| inviato il 20 Agosto 2021 ore 9:38
Diciamo che, alla fine, spariranno molti dei fotografi del paesello, che campavano facendo, bene o male, le foto a tutti i matrimoni (del paesello, appunto). Come spariranno mille altre professionalita' che si trovano a livello base e che offrono beni "intangibili" (o servizi, vedi programmatori html o C#, etc..). Il che non significa che spariranno tutti: quelli capaci resteranno, e amplieranno il bacino d'utenza. La competizione "digitale", spinta dai social, fa proprio questo, polarizza verso le figure "trendy" (che non vuol dire migliori, come si sa), che quindi hanno piu' lavoro e guadagnano di piu', a detrimento dei meno "trendy". Il fenomeno "ammiocuggino" secondo me sta gia' sparendo, dato che i devastanti effetti sono stati ormai evidenziati da molti sulla rete. Anche dal fatto che il cuggino stesso si sta rendendo conto di essere potenziale vittima dell'effetto Dunning-Kruger e si autolimita. Sul discorso aziende che si dotano di professionalita' al loro interno, la vedo dura. Uno stipendio sul bilancio pesa piu' di una consulenza, per cui si faranno impostare il set da un professionista e poi faranno con le "scimmie" (inteso nel senso buono di operatori non specializzati). Quello che immagino e' che il fotografo si dovra' consorziare con un buon grafico e un buon designer. Piccoli studi ben preparati, che condividono anche i fatturati: oggi si mangia grazie a me, domani grazie a te. |
| inviato il 20 Agosto 2021 ore 9:51
Del resto, persino avvocati e dentisti si consorziano in grandi studi per ottimizzare costi e strutture. Difficile pensare ad un fotografo che, solitario, sul suo cavallo bianco, procede con andatura calma verso il tramonto. Insomma, di lavoro si parla. Di scadenze, di penali se si manca una consegna e tutto il contorno della fiera. |
| inviato il 20 Agosto 2021 ore 10:01
Il problema non è per chi, con impegno e intelligenza è arrivato nella zona medio alta, ma per quella vastissima parte che è nella zona medio bassa. C'è una fragilità intrinseca che li porterà a chiudere con l'avvento delle nuove tecnologie. |
user19933 | inviato il 20 Agosto 2021 ore 10:14
“ Il problema non è per chi, con impegno e intelligenza è arrivato nella zona medio alta, ma per quella vastissima parte che è nella zona medio bassa. C'è una fragilità intrinseca che li porterà a chiudere con l'avvento delle nuove tecnologie. „ Ma in tal caso, questo diradamento sociale è una questione di pura antropologia culturale (il curato di campagna, il fotografo del paesello, Don Camillo e Peppone, etc...) mentre semanticamente - lo ribadisco, con umiltà - la professione del fotografo si va semplicemente adeguando e l'etichetta stessa ("fotografo") pare essere superata, o non più adeguata. Ed il paragone con lo "chef" (e le cucine presenti in ogni casa) è quanto mai miope e fuorviante giacché lo chef, similmente al pittore-artista, non è mai stato, a differenza del fotografo, legato a doppio filo con le tecnologia, dall'inizio dei tempi ovvero dalla comparsa della fotografia stessa. La battaglia della sopravvivenza, diceva un tale, non la vince il più intelligente, ne il più forte, ma chi si adegua più rapidamente (possibilmente riducendo al minimo i costi fissi ). |
| inviato il 20 Agosto 2021 ore 10:28
A questo punto sarebbe interessante conoscere cosa ne pensa l'autore del 3D Sickboro. Ammesso che dopo queste 7-8 pagine non abbia riposto i sogni nel cassetto, almeno per un po' . |
| inviato il 20 Agosto 2021 ore 10:32
Si, la fragilita' intrinseca, se ci pensiamo, e' la stessa delle botteghe di quartiere, che sono state chiuse a ritmo incessante con l'avvento degli ipermercati. Pero' c'e' un ritorno ad aprirle: meno generaliste, con una rinnovata attenzione a prodotti e clienti. Non ci trovi il "SaiKeBon" o le spinacine, ma magari trovi il pata negra (anche se a 150€/Kg), oppure la carne da bestie allevate allo stato semibrado, frollata giusta, tagliata per lo scopo a cui ti serve e non "ad membrum segugi". Oppure il brie di latte crudo o il raviggiolo fatto il mattino stesso. E il fatto che c'e' una relazione con chi sta oltre al bancone. Questo mi fa ben sperare. |
| inviato il 20 Agosto 2021 ore 10:36
@Ramon si sta facendo una disamina sulla possibilità di entrare nel mondo della fotografia professionale. A meno di non avere un'idea così forte che ti spedisca subito alla ribalta, prima devi fare una gavetta non indifferente, in un momento dove moltissimi tentano, sopravvivendo a stento. |
| inviato il 20 Agosto 2021 ore 10:54
Erminio: ovviamente va così. Nel campo della musica, per esempio, se mi serve un violinista per fare una registrazione in studio che faccio? Ascolto quel che posso trovare in rete dei violinisti disponibili, e a un certo punto capisco che quelli che possono andare bene per quella produzione sono, mettiamo, tre o quattro. Di questi uno lo conosco personalmente, so che è un professionista affidabile, puntuale e capace, degli altri non so nulla al di fuori dei curricula e di quel che ho ascoltato. Secondo te chi chiamo? Chiamerò quello che conosco, perché almeno saprò di non andare incontro a problemi. Dico di più: per certe produzioni lo chiamerei anche se fosse un pochino meno bravo degli altri, perché in certe produzioni l'affidabilità è più importante di quel 5% di bravura in più o in meno. Se hai fissato la data per lo studio e il tecnico del suono, e sai che la faccenda ti costerà magari un centinaio di euro l'ora, o anche di più, la cosa fondamentale è, ovviamente, che nessuno dia buca o arrivi in ritardo. Per cui quasi sempre finisci per chiamare persone che conosci, oppure consigliate da persone di cui ti fidi. Però se uno lavora bene dopo un po' diventa pure lui una delle persone consigliabili e consigliate. Credo che queste cose avvengano un po' in tutti gli ambiti, salvo che nel settore pubblico, dove si va per punteggi, graduatorie eccetera. E infatti si vedono i risultati... Un po' diverso il settore delle esibizioni live finanziate con contributi pubblici: lì gli scambi di favori vanno alla grande e gli amici degli amici imperversano... |
user19933 | inviato il 20 Agosto 2021 ore 11:11
@Sabbiavincent L'avevo capito Ma durante la discussione ho notato più volte l'affiorare di un comodo alibi: la tecnologia e la sua evoluzione in antitesi ad un "antico sapere" manuense. A me pare sbagliato, come approccio. Come mi sembra sbagliato confondere le professionalità del fotografo con quella figura retorica piccolo-borghese che piazzava la sua bottega sul viale che porta alla chiesa e vendeva cartoline e rullini. Nei paesi dell'Est, per dirne una, tale figura (il fotografo piccolo-borghese) non è neppure mai esistita per quasi tutto il Novecento, tutto era a livello di "miocuggino" se vogliamo, qui molto vilipeso (sempre come figura retorica), e poi di colpo c'è stato il botto del professionismo, prima naif poi sempre più allineato agli standard internazionali. Comunque, è solo la mia opinione, per carità. |
user1856 | inviato il 20 Agosto 2021 ore 12:20
“ Quelli che il cliente chiama per CONSUETUDINE. --cut-- E questo vale in quasi tutte le categorie "specialistiche", dalla moda alla musica, dal food ai fiori. „ Ho un'esperienza diametralmente opposta per quanto riguarda il mio campo, il food... Parlo di clienti che vanno da quello piccolo che vuole crescere (e che non ha ben chiaro cosa vuole) a quello che si rivolge ad un'agenzia esterna, a quello, enorme, con fatturati a 9-10 zeri, con anche agenzie interne. All'inizio anni fa, mi sentivo dire che era così come dici. Consuetudine a prescindere. Poi ho scoperto che non era vero. La cosa fondamentale poi non era neanche mostrare i lavori per altri e la lista clienti con le referenze varie ma cosa, in realtà, si è. I progetti personali. La propria indole. Il proprio stile. Se piace e se sei professionale, ti scelgono. |
user1856 | inviato il 20 Agosto 2021 ore 12:30
“ Ed il paragone con lo "chef" (e le cucine presenti in ogni casa) è quanto mai miope e fuorviante giacché lo chef, similmente al pittore-artista, non è mai stato, a differenza del fotografo, legato a doppio filo con le tecnologia, „ In cucina c'è tantissima tecnologia, ormai... Vuoi una crema di tuorlo preparata in cbt a 64,4°C da abbattere in positivo per poi passarla ad affumicatura a freddo con pistola? Come lo fai senza tecnologia? Parliamo dei controllori PID usati nei forni per pizza per avere sempre le temperature differenti impostate di cielo e platea? Oggi pure i barbecue sono comandati da smartphone con controllo elettronico della temperatura... pure quelli "primitivi" a carbone... La tecnologia e la scienza imperversano in ogni cucina che aspiri a certi risultati più o meno dalla rivoluzione del cibo spagnola dall'epoca di ElBulli... |
| inviato il 20 Agosto 2021 ore 12:42
Cos78, per me fai un lavoro stupendo... e non lo dico perchè sono goloso |
| inviato il 20 Agosto 2021 ore 12:47
Secondo me vale anche l'idea di muoversi, incontrare persone, ascoltare discorsi. Non è più tempo di star chiusi in studio aspettando il lavoro e un sito internet e la presenza sui social aiuta, ma non basta, anche perché lì la concorrenza è tanta, dal vivo è molta meno. Esempio: se una signora incinta cerca un fotografo per ritratto col pancione e cerca su Facebook, ne trova una marea e si concentra su qualche foto e sul prezzo più basso. Se sei in spiaggia e senti che all'ombrellone accanto una signora incinta parla del fatto che vorrebbe farsi fare delle foto col pancione e tu sei lì e ti presenti, sei carino, educato, gentile, le fai vedere il tuo portfolio sull'ipad, le proponi direttamente un appuntamento per fare le foto, tutto questo ti mette in pole position rispetto a chiunque altro lei trovi in internet e quasi certamente chiudi il contratto. Se sei iperspecializzato, hai voglia ad avere la botta di fortuna di trovare all'ombrellone accanto esattamente quello di cui ti occupi tu... Io credo nella versatilità unita ad un livello ottimo di fotografia e professionalità. Che significa che ci sarà sempre il fotografo più bravo di te nel 99% dei generi, ma tu terrai botta nel 100% dei generi e non sfigurerai mai. |
| inviato il 20 Agosto 2021 ore 12:49
Solo un ebete non capisce che fare il fotografo era legato a filo doppio al fatto di possedere e saper utilizzare attrezzature fotografiche. Oggi nel 2021, su un qualsiasi smartphone da 150 euro ci sono buona parte di quelle attrezzature. Saperle usare bene conta poco. 1+1 = 2 Meglio fare il ciabattino/calzolaio. Di nicchia ma da tante soddisfazioni. |
| inviato il 20 Agosto 2021 ore 13:15
Posso fare il fotografo con il reddito di cittadinanza. Almeno a fine giornata mangio. |
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