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Ma quando dite "sviluppare un raw"...


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avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2024 ore 7:51

@Nocram
L'immaterialità del digitale, che tu forse associ ad un concetto di non-vita, ha dalla sua - almeno in potenziale - infinite possibili vite speculative.


Forse è proprio questo che condiziona il mio approccio al "numerico", la sensazione che tutte queste potenzialità esistano solo all'interno di un mondo virtuale creato per realizzare i sogni di onnipotenza ed immortalità che da sempre albergano nell'animo umano ed ora assurti a fenomeno di massa.

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2024 ore 8:10

Come dicevo sopra usare il termine sviluppare è del tutto lecito, siamo semplicemente di fronte ad una ulteriore estensione semantica, che, del resto, era già avvenuto in precedenza, già a metà dell'ottocento quando la fotografia fu inventata.
Se leggiamo il lemma "sviluppare" su Treccani
www.treccani.it/vocabolario/sviluppare/
cominciamo a vedere che il significato originale della paola era quello di "sciogliere un viluppo", ad es. sbrogliare un nodo. Solo al punto 4 appare il significato della parola nato nell'ottocento e vedete che l'esempio riportato si riferisce al solo sviluppo della pellicola, lo "sviluppo" riferito al digitale non è (ancora) contemplato ma è solo una questione di tempo, dato che in Lightroom appare il "modulo sviluppo" e che su rete una ricerca restituisce numerosi esempi, anche in ambito universitario, di impiego del termine sviluppo riferito a foto digitali.
La questione giusta è quella posta da Maori, quella della reversibilità, che io amplierei affiancandovi quella della "originalità" e "definitività". Ma non è questione nuova, è sempre esistita da quando esiste la riproducibilità.
Anche un negativo fotografico, come un raw, non si dà ad una fruizione diretta, è necessario un passaggio ulteriore per ottenere un positivo fruibile. Ed è qui che si pone il problema, anche per la pellicola: a partire dal negativo, su pellicola o digitale, esistono infinite possibilità di differenti sviluppi. È noto il caso della fotografia di Ansel Adams Moonrise, Hernandez, New Mexico: quale è la versione "giusta"?
Oppure i casi di Garry Winogrand e Vivien Maier che hanno lasciato rullini non sviluppati oppure sviluppati ma non stampati. Le possibilità di svilupparli e stamparli sono infinite. Quale è la stampa originale? Quale può essere la stampa definitiva?

user258183
avatar
inviato il 03 Aprile 2024 ore 8:18

Interessante discussione che cambia poco alla sostanza del tema.


avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2024 ore 8:22

Ammetterai però che in camera oscura, almeno a livello dilettantistico, quindi con una limitata strumentazione ed esperienza, è molto più difficile attuare quanto nella postproduzione digitale ormai qualsiasi programma consente già in automatico.
E da ciò in definitiva credo si possa considerare una maggiore difficoltà di intervento su una pellicola, una volta sviluppata. Ciò ovviamente anche se pure il RAW a modo suo -così come esce dalla ripresa- è "irreversibile" nei suoi dati numerici.


altrochè!;-)
Avendo vissuto entrambe le ere non tornerei indietro neanche sotto tortura.
Il processo a cui dedicavo maggiore attenzione era comunque lo sviluppo della pellicola, perchè se partivo male con quello poi era spesso impossibile rimediare in fase di stampa.
Tutto bello e romantico, ma la fatica, anche fisica, era tanta!

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2024 ore 8:47

quello che ci porta alla creazione di una immagine nuova rasterizzata (JPG, TIFF, PDF, ecc.)

Quella è l'esportazione.


avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2024 ore 9:03

Tutto bello e romantico, ma la fatica, anche fisica, era tanta!


Specialmente quando disponevi di una sola pellicola con diverse situazioni di luce e per il suo sviluppo dovevi inventarti un'equa valutazione di diluizione, temperatura e tempo per equilibrare il risultato.

avatarjunior
inviato il 03 Aprile 2024 ore 9:41

Mi sembra che il succo del discorso, anche se non apertamente dichiarato sia:

"la fotografia digitale non è vera fotografia specialmente quando si scatta in RAW dato che il risultato finale non è predeterminato".

Nulla di nuovo.

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2024 ore 9:50

@Faggio
Mi sembra che il succo del discorso, anche se non apertamente dichiarato sia:
"la fotografia digitale non è vera fotografia specialmente quando si scatta in RAW dato che il risultato finale non è predeterminato".


No, la fotografia digitale è.
O no? ;-)

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2024 ore 10:42

No, la fotografia digitale è.
O no? ;-)


Certo che è fotografia, in modalità diversa di ripresa, sviluppo e stampa rispetto alla pellicola.
E volendo puntualizzare, attraverso la quale, potendo anche elaborare la stessa pellicola.

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2024 ore 11:23

Quella è l'esportazione.

esatto, che è poi come stampare in analogico la foto

avatarjunior
inviato il 03 Aprile 2024 ore 12:55

@Gian Carlo F

"Tra l'altro il RAW è chiamato giustamente anche "negativo digitale", è quello che non è modificabile come appunto un negativo analogico [...] "

Affatto giustamente, direi, quantomeno da un punto di vista filologico.
Che poi, per convenzione, gli ingegneri delle case nipponiche abbiano voluto "spiegarla così" al consumatore-medio che correva ad acquistare le prime punta&scatta da 2 megapixel ci può anche stare ma rimane una trovata commerciale.
E non serve essere Nietzsche per osservare, tramite i propri sensi prima che con la mente, che MAI l'immagine digitale "grezza" (raw) si presenta a noi come versione NEGATIVA (inversione luci/ombre) della circostanza fotografata.
Anzi, ancora, liberato il campo dall'assudità di usare ancora il termine "negativo" per la fotografia numerica rimane la questione di definire, con esattezza semantica, che cosa si voglia intendere per "grezzo" - al di là - di una sequenza di numeri pre e post codifica, chiaramente in relazione alla fotografia.

Il mio sospetto è che forse dovremo attendere l'era della fotografia post-digitale, ottenuta esclusivamente tramite a.i., per avere finalmente un lessico adeguato alla situazione in corso.

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2024 ore 12:56

E non serve essere Nietzsche per osservare, tramite i propri sensi prima che con la mente, che MAI l'immagine digitale "grezza" (raw) si presenta a noi come versione NEGATIVA (inversione luci/ombre) della circostanza fotografata.

Se ti riesce vedere invertito un documento word da cui è stato ottenuto un PDF mediante "stampa come PDF", fammi un fischio. MrGreen

Sono tutte ricerce di peli nell'uovo (o altro?) a livello etimologico (e si, anche filologico), nonché a livello lessicale e semantico, mi spiace dirlo.

Quando c'è qualcosa di nuovo (nuovo si fa per dire, il digitale ed i raw non sono nati ieri!!!) si trova una nuova definizione alle cose e la si usa. Perché farsi problemi, se la cosa non è offensiva, ripugnante o simili (***)?
Se a qualcuno non sta bene, pace... si vive tutti lo stesso, anche se a qualcuno non piace che si dica "sviluppare un raw" oppure "il raw è un negativo digitale".

Un RAW si sviluppa , perché lo si fa divenire un'immagine, dato che di suo NON lo è (da qui l'impossibilità - tutt'altro che filosofica - di vederlo in "negativo" inteso come immagine invertita): plain and simple.
Un RAW è detto negativo digitale perché deve ancora trasformarsi in immagine finita: finché non lo sviluppi non lo è. Peraltro, se lo proteggi da accessi indebiti e scritture indebite, è immodificabile... di nuovo, plain and simple.

Se tutto ciò non piace... vorrà dire che, per il 99,999% delle persone, queste continueranno ad essere forme lessicali valide e accettate... pace!


(***) e voglio sperare che per nessuno lo sia, usare il gergo "sviluppare un raw"

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2024 ore 13:33

@TheBlackbird

Le forme lessicali condivise, da sole, non bastano certo ad annullare le sostanziali differenze esistenti fra il mondo dei numeri e quello delle cose tangibili.
Chiaro e semplice.

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2024 ore 13:48

Quando la fotografia diventa tangibile? Quando termini il processo di sviluppo della pellicola o quando stampi?

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2024 ore 13:53

Lamentarsi che oggi si usi l'espressione "sviluppare un RAW" è come se 180 anni fa ci si fosse lamentati per l'uso della parola sviluppare riferita all'immersione di una lastra in un liquido chimico.
Le punta e scatta da 4Mpix non salvavano un formato raw, che io ricordi, salvavano jpg oppure TiF, questo facevano la prima olympus bridge e la Nikon Coolpix che io avevo nel 2001.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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