| inviato il 12 Ottobre 2019 ore 19:12
Perché siamo tutti alla ricerca di visibilità, probabilmente lo facciamo per alimentare in nostro ego? |
| inviato il 12 Ottobre 2019 ore 19:15
Sì, forse è così per molti di noi, ma si può migliorare ci si può evolvere. Meglio essere ((fotografi)) o apparire anonimamente uguali agli altri? È piacevole andare per capanni fotografici anche a pagamento, buona compagnia e belle foto anche ad animali rari... ma sono uguali a tutti quelli che fotografano nel capanno... È l'appiattimento che denunciava Settimio Benedussi, miliardi di foto uguali vomitate nel web.... Questo evoca e fa desiderare un'altra Fotografia. |
| inviato il 12 Ottobre 2019 ore 19:20
Io posto le foto su un social di FOTOGRAFIA per ricevere commenti e critiche costruttive in modo da migliorare. |
| inviato il 12 Ottobre 2019 ore 19:24
Non era riferito a te Emanuele. Stiamo cercando di capire. Perché comunque chi vive facendo il fotografo e ha un discreto successo, magari è infastidito dalla presenza di tante immagini che comunque sono un'infinità e piuttosto anonime.... Solo su Juza ci sono quasi 2.000.000 di foto. Poi Facebook poi Instagram..... Poi ci sono i fotoamatori che si improvvisano professionisti senza partita iva... che danno le foto solo per pubblicare.... forse così si capisce meglio il legittimo punto di vista del sub-appaltatore... |
| inviato il 12 Ottobre 2019 ore 19:27
Emanuele mi spiace perché non ti è arrivato il discorso e ti stai scaldando e protestando per nulla. Non è una questione di foto ma di lavoro e progetto. La foto con la nipotina è importante, ma per te, per tua nipote, per la tua famiglia, quando però la condividi ha la stessa importanza per degli sconosciuti? Non parliamo di valore affettivo ma fotografico, benedusi non parla delle foto personali ma del semplice fatto di provare a fare un racconto che condiviso possa avere un interesse per altri Poi qui tutti postiamo per migliorare, mica è stato vietato, è stato solo detto che un lavoro importante va oltre tecnica e bella immagine tutto qui nulla di grave nessuno sminuisce nessuno |
| inviato il 12 Ottobre 2019 ore 19:29
“ ma sono uguali a tutti quelli che fotografano nel capanno... „ Io ho iniziato 3 anni fa a fare avifauna e il capanno è il primo approccio...poi se qualcuno mi guidasse fuori dal capanno lo seguirei volentieri così miglioro e apprendo anche qualcosa su specie e migrazioni |
| inviato il 12 Ottobre 2019 ore 19:34
Anche questo è vero. Prima o poi facciamo un giro insieme. Però oggi si legge di più, il web fornisce informazioni dettagliate e spesso molto precise.... si può studiare e magari cominciare a fotografare i grandi mammiferi nei parchi nazionali come quello d'abruzzo. |
| inviato il 12 Ottobre 2019 ore 19:34
No no ho capito. Ho risposto sinceramente. A me la fotografia a 360 gradi. |
| inviato il 12 Ottobre 2019 ore 19:41
Matteo quello che vorrei dire è che qualsiasi foto fatta da chiunque oltre ad avere interesse per sé stesso ne potrebbe avere anche per altri, e appunto c'è l'abbiamo sotto gli occhi appunto con i social, ma avete capito che c'è e gente che fa soldi con foto su social e sono belle per le migliaia di persone che li seguono. Il risultato è questo no il progetto. |
| inviato il 12 Ottobre 2019 ore 19:51
Certo anche la ferragni fa I soldi con internet nessuno lo nega, dipende da quale modello vuoi seguire |
| inviato il 12 Ottobre 2019 ore 19:59
Emanuele le fotografie familiari, gli scatti ai nonni, di viaggio, etc sono fotografie che salvo eccezioni hanno senz'altro una funzione. Restano nel ricordo delle persone e documentano certi momenti, eventi e via dicendo. Hanno un valore? Certamente si, ma per lo più limitato alla sfera familiare. La Fotografia è un'altra cosa. L'aspetto emotivo non può essere l'unico ma deve essere accompagnato da altri elementi. L'errore più grosso che viene comunemente commesso è dovuto al fatto che chi scatta la fotografia conosce la scena e spesso si dimentica che chi osserva vede solo quello che emerge dal fotogramma. Non sa se è la nonna, se era l'alba, il contesto non lo conosce. L'osservatore può solo desumere da ciò che vede. Capita anzi spesso che faccia ipotesi che nulla c'entrano con il motivo per il quale la foto è stata scattata. È una sorella minore? Boh, non saprei però ha i propri momenti di rivincita. In questo mese vi è stata nella mia città una mostra che ha raccolto moltissime fotografie di uno studio familiare, dall'inizio del secolo ai nostri giorni. Foto di cronaca, di luoghi, di eventi insomma una cosa popolare. Fotografie corrette ma il cui valore non potrebbe senz'altro ascriversi a quei concetti che permettono un salto di livello e qualità. Ebbene questa mostra ha avuto un successo popolare incredibile perché ha coinvolto una intera comunità cittadina. In un mese ha raccolto 20.000 presenze. Considera che nella stessa città si svolge una importante manifestazione di Fotografia con mostre (world press) eventi ed autori tra il passato ed il presente che appartengono senz'altro al Fotografia. Io credo che le presenze siano decisamente inferioriNello stesso giorno, sono uscito da un luogo affollato per vedere le trasformazioni della mia città per entrare a vedere Bischof dove eravamo in tre. Anche chi fa Fotografia deve comprendere che si può anche fare cultura popolare e che questa ha un senso. Semmai ha meno senso frequentare gli stessi luoghi social e popolari e non accettare o comprendere che a molti non interessa una fotografia più impegnata. Semmai fa più strano vedere dei lavori di Fotografi che sono assai più vicini a quelle di chi scatta fotografie. Mi viene in mente il lavoro di Mc Curry per l'Umbria, quello di Toscani per la Costa Crociere, e magari anche qualche copertina di riviste. Frequentare gli stessi posti vuol dire anche sporcarsi le mani e comprendere i punti di vista altrui. E provare ad essere più intelligenti se si è più preparati in una disciplina e comprendere che un tramonto con un bel filtro nella via del corso principale postata sul gruppo popolare cittadino, riceverà una marea di consensi mentre la fotografia di Frank interessa alla metà della metà della metà. Frank sarà però sempre esposto mentre il gruppo popolare prima o poi finirà. |
| inviato il 12 Ottobre 2019 ore 19:59
E purtroppo è quello. Oggi I modelli sono quelli. É un dato di fatto. Per parlare di fotografia la situazione è questa non per colpa dei social, ma labbordabilita dell`attrezzatura e a chi piace ci prova a fare foto per mille motivi. |
| inviato il 12 Ottobre 2019 ore 22:36
ancora nessuno che si sia lasciato sfuggire un bel: "Avedon chi?" grande Avedon, anzi immenso, ma va benissimo anche prendersi un poco meno sul serio, per me. |
user177356 | inviato il 13 Ottobre 2019 ore 5:50
Per me quella risposta è da applauso. Rileggendo questo thread e quello originario mi è venuto in mente che la fotografia amatoriale sia uno strano incrocio tra un'attività creativa (o, se volete, artistica) e un'attività sportiva. Così come un atleta amatoriale sarà soddisfattissimo di completare una maratona in tre ore e mezza, un fotografo amatoriale sarà soddisfatto della foto di un tramonto correttamente composta, esposta e postprodotta. Questo non fa del primo un campione né del secondo un Fotografo. Però, un fotografo può diventare un Fotografo (mi viene in mente Salgado, che ha trovato ispirazione nei viaggi di lavoro per World Bank ed aveva un background da economista), mentre un atleta dilettante molto difficilmente diventerà un campione. La questione è riconoscere che alcuni si accontentano del bel tramonto, altri partono dal bel tramonto per cercare altro. I primi vanno rispettati, i secondi ammirati. |
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