| inviato il 23 Dicembre 2022 ore 12:35
“ n amico di mio figlio, che da anni ha installato un impianto da 4kW senza accumulo, gli ha detto che il GSE ritira solo quello che gli serve in quel momento non avendo in rete nessuna capacità di accumulo. In altre parole, se in quella sottorete non ci sono utenze che possano utilizzare il surplus di energia disponibile, il GSE non preleva dai produttori locali. „ è ovvio, come ho detto più volte l'energia prodotta dai pannelli civili, sostanzialmente non esce dal quartiere. più aumentano gli impianti domestici, più questo problema si accentua. |
| inviato il 23 Dicembre 2022 ore 12:50
Probabilmente GSE attrezzerà le reti in modo da superare questo ostacolo, ovviamente se quanto ci è stato riferito corrisponde alla realtà. Se facciamo mente locale alle ragioni che spingono la diffusione dei pannelli fotovoltaici domestici, viene dato risalto all'autonomia dell'abitazione dal punto di vista energetico se non perlomeno al risparmio, piuttosto che a trasformare le famiglie in aziende produttrici di reddito da vendita di elettricità. In questa situazione, sempre se confermata dai fatti in modo ufficiale e non per sentito dire, acquista una sua ragion d'essere anche la batteria di accumulo in quanto perlomeno conserva l'energia in più che non viene ritirata dalla rete, rendendola disponibile quando il sole cala o è velato dal maltempo. |
| inviato il 23 Dicembre 2022 ore 13:34
Pare strano anche a me. Non mi pare che sul contratto col gse sia citata sta cosa. Se anche fosse mi pare improbabile che nella zona ci sia un eccesso di produzione come se tutti avessero pannelli sui tetti e tutti sovradimensionati e considerate anche le dispersioni di rete. Andrebbe a friggersi anche il discorso delle comunità energetiche locali! Secondo me è un problema all'inverter |
| inviato il 23 Dicembre 2022 ore 13:54
Anche perchè gli assorbimenti sulla rete superano abbondantemente la produzione di fotovoltaico, se il GSE si mettesse a fare pure queste distinzioni staremmo freschi, io in 10 anni di frequentazioni di forum sta roba non l'ho mai sentita, io abito in un posto isolato come pochissimi vicini, ma mi hanno sempre pagato tutto, l'assunto è sempre stato che la rete funge da batteria, prima va ai vicini e poi funge da stabilizzatore a tutta la rete. |
| inviato il 23 Dicembre 2022 ore 14:08
Scusate l' ignoranza, ma come fa il GSE a bloccare l'immissione nella rete? Tecnicamente intendo. |
| inviato il 23 Dicembre 2022 ore 14:18
A parte il fatto che sulla rete agisce solo e-distribuzione e basta, quindi dovrebbe essere e-distribuzione che comunica le letture e poi il GSE a babbo morto decide cosa pagarti, mi sa che c'è un problema. |
| inviato il 23 Dicembre 2022 ore 15:01
“ Anche perchè gli assorbimenti sulla rete superano abbondantemente la produzione di fotovoltaico „ in generale si, a livello locale non è detto. in un quartiere residenziale, l'assorbimento medio non arriva a 300W/abitazione. Fintanto che hai 1 casa su 100 con pannelli solari, è ovvio che tutto il prodotto da quel 1% venga assorbito. Ma in alcuni contesti questo diventerà sempre meno vero. E torniamo ancora al solito mantra di questa insulsa campagna di "transizione", per cui di fronte ad un problema, la risposta è sempre: si farà, ci saranno, si vedrà, ci si adatterà, qualcuno troverà la soluzione...pianificazione e studio ZERO ASSOLUTO. Qualcuno ha pensato a come reagiranno le linee costruite per distribuire poche decine di kW, quando dovranno trasportare centinaia di kW nelle ore di picco? Si farà, ci saranno, ci si adatterà, qualcuno troverà la soluzione |
| inviato il 23 Dicembre 2022 ore 16:04
C'è un filone di ricerca molto importante e popolare oggi, quello delle smart grid, che lavora proprio sulla definizione di reti di distribuzione intelligenti, grazie anche all'AI e ai big data, soprattutto in vista del contributo crescente di impianti fotovoltaici delle abitazioni it.m.wikipedia.org/wiki/Smart_grid |
| inviato il 23 Dicembre 2022 ore 16:17
tutto molto bello e potenzialmente utile MA...ci sono piani e progetti per ANTICIPARE le criticità che andranno a crearsi? ricordiamo che stiamo parlando di un sistema Paese che sta impiegando anni a distribuire un cavetto di fibra ottica, e che ancora in moltissimi posti ha i cavi telefonici in aria su pali di legno degli anni 50 del secolo scorso.... |
| inviato il 23 Dicembre 2022 ore 16:37
Scusa la franchezza Angor, ma il fatto che tu non abbia trovato "piani e progetti per ANTICIPARE le criticità che andranno a crearsi" non significa affatto che non ci siano o che Terna & Co. non ci stiano lavorando, dai su. |
| inviato il 23 Dicembre 2022 ore 16:45
si...potrebbe essere l'unica situazione in cui effettivamente in italia si anticipa qualcosa...ma visto che la prassi italiana è quella di rincorrere e rattoppare solo dopo che i guai si sono verificati, permettimi di avere qualche dubbio. se hai anche un solo esempio in cui un qualsiasi argomento sia stato oggetto di studi PRIMA del verificarsi di un problema, sono curioso di conoscerlo. fidati...solo quando inizieranno a saltare le cabine di media o ci saranno gli impianti che non produrranno più, solo allora inizieranno a studiare le soluzioni (pardon, rattoppi) |
| inviato il 23 Dicembre 2022 ore 17:16
So cavoli di e-distribuzione! È pagata per quello. Se la cabina non regge la devono adeguare. Pure io ho i cavi del telefono sui pali di 50 anni fa, ma mi arrivano i 40mega. Ho rotto le palle finché non si sono adeguati ai livelli standard. Se a Ryb non gli permettono di immettere, violano un contratto. Sempre se dipende da loro e non dal suo impiantista che non ha usato cavi adeguati. |
| inviato il 23 Dicembre 2022 ore 17:48
“ tutto molto bello e potenzialmente utile MA...ci sono piani e progetti per ANTICIPARE le criticità che andranno a crearsi? „ Domanda da 1 milione di €, Angor, a cui non so rispondere... Però sulla ricerca e la tecnologia delle reti in Italia non siamo proprio gli ultimi arrivati. Sempre dal link di wikipedia: "L'Italia è la prima nazione del mondo a dotarsi di smart grid su scala nazionale nel 2006: la prima rete Smart grid funzionante è stata implementata mediante delle simulazioni in zone limitate da parte di Enel quali, ad esempio, il progetto europeo Grid4eu" Poi, come purtroppo sappiamo, i tempi e l'efficienza della burocrazia sono un'altra cosa |
| inviato il 23 Dicembre 2022 ore 17:59
si, come sempre l'italia è sempre la prima, a tavolino, a sperimentare e fare cose innovative....ma all'atto pratico abbiamo una rete di distribuzione che appena appena capita una condizione di assorbimento appena superiore al normale, salta tutto. |
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