| inviato il 27 Maggio 2022 ore 16:39
ma come la riduci la popolazione mondiale, senza finire in soluzioni drastiche cerciamo di essere coscenti che sono discorsi irrealizzabili oltre che un filo nazi che il problema cardine sia il sovrapopolamento mi trova d'accordo, l'uomo per sua natura consuma inquina e distrugge, ma ripeto, non e in nessun modo realizzabile una diminuzione della popolazione, la soluzione passa da consumare meno ma anche qui non c'é soluzione, il capitalismo basato sui consumi é finora l'unico che abbia assicurato progresso e benessere, e il restante mondo che aspira al nostro livello vuole solo quello, la natura viene dopo |
| inviato il 27 Maggio 2022 ore 16:46
Bene, puntiamo a ridurre gli effetti e tralasciamo volutamente la causa. Scelta astuta. Aumentiamo la popolazione a 12 miliardi (ma perché non 15, o 20?) e portiamo tutti (come non si sa) al reddito pro capite dell'americano medio, e vediamo SE l'inquinamento diminuisce o SE invece aumenta. O magari se ci estinguiamo prima di arrivare a quei numeri. Forse sommersi dalla plastica? Forse sterminati dalla prossima pandemia? (che potrebbe non avere una mortalità bassissima come il covid, potrebbe essere letale come ebola) Forse arrostiti dal cambiamento climatico? C'è ampia scelta di modalità di estinzione, siamo sulla strada giusta. Buona estinzione a tutti. |
| inviato il 27 Maggio 2022 ore 16:50
Ok, riduciamo la popolazione: come? |
| inviato il 27 Maggio 2022 ore 17:13
La popolazione non la si può ridurre, ma la si può contenere, con politiche di blocco delle nascite ed adozione di tutti quei bambini orfani che nessuno si caca. Dice: "Eh, ma io c'ho la pelle bianca e a'mmio figlio pecchè deve averci la pella scura oppure giallastra?" Ecco, a quelli risponderei coi vaffanguli. |
| inviato il 27 Maggio 2022 ore 17:21
Qualcuno non vuol capire che la causa non è l'aumento della popolazione ma l'aumento dei consumi ( e quindi anche della plastica che funge da imballaggio anche per i trasporti della merce)incentivato dal sistema economico a livello mondiale: se chi consuma 20 potrebbe vivere bene anche consumando 10 o 5 rimarrebbe la differenza per chi non consuma e nemmeno 1. Guarda caso che chi ha più figli è anche chi consuma di meno. Quindi il discorso di ridurre la popolazione è un discorso egoistico e parziale di chi vuole sempre di più per se stesso. Con questo modo di pensare si risolveranno i problemi? Io credo che questo modo di pensare sia esso stesso un problema. |
| inviato il 27 Maggio 2022 ore 17:25
Caneca la scelta di adottare un bambino è una scelta personale: non si può imporre a nessuno di adottare un bambino almeno che non si voglia il male del bambino stesso. Poi forse non conosci le implicazioni psicologiche che comporta una scelta di questo tipo che proprio per questo deve essere attentamente ponderata e voluta. Scusate l'o.t. |
| inviato il 27 Maggio 2022 ore 17:44
“ che il problema cardine sia il sovrapopolamento mi trova d'accordo, l'uomo per sua natura consuma inquina e distrugge, ma ripeto, non e in nessun modo realizzabile una diminuzione della popolazione, la soluzione passa da consumare meno „ Ma allo stato attuale e per come è configurato l'uomo oggi consumare meno significa: ( tenendo conto che consumare meno significa produrre meno e quindi impiegare meno forza lavoro, risultato o paghi di meno tutti ((vediamo come vivono)) o paghi uguale ma non a tutti ((vediamo che succede a chi non puoi pagare)) ignorare questo non va bene) A - Vivere con meno agio rispetto a ora, e questo per tutti popoli? B - Possono vivere solo i popoli ricchi di risorse? C - Proviamo a vivere tutti un po' male? D - Smantelliamo il sistema che rende possibile la continuazione della specie e ne inventiamo uno nuovo? E - Entriamo nel mondo delle favole e immaginiamo il futuro della terra e abitanti tutto green. Io sono dell'idea che l'evoluzione vuole dire tutto quanto accade oggi, a quella non scappi, per bella o brutta sia. |
| inviato il 27 Maggio 2022 ore 17:50
Quindi >Maila< se la gente continua a proliferare a parità di consumi procapite o profamiglia (ipoteticamente parlando, perchè sappiamo bene che le campagne pubblicitarie che stimolano il consumismo sono sempre più mordaci) questo non incide affatto sulla questione del fabbisogno energetico e dello smaltimento rifiuti? Un po' come nel caso degli inceneritori che prendono il nome di termovalorizzatori, come fa l'etilismo che smacchia la brutta faccia all'alcolismo, ma che sempre quello è. Suona meno brutto ma resta la stessa identica roba e risolve nulla. Credo sia più facile consigliare alle coppie di non proliferare anzichè ridurre i propri consumi, ma sarebbe eticamente più difficile. Se si riescono a bocciare le leggi sulle identità di genere o a revisionare le conquiste passate sull' aborto o sul divorzio, allora ci si può credere... come no! Più gente = più case da costruire = più energia da produrre = più rifiuti da smaltire e non tutti i rifiuti sono riciclabili ad oggi, o almeno non tutti hanno un ciclo virtuoso e ripetuto del riciclo, anche perchè molte aziende risparmiano proprio sul riciclo e sullo smaltimento, altrimenti non si spiegano le merdate della Somalia e quelle di terranostra, in Campania e Calabria, sia su terra che sottomare. E tutta quella merda non era soltanto nazionale, ma proveniva dall'Austria, dalla Germania, dal Belgio ecc... tutte nazioni cosiddette pulite e virtuose. E com'è che le loro schifezze ce le troviamo come condimento essenziale per i nostri caseifici campani? Mistero! Poi per carità, possiamo farci le pippe davanti alla Caritas perchè abbiamo perso il Patek Philippe dentro ad un tombino, ma la questione generale verte su tutt'altro fronte. |
user206375 | inviato il 27 Maggio 2022 ore 17:55
Basterebbe modificare il pil che non tiene conto del benessere dell'individuo. C - Proviamo a vivere tutti un po' male? |
| inviato il 27 Maggio 2022 ore 17:55
@ alvar, scusa ma parti dal modello del americano medio come presupposto ineluttabile.. Tornando in tema di riciclo plastica. Purtroppo una gossa parte di essa non e' riciclabile, o lo e' x via antieconomica. Una soluzione in questo caso e' il recupero energetico. Il combustibile fossile viene direttamente bruciato, questo giustifica il passaggio petrolio-plastica-energia. Il potenziale energetico se sfruttassimo la plastica non riciclabile che ad oggi viene mandata in discarica, avevo letto da piu' parti, sarebbe equivalente a circa il 25% del gas che importiamo. C'e' tuttavia una resistenza della opinione pubblica a queste soluzioni, gli impianti devono essere sicuri e non inquinanti e quindi le cifre da investire elevate. Termovalorizzatori ci sono gia' in italia, ma una gossa fetta dei rifiuti dopo opportuno trattamento la mandiamo in Germania |
| inviato il 27 Maggio 2022 ore 18:00
“ C - Proviamo a vivere tutti un po' male? „ Pensavo ti interessasse maggiormente la E |
| inviato il 27 Maggio 2022 ore 18:05
l'inceneritore sempre sia lodato, anche perche l'altrrnativa é scavare un buco e sotterrare l'immondizia, e questa é proprio idiot@, chi paventa riciclaggio al 100% e uno sciocco ignorante che non ha il minimo senso della realta dei rifiuti che vengono prodotti e insipegabile questo essere contro l'inceneritore se non con posizioni ideologiche che sfociano nell'ottuso, tutto il mondo li usa, in italia sono forse centinaia, nel mio cantone ne hanno costruito uno nuovo da 5 anni, nessuno ha fatto storie, quello prima aveva 50 anni, prima abitavo a Padova e li c'é ne uno da 40 anni, mai un problema, il problema era se non c'era |
| inviato il 27 Maggio 2022 ore 18:16
Smantelliamo il sistema che rende possibile la continuazione della specie e ne inventiamo uno nuovo? Rende possibile la continuazione della specie? A me sembra l'esatto contrario: diversamente il problema della plastica nemmeno si porrebbe. Credo che smantellarlo sarebbe la soluzione ma la cosa impossibile è inventarne uno nuovo e ripartire da zero visto che l'uomo è sempre lo stesso, evoluzione o non evoluzione. Inoltre credo che tra il "vivere male" e il "vivere sprecando" ci sia una grossa via di mezzo che è il "vivere in modo semplice"; il fatto è che per molti, quest'ultimo è sinonimo di "vivere da poveri", convinzione indotta nel nostro cervello dal nostro sistema commerciale. |
| inviato il 27 Maggio 2022 ore 18:22
“ e insipegabile questo essere contro l'inceneritore se non con posizioni ideologiche che sfociano nell'ottuso, tutto il mondo li usa, in italia sono forse centinaia, nel mio cantone ne hanno costruito uno nuovo da 5 anni, nessuno ha fatto storie, quello prima aveva 50 anni, prima abitavo a Padova e li c'é ne uno da 40 anni, mai un problema, il problema era se non c'era „ eccolo un altro.... >e< senza accento tra l'altro, e non si sa se l'accento manchi per la fretta di scrivere o perchè la sabbia nella testa abbia fatto cascare il cranio su di un fianco piuttosto che su di un altro. Dx o Sx? indovina chi! Poi c'è chi pontifica sugli sprechi e sulla giusta percezione dei consumi personali, come se chi ha un automobile procapite in una famiglia di cinque persone possa anche soltanto immaginarsi cosa possa significare "buonsenso consumistico" e defalcare coscientemente le proprie voci di spesa/consumo/inquinamento. Vabbè... ciao core! |
| inviato il 27 Maggio 2022 ore 18:32
“ alvar, scusa ma parti dal modello del americano medio come presupposto ineluttabile „ No, ineluttabile no. Ma la tendenza è all'aumento dell'impatto ecologico individuale con il crescere della capacità di spesa: ho più soldi, "consumo" di più, inquino di più (inquino in tutti i modi, dal gas serra alle plastiche). E' difficile "contenersi", è difficile adottare comportamenti "virtuosi". Faccio un esempio: raccolgo la spazzatura che i maiali buttano dalle macchine sui due lati della strada di campagna su cui si affaccia la casa in cui vivo, per alcune centinaia di metri ... lo faccio, ma è 'na palla, non sono contento di farlo, potessi, glie la farei mangiare. Questo ovviamente oltre a tutti gli accorgimenti per ridurre il mio impatto ecologico personale: in primis zero figli, poi acqua di rubinetto, robuste sporte per la spesa (di PLASTICA, ma grosse e robuste, durano anni), riutilizzo tutto, cerco di non buttare nulla di ancora utilizzabile (i vestiti hanno quattro stati: buono, da casa, da lavori pesanti, da straccio), se non mi serve ed è messo bene lo rivendo ecc. |
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