| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 17:47
“ direi che possiamo classificare la fotografia in vari ambiti. 1) lavorativo 2) hobby 3) ricordo 4) passione-ossessione Nel primo caso sei costretto a fare foto buone in quanto ci campi. Negli altri casi siamo nel mondo dei fotoamatori piu' o meno evoluti. Per cui si parte da un hobby, che spesso diventano foto ricordo di un viaggio o di un parente ( figli, moglie, fidanzate, animali). Ma per fortuna puo' diventare una passione-ossessione quando si entra del mondo della Fotografia ( F maiuscola ), quel mondo in cui si comincia a capire che un tramonto, che le cascate con effetto seta, l'aurora boreale, la fioritura ... ecct ecct sono si delle bellissime forme, ma hanno una totale assenza di contenuto. Da questo punto, uno decide se vuole diventare un Fotografo, o rimanere uno che scatta. Ripeto, la fotografia è una scelta continua. „ Parto da questo messaggio di @Last che secondo me apre a diverse riflessioni. Provo a dire la mia, ovviamente per un confronto costruttivo, e soprattutto per capire cosa ne pensate anche voi. Ambiti della fotografia: 1) Lavoro Ecco posso dire di aver conosciuto diversi fotografi professionisti, intesi come fotografi che esercitano la professione (quindi non necessariamente artisti), che facevano foto peggiori di un bravo amatore. Questo deficit l'ho riscontrato spessissimo nei matrimonialisti. Ce ne sono di veramente bravi, ma ce ne sono altrettanti che producono lavori di una banalità estrema. Quindi l'equazione fotografo professionista = buone foto, non è sempre verificata. 2)-3) hobby/ricordo In queste due categorie penso si possano fare rientrare tutti quei generi che vanno dalla macro, alla paesaggistica, all'avifauna, all'astrofotografia; cioè generi nei quali la tecnica la fa da padrona, mentre molto meno l'aspetto artistico (IMHO). L'esempio estremo è l'astrofotografia, dove l'immagine è 100% tecnica. Personalmente ritengo che questi generi abbiano una loro nobiltà e fascino, sia per chi li pratica che per chi osserva le foto. Qui sul forum si trovano immagini stupende, che per i vari generi sopracitati possono essere anche fonte di ispirazione. Personalmente rientro in queste due categorie, fotografo per hobby e per ricordo. 4) passione/ossessione Penso che @Last (ma qui chiedo il suo aiuto), si riferisca a foto che nascano da un progetto e che siano in grado di trasmettere un messaggio. Sicuramente affascinante ma non alla portata di tutti, tanto meno la mia. Per questo tipo di foto il lato artistico dovrebbe prevalere e non di poco rispetto alla mera tecnica, almeno questo è il mio pensiero. |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 17:54
Che simpatica divagazione rispetto al tema iniziale. Pare quasi che, in fotografia, eccezione delle eccezioni, abbia vinto la filosofia marxista del "valore-lavoro". Tuttavia a me sembra che anche in questo contesto abbia prevalso piuttosto la scuola di pensiero cosiddetta "austriaca" [Böhm-Bawerk] : " Il valore di contenuto non è una qualità intrinseca agli oggetti o una proprietà che i produttori possono attribuire a questi ultimi ". |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 18:09
Nocram, il contenuto può essere anche una qualità intrinseca agli oggetti, ma se questi oggetti/elementi non li metti in condizione di "significare" fra di loro secondo il tuo punto di vista, non mi stai offrendo nulla che non sia godimento visivo. Siamo perennemente nell'edonismo dello sguardo, in questo modo. Quello che si fa ancora molta fatica a capire (iClaude ne è solo un esempio) non è che uno non possa fotografare quello che gli pare (sarebbe ridicolo anche solo pensarlo), quanto il fatto che ad inseguire la fotografia col solo scopo di divertirsi e compiacere, DAL MOMENTO CHE SI PUBBLICA, non si fa altro che contribuire a questo appiattimento generale in cui prevale il cliché dell'esercizio tecnico-estetico fine a se stesso. |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 18:18
Che la fotografia di paesaggio debba avere necessariamente quello scopo è un'affermazione discutibile. Ma al di là di questo, non sono tanto le foto in sé la questione, ma quello che implicano culturalmente. Specie in questa epoca in cui l'immagine è il linguaggio più divorante di tutti per la sua immediatezza e viralità. Trovo anche emblematico che quando si tira fuori questo discorso spunta sempre l'amatore che vuole difendere i suoi diritti (che non sono in discussione), e mai si cerca di affrontare la cosa in maniera macroscopica. |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 20:09
“ E Non è che andando a vedere una mostra uno esce "imparato". „ Di recente sono stato alla mostra di Helmut Newton a Roma, mia moglie voleva andarci, e ho imparato che quest'uomo non fotografava solo donne nude. Almeno questo è qualcosa. |
user126772 | inviato il 30 Gennaio 2024 ore 20:19
@Rombro Io al tuo posto chiederei a Juza di creare uno spazio piu'... chiamiamolo concettuale dove pubblicare le foto che qualcuno ritenesse degne di essere classificate come artistiche. Lontano da quello che tu chiami appiattimento generale. Giudicare con malcelato paternalismo chi pubblica le proprie foto per divertirsi e competere su basi tecniche ed estetiche lascia il tempo che trova. |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 20:27
Pensi che non l'abbia già proposto a Juza? Non gli interessa. Io mi preoccupo di quello che vedo per questioni "antropologiche" se vogliamo, di giudicare chicchessia non me ne frega proprio niente, forse non è chiaro. |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 20:28
@Rombro per comprendere a pieno il mio riferimento a Marx versus la scuola economica "austriaca" dovresti (sempre se vuoi) allontanarti un poco dalla visione squisitamente romanzesca della fotografia e considerarla ANCHE per quel che è in concreto: un prodotto (del lavoro di qualcuno). Perchè se sdoganiamo l'affermazione, legittima, che la fotografia sia "una scelta continua" allora è opportuno anche parlarne in quest'ottica a 360 gradi [produttore>prodotto<fruitore] e non soltanto per quel ristretto angolo di campo che fa comodo alla nostra parziale visione. A me sta bene approfondire però allora vorrei sentir parlare anche di soddisfazione-appagamento [in soggettiva] e, ancora piú importante, di natura [personale] dei costi e dei profitti rispetto alle scelte fatte. Omettere questi aspetti filosofico-economici, che non sono collaterali ma centrali tanto quanto le "continue scelte" [giacché in grossa parte contribuiscono a DETERMINARLE, seppur non sempre linearmente] nel migliore dei casi per me equivale a fare del riduzionismo. Il "valore di contenuto" si evince precisamente dal "contenuto" posto in relazione al "significare" e, tranne che per i massimalisti ed i nichilisti, il "signifcare" non lo stabilisci tu per me e neppure un qualsivoglia Ente della Significanza. Non ergendomi a difensore o accusatore di nulla e nessuno mi limito ad osservare come anche una divagazione potenzialmente interessante della discussione possa scadere o risolversi in dei "nient'altro che" parzialissimi quanto opposti. Citando Eamonn Butler: " Un modello nel quale si suppone che i produttori ed i consumatori siano identici non è una semplificazione della realtà, piuttosto è una completa rinuncia a fornire una spiegazione di essa ". |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 21:11
Nocram, parlo di cose concretissime. Il teorico lo stai facendo tu. È chiaro che dal momento che prendi una posizione ti opponi a qualcosa. Per me questo è necessario. E le motivazioni mi paiono evidenti. Se questo vuol dire essere parziali mi sta anche bene, fermo restando che cercare di dare voce ad una "minoranza", di questi tempi, mi pare il minimo. Diversamente o ci si fa risucchiare o si è votati all'autodistruzione. Trovo invece che discutere ancora sul fatto che ci sia o meno una dannosissima cultura dominante, sia più una forma di negazionismo che altro. Ma sono ben aperto a sentire altre campane, purché ci si sforzi di essere onesti. |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 21:41
Va bene Rombro, allora giusto per terminare la mia interpretazione filosofico-economica dei fatti qui riportati magari fai solo attenzione a non idolatro-imbalsamarla, la fotografia, come altri fecero con Lenin - con la L maiuscola - pensando di "salvare", in qualche modo, la vitalità del "pensiero" rivoluzionario stesso. E forse qualcuno saprà anche cogliere come questo mio ultimo commento voglia ricollegarsi alla citazione originaria di Benedusi, per quel che vale. |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 22:05
Ma io non faccio mica il discorso di Last. Non porto mai ad esempio la fotografia che "conta" (quella delle mostre più importanti ecc.) perché si rischia solo di creare delle dicotomie e dei presunti schieramenti che in un forum di amatori possono solo dare adito a scornamenti faziosi. Io non difendo la fotografia maiuscola o quella minuscola, quella "alta" da quella popolana. Detesto qualunque forma di appartenenza, figurati. Però non posso che essere d'accordo quando ne denota le problematiche sul piano culturale. |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 22:20
La differenza della tua impostazione, in generale, mi è chiara, infatti ho scritto "magari fai solo attenzione a..." |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 22:29
Mi è sempre meno chiaro dove risieda la radice del problema, reale o caprino esso sia? |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 22:31
La radice chi può saperlo? Per me è già un problema esistere |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 22:41
Come se fosse antani. |
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