| inviato il 14 Agosto 2021 ore 14:14
OK Gsabbio, quindi le problematiche sono: la luce appropriata da applicare, che dovrebbe essere neutra, per non introdurre dominanti...le luci led, trovando il pannello led giusto. si dovrebbe risolvere. Per l'obiettivo al di sopra di ogni sospetto: avrei il 180mm macro f3,5 Canon, il 70mm macro f2,8 Sigma, o l'MPE 65mm Canon da settare sul rapporto 1:1. La macchina è la 5DsR Canon, e ci abbino un supporto con slitta micrometrica ; testa Manfrotto J410 , più cavalletto... da collegare al supporto per dia o negative. Si dovrebbe ottenere un bel risultato. Devo vedere bene come sistemare il supporto dia/negative ed il pannello luci led dietro. |
| inviato il 14 Agosto 2021 ore 17:56
“ Boh io voglio provare questo metodo.... „ Il sistema d'illuminazione penso che vada bene ma... problema 1: la macchina sul cavalletto non è un sistema assolutamente stabile rispetto al supporto della diapositiva. Bisogna considerare che uno spostamento di meno di 1 mm ha già la conseguenza di una perdita di nitidezza, non visibile a mirino ma ben evidente quando si guarda il duplicato a computer problema 2: detto che il sistema d'illuminazione va bene, rimane il problema delle luci parassite (flare ecc...) con tutta quella luce riflessa attorno, sicuramente si ha un notevole riflesso all'interno dell'ottica, cioè un flare diffuso che abbassa gravemente il contrasto del duplicato. Soluzione: un tubo nero che colleghi la lente alla pellicola e non faccia passare luci laterali |
| inviato il 14 Agosto 2021 ore 21:23
Ho usato un sistema simile a quello descritto nel link (macchina su treppiede e dia su piano luminoso) per digitalizzare alcune vecchie dia e negativi bn, andando indietro di una pagina o due ci sono degli esempi. Certo non sarà il massimo ottenibile però mascherando il piano luminoso in modo da evitare luci parassite, camera quasi al buio, e scatto con prima tendina elettronica si ottengono risultati con dettaglio e colori paragonabili (se non migliori) allo scanner Nikon a 2700dpi in modo semplice e veloce. |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 14:16
Gianpaolo, la cosa si fa interessante...rimane da capire qual è l'elemento che influisce di più sulla qualità nelle foto macro alle dia/negativi: la luce? la pulizia del soggetto?; la qualità dell'obiettivo?,la stabilità alle vibrazioni dell'insieme... o di tutto un pò di quanto citato? |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 14:40
“ rimane da capire qual è l'elemento che influisce di più sulla qualità nelle foto macro alle dia/negativi: la luce? la pulizia del soggetto?; la qualità dell'obiettivo?, la stabilità alle vibrazioni dell'insieme... „ tutti questi fattori naturalmente, in primo luogo che l'obiettivo impiegato sia ottimizzato per ingrandimenti 1:1 o comunque 1:2 e poi tutto il resto. Bisogna considerare che tutto il processo è delicatissimo ed ogni MINIMO errore-imprecisione porta ad un risultato non ottimale. Questo non significa necessariamente che sia da buttare, (in qualche caso sì), ma in pratica in tempo sprecato per eventualmente recuperare/correggere/rifare |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 15:19
OK, lo devo riprovare con i crismi del caso, primo fra tutti il sistema d'illuminazione e fissaggio dia/negativa. |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 18:01
Ho digitalizzato pochissimi negativi ma ho usato questo sistema che penso possa andare bene anche con le diapositive: un obiettivo Nikon Micro 55mm f/2.8 ed un tubo in metallo con filetto da una parte (di diametro pari a quello filtri dell'obiettivo) e supporto negativi dall'altra. Si eliminano i problemi di possibile mancato parallelismo sensore/pellicola, di luce parassita e di stabilità del sistema (non serve nemmeno il treppiede perchè è un blocco unico); come luce ho usato il monitor di un PC, la luce è debole e ci vogliono tempi un po' lunghi ma puoi decidere esattamente il colore. L'inconveniente è che è meglio (quasi d'obbligo) usare una focale piuttosto corta per non avere un tubo troppo lungo. |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 19:11
“ Sarebbe tipo questo? „ Il concetto è quello. Però io ho una serie di anelli metallici da circa 3mm che mi permettono di regolare la distanza a piacere, ed un finale porta negativi (o dia); il tutto è molto stabile, quello del link sembra un po' ballerino. Mi hanno proposto questa soluzione da questo sito, molto ben fornito. www.srb-photographic.co.uk/ |
| inviato il 15 Agosto 2021 ore 19:56
Attenzione al cambio di telaietto. Anche la differenza di pochi decimi di mm che c'è tra un telaietto -sottile- in plastica ed uno in carta richiede una ri-taratura della messa a fuoco modificando la distanza tra dia e lente. In altri termini: non si cambia la messa a fuoco della lente o la distanza della lente dalla fotocamera, ma la distanza della dia dalla lente. Si potrebbe obiettare adducendo che la profondità di campo della lente è sufficiente a compensare, ma non è vero: Il micro 55 f3.5 ha una resa ottimale sul RR 1:1 a f8, e penso che lo f2,8 sia uguale, chiudendo di più subentrano aberrazioni ottiche tanto più visibili tanto più il sensore è denso, col risultato che l'ipotetica messa a fuoco sulla grana diventa approssimativa. Inoltre, la differenza di resa tra un diaframma e l'altro è ben visibile ma non solo, anche chiudendo molto il diaframma è sempre indispensabile correggere la messa a fuoco quando cambia il telaietto. Va anche considerato che aumentando la profondità di campo si vanno a mettere a fuoco anche i bruscolini di polvere sul vetro opalino del portadia, perciò, oltre alla diapositiva, è -sempre- indispensabile curare la pulizia anche di quest'ultimo. La mia esperienza: il soffietto Nikon PB6+PS6 ha il vetro opalino molto vicino alla diapositiva perciò, lavorando a f8, la polvere diventa chiaramente visibile sul duplicato e questo è un problema reale e costante. Il soffietto Olympus che uso ora ha il vetro più distante e la polvere non è più un problema. |
| inviato il 16 Agosto 2021 ore 0:48
Ho solo il finale porta dia come quello, l'elemento distanziatore è costituito da una serie di anelli. L'ho preso diversi anni fa, non ricordo perchè mi hanno proposto quella soluzione; forse volevo poter usare diverse focali e diversi RR, quindi serviva un distanziatore variabile in lunghezza. Comunque con il soffietto non ti sbagli di sicuro come stabilità, solo che penso bisogna assicurarsi che il supporto per le dia possa essere esteso fino alla distanza necessaria, non penso si possano usare focali lunghe. Ma ripeto, ho poca esperienza in questo campo. |
| inviato il 16 Agosto 2021 ore 7:31
“ penso bisogna assicurarsi che il supporto per le dia possa essere esteso fino alla distanza necessaria, non penso si possano usare focali lunghe „ Confermo il nikon PB6 è perfetto col 55 micro e col 60 (attenzione: solo le versioni F, AI, AF, le versioni AFS G non funzionano), ma non supporta lo zuiko 80 macro, se non applicando particolari accrocchi per estenderlo ulteriormente con tubi di prolunga, che però introducono alcuni problemi di flessione dell'intero sistema tra fotocamera e portadia. Il soffietto Olympus Auto Bellows(*) supporta perfettamente lo Zuiko 80 macro (che è una lente ottimizzata su rapporto 1:1) ed oltretutto ha una meccanica complessivamente migliore -più rigida- rispetto al Nikon (*)soffietto adattato per corpi Nikon interponendo un tubo di prolunga OM da 7mm con baionetta OM sostituita con una Leitax per Nikon -in sostanza il soffietto non è modificato- @Paolostok ottima scelta, è quella perfetta. Però, i dubbi di Rulobich sono corretti, guardando la lunghezza delle barre, sicuramente non è adatto a lenti oltre il 50-60 mm |
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