| inviato il 31 Maggio 2019 ore 14:44
Non ci vedo un gran vantaggio nell'autolimitazione giusto per potersi accontentare del risultato che ne esce...ossia, posso anche capirlo, ma non certo considerarlo un pregio. E' un po' come scattare senza guardare com'è riuscito lo scatto: non porta alcun pregio all'immagine che ne esce, la quale potrà al massimo essere, nelle migliore delle ipotesi, uguale a quella che si sarebbe ottenuta controllando e poi eventualmente correggendo lo scatto....non certo migliore. |
user90373 | inviato il 31 Maggio 2019 ore 15:10
@ Angor Alla fine si torna al "mezzo> Vs <fine" e il ragno resta nel buco. |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 15:11
“ Non ci vedo un gran vantaggio nell'autolimitazione giusto per potersi accontentare del risultato che ne esce „ Perdona Angor, probabilmente sono rimbambito io, ma non ho capito il riferimento... A che tipo di autolimitazione ti riferisci? |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 15:28
Francamente trovo assurdo scattare in bianco e nero, non è che in quel modo si "pensa" in BN ma solo si anticipa una parte di un processo che si può comodamente e meglio fare dopo in PP. Se poi serve per scimmiottare l'analogico e ci si diverte così, ok, ciascuno si diverte come crede, ci mancherebbe. Il fatto poi di vedere su un monitor di 3cm o poco più una immagine BN secondo me non serve ad una beata mazza. Il processo più corretto, a mio parere, è scattare in RAW e poi sviluppare in BN |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 15:32
Ho riletto molto ma non tutto, il vedere e pensare in BW compreso l'esposimetro spot era più un retaggio del passato, ma legato al paesaggio, architettura, dove il zonale la faceva da padrone e posizionandoti con lo spot sapevi più o meno esattamente dove cadeva quella roccia o quel fogliame. Chi faceva "reportage" si preoccupava di esporre per il soggetto come ora con il digitale e basta.Ora l'estetica dell'immagine in BW (parlo di foto in mano non di osservazione a video) è accelerata rispetto ad un tempo ma passa sempre per gli stessi canali, previsualizzazione, realizzazione, post-produzione- digitale e scelta del supporto di stampa. Puoi "vedere" o non "vedere" in BW quello che è importante è ciò che alla fine realizzi. |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 15:50
“ Perdona Angor, probabilmente sono rimbambito io, ma non ho capito il riferimento... A che tipo di autolimitazione ti riferisci? „ scattare in B/N invece che a colori....sostanzialmente, quello che ha scritto Gian Carlo F “ Se poi serve per scimmiottare l'analogico e ci si diverte così, ok, ciascuno si diverte come crede, ci mancherebbe. Il fatto poi di vedere su un monitor di 3cm o poco più una immagine BN secondo me non serve ad una beata mazza. Il processo più corretto, a mio parere, è scattare in RAW e poi sviluppare in BN „ |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 15:58
Al contrario vedo la luce e come utilizzarla in base ai colori e poi reagisco... e mi rendo conto che per l'immagine in bianco e nero, quella luce non è l'ideale ,salvo intervenire con tutta una serie di modifiche e lavorazioni varie. |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 16:10
“ Puoi "vedere" o non "vedere" in BW quello che è importante è ciò che alla fine realizzi „ Già Rob, ma in base a quel che vedi arriva quel che realizzi, no? Piccola nota Rob: d'accordo sul fatto che un'applicazione piena del sistema zonale era plausibile in generi che permettessero tempo. Tuttavia io credo che, se i principi del sistema sono abbastanza introiettati e "automatici", sono comunque di utilità in ogni caso. Di certo non puoi pensare a troppi calcoli se fai una certa fotografia, ma credo che quella consapevolezza ti influenzi. A me perlomeno succede, a prescindere da quanto poi incida sulla singola foto, e in un'epoca in cui il digitale digerisce tutto o quasi “ scattare in B/N invece che a colori....sostanzialmente, quello che ha scritto Gian Carlo F „ Grazie Angor. Davvero non avevo capito. Sono d'accordo: non vedrei una sola ragione per scattare un jpeg già monocromatico. |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 16:12
qualcosa in tal senso si può fare, ma secondo me solo a grandi linee...molto grandi. Del tipo: se ho una casa rossa su sfondo di un prato, so che a meno di utilizzare dei filtri verrà un'unica macchia grigia. Ma oltre questo macro dettaglio è impossibile andare. Secondo me conviene comunque scattare, se la scena lo merita, e poi vedere cosa si riesce a fare in PP. Perchè magari con un filtro particolare si creano quei contrasti che, al momento, non si potevano immaginare. |
user90373 | inviato il 31 Maggio 2019 ore 16:14
@ Angor e @ Quant'altri Sono perplesso e deluso. Non pensavo che opereare delle scelte fosse "autolimitante", credevo facesse parte del processo formativo. |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 16:14
“ Secondo me conviene comunque scattare, se la scena lo merita, e poi vedere cosa si riesce a fare in PP. Perchè magari con un filtro particolare si creano quei contrasti che, al momento, non si potevano immaginare. „ Però Angor, ripeto quel che ho scritto qualche pagina fa: se hai consapevolezza di quel che fai, è vero che scatti, ma magari cambi punto di ripresa (per esempio) per modificare il quadro formale in modo vantaggioso. Piccole cose che possono fare una grande differenza sullo scatto finito |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 16:15
“ Sono perplesso e deluso. Non pensavo che opereare delle scelte fosse "autolimitante", credevo facesse parte del processo formativo. „ Ettore, permetti al prossimo di pensare che quella pratica possa non avere nulla di formativo? |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 16:24
“ Sono perplesso e deluso. Non pensavo che opereare delle scelte fosse "autolimitante", credevo facesse parte del processo formativo. „ Direi che spesso il processo creativo, per gli utenti preferiti, inizia col rimandare la decisione piu' in la.... per non limitare la libera espressione successiva,invece l'atto formativo è gia' stato compiuto. |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 16:32
“ Secondo me conviene comunque scattare, se la scena lo merita, e poi vedere cosa si riesce a fare in PP. Perchè magari con un filtro particolare si creano quei contrasti che, al momento, non si potevano immaginare. „ Non voglio fare forzatamente l'anziano , ma ai tempi della pellicola c'era chi sapeva al momento dello scatto cosa aveva combinato e chi doveva aspettare 2 gg per vedere se sul mucchio di dia o negativi c'era qualche cosa di buono. Ora questo giochetto si è rotto il digitale ha democraticizzato il "dono" della previsualizzazione , lo ha reso alla portata di tutti, con l'immediatezza della visione a display. Bene queste disquisizioni non servono a nulla su un percorso formativo, scattare e poi vedere cosa puoi farci su una foto o scattare previsualizzando l'immagine , hanno lo steso valore se portano allo stesso risultato e questo dipende che fotografo sei. Ma piu sei un ricercatore a mio avviso più sei vicino alla previsualizzazione e non a :"cosa ci facciamo a questa foto?" |
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