| inviato il 05 Febbraio 2016 ore 13:56
Murmunto, hai fatto una riflessione molto interessante, dove-come posso approfondire l'argomento? |
| inviato il 05 Febbraio 2016 ore 14:45
Basterebbe acquistare anche qualche libro di pittura sul colore, ci sono molte similitudini con la fotografia del paesaggio (ma anche in generale) |
| inviato il 05 Febbraio 2016 ore 14:57
Mi permetto un appunto in merito al colore. Non é in discussione la simbologia emozionale della cromia, ma la sua intensitá, che nel caso specifico di Marc Adamus, soprattutto nella galleria "Rivers and Streams" é oggettivamente (di molto) fuori gamma. Ce ne si puó rendere conto solo facendosi l'occhio, tenendo attiva la funzione "avvertimento gamma" presente su Photoshop. |
user12181 | inviato il 05 Febbraio 2016 ore 16:21
“ dove-come posso approfondire l'argomento? „ I testi di H.D.Thoreau sono nelle librerie, ancor di più in quelle on line. A parte Walden, edito da diversi editori in modo accurato (Rizzoli Bur, Mondadori Oscar classici, Einaudi ET classici, mi pare anche Feltrinelli), ci sono diversi suoi testi tradotti in italiano con il testo inglese a fronte da La vita felice (purtroppo questo editore, se ha il merito di stampare e proporre al lettore italiano il testo inglese, non cura altrettanto la traduzione italiana, sempre gravemente scorretta, spesso incredibilmente grottesca, probabilmente affidata a traduttori/traduttrici altamente ignoranti - anche dell'inglese, ma ancor più dell'italiano - e quindi meno costosi...). E' bellissimo I boschi del Maine , da cui è tratto il brano citato. In ogni caso Thoreau è il padre di tutto l'ambientalismo americano e non solo (e non solo questo). Quando non si trovano riferimenti diretti a lui, spesso si trovano riferimenti a J. Muir che è stato influenzato profondamente dalle idee di Thoreau e ha continuato a leggerlo tutta la vita. Thoreau ha prodotto alcune categorie fondamentali della percezione americana, e più in generale moderna, della natura (e, ripeto, non solo questo, sta anche dietro buona parte del radicalismo politico e sociale moderno, direi forse meglio postmoderno). A proposito di quanto ho scritto prima, ho appena letto un'intervista molto interessante del M. Metternich che avevo menzionato. Viene fuori in modo abbastanza paradigmatico, direi anche ingenuamente retorico (c'è addirittura una foto talmente enfatica da essere ridicola) tutta la religiosità naturalistica e l'attivismo sovraeccitato di questi fotografi. Ha anche fatto l'esperienza di una sua personale Walden in un SUV, invece che in una cabin... www.capturelandscapes.com/photographer-of-the-month-mark-metternich/ |
user12181 | inviato il 05 Febbraio 2016 ore 16:26
“ é oggettivamente (di molto) fuori gamma „ Beh, allora... forse si deve esercitare con i close up dei fiori così se ne accorgerà subito. |
| inviato il 05 Febbraio 2016 ore 16:35
Interessante Murmunto. Grazie per lo spunto ed il link. |
| inviato il 05 Febbraio 2016 ore 16:36
Ogni tanto seguo anche io le foto di Mark, molto interessanti e sicuramente spettacolari, ma non riesco a capire perchè questi fotografi non vanno al di là dei 16mm di focale, giuro. Esistono fotografi americani, che in molti non si cagano forse perchè non sono molto wow, ma Con una visuale della fotografia più ampia rispetto, a mio avviso, dei loro compaesani. Guy Tal (che io personalmente adoro) e David Cobb ad esempio vanno al di là del gran paesaggio, raccontando anche le sfumature intime ed i dettagli del paesaggio americano. Michele Frye invece sta facendo un ottimo lavoro Fotografico raccontando minuziosamente il Parco dello Yosemite. E ce ne sono tanti altri che secondo me meritano menzione. |
user39791 | inviato il 05 Febbraio 2016 ore 16:40
A pagina 8 mi sento di ringraziare Luca per aver proposto un autore che ha dato seguito a un'ottima discussione, dalla quale sono emersi anche buonissimi spunti per un ulteriore approfondimento! Detto ciò ho notato che questi giovani paesaggisti americani (che per lo più non conoscevo) hanno tutti, chi più chi meno, un forte gusto rivolto alla spettacolarizzazione delle loro foto. Tendenza che a me non dispiace per nulla quando è realizzata bene come nel loro caso. |
| inviato il 05 Febbraio 2016 ore 16:46
Oddio, Guy Tal e Michael Frye avranno na 50na d'anni di cui 30 passati a fotografare :=P comunque se vi va ho proposto un altro fotografo anglosassone |
user39791 | inviato il 05 Febbraio 2016 ore 16:47
Hueeeeeee Antò pure io "ci ho" circa la loro età, mica vorrai dire che sono vecchio!!!!!!!!!! |
| inviato il 05 Febbraio 2016 ore 16:51
Ahahahah non mi permetterei mai :P |
user39791 | inviato il 05 Febbraio 2016 ore 16:52
|
| inviato il 05 Febbraio 2016 ore 16:54
Vecchio anche io... |
| inviato il 05 Febbraio 2016 ore 16:57
Mamma mia! Non pensavo di suscitare una discussione così accesa! Mi fa molto molto piacere!! |
| inviato il 05 Febbraio 2016 ore 17:02
@Murmunto: io credo che Thoreau abbia ispirato piú i backpackers che questa categoria di Fotografi. Tant'é che dei valori e dell'etica tipica dell'umanista/filosofo da te citato, quali essenzialismo, essenzialitá ed estrema sacralitá della Natura (l'uomo che commette il grave errore di allontanarsi dalla Natura a ridosso della Rivoluzione Industriale, sembra quasi una parafrasi biblica), si vede ben poco nelle opere di questi autori. Poi concordo con te, relativamente al fatto che possa essere una moda (figa) citarlo oggi. Oltretutto volendone proprio discutere Thoreau non era assolutamente un nomade, dato che ha passato circa due anni praticamente nello stesso posto e neanche molto distante da casa (il Walden come ben sai era un piccolo lago nei pressi di Concord). Ci vedo molta piú conteplazione (Ansel Adams) che avventura (Galen Rowell, che vedo molto legato all'idea romantica di Natura tipica del grande Caspar David Friedrich). Grazie per l'interessantissimo spunto! |
|

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |