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Se devi spiegare una fotografia, vuol dire che non è venuta bene


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  4. » Se devi spiegare una fotografia, vuol dire che non è venuta bene





avatarjunior
inviato il 20 Febbraio 2025 ore 19:08

Una foto non va spiegata ma va accompagnata (da parte dell'autore) da almeno tre possibilità, anche non contemporanee ..

A) data (anno) e luogo
B) intitolazione data dall'autore
C) nulla..

Queste indicazioni (ripeto, anche non contemporanee e non obbligate) delimitano gli spazi interpretativi possibili.
A e B restano legati allo spirito ideativo dell'autore. C invece orienta il lettore ad una massima libertà interpretativa, che infine resta legata alla visione del mondo di chi osserva, anche allontanandosi dalla visione del mondo dell'autore.

Una foto senza alcuna indicazione, è sostanzialmente liberata dalla sua origine e lanciata nella comunità come stimolo per molteplici possibili letture, anche diverse dalla (originale) intenzione espressiva dell'autore. Ovviamente contano assai cultura e sensibilità del lettore.

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2025 ore 19:10

Io sempre, per principio, se vedo o ascolto una produzione artistica sulla quale l'autore non è uno sprovveduto e ha speso tempo e fatica, e quel che vedo o sento non mi dice nulla o non mi piace, prima di pensare che si tratti di roba di poco valore mi faccio sempre questa domanda: "Cos'è che non capisco?". A volte trovo una risposta, più spesso non la trovo ma mi capita di trovarla a distanza di tempo, perchè ci deve essere una "risonanza" tra quel che sei, le tue esperienze e l'opera che hai davanti perchè possa trasmetterti davvero qualcosa.
A volta succede anche che la risposta alla domanda "Cos'è che non capisco?" sia semplicemente che non c'è niente da capire, che bisogna soltanto eliminare alcuni paraocchi e poi i 'contenuti' (tra virgolette perchè non trovo una parola migliore) dell'opera, che prima non passavano ora mi toccano.
Tuttavia, tornando al titolo della discussione, spiegare a parole un'opera grafica, o musicale ha senso solo per inquadrarla culturalmente, ma è un po' cose se spiegassi a un coreano il risotto alla milanese. Ok, gli posso dire un mucchio di cose ma se quando lo assaggia non gli piace non saranno le mie spiegazioni a farglielo piacere.

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2025 ore 23:12

"è un po' cose se spiegassi a un coreano il risotto alla milanese. Ok, gli posso dire un mucchio di cose ma se quando lo assaggia non gli piace non saranno le mie spiegazioni a farglielo piacere"
Sorriso

avatarsenior
inviato il 21 Febbraio 2025 ore 0:02

Se devi spiegare una fotografia, vuol dire che non è venuta bene


sono stato qualche mese fa ad una serata dove il fotografo invitato era Roger Ballen, ha proiettato un riassunto delle sue opere ed ha dedicato del tempo a rispondere ai quesiti delle persone presenti in sala. Più semplice di così, si muore. Alcuni hanno fatto domande sulla sua opera e le sue ispirazioni, altre più rivolte ad uno singolo scatto.
Logicamente, ma questo non serve un genio a capire che il suo lavoro non ha perso valore dopo la serata.
Vivere di assolutismi e frasi fatte da qualcuno (anche se importante) non sempre paga, quello che cambia è il livello nel quale si porta la discussione. Se il dialogo è basato sui tecnicismi allora si apre un'altro film.

avatarjunior
inviato il 21 Febbraio 2025 ore 0:35

Robot comprendo il suo pensiero, ma mi permetta di divergerne.
Ci sono dei capolavori, alcuni sussurrano, alcuni parlano, alcuni urlano.
Avevo portato come esempio Napalm Girl
Entri in contatto diretto con qui soggetti e ti accorgi con non solo la vista, ma altri sensi sono catturati da quella foto. Ti senti preso dallo smarrimento (e forse anche oltre), riesci addirittura a sentire l'odore di bruciato intorno a te, il cuore ti si stringe in gola. Ma serve davvero conoscere chi l'ha scattata, quando, dove? A me sorge invece forte una domanda: perché? Perché questo? Davanti a loro mi sento impotente, forse anche in parte responsabile, sicuramente sconfitto... La foto va oltre il suo significato, il linguaggio diventa metalinguaggio e qui mi fermo...
Si parla di scatti eccezionali, non di ottime foto fatte da ottimi fotografi... un gradino oltre.
Sotto tali livelli ben vengano didascalie, spiegazioni e quanto altro

avatarsenior
inviato il 21 Febbraio 2025 ore 7:27

Quindi in pratica una foto riuscita é una che colpisce duro perché d'impatto o crea l'effetto wow, una molto diretta, magari come la foto nei disordini di Vancouver



Foto come quelle di stephen shore o thomas ruff o todd hido non sono molto riuscite

avatarjunior
inviato il 21 Febbraio 2025 ore 7:47

Matteogroppi
io e lei siamo molto lontani nel modo di vivere una foto. Questo non vuol dire che uno dei due sia sbagliato... solo diversi.
Nel foto da lei postata non ci vedo un capolavoro, ma del fotogiornalismo.
Domenica sulla riva della Marna (conosce sicuramente l'autore)
Non credo sia wow (se interpreto bene l'accezione che lei attribuisce alla parola) ma per me è incredibile.
A parte la distribuzione dei piani e quanto altro da un punto di vista tecnico, in un attimo l'autore ha riprodotto e fa vivere quell'intera giornata ed anche i preparativi per la sua realizzazione, non solo dal punto di vista temporale ovviamente.
Personalmente non impazzisco per Shore, ma questi sono gusti.
Tra Raffaello e Tiziano, preferisco di molto il secondo. Questo non vuol dire che il primo non sappia scarabocchiare MrGreen
Mai perdere comunque di vista una cosa: sempre e solo considerazioni personali. Banale, ma quanto dico vale solo per me ovviamente. Si tratta solo dell'esternazione di un pensiero, accettando ovviamente il modo di vedere e pensare di tutti gli altri partecipanti alla discussione e imparando anche da loro.

avatarsenior
inviato il 21 Febbraio 2025 ore 9:26

Possiamo usare il tu? il lei mi sembra formale per un forum.
Non per mancanza di rispetto, ma solo mi da meno la sensazione di faida e più di chiaccherata amichevole che credo possa essere.
Conosco il quadro che hai citato e capisco cosa vuoi dire e è indubbio che il confronto è basato su considerazioni personali, la fotografia è un mondo vasto che con le nuove tecnologie si è anche allargato, paradossalmente fotografo il nome di una via per ricordare dove ho parcheggiato.
Il quadro che hai scelto credo sia un buon esempio, molti in un museo lo guardano e passano, perchè come scrivi ha dietro uno studio che non si esaurisce alla prima occhiata e questo lo porta probabilmente a non risuonare subito in modo universale come altri lavori che sono più di "impatto",Napalm Girl è una foto di impatto, una bambina nuda, bruciata, che corre piangendo in quel contesto è subito un pugno allo stomaco
Prendiamo un dipinto come La morte di Marat di Jacques-Louis David, è un dipinto che aveva uno scopo preciso, era legato diciamo alla propaganda politica, Marat è dipinto come un martire, il sangue è volutamente minimo, tutto è ben studiato per farlo apparire in un certo modo.
Il quadro nel suo contesto storico ebbe un successo molto grande, ma fu poi dimenticato nel perido successivo e "riscoperto" solo dopo anni
Faccio questo esempio perchè può essere che un contesto chiaro in un momento storico non lo sia più successivamente per il grande pubblico e che non risuoni più come inizialmente faceva

avatarjunior
inviato il 21 Febbraio 2025 ore 14:16

Da buon toscano darei del tu anche al papa. Quindi molto volentieri.
In merito alla riflessione sul quadro pienamente concorde.
Proprio per quanto dici, faccio distinzione tra ottimi lavori e capolavori.
In.pittura prendiamo le nozze di cana.
Il veronese le ha riempite di personaggi famosi sparsi ovunque. Gesù è la Madonna sembrano quasi degli intrusi.
Il tintoretto non ne aveva bisogno in giotto ci sono addirittura solo quattro gatti. Due sono capolavori assoluti, una semplicemente una grande opera anche se esposta in una sala del louvre abbastanza frequentata MrGreen
E con questo credo di essere bandito da ogni museo Sorriso

avatarsenior
inviato il 21 Febbraio 2025 ore 15:30

è un confronto interessante, io non mi azzardo a dire quale è il migliore, posso solo parlare da profano perchè sono due dipinti su che conosco.
Veronese ha lavorato con una composizione più classica e a livello di raffinatezza pittorica è più "rigoroso", tintoretto è più audace sia nell'uso della prospettiva che della luce.
I 2 quasri sono quasi contemporanei (sono dipinti a 2 anni di distanza se non sbaglio), rispetto al periodo tintoretto è probabilmente più innovativo, ma quale sia davvero migliore non sono io che posso giudicarlo e non mi azzardo in giudizi, ma è chiaro che la visione di tintoretto forse si avvicina meglio a quello che ci aspettiamo noi, ma dal punto di vista tecnico e compositivo, Le Nozze di Cana di Veronese è generalmente considerata superiore.



avatarjunior
inviato il 21 Febbraio 2025 ore 16:17

Matteo lungi da me definire il migliore in maniera assoluta. A me (lasciamo Giotto da parte) il Tintoretto rapisce, il Veronese no, ma per portare il discorso su un terreno più materiale... non amo il tartufo, non mi piace, puzza addirittura. Per milioni di persone rappresenta una prelibatezza e per loro lo è, ma a me continua a non piacere.
Il sultano (e altri personaggi con i loro abiti contemporanei) nelle nozze di Cana del Veronese mi fa riflettere abbastanza, nella cena di Emmaus del Caravaggio, il fatto che il luogo sembri un'osteria come quelle frequentate abitualmente nel 1600 dall'artista stesso mi lascia completamente indifferente di fronte alla grandezza del dipinto.
Ripeto, non si tratta di classifiche, ma di sensazioni che suscitano in me.
Uno stimola immediatamente il mio sistema libico (e poi anche ovviamente la corteccia cerebrale), l'altro principalmente la sfera razionale. Spiegazione superficiale e quindi sciocca, ma giusto per esemplificare...

avatarsenior
inviato il 21 Febbraio 2025 ore 16:24

Potrebbe essere perchè Tintoretto ha uno sgurado più "moderno" e quindi più vicino a quello che ci aspettiamo?

avatarjunior
inviato il 21 Febbraio 2025 ore 17:06

Potrebbe essere...

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