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Rapporto tra fotografia e realtà


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avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2014 ore 15:43

L'ho già scritto nelle prime battute di questo post, ma cerco di riprendere il discorso per renderlo, spero, più chiaro.
Secondo me il rapporto fra fotografia e il soggetto non è poco importante, se non ci fosse il soggetto o oggetto o panorama da riprendere (che vogliamo chiamare in questo caso "realtà") non ci sarebbe neppure la fotografia. Non si può fotografare il nulla.
Però la fotografia, a parte questo primo ed unico rapporto iniziale con la realtà, secondo me non ne ha altri.
Una volta scattata una immagine, questa sarà sempre e solo una "rappresentazione" della realtà, non la realtà stessa.
In quanto rappresentazione, la realtà verrà impressa nell'immagine in maniera soggettiva o, se vogliamo, "distorta" o modificata dalla soggettività del fotografo.
Già in fase di ripresa il fotografo deciderà quali focale usare (un grandangolo darà un risultato molto diverso rispetto ad un teleobiettivo, e viceversa), il punto di ripresa, cosa includere o escludere dalla composizione... già questi pochi elementi renderanno il suo scatto una rappresentazione e non "la realtà" in quanto tale.
Quindi pensare che solo la postproduzione sia il male della fotografia in quanto non la rende "reale", per me è una emerita panzana, perchè già in fase di scatto ogni nostra scelta darà un risultato ben lontano dalla realtà delle cose ivi riprese.
Cosa vi è di reale in una lunga esposizione? Voi vedete così, fiumi o mari setosi? Eppure quell'effetto non si crea in postproduzione, ma in ripresa diretta! L'uso dei filtri? Del polarizzatore? Il loro uso avvicina o allontana dalla "realtà"?

Il discorso non può vertere solo su postproduzione si, postproduzione no, fotoritocco si, fotoritocco no, in quanto l'interpretazione personale della "realtà" ripresa avviene già in fase di scatto, non solo davanti al pc.
Ovviamente sempre tutto secondo me;-)
Barbara

avatarjunior
inviato il 24 Novembre 2014 ore 17:04

@Barbara
Grazie di essere tornata ;-)
Il tuo discorso è chiaro, infatti ci tengo sempre a precisare che per me non è questione solo di post produzione.
Sul fatto che la fotografia sia una rappresentazione della realtà e non la realtà stessa (come aveva sottolineato all'inizio Shambola portando anche l'esempio della pipa) sono d'accordo, quello che non condivido è la conclusione a cui arrivi, cioè che questo "svincoli" da qualsiasi relazione. Ovviamente si tratta di opinioni, e infatti questo era quello che volevo sapere ;-) quindi non penso che si possa dire chi ha ragione. Però volevo capire se per te, come per esempio per Nicola, il rapporto con "l'aspetto fisico" (diciamo così) dell'oggetto è sempre secondario. Per esempio ai fini della comprensione della foto e del suo giudizio.

Sul fotoritocco la questione è più complicata, per me, nel senso che lo si porta ad esempio più che altro perché in quella fase si interviene maggiormente e con più libertà, e quindi è un po' emblematica dell'approccio pittorico alla fotografia. Personalmente quando scatto tendo a pensare già a come vorrei sviluppare l'immagine e non mi pongo limiti a priori (dipende da ciò che cerco), anche se, come L'occhiodelcigno, nella mia testa vedo concrete differenze tra fotografia e immagine digitale.

avatarsupporter
inviato il 24 Novembre 2014 ore 17:20

Entro in questo post dicendo che la fotografia è una delle forme di arte figurativa. Per me ha lo stesso rapporto con la realtà che hanno i sogni, sia notturni che immaginati.Eeeek!!!

avatarjunior
inviato il 24 Novembre 2014 ore 17:26

@Daniele
Condivido pienamente il tuo discorso, anche se non ho capito perché dovremmo ricordare o solo Fidia o solo Prassitele MrGreen

Il concetto che vorrei approfondire è proprio quello della
ricerca, più o meno inconscia, di rideterminare dei canoni che vadano oltre la pura e semplice realtà fisica

nel senso che a me non convince l'argomentazione che il nesso debba essere sempre secondario. Io nei miei canoni mentali ad esempio lo tengo in considerazione, non primaria certo, ma sufficiente per "categorizzare" in modo diverso delle foto.

Per esempio (sto pensando e scrivendo in tempo reale, quindi perdonatemi se magari sono poco chiaro o semplicistico) mi trovo davanti a un paesaggio. Montagne innevate. Voglio fotografarlo, cerco la composizione migliore dal posto in cui mi trovo, aspetto la luce adatta, cambio lente a seconda delle necessità e scatto (in sintesi). Assodato che non otterrò qualcosa di identico a ciò che vedo, a questo punto posso ragionare in modi diversi: voglio fare un "dipinto" e per me i monti sono solo un pretesto (esagero), quindi il mio scopo è solo emozionare e trasmettere la sensazione di un bel paesaggio innevato, oppure voglio riprendere quel paesaggio in quel momento ovviamente secondo canoni di gradevolezza, ma comunque attenendomi a una verosimiglianza sensata. Non credo sia una questione di distinzione di genere: paesaggio e reportage, sono entrambi paesaggi, che però si pongono diversamente, quindi per esempio anch'io li osserverò diversamente, apprezzandone aspetti diversi.
È buffo che mi vengano in mente quasi sempre esempi di paesaggi, genere che non mi piace neanche troppo, va beh spero si sia inteso il problema.

avatarjunior
inviato il 24 Novembre 2014 ore 17:29

@Claudio Cortesi

Entro in questo post dicendo che la fotografia è una delle forme di arte figurativa. Per me ha lo stesso rapporto con la realtà che hanno i sogni, sia notturni che immaginati


Bello! sono molto affascinato dalla tematica del sogno!
Ma per te è sempre così? Anche quando guardi le foto altrui?

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2014 ore 17:36

Una volta scattata una immagine, questa sarà sempre e solo una "rappresentazione" della realtà, non la realtà stessa.

Il discorso non può vertere solo su postproduzione si, postproduzione no, fotoritocco si, fotoritocco no, in quanto l'interpretazione personale della "realtà" ripresa avviene già in fase di scatto, non solo davanti al pc.

Non sono d'accordo su quanto sostiene Barbara. Mi fermerei al concetto di "coriandolo della realtà" che insieme agli altri coriandoli danno poi l'insieme... Non vado oltre. Un saluto.

avatarsupporter
inviato il 24 Novembre 2014 ore 17:46

Averroe': mi piacciono molto le foto che costruiscono atmosfere oniriche. Ma amo molto anche le foto descrittive della realtà, come il ritratto spontaneo e la fotografia naturalistica. In tutti questi ambiti ho una sola regola: VIETATO VIETARE. L'arte infatti è libera e non può essere costretta da regole e regolamenti. Di conseguenza la realtà deve essere interpretata, possibilmente, non solo descritta. Possono essere riprodotte attraverso la pp situazioni viste e persino solo immaginate. Sotto queste immagini però deve essere precisato che non si tratta di fotografie ma per l'appunto immagini costruite in pp.

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2014 ore 18:02

Ciao Averroè,
per il discorso di Fidia o Prassitele intendevo che secondo la mentalità dei galleristi attuali sarebbero troppo simili, perciò probabilmente solo chi è arrivato prima (nella fattispecie Fidia) avrebbe avuto fortuna.

per la seconda parte della tua risposta sono d'accordo se la forzatura è evidente (come in certi HDR spinti); ad esempio, a me piacciono parecchie immagini di Marc Adamus (e non mi si venga a dire che non le ritocca), però quando mostra i cieli LILLA sulle montagne degli Stati Uniti mi lascia quantomeno perplesso. Rimane il fatto, come giustamente ha fatto notare Barbara, che anche le scelte che necessariamente operiamo prima dello scatto sono orientate a restituire non tanto la realtà così com'è, ma una nostra interpretazione, quindi se, invece di usare il polarizzatore, si drammatizza un po' il cielo con Photoshop non ci vedo differenze d'intenti (anche perché se non avessi due pola da 30 anni, con i prezzi attuali non mi sognerei nemmeno di acquistarli, e nemmeno Photoshop, infatti lo uso solo al lavoro; a casa mi accontento di Gimp).

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2014 ore 19:07

paesaggio e reportage, sono entrambi paesaggi, che però si pongono diversamente, quindi per esempio anch'io li osserverò diversamente, apprezzandone aspetti diversi.


Il reportage però implica che ci sia una storia che vuoi raccontare possibilmente con più fotoMrGreen

user14286
avatar
inviato il 24 Novembre 2014 ore 19:17

Di conseguenza la realtà deve essere interpretata, possibilmente, non solo descritta.


La realtà è SEMPRE interpretata, anche quando "descritta". Come dicevo qualche post fa, non esiste una realtà oggettiva così come comunemente intesa, ma solo quella che il nostro vissuto e le nostre percezioni filtrano. Non solo dal lato fotografo, ma anche dal lato osservatore...

avatarsupporter
inviato il 24 Novembre 2014 ore 19:23

Veleno: "non esiste una realtà oggettiva così come comunemente intesa, ma solo quella che il nostro vissuto e le nostre percezioni filtrano" .

Ricordo e preciso che il punto di vista scientifico e galileiano afferma l'esistenza di una sola realtà, che ognuno di noi filtra attraverso la sua percezione e il suo sistema cognitivo che risiede nella corteccia cerebrale. L'arte e perciò la fotografia è interpretazione della realtà. Si può anche arrivare a preferire una descrizione fedele e ad alta definizione della realtà. Ma non per questo si può negare la parte intuitiva, immaginativa della realtà che è espressione, lo spazio principale della fotografia e dell' arte.

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2014 ore 23:25

Non sono d'accordo su quanto sostiene Barbara. Mi fermerei al concetto di "coriandolo della realtà" che insieme agli altri coriandoli danno poi l'insieme... Non vado oltre. Un saluto.


Certo che con una frase buttata così, Paolo, non dai molto modo di capire cosa intendevi dire.
Io per lo meno non l'ho capito!;-)

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2014 ore 0:18

E' vero Barbara. Mi scuso, in effetti la frase non l'ho adeguata a ciò che avevo in mente. Il fatto è che la mia idea di rappresentazione della realta in una fotografia è quella di "un coriandolo" di realtà. Ovvero una piccola, minuscola parte di essa. Non oggettivamente rappresentativa dell'intero ma vera, accaduta che si è manifestata di fronte a noi e che abbiamo colto e fissato con uno scatto. Più dell'idea che stà prendendo piede nella discussione, secondo la quale la fotografia è una nostra interpretazione della realtà, mi pare più confacente che l'interpretazione può essere libera da chi osserva la foto, ma resta la assolutezza di quello scatto e il suo rapporto meccanico con la realtà, o come preferisco, di una piccola parte di essa. Poi la post produzione, che serve, ne sono convinto, a definire meglio e valorizzare quanto abbiamo colto. Scattiamo in bianco e nero, definiamo un obbiettivo particolare, ecc...per questo, non per dare una nostra interpretazione. Tutto questo in particolare quando sappiamo il perché del nostro scatto.
Mi scuso di nuovo per la mia poca chiarezza in precedenza, ma il mio è un concetto in divenire sul quale non nego di avere qualche difficoltà nel riportarlo in testo. Seguo la discussione. Un saluto.

user46920
avatar
inviato il 25 Novembre 2014 ore 1:23

Forse c'è un po' di confusione coi termini !!!
La realtà è solo oggettiva, semmai è l'interpretazione o la percezione ad essere soggettiva !!!
Se metto un bicchiere sul tavolo e vedo un bicchiere sul tavolo, la realtà è che c'è un bicchiere sul tavolo, quindi la mia percezione è corrispondente con la realtà delle cose !!! ... se invece vedessi due bicchieri sul tavolo o nessuno a causa di una allucinazione o una disfunzione, la percezione sarebbe discordante con la realtà, ma la realtà sarebbe sempre in accordo con se stessa !!! (non è difficile come concetto)

Barbara:
... pensare che solo la postproduzione sia il male della fotografia in quanto non la rende "reale", per me è una emerita panzana...

... non so dove hai letto una frase che dicesse questo ??? se non sbaglio, nessuno fin'ora ha dichiarato questo in nessun passaggio !!! Personalmente ho solo distinto la fotografia dal disegno al pc, nel modo più realistico possibile.

Cosa vi è di reale in una lunga esposizione? Voi vedete così, fiumi o mari setosi? Eppure quell'effetto non si crea in postproduzione, ma in ripresa diretta! L'uso dei filtri? Del polarizzatore? Il loro uso avvicina o allontana dalla "realtà"?


... quello che descrivi è semplicemente la fotografia fatta con la luce con gli obiettivi, con i filtri, con il tempo, ecc Sorriso
Questa è la "fotografia reale", non c'è un'altra fotografia ... quando disegni col computer stai facendo altro, non fotografia, magari Arte o tutto quello che vuoi, ma la fotografia l'hai già fatta prima (fuori alla luce ;-)) ... anche questo non mi sembra difficile come concetto Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2014 ore 8:45

... non so dove hai letto una frase che dicesse questo ??? se non sbaglio, nessuno fin'ora ha dichiarato questo in nessun passaggio !!! Personalmente ho solo distinto la fotografia dal disegno al pc, nel modo più realistico possibile.


Anche se non espressamente, l'hai appena ribadito due righe sotto;-)

... quello che descrivi è semplicemente la fotografia fatta con la luce con gli obiettivi, con i filtri, con il tempo, ecc Sorriso
Questa è la "fotografia reale", non c'è un'altra fotografia ... quando disegni col computer stai facendo altro, non fotografia, magari Arte o tutto quello che vuoi, ma la fotografia l'hai già fatta prima (fuori alla luce ;-)) ... anche questo non mi sembra difficile come concetto Eeeek!!!


Secondo me, ma magari sbaglio, è un modo come un altro per "demonizzare" la postproduzione.;-)

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