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Non sapevo del dramma esistenziale vissuto da Kevin Carter.
Se non ricordo male una cosa del genere, mi riferisco al dramma interiore di chi, suo malgrado, è testimone di eventi così tragici, lo visse anche Eddie Adams dopo la pubblicazione (e il Pulitzer) di "Saigon Execution". Il suo rimpianto non era tanto nei confronti del fatto in sé, le cose avvennero così velocemente che anche prevedendone - forse - il drammatico sviluppo egli comunque non avrebbe avuto il tempo di intervenire, quanto piuttosto per quello che capitò, dopo la fine della guerra, al Colonnello Nguyen Ngoc Loan, e che gli fece pronunciare una frase tanto semplice quanto vera e poco conosciuta:
"il Colonnello uccise il Vietcong... la fotografia uccise il Colonnello". (Di seguito raccontò anche i fatti immediatamente precedenti all'evento, oltre a quelli successivi allo stesso.)
All'epoca, ovviamente, tutti si scagliarono contro il Colonnello, accusandolo, tra le altre cose, di aver fatto giustizia sommaria di un PRESUNTO Vietcong, e come tale, ancora oggi, viene definito Nguyen Van Lem quando invece tutti i cronisti, volendo, già nel momento stesso in cui il fatto accadde avrebbero potuto conoscere, esattamente, lo svolgersi dei fatti stessi. Purtroppo, come molti anni dopo ebbe a dire il compianto Tiziano Terzani riferendosi a sé stesso, tutti all'epoca erano andati in Vietnam accompagnati dalle proprie idee (politiche... aggiungo io), e non sempre si riuscì a essere del tutto obiettivi nella narrazione dei fatti.
(Egli invero adoperò parole molto più dirette di queste.)
Anche perché, a proposito del fattaccio, si seppe immediatamente che Nguyen Van Lem era il vero nome del Capitano dei vietcong Bay Lop, e che pertanto egli non era solo "un sospetto vietcong" come invece, ancora oggi, viene definito!
Le "risposte" non saranno mai univoche e dovrá comunque inseguirle, pazientemente rinvenirle attraverso uno studio ed una continua riflessione multidisciplinare profusi nel tempo ...
Sulla rete ricerchi al piú , ed oculatamente, soltanto "gli strumenti" ( quei pochi che offre ... ).
Comprenderá, nel tempo, come ciascun possibile cammino (giá percorso, o meno, poco rileva ... ) sará una autentica via di smarrimento ... un fertile "sentiero interrotto" ...
“ All'epoca, ovviamente, tutti si scagliarono contro il Colonnello, accusandolo, tra le altre cose, di aver fatto giustizia sommaria di un PRESUNTO Vietcong, e come tale, ancora oggi, viene definito Nguyen Van Lem quando invece tutti i cronisti, volendo, già nel momento stesso in cui il fatto accadde avrebbero potuto conoscere, esattamente, lo svolgersi dei fatti stessi. Purtroppo, come molti anni dopo ebbe a dire il compianto Tiziano Terzani riferendosi a sé stesso, tutti all'epoca erano andati in Vietnam accompagnati dalle proprie idee (politiche... aggiungo io), e non sempre si riuscì a essere del tutto obiettivi nella narrazione dei fatti. „
Beh, quell'uomo aveva diritto a un processo, quella fu effettivamente un'esecuzione sommaria. Qui la ripresa della telecamera:
Però, tornando alla questione verità, secondo me quella fotografia rivela un nucleo di verità incontestabile: la brutalità della guerra. Perché un conto è ragionare astrattamente sulla brutalità e un altro conto è vedere i fatti.
Io penso che una delle cose migliori da fare è andare alle mostre di arte e di fotografia magari con visita guidata, comprarsi i cataloghi e le monografie che sempre sono presenti. Poi nella fotografia fare una distinzione tra reale e rappresentazione del reale è sempre difficile ed è un dibattito che partì già negli anni 70 dell'800 tra "pittorialisti" e "realisti", c'è molta letteratura in tema. Avevo seguito un corso on line gratuito del MoMa che credo ci sia ancora sulla loro piattaforma, con lezioni e articoli da leggere, che aveva una bella sezione proprio su questo tema. Sulla loro piattaforma online ce ne sono altri anche per l'arte contemporanea ed il design.
Per restare in tema di foto reportage come gli ultimi esempi citati sulla guerra del Vietnam, io rimasi molto colpito (ed è un eufemismo) dalle foto di Salgado nella mostra Exodus e quelle fatte in Ruanda durante e dopo il genocidio e sulla carestia in Sudan, era testimonianza o arte? Boh a me da quel momento in poi ha fatto guardare all'Africa in un modo diverso. Ed anche Salgado ne fu profondamente trasformato, se non ricordo male smise di fotografare per un bel po'.
Beh, quell'uomo aveva diritto a un processo, quella fu effettivamente un'esecuzione sommaria. Qui la ripresa della telecamera: *********************************
Vero, anzi verissimo. Come del resto ne avrebbero avuto diritto, ammesso e non concesso che avessero in precedenza fatto qualcosa di male quelli che erano solo dei civili inermi (tutti tranne uno), i sette o nove, ho qualche incertezza riguardo al numero dei bambini, che aveva appena "eseguito" lui.
«Due persone sono morte in quella foto», scrisse Adams dopo la morte di Loan (che se ne andò per cancro nel 1998): «Il generale ha ucciso il Viet Cong; io ho ucciso il generale con la mia macchina fotografica».
“ Le foto delle riviste porno lo sono sicuramente... „
Per questo ho letto qui, di dati Efix (sic, si intendevano quelli dei RAW), in realtà assonanti con il più famoso grido liberatorio nella storia delle rivistacce.
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