| inviato il 29 Aprile 2020 ore 9:55
Penso che ogni sensore abbia i suoi pro e contro, il sensore della 850 è notevole, ma ho provato più piacere nell'usare le sigma, soprattutto nei paesaggi e nei ritratti. A parte pochi, quando mostro degli scatti ai workshop difficilmente le persone anche quelle "preparate" riconoscono il sensore usato. Per quanto riguarda la foto finale, bè conoscete il mio punto di vista: non trovo differenze tra una modifica minima e uno stravolgimento se non quantitativo. Nel momento che trasformi il raw in un'immagine dai un'interpretazione. Chi si stupisce o cerca cose veritiere mi fa tornare in mente l'aneddoto del tipo che chiese a picasso un ritratto della moglie e quando vide il risultato, protestando gli mostrò la foto di lei. Picasso guardandola disse: "e così questa è sua moglie?" Lui rispose di sì e l'altro: "ma caspita, poverina è un po' schiacciatina" Se vogliamo essere grossolani, allora va bene: le nubi sull'onda non sono troppo verosimili etc etc ma se vogliamo essere coerenti non c'è una reale base mai, nemmeno in semplici oggetti come un cucchiaio o un colore. La realtà è un costrutto che abbiamo costruito ed è diverso, è un'esperienza unica e irripetibile come lo siamo noi. È un inganno comodo il linguaggio. Se nella mia realtà di schizzofrenico o di artista, aprendo un raw, percepisco e interpreto segnali che non sono comuni, non vuol dire che non ci siano, vuol dire solo che sarà più difficile o più originale il mio pensare, malato o di frontiera che sia. Qui ci sono molte persone che hanno competenze eccellenti di programmi di fotoritocco, usatele per trovare un linguaggio personale, mica è necessario stupire o ricevere like, ma per scrivere il proprio racconto invece di restare ancorati ad idee platoniche senza demiurgo. |
| inviato il 29 Aprile 2020 ore 17:42
@Robert infatti, è lecito dire: interpretazione personale. Che abbia usato PS o Luminar o prese 2 diapositive e proiettate insieme etc etc è un altro discorso. Nelle foto di ritratto sai quante volte i clienti vengono a dirmi togli una rughetta o fammi bello? Posso farlo facilmente senza neppure usare una riga di PS, mi basta la luce ambiente, nemmeno quella dei flash, per me però è la stessa cosa. Hai una manipolazione, analogica ma ce l'hai lo stesso. Che dire di chi usa filtri graduati nei paesaggi o chi tira fuori cieli o apre le ombre? Si tratta di scegliere solo cosa, nella nostra narrazione, vogliamo far si che il cliente/spettatore debba prestare attenzione. C'è chi ha pazienza e chi no, chi per propria natura si accontenta di prendere il cliente e fargli uno scatto con il cellulare alle 13 sotto il sole d'agosto e chi no. Sono scelte, a me vanno bene tutte, se una foto mi piace, mi piace altrimenti vado oltre. |
| inviato il 29 Aprile 2020 ore 18:49
Togliere i difetti della pelle è veloce. Il guaio è quando inizia "Oh che brutta espressione che avevo, toglimi le occhiaie" |
| inviato il 29 Aprile 2020 ore 19:16
Non è bravura, per quelle cose basta il timbro clone di Photoshop, spesso basta pure quello di lightroom. Per molti questa prassi è obbligatoria e applicano pure una procedura per levigare la pelle. Io sono contrario al togliere il dettaglio sulla pelle (mica una donna è fatta solo da occhi, labbra e capelli!), ma i brufoli evidenti li tolgo. |
| inviato il 29 Aprile 2020 ore 19:31
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| inviato il 29 Aprile 2020 ore 19:40
Sabbia fa un bellissimo effetto! Secondo me è più memorabile così che con gli occhi |
user30556 | inviato il 29 Aprile 2020 ore 19:50
“ Sarebbe troppo facile andare in un posto, fare la foto e poi a casa mettergli un cielo da paura facendo pensare a chi la guarda che la foto l'hai fata tu. „ Mi hai fatto pensare all'eterna diatriba tra avifaunisti. Quelli in natura nel loro habitat, capanni liberi, a pagamento, esche...Zoo. In ogni caso sarebbe pur sempre una foto tua. Col cielo "Luminar"... Questo e' un concetto che mi sta a cuore e che ho esplicato altre volte. Il risultato finale deve essere tutto mio. Allora che mi faccio i preset di cieli miei(scattati o fatti di sanapianta al pc). Anche a livello professionale, chesso', una pubblicita' per un'agenzia di viaggio, avro' l'orgoglio e la serieta' professionalita' di dare un prodotto unico, mio ed irripetibile al 100%. Ohoo, poi io dormo con la clava accanto al fuoco. @Sabbia Oppure metti il link |
| inviato il 29 Aprile 2020 ore 20:20
Ragazzi mi adeguo, metto il link. Il punto è se dietro c'è una storia oppure nulla. Anche se l'estetica fine a se stessa ha la sua ragione d'essere eh! |
| inviato il 29 Aprile 2020 ore 20:47
Secondo me non serve che ci sia una storia. Quel ritratto mi suscita un senso di squilibrio, come a voler ricercare un contatto e rimaner di pietra nell'impossibilità di trovarlo. Un ritratto con gli occhi invece credo non susciti nulla, se non che hai dato omaggio alla bellezza femminile |
| inviato il 29 Aprile 2020 ore 23:27
“Chi non ama aspettare, non può essere fotografo” Sebastião Salgado - Fotografo |
| inviato il 29 Aprile 2020 ore 23:31
Ma no, il ritratto senza storia, a parte quelli commerciali per cataloghi dove c'è uno studio con il creativo dell'azienda, se non racconta chi hai di fronte o un contesto, (allora sei come un nano con una gigantesca macchina da scrivere che può fare tutto in teoria ma in pratica no, o con la supermacchina fotografica fine di mondo stabilizzata con sensore 6x6cm 20 gd e 100mila ISO al miliardo di pixel e che segue l'occhio anche se di spalle etc), allora è una foto non buona, da buttare, io la cestinerei. |
| inviato il 29 Aprile 2020 ore 23:56
A me comunica, alla fine per me è l'aspetto più importante. Se quella donna avesse avuto gli occhi me la sarei già dimenticata a quest'ora, come infatti accade con tutti i ritratti (In generale non comprendo il valore di un ritratto normale se non si hanno legami affettivi col soggetto, mi sembra come vedere una persona qualsiasi sulla metro, che ci faccio?). |
user30556 | inviato il 30 Aprile 2020 ore 6:26
“ (In generale non comprendo il valore di un ritratto normale se non si hanno legami affettivi col soggetto, mi sembra come vedere una persona qualsiasi sulla metro, che ci faccio?). „ Machu, sei un mostro asociale senza alcun interesse per il genere umano Nella metro, la cosa piu' interessante e' giusto guardare la gente. E non credo sia il solo. Fa parte della natura umana. Fra l'altro, nessuno cercherebbe piu' moglie o marito, altrimenti (o andrebbe al cinema, teatro...) . Pure vero che ci stiamo disumanizzando. Oggigiorno nella metro si sta piu' a chattare, magari su tinder, che a guardarci intorno e socializzare (basta uno sguardo, un sorriso). |
| inviato il 30 Aprile 2020 ore 10:26
@Machu, bé se fai tanti ritratti, penso che sia così alla fine, non so quale sia il tuo genere fotografico lavorativo. A me restano in mente, soprattutto ma non solo, quelli dove non ho trovato la esatta risposta che cercavo e cioè non aver avuto la flessiblità di modificare il mio modo di scattare/post produrre in modo da raggiungere la storia del soggetto. |
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