| inviato il 10 Marzo 2025 ore 20:03
@Arco. "Faber est suae quisque fortunae!"; "Tot capita, tot sententiae!"; oppure, come affermava più "DEMOCRATICAMENTE" il Prof. G.P. Bolognesi "ognuno è libero di impiccarsi all'albero che preferisce!" GL |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 20:10
Il tuo è quello della nostalgia analogica |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 20:17
Mi sembra che il confronto fografia analogica e fotografia digitale sia proprio fuori tema. Non è certo il tipo di tecnologia usata che fa la fotografia buona, interessante o solo bella. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 22:14
@Arco. Il tuo cosa? Soggetto, verbo, complemento ... CEPU? In ogni caso, le mie nostalgie sono "casi miei"! Posso sommessamente invitarti a cucinare un bel pentolone di "casi tuoi"? GL |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 23:36
“ @Arconudo Una volta era pure peggio, perchè serpeggiava quell'insopportabile supposta superiorità di chi aveva la nikon all'ultimo grido e stampava le proprie foto, che nel 90% dei casi erano delle ciofeche. Squallida categoria elitaria spazzata via dal digitale. „ Per lasciar il posto ad altre categorie altrettanto supponenti ed elitarie. |
| inviato il 11 Marzo 2025 ore 8:23
Secondo me la cosa rimane molto più semplice di quello che la fate. Per rendere un'immagine più "interessante" con un format che vada oltre la semplice soddisfazione della "bellezza" è necessario introdurre CONNESSIONI. Le connessioni tra elementi creano la "storia" e l'osservatore che non si limita a valutare l'aspetto estetico di un'immagine è quella che cerca. Senza connessioni non esiste una storia. Le mie indicazioni sono state chiare, spero, anche se vedo che molti si sono soffermati al mio consiglio sul tipo di linguaggio. Il LINGUAGGIO serve per raccontare una (o più) CONNESSIONI. La connessione è quell'elemento NON VISIBILE che lega gli elementi ed essendo NON VISIBILE dobbiamo allenare la nostra mente a VEDERLO. La CONNESSIONE non è un elemento psicologico o motivazionale interno è un elemento esterno alla persona è un elemento che LEGA un evento o un oggetto ad un altro. Se creiamo immagini senza connessioni saranno immagini prive di longevità narrativa. La bravura di un fotografo consiste nell'evidenziare tali connessioni o nel dare spunti minimi affinchè l'osservatore le riconosca. Per farlo deve usare un linguaggio che sia, quindi, comprensibile ed è per questo che esistono le regole... perchè se un'immagine non soddisfa la capacità di lettura umana l'osservatore non riuscirà a percepire le connessioni che sono state inserite nell'immagine. Per questo ci sono immagini che FUNZIONANO ed altre che sono delle semplici BELLE immagini. Nelle prime le connessioni sono in grado di essere comprese nelle seconde o non ci sono oppure sono "spiegate" male, quindi dopo il primo impatto WOW (bel soggetto con sguardo profondo decontestualizzato grazie ad un bello sfocatone) non resta che il nulla. La foto rimane una BELLA foto ma le manca l'elemento comunicativo (LA CONNESSIONE) per diventare elemento evocativo. Quello che uno ha dentro non c'entra un piffero nel processo di maturazione che ci porta a sentire, ad un certo punto, la nostra capacità espressiva inadeguata rispetto alle nostre acquisite competenze. Una bella foto soddisfa il popolino che ha bisogno di velocità per poter stare al passo con il bombardamento di immagini ma difficilmente nel tempo soddisferà anche noi perchè saremo cresciuti ed avremo nuove consapevolezze. Diventi snob? No, maturi... |
| inviato il 11 Marzo 2025 ore 8:52
Nella prima pagina avevo fatto il riassunto di quanto sopra scritto da @Istoria: “ In una fotografia deve succedere qualcosa, anche se è, per autonomasia, un'immagine statica. Che questo si verifichi all'interno del rettangolo o dentro a chi lo osserva è irrilevante, basta che accada. „ Mi scuso se ho mal interpretato l'intervento. |
| inviato il 11 Marzo 2025 ore 10:42
Buongiorno, Per prima cosa ringrazio @LastPrince per il commento costruttivo. No, non me la sono presa, anzi dopo 3/4 minuti di "dispiacere" è arrivata la fase di autocritica e per questo ti ringrazio. Le critiche costruttive sono sempre apprezzate, al contrario del semplice NON MI PIACE. In questi giorni, e dopo l'ultimo commento di Istoria, mi sono interrogato su un paio di cose, che voglio esporre, sperando di non andare fuori tema : 1. COMUNICARE e RACCONTARE : per me c'è differenza. Nel primo caso, attraverso una foto comunico un emozione, semplice o complessa che si. Posso comunicare la gioia nel vedere un paesaggio, o la tristezza negli occhi di una persona che ritraggo, ma effettivamente non RACCONTO niente. RACCONTARE per me vuol dire aggiungere nell'immagine elementi che mi dicano qualcosa in più del soggetto, nel caso di una singola foto o raccontare effettivamente un evento con una sequenza di immagini. 2. POTENZIALITA' DEI GENERI : Quindi a seconda del genere ho diverse potenzialità narrative e/o comunicative. Ad esempio per quanto riguarda un paesaggio ho molto "potere" comunicativo ma poco narrativo. Se dalla cima di un monte vedo un bel panorama posso solo comunicare l'emozione che provo nell'ammirarlo, ma non posso raccontare niente a meno che non sia lo stesso paesaggio ad avere degli elementi in se che possano raccontare qualcosa. Certo posso aggiungere degli elementi in primo piano aggiungendo CONNESSIONI, ma rimango comunque limitato. Nel caso del SEMPLICE ritratto, posso sia comunicare sia narrare. Per esempio posso scegliere come vestire il soggetto, o posso decidere di riprenderlo in un contesto a lui familiare, per esempio casa sua, aggiungendo degli elementi che lo descrivano. Posso anche decidere di riprenderlo semplicemente su uno sfondo monocromatico e comunicare una sua emozione. Penso che i generei che abbiano più "potere" narrativo siano il reportage, la street photography e la fotografia umanistica. In questi generi ho tantissime possibilità per raccontare qualcosa. Questo sono i miei ragionamenti e le mie conclusioni. Ho cercato di ragionare in termini più oggettivi possibile, vi chiedo adesso che ne pensate. Sbaglio? Sto confondendo le cose?Ho ragione? Sono ovvietà? Ultima cosa : Il watermark è più vanità che tutela del mio lavoro. Sarebbe così male mantenerlo per soddisfare un capriccio di vanità? |
| inviato il 11 Marzo 2025 ore 11:15
ZioRock analisi perfetta, solo mi permetto di aggiungere che il concetto di connessione è talmente ampio che può essere applicato ovunque. Ti faccio un esempio banalissimo, vedo una foglia con una venatura particolare posso metterla in primo piano rispetto ad una strada che la "continua"... Ho creato una connessione anche in un panorama quindi l'osservatore potrà "esplorare" l'immagine seguendo la linea guida che gli hai creato. Diciamo che per iniziare il tuo ragionamento non fa una piega ma sono sicuro che quando sarai migliorato abbastanza potrai creare storia in ogni genere ed in ogni situazione. C'è gente brava che lo fa già e chiunque può diventare bravo se ha un metodo che ti permette di crescere. Segui questa strada che ormai ti è chiara e vedrai che il tempo e l'applicazione ti permetteranno di essere finalmente soddisfatto delle tue opere. Però hai ragione, i generi citati sono la palestra migliore, anch'io sto lavorando in quell'ambito per poi contaminare anche gli altri generi. Per il marchio se vuoi veramente essere vanitoso allora lavorerei su un marchio che possa essere poco invasivo, buono per ogni genere e che ti racconti. Almeno a quel punto avrai soddisfatto tutte le esigenze ;D |
| inviato il 11 Marzo 2025 ore 11:33
Tutto troppo complicato. Io ho quasi sempre un “progetto” in testa come per i concerti che fotograferò prossimamente. Ho in testa un fil rouge che mi serve a non perdere il filo ma poi scatto d'istinto. |
| inviato il 11 Marzo 2025 ore 13:16
Solo il tempo ti renderà migliore |
| inviato il 11 Marzo 2025 ore 23:53
Ziorock, prova a smettere di fotografare paesaggi che ti emozionano, e inizia a cercare paesaggi che ti comunicano qualche cosa, vedrai che ti si apriranno nuovi scenari. |
| inviato il 12 Marzo 2025 ore 0:19
@Istoria Per cui fammi ricordare … “Non lo vedo per nulla come atto di vanità ma come tutela di una eventuale appropriazione (ogni immagine pubblicata potrebbe essere riutilizzata anche in modo malevolo).” “ Perciò non ci vedo un atto di vanità nell'apposizione di un simbolo quando la pubblicazione avviene in spazi terzi.” Sempre sicuro dopo che anche l'opener ha detto che era vanità ?? “Il watermark è più vanità che tutela del mio lavoro. Sarebbe così male mantenerlo per soddisfare un capriccio di vanità?” Un saluto :)))) |
| inviato il 12 Marzo 2025 ore 7:57
Niente Watermark le mie foto sono libere |
| inviato il 12 Marzo 2025 ore 8:06
Chi è scevro da qualsiasi forma di vanità scagli la prima pietra. |
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