quindi di comunicazione tra individui). La solitudine è un po' la versione "spirituale" di ciò che la fame è a livello materiale, cioè la sensazione necessaria a capire che abbiamo un bisogno impellente da soddisfare. |
| inviato il 12 Gennaio 2018 ore 8:47
Mi hai fatto pensare a quanti batteri ci sono in ogni foto che facciamo e quanti ne schiacciamo ogni volta che premiamo il pulsante di scatto. Ma non sono un esperto, i batteri si schiacciano? |
| inviato il 12 Gennaio 2018 ore 8:51
“ Mi hai fatto pensare a quanti batteri ci sono in ogni foto che facciamo „ e magari quella foto nemmeno gli piace |
| inviato il 12 Gennaio 2018 ore 12:39
Beh, non sono ancora vere e proprie foto ma... oggi ho fatto un test comparativo tra la mia nuova ottica da kit e il 50 che avevo già. Il cinquanta ha il tappo più grande ed è più luminoso, quindi quando c'è meno luce ci puoi fare foto che con l'altro non puoi fare (credo sia una questione di tappo). L'altro però ha lo stabilizzatore, quindi puoi usare tempi più lunghi che compensano la minore luminosità. Il problema in questi casi sono i soggetti che tendono a muoversi, non parlo solo degli i.dioti ma anche, ad esempio, le foglie degli alberi che non è che siano stupidissime. La cosa però è risolvibile fotografando muri, e poi non è neanche detto che un po' di mosso non sia piacevole (ordinata confusione). La resa è praticamente uguale, lo zoommetto ad f/5.6 e il cinquantone a f/3.5 (sarebbe in realtà un 1.4). Difficile, se non impossibile, risalire all'obiettivo esaminando particolari dell'immagine sullo schermo al 100%. Contrasto e piacevolezza identici, così come i colori. Dimenticavo, lo zoom è più leggero. Quale terrei? Entrambi, tanto non mi serve nessuno dei due. |
| inviato il 12 Gennaio 2018 ore 12:47
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| inviato il 12 Gennaio 2018 ore 14:22
Comunque per avere immagini più luminose ti consiglio di togliere il tappo... |
| inviato il 12 Gennaio 2018 ore 16:58
Quando si dice "neri tappati"! |
| inviato il 12 Gennaio 2018 ore 20:56
... in questo scatto raffinato l'autore chiaramente si rifà metaforicamente alla siepe di Leopardi.... [...] questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude [...] |
| inviato il 12 Gennaio 2018 ore 21:31
Chiaramente però ci sono stato veramente là dove il poeta ebbe l'ispirazione, insomma il suo colle a Recanati. |
| inviato il 12 Gennaio 2018 ore 21:33
è quell' “ arrivederci e grazie „ che non si sposa benissimo con il pessimismo cosmico. |
| inviato il 12 Gennaio 2018 ore 22:51
In realtà volevo introdurre un altro quesito decisivo: - quali sono le caratteristiche fondamentali che distinguono il bravo commentatore di foto sui forum? - 'lettore di portfolio' si nasce, oppure c'è la laurea magistrale? |
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