| inviato il 06 Settembre 2023 ore 22:02
È carina la parabola della nuotologia Le conclusioni a margine difettano di senso logico per eccesso di tendenziosità ma la storiella, da sola, regge bene. Insieme ad altri io mi ero inventato, per gli aficionados del sigaro, la gara di fumo spento. Vinceva chi guardava e annusava il sigaro il più a lungo possibile. Però hanno mangiato la foglia ed a un certo punto abbiamo dovuto far girare i fiammiferi. Va da sé |
user204233 | inviato il 06 Settembre 2023 ore 23:02
Bel topic. Chi è il genio che ha scritto su questo forum che Windows 11 è un "virus"? |
user206375 | inviato il 06 Settembre 2023 ore 23:06
Hai ragione Rombro, non so perché ma ti ho confuso con un'altro utente. Sarà stato il commento su l'Anti-Edipo, che mi ha ricordato un'esperiemza traumatizzante. :-) |
| inviato il 06 Settembre 2023 ore 23:10
Eh beh ma quel libro è traumatico in effetti. Qualcosa cambia per forza dopo quel tipo di letture. |
| inviato il 06 Settembre 2023 ore 23:16
Rileggendo quanto scritto da Nocram e da Barthes in Camera Chiara (riferimento di Han), mi sono convinto che Nocram sia una vittima. E' Barthes il vero colpevole della trappola in cui si trova Nocram. Camera chiara, infatti, è un romanzo più che un saggio, dove il simpatico francese racconta in prima persona la sua evoluzione di pensiero nei confronti della Fotografia. Ammette subito di non essere un fotografo e di non volerlo essere, seppure intenzionato a cercare l'essenza della Fotografia. Non conoscendo il linguaggio visivo può solo parlare dei due ruoli per lui accessibili: soggetto e spettatore. Inizia facendo subito un errore madornale, di presunzione (d'altra parte è francese) che pagherà per tutto il libro: dice che non vuole essere fotografo perchè non ha la pazienza richiesta dal mezzo e, così facendo, sottovaluta il potere che si acquisisce con il controllo del linguaggio visivo. Prosegue poi la storia di se stesso e della sua indagine. Onestamente racconta esperienze, emozioni, interpretazioni e conclusioni. Sempre tutte personali, senza nascondersi dietro ad un'aurea di generalità. Al contrario ribadisce in continuazione: "Io...mi...per me". Purtroppo i grandi lettori, i divoratori di libri, sono subito pronti ad indossare i panni del protagonista principale dei libri che leggono. Si immedesimano e perdono di lucidità. Chi invece è amante delle arti visuali, è molto abile nel guardare un libro invece che nel leggerlo e nota subito le strutture, i punti chiave ed anche gli errori. Nocram si è immedesimato con Barthes ed è finito con tutte le scarpe nel suo racconto del tutto personale e non generalizzabile. Chi conosce un minimo i linguaggi visuali, si rende subito conto di molti errori di Barthes. Ad esempio, la fuorviante selezione di immagini che usa per le sue prime analisi. E' al limite dell'infantile quando indica il puntum in alcune immagini da lui selezionate. Almeno è onesto: dice sempre chiaramente che sono i suoi puncta. (per me, sono diversi nelle stesse foto!). Che così trascura il grande burattinaio: il fotografo. Le foto che ha scelto sono tutte funzionali al suo ragionamento e non ci si poteva aspettare altre conclusioni, ma così facendo ha seguito il suo sentire e perso di generalità. Non è un caso che citi ripetutamente la pornografia, ma eviti accuratamente di trattare i puncta in quella erotica o di nudo artistico o di qualunque altra categoria di immagini più strutturate. Non saprebbe neanche come affrontare il tema, e non sa che se ci provasse si troverebbe ad essere manovrato dai fili del fotografo senza neanche rendersene conto. Anche i riferimenti al cinema sono ingenui, non tenendo per nulla conto delle tecniche che un direttore della fotografia conosce per manipolare lo sguardo dell'osservatore fino a decidere con precisione dove fargli posare lo sguardo, come fa un prestigiatore quando muove le mani. Barthes non ha la più pallida idea di come un fotografo possa trasformare la realtà di quello che fotografa. Nocram gli è andato dietro fidandosi, ammaliato dai paroloni, ma non ha fatto i conti del contesto in cui si trova ora: un forum di fotografi. Ci sono tanti amatori che non fanno i burattinai e si limitano ai gattini, ma molti sanno come si manipola la realtà con il linguaggio visuale. Non è necessario scomodare il digitale, la post produzione, l'AI...niente di tutto questo. Solo l'arte di montare il contenuto di una foto: quella è la magia. La Fotografia è l'arte di trasformare lo studium in punctum, per il maggior numero di osservatori possibile e senza che loro se ne rendano conto. Per questo il consiglio di Matteo è prezioso: guardare le foto, osservarle, destrutturarle. Aggiungerei anche: leggere di meno, leggere meglio, non immedesimarsi nell'autore e non fidarsi di quello che si vede nelle foto o che si legge nelle didascalie. PS: non ho nulla contro i gattini e ancora meno contro le gattine. |
user206375 | inviato il 06 Settembre 2023 ore 23:19
Il libro non l'ho letto, o meglio, ci provai anni fa ma rinunciai. Sono ignurande, mi sono accontento di Fisher. L'esperienza traumatizzante è stata una serata trascorsa con una ex compagna di università della mia tipa che non ha fatto altro che parlare dell'Anti-Edipo e nel mentre si fumava le marlboro. |
| inviato il 06 Settembre 2023 ore 23:27
Ma le universitarie sono buone solo per quello |
| inviato il 06 Settembre 2023 ore 23:27
Occhio che passa il grande moralizzatore |
| inviato il 07 Settembre 2023 ore 1:26
@ Motofoto Voglio risponderti dicendoti soltanto che "La camera chiara" è, per il suo metro di competenza, funzionale al percorso organico di Han, tanto quanto lo è Wenders, tanto quanto lo è Heiddegger, Kafka e tanto quanto lo sono gli esperimenti antropologici fatti in Amazzonia di cui ho dato breve cenno rimanando alle fonti. Il totale è la somma di un lavoro lungo e disciplinato, come si usa fare talvolta, ovviamente opinabile nelle conclusioni di cui io - qui - ho portato volentieri testimonianza ma proprio per nulla intimorito dal trovarmi davanti a tanti fotografi. Se tu, o alcuni di voi, o tanti, sanno e vogliono parlare di fotografia solo da un punto di vista o tecnico o tecnologico, ma benissimo, fatelo. Chi dice niente, avete 8000 discussioni aperte e avanti. Però, qui: il tuo voler ridurre tutto il discorso sulla "crisi della rappresentazione" ad una sorta di fascinazione di cui io sarei ingenuamente vittima per uno dei 20 o 30 riferimenti bibliografici a cui Han attinge, man mano, nei suoi libri, significa guardare il dito che indica la Luna cercando di convincere chi ci legge che il soggetto sia il dito. No, Motofoto, il soggetto è proprio la Luna. Mi spiace per te, ma a forza di destrutturare visivamente con il tuo compagno di merende forse non riesci piu a tenere iniseme 2 o 3 concetti distinti o l'idea stessa di cosa sia un processo nella sua integrità. La s-materializzazione del mondo è dolorosa, disagevole, almeno per gli amanti della materia e la FOTOGRAFIA (Barthes la scrive cosi, tutta in maiuscolo, ma tu di certo lo sai) nel passaggio al digitale è cambiata nella percezione ben piu di altre cose, per loro natura già costituzionalmente piu fluide, vedi la musica, che di "supporti" ne ha cambiati a josa. Han, alla fotografia, che considera "specialmente danneggiata" dal travaso verso il digitale, attribuisce una natura quasi ectoplasmatica (in parapsicologia, la sostanza che, in certe condizioni, uscirebbe dal corpo di taluni medium) e se noi con la fotografia digitale viviamo comunque benissimo non è affatto scontato che il travaso sia stato paritario ed a costo zero. Questi sono i temi, e sono tanti, di questa discussione sulla fotografia. Poi, se invece di criticare il mio dito, al prossimo intervento vuoi accusarmi pure di avere le unghie sporche, fai pure. |
| inviato il 07 Settembre 2023 ore 9:34
@Nocram Nessuno critica il tuo dito perchè non è il tuo dito quello che indica. Hai scelto di fidarti del dito di un altro che, invece di indicarti la Luna, sta puntando un lampione. Basta alzare gli occhi e la Luna la vedrai da solo. Costa un po' di sforzo perchè come leggere te l'hanno insegnato a scuola, mentre come guardare lo devi imparare da solo(o con il supporto del forum!). In fondo, te lo aveva fatto già notare Barthes: ti ha descritto un metodo. Tu invece sei andato dritto alle sue conclusioni, che appunto sono le sue. E' come se avessi ricevuto un regalo, ma hai tenuto la scatola e buttando il contenuto di valore. Comunque, anche i lampioni hanno il loro fascino e nessuno ti critica se ti piace guardare quelli. Per me la conversazione si chiude qui. EDIT: le bordate sono a quello che scrivi, non a te, altrimenti non avrei sprecato il mio tempo a risponderti. Riscontro la stessa malafede che imputi a me, nel tuo assoluto disinteresse alla discussione. Sei interessato solo a sentirti lodare per i testi di cui riporti i contenuti. Preso atto dello stallo, rendiamolo definitivo e ricambio il tuo blocco con il mio. Bye! |
| inviato il 07 Settembre 2023 ore 10:34
@Motofoto Non posso fare altro che ribadire, per l'ennesima volta, che il tema della "crisi della rappresentazione" riguarda il "sentire" [in senso lato, naturalmente] e non il vedere. Da cui l'ennesima incomprensione di fondo con te, che hai voluto trascinare avanti in ogni tuo intervento arrivando a scrivere che "Sono i metadati che danno affidabilità" in fotografia. Una considerazione, la tua, che va persino oltre l'automa, con la sua romantica macchinicità di fondo, per approdare all'infoma nudo e crudo. Personalmente, no ad un lampione, anche ad un singolo filo d'erba m'aggrapperei pur di continuare a percepire da essere umano e non come uno smartphone. Spiace, infine, che "tirarmi bordate" (come scrivi altrove) fosse l'unico tuo vero scopo. Ma ho preso nota anche della tua malafede. |
| inviato il 07 Settembre 2023 ore 11:36
Nocram che poi, lo hai letto il libro di Karl G.Jung Psicologia ed alchimia, di cui porti un estratto di copertina? |
| inviato il 07 Settembre 2023 ore 12:35
@ Juan Luca Si, faceva parte del mio corso di studi molto tempo fa. |
| inviato il 07 Settembre 2023 ore 13:55
Mi meraviglia, ma non troppo, come il muovere appunti critici che mettano in discussione la presunta supremazia della tecnologia digital-virtuale nei confronti del mondo sensoriale, susciti immediate levate di scudi in nome di una non meglio definita "lesa maestà". |
user204233 | inviato il 07 Settembre 2023 ore 21:01
Sì, vabbè... Ma quindi? Appurata 'sta cacata che vogliamo fare? E di punto in bianco si scoprirono tutti "anarco-individualisti". Bah. |
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