user46920 | inviato il 27 Aprile 2017 ore 18:29
“ Però con la costanza, i risultati sono molto più sicuri, e il "colpaggio" più probabile. „
esatto! ... a furia di andare a delle mostre d'arte, prima o poi ti capiterà di incontrare l'arte dell'aspetto in sintonia con l'arte della mostra ... o un cane che salta esattamente come indicato dal cartello 
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| inviato il 27 Aprile 2017 ore 19:08
Simpatica...ma solo a me pare un fotomontaggio?
Oppure qualcuno mi saprebbe indicare dove si trovano spiagge che appongono simili cartelli dalla dubbia utilità e per giunta inesistenti? 
Comunque ampiamente condivisibili gli ultimi post. |
| inviato il 27 Aprile 2017 ore 20:19
per me è una regola sacrosanta, che ho dovuto imparare per lavoro come scattino ai tempi.
che vedo applicata nelle foto che attirano la mia attenzione e in molte di quelle che non mi piacciono per niente.
di contro la traduzione rpatica è molto sottile, bisogna capire che cosa si sta riprendendo, se luce, se colore, se un momento.
a volte la traduzione può essere: chiarisci subito chi è soggetto e chi sfondo.
vale sempre la regola che se una foto la devi spiegare non funziona. se con la spiegazione invece si dà il jolly all'osservatore che già se la stava godendo è il top.
se avete modo di trovare le foto della campagna elettorale del candidato francese alternativo alla lepen godetevele, son fatte molto bene, sono foto di grande inclusione di elementi in cui però lo sguardo dell'osservatore va con forza dove voluto dal fotografo. sono foto belle e di grande potenza secondo me. per il genere ovviamente! |
| inviato il 27 Aprile 2017 ore 21:08
Pingalep hai un link do ve si possono vedere le immagini di cui parli siccome adesso in questi giorni c'è ne sono una valanga. |
| inviato il 28 Aprile 2017 ore 0:13
purtroppo non saprei ritrovarle servirebbe una query in francese. anche le foto preferite del fotografo ufficiale di obama secondo me sono molto belle ed emblematiche.
il fatto è che per fare belle composizioni nel giusto momento servono una serie di fattori tra cui tanto tempo a disposzione da dedicare alla costruzione e alla "pesca" del momento.
c'è anche un fotografo canadese abbastanza famoso, christopher wahl, ritrattista che fa foto di reportage molto belle, difficili da beccare perchè immerse su google in un mare di suoi ritratti(molto belli). c'è anche un video su youtube su di lui, interessante e divertente, e pornografico per noi fotomani dato che si vede fior di attrezzatura!
ecco l'idea che la foto sia sempre sostanzialmetne un ritratto, e che quindi bisogna capire chi è il soggetto, animato o meno che sia, e quale il suo contesto, potrebbe essere un'latra buona traduzione di "togliere e semplificare il più possibile"
EDIT
alcune foto
www.christopherwahl.com/files/gimgs/33_pictures18.jpg
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| inviato il 28 Aprile 2017 ore 11:36
Ciao Pingalep,
la foto che presenti è proprio azzeccata: Non c'è nulla di superfluo.
Si vedono tante foto di personaggi fotografati durante un'intervista con una selva di microfoni davanti. In questo caso però, oltre all'originalità del punto di ripresa, i microfoni creano delle linee prospettiche che vanno a confluire nel punto centrale dell'immagine, dove c'è il personaggio. Una vera genialata!
Ciao, Roberto |
| inviato il 28 Aprile 2017 ore 11:43
E' assolutamente corretto il concetto...
Togliere significa saper capire cosa stiamo fotografando, quale è il soggetto...E su questa base costruire l'immagine con l'unico obbiettivo di valorizzarlo...
Il che on significa fare foto minimal, ma solo saper a mio avviso comunicare con la fotografia... |
| inviato il 28 Aprile 2017 ore 11:58
Boh... mi sembra la storia del bicchiere mezzo pieno.
Il topic avrebbe potuto intitolarsi anche "bisogna saper inserire" e le considerazioni sarebbero state le stesse. Il fatto è che volenti o nolenti il frame toglie sempre qualcosa e riprende sempre qualcosa.
Se poi vogliamo fare una distinzione su chi preferisce avere pochi chiari elementi e chi preferisce avere un'immagine più ricca... Ma non esiste comunque un "meglio". Si trovano indistintamente caterve di esempi di grandissimi fotografi che abbracciano una o l'altra filosofia. |
| inviato il 28 Aprile 2017 ore 12:02
“ la foto che presenti è proprio azzeccata: Non c'è nulla di superfluo. „
Guardatelo, neppure una caccola nel naso! mi sembra un bel messaggio per un politico |
| inviato il 28 Aprile 2017 ore 12:04
“ avere pochi chiari elementi „
Non è quella la questione a mio avviso....
Tu puoi avere anche un frame stra pieno, ma dal quale tu hai tolto il superfluo...
Un bell'esercizio lo si fa fotografando nei boschi...All'occhio è tutto bello...Poi componi quello che vedi e risulta uno schifo...allora impari a selezionare, capire quali sono gli elementi essenziali per narrare quel luogo, e da qui le tecniche migliori per rappresentarli...Ed inevitabilmente ne risultano foto migliori...
Fidati, la teoria del togliere funziona molto meglio di quella dell'aggiungere |
| inviato il 28 Aprile 2017 ore 15:53
Tanto per fare da contraltare...in fatto di gusti
Della foto linkata è apprezzabile l'inquadratura insolita.
Ma questo primo e unico punto a favore determina:
Del soggetto vengono evidenziate ed enfatizzate l'inestetica pappagogia o doppio mento, volto con inclinatura sghemba e dai tratti irriconoscibili. Narici infelicemente viste da sotto e occhi nulli.
Nella sua gola incombono , come a troncargli il collo, dita e mani informe dalla giusta scelta di sfuocarle, ma per rubargli gran parte della scena o meglio del fotogramma inquadrato.
Scena ugualmente svolta da protagonista dalla mano col miscrofono triangolare il cui intento sembra quello di cacciarglielo in uno delle due fessure definibili come occhi.
Riassumento in conclusione è davvero un'ottima immagine.  |
| inviato il 28 Aprile 2017 ore 16:05
“ Fidati, la teoria del togliere funziona molto meglio di quella dell'aggiungere „
Mah, io sinceramente in molti dei fotografi che prediligo ci vedo solo la teoria di risolvere lo scatto con l'inquadratura che funziona. Vedono la scena e riescono a coglierla in modo "naturale" ma che appunto funziona. Togliendo e contemporaneamente inserendo.
Poi certo mica ha fotografato l'Aleph del racconto di Borges per cui qualcosa rimane fuori di sicuro. E quello che rimane (la foto) deve funzionare. Ma questa è una banalità.
In realtà penso che il problema delle incomprensioni in questa discussione sia che ognuno ha in mente il suo mondo ideale fotografico.
Per cui ammetto che, anche se non riesco a figurarmi esattamente il processo mentale di chi la pratica, che la filosofia del saper togliere possa portare a ottimi risultati. Prendo per buono l'esempio dei boschi
Ma se penso ai libri che ho a casa di Shore, Friedlander, Eggleston e altri... Non riesco proprio ad associarli a questo metodo/filosofia.
Ma forse non ha poi così importanza.
Un po' come quando la foto è venuta bene e dai dati di scatto non si può capire a posteriori se si era in modalità automatica o manuale. Così se l'inquadratura è venuta bene forse ha anche poso senso chiedersi se si stava scalpellando (togliendo) o scrivendo (aggiungendo). Alla fine si stava solo... interpretando.
PS
Comunque non venitemi a dire che Friedlander abbracciava in toto la filosofia del saper togliere
d2wsxwt4dr9n8v.cloudfront.net/cf/www.gittermangallery.com/16792_h2048w
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| inviato il 28 Aprile 2017 ore 16:07
@Remember
a me la cosa che disturba di più in quella foto, è la tipa bionda perfettamente a fuoco mezza tagliata che si intravede sul margine sinistro. |
| inviato il 28 Aprile 2017 ore 16:09
per come la vedo io quella foto sarà all'interno di un progetto su qualche cittadina o altro,perché presa da sola io l'avrei cestinata, cane compreso |
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