| inviato il 17 Settembre 2015 ore 12:52
@Batcaius “ qualsiasi cosa la conosciamo perchè è stata "etichettata" da qualcuno, quindi si ritorna al concetto che "arte" è un'etichetta come altre... „ E' qui il dubbio o l'inganno. Il colore blu ha un suo identificativo univoco. Al di là dei gradienti, il blu è tale per tutti coloro che non sono daltonici. Nessuno vede il blu come un arancione (il suo opposto). Possiamo disquisire sul perché il nome "blu" o non "belu" o "pippo", poco importa. Ma l'Arte come può essere definita? Qual'è il suo identificativo? Per me l'Arte non è un'etichetta, anche se devo ancora capire cos'è esattamente | 
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 13:21
Grazie Alleph01 della tua risposta. Ho capito il tuo intento dell'intervento di ieri, lo hai ben chiarito. Tuttavia io mi fermo molto, prima di avere comprensione dell'aggettivo, a cercare di avere la comprensione del soggetto. Nel riconoscimento dell'arte sono decisamente arenato e non mi ritrovo completamente nei due postulati che hai scritto. Per il soggetto invece, in questo caso la fotografia, mi sono dato un metodo. Quando scatto una fotografia io, ad esempio, cerco di avere consapevolezza di ciò che faccio e in tutti i modi cerco di far si che il prodotto del mio fare sia inequivocabilmente una fotografia. Quando vedo una fotografia altrui, mi preoccupo subito di capire cosa stò guardando. Qualcuno potrebbe osservare che pigiando il pulsante di scatto si ha sempre una fotografia e se si ha la stampa o la raffigurazione di quello scatto quella é senza meno una fotografia. Io non sono d'accordo. Se non vi é una consapevolezza e in sintesi un perché, non vi é fotografia. Per questo frapponevo ieri, tra fotografia e arte, il perché. Poi, superata questa fase, sono convinto che si possa valutare l'attribuzione di opera d'arte (l'aggettivo) ma anche l'appellativo di "inutile" quando é il caso (nelle mie foto la cosa é cronica ). Ma, ribadisco, per il riconoscimento dell'arte sono ancora indietro. In linea di massima non mi trovo d'accordo con Caputo che sostiene, alle 12:44, che é l'autore a stabilire se la sua opera é arte. Credo che possa succedere anche ché l'opera sia valorizzata indipendetemente dalla valorizzazione del suo autore. Spero di avere offerto qualche supporto alla discussione che continuo a seguire interessato. | 
user46920 | inviato il 17 Settembre 2015 ore 13:26
Batcaius: “ a tutt'oggi, non è ancora chiaro se questi stimoli sono universali per tutti. Significa per esempio che il colore "blu" che vedo io può essere totalmente differente dal colore "blu" visto da un altro. Se ci pensate, quel colore è stato "etichettato" nei nostri primi giorni di apprendimento da altre persone che indicandocelo „ è sempre molto affascinante la filosofia Zen e anche molto acuta, per quel poco che ho sentito in giro, ma la teoria della soggettività detta in questo modo, può solo rappresentare una leggenda irreale . E mi spiego: una persona daltonica può essere aiutata a riconoscere i colori e per fare questo è necessaria una logica scentifica e riproducibile. I colori esistono ed appartengono a delle precise frequenze, riproducibili come le note musicali, quindi questi stimoli sono sicuramente universali e siccome i ricettori sono conformati da cellule comuni alla nostra specie, lo sono per tutti quelli con la vista non-daltonica. Poi una qualche differenza di sfumature sarà sicuramente possibile e di difficile misurazione, ma da quello che sento nei commenti delle attrezzature e delle immagini fotografiche, sembra che la taratura generale ci sia e che sia anche abbastanza precisa. E' impossibile che io vedo rosso e tu vedi verde, è sostanzialmente impossibile ... però sei liberissimo e hai tutta la possibilità del mondo di credere anche il contrario | 
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 13:59
Scusate, cari aristotelici, ma mi permetto di dissentire. Il blu "reale" che è assolutamente blu, "in realtà" non è sempre uguale. E quindi non è sempre un certo preciso blu. Possiamo forse dire che il blu, dato un predefinito bilanciamento del bianco, è "reale". (Ma allora si potrebbe dire che un'auto (o una matita) blu, fotografata al tramonto o a mezzogiorno, non ha lo stesso colore; e chi guarderà le due diverse foto percepirà un messaggio leggermente diverso, e nell'indirizzare l'osservatore verso un messaggio anziché un altro sta la maestria dell'Artista). | 
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 15:29
“ Credo che possa succedere anche ché l'opera sia valorizzata indipendetemente dalla valorizzazione del suo autore. „ Qui ti quoto in pieno. Ma è quando scrivi “ Se non vi é una consapevolezza e in sintesi un perché, non vi é fotografia. „ che faccio più fatica a seguirti. Chi dà il perché alla fotografia? Una foto scattata come ricordo ha un perché molto diverso per il soggetto ritratto da quello che gli può venire assegnato da persone esterne. Giusto? Ma questo potrebbe non inficiare il fatto che se lo scatto è particolarmente bello e comunicativo, possa essere considerato "di valore" (non voglio usare il termine Arte) anche attribuendogli altri e diversi perché. Così come il contrario. Sbaglio? Quindi una fotografia potrebbe essere tale solo per chi l'ha scattata o per chi vi è ritratto e non per altri? In sostanza una cosa può essere se stessa ed il contrario di se stessa? | 
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 15:41
“ Nel riconoscimento dell'arte ... non mi ritrovo completamente nei due postulati che hai scritto „ Certo sono postulati controvertibili, estratti dalla definizione della Traccani. Ma se non arriviamo a capire cos'è l'Arte, come possiamo affiancarla alla fotografia? Per te cos'è l'Arte? Chi si vuole esprimere sul concetto di Arte? “ nell'indirizzare l'osservatore verso un messaggio anziché un altro sta la maestria dell'Artista „ Vogliamo provare a definire l'artista? (ps: bandita la definizione tautologica "E' artista che fa le opere d'arte") PS: Vero che si può parafrasare dicendo che non si è d'accordo sul concetto di fotografia non si può nemmeno accostarla all'arte. Questa la definizione Treccani per fotografia: Procedimento che, mediante processi chimico-fisici o digitali, permette di ottenere, servendosi di una macchina fotografica, l'immagine di persone, oggetti, strutture, situazioni su lastre, carte chimicamente preparate o su supporti magnetici. | 
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 16:11
L'arte potrebbe essere il tentativo dell'uomo di materializzare una intuizione dell'assoluto.... (non è roba mia..) Il problema è che noi ci siamo dentro (inconsapevolmente) e vano sarà ogni tentativo di osservarlo dall'esterno. È arte quello che va nella direzione del bene, ma anche del male... È arte anche il sapersi vendere, il far credere agli altri chissà cosa...Va a finire che tutto può essere arte. Il limite deve venire da dentro di noi, non da una qualsiasi dottrina imbevuta di nozioni che se mal usate lasciano il tempo che trovano... Se siamo convinti di essere artisti, per noi stessi lo saremo, e poco importano le critiche, o i consigli degli altri...( che in fondo gli "altri"sbagliano tutto!) Abbiamo fatto una cosa che non volevamo fare ma che per gli altri è un'opera d'arte? Saremo degli artisti per forza!! E magari ce ne stiamo da una parte a sorridere godendoci facili onori e benefici. (I falsi Modigliani insegnano...) E poi, diciamo la verità... un po rode vedere la fortuna di chi non se la merita. Ma chi siamo per giudicare tutto e tutti? Quello che rimane è la consapevolezza e la compressione di noi e del mondo esterno. Le nozioni ben usate e l'esperienza ci faranno davvero capire se una fotografia, un quadro, o chissà cosa, abbia quel qualcosa in più che la rende speciale. Non importa se saremo gli unici a pensare una cosa, non importa neanche citare i pensieri di altri per affermare i nostri. Forse la cosa che più dobbiamo imparare è il rispetto di chi non la pensa come noi. | 
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 16:29
@ Alleph01 Devo rispondere con ordine ai tuoi quesiti altrimenti rischio di essere dispersivo. “ Chi dà il perché alla fotografia? „ Partirei dalla matrice. Chi la scatta direi. Io sulle mie non demando a nessuno. Non nego che in mancanza di questa volontà interviene spesso chi vede lo scatto e gli attribuisce anche un perchè, anche se tutto suo. Ma c'é una assenza di intenti. “ Una foto scattata come ricordo ha un perché molto diverso per il soggetto ritratto da quello che gli può venire assegnato da persone esterne. Giusto? „ Ha un perché. In questo caso molto soggettivo ma lo ha. Un piccolo inciso poi continuo: quante foto hai nel cassetto o nell'hard disk che hai fatto perché fossero ricordo? Allo scatto avevi l'emergenza di avere un ricordo di un momento ? Se sí, ecco emergere una consapevolezza, un perché ed una fotografia. Continuo: al tuo quesito mi viene in mente "la scala dei valori" a cui forse si riferiva Jeronim qualche giorno fá in una sua discussione. Dopo la matrice, che individuo tra il fotografo e la macchina fotografica (che ci mette del suo) , poi la fotografia in quanto tale diviene un luogo di incontro tra lo sguardo di chi ha scattato e quello di chi osserva. Se ti fai portatore di uno sguardo coltivato, consapevole, mirato..non só più che aggiungere.... l'appuntamento sará tanto piú preciso ed inequivocabile. Credo che piú é preciso e piú aumenta il valore oggettivo e piú il suo valore assoluto. Volutamente non parlo di arte perché ancora non credo sia in questo. Sul valore e la riconoscibilità dell' arte ancora mi defilo. Mi soffermo ancora molto sul soggetto che potrebbe essere definito arte. | 
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 17:02
Fotografia è arte? SI. | 
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 17:04
@Danidani1966 Quindi un fotografo è un artista? Tu sei un artista? | 
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 17:06
No, ma neanche un fotografo, mi definisco "Scattatore" | 
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 17:59
se comunque vogliamo attenerci al semplice significato che il dizionario da della parola Arte, "Attività dell'uomo basata sul possesso di una tecnica, su un sapere acquisito sia teoricamente che attraverso l'esperienza", quando avrò imparato a fare fotografie (e non scatti) sarò anch'io un "artista". D'altra parte se è considerata "opera D'arte" un barattolo con la scritta "merda D'Artista" tanto da venderlo a più di 120.000 Euro, posso considerare arte anche i miei scatti che fanno ca...re. | 
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 18:04
@ingatius concordo con il tuo ragionamento... infatti il mio voler portare come esempio Magritte e la sua pipa, vuole rafforzare il concetto che una "rappresentazione" della realtà....NON è la realtà, e spalanca le porte ad altre dimensioni... la "pittura" deve evolversi, il rappresentare teste la realtà non ha piu senso, si deve cercare di rappresentare qualche cosa di piu... un concetto.... un sentimento.... un idea.... qualche cosa che va oltre al colore e che tipo di colore.... se puro o se perfettamente reale, non è importante.... l arte deve esprimere valori universalmente riconosciuti....o universalmente sconosciuti.... che cos'è l arte??? Edvard Munch .... (osannato dai suoi contemporanei come un genio innovatore.... era ritenuto un impostore dai critici, i suoi quadri esposti in diverse mostre furono definiti delle "arlecchinate".i pittori invece ne riconobbero immediatamente le doti, la genialità, ed era totalmente autodidatta.....) la definiva cosi "l arte è il sangue del cuore"... lui come molti altri Artisti, ha sempre dedicato ogni istante della vita a ricercare e produrre incessantemente, la sua produzione è immensa, immensa ricerca di voler "esprimere" qualche cosa che lo tormentava, definiva egli stesso le sue opere (anche le non finite...incompiute...)come mattoni per arrivare alla sommita della piramide... | 
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 18:14
@Danidani gia all epoca Piero Manzoni le vendeva care.... "scatolette di Merda d'artista("contenuto netto gr.30, conservata al naturale, prodotta ed inscatolata nel maggio 1961"). Il prezzo fissato dall'artista per le 90 scatolette (rigorosamente numerate) corrispondeva al valore corrente dell'oro" Autoreferenziale....si... ma non solo.... poi ha dato vita anche al "fiato d'artista".... palloncini gonfiati ad "alito vitale di Manzoni"..... io ci vedo anche una denuncia alle politiche artistiche tanto dibattutte anche qui.... riassumendo...sei un Artista puoi vendere anche merda.... tutti te la comprano ugualmente.... (ricordati di numerarla però) | 
| inviato il 17 Settembre 2015 ore 18:40
Danidani Stando a quella definizione del dizionario siamo tutti artisti in ogni attività che facciamo. Fosse così tutto è arte e l'arte non avrebbe alcun valore. Però non è così. Chi è che fa in modo che un'opera assuma un valore... O meglio, quel valore che la pone a diventare un'opera d'arte? Qui si pone, implicitamente, un nuovo elemento. Quello del valore. Da cui nasce spontanea la domanda: ma un'opera d'arte è tale solo se ha un valore economico? Scusate la scrittura sono da cellulare |
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