| inviato il 13 Marzo 2019 ore 12:30
@Mirko Scusami, ma io non ti devo convincere. Siccome tu stesso hai detto di non conoscere l'autore (nonostante tutto sei partito in quinta), ti consiglio di approfondirlo, altrimenti andiamo esclusivamente per sensazioni, tra l'altro di immagini spaiate viste tramite il monitor di un PC, dove chiaramente si percepisce ben poco di alcuni aspetti fondamentali delle opere di Brandt, di cui in primis la grande progettualitá. Buon approfondimento. |
| inviato il 13 Marzo 2019 ore 12:31
“ perchè questo lavoro lo trovi incompiuto Mirko? non è polemica la mia solo voglia di chiaccherare „ Non l'ho definito incompiuto. Non mi pare di averlo scritto. Ho detto che vi è una stonatura tra immagine e messaggio. La foto fa parte di una serie più o meno con analoghe costruzioni formali, con animali ed edifici diversi. La serie è omogenea. Tutto molto bello dal punto di vista formale, te hai fatto riferimento ad estetica e poetica. Sin qui tutto ok, ma il messaggio? Rimane mascherato. Fa anche vedere come sono stati costruiti i set. Guardi la foto è dici: bella! Poi però mi fermo li. |
user148740 | inviato il 13 Marzo 2019 ore 12:32
“ perchè questo lavoro lo trovi incompiuto Mirko? non è polemica la mia solo voglia di chiaccherare „ Io non trovo questa immagine incompiuta, anzi, la trovo troppo compiuta ed esplicita nel messaggio. Funziona, anzi funziona fin troppo bene, sembra quasi una foto pubblicitaria come potenza ed immediatezza di tutto. Un gran fotografo gran tecnica ma mi lascia con un po' di stucchevolezza in bocca. ps leggo ora mirko, siamo diametralmente opposti... messaggio mascherato? boh, è urlato il messaggio, ma sinceramente oltre che urlato è anche scontato, come puo esserlo il messaggio del film avatar |
| inviato il 13 Marzo 2019 ore 12:36
“ Un gran fotografo gran tecnica ma mi lascia con un po' di stucchevolezza in bocca. „ “ è anche scontato, come puo esserlo il messaggio del film avatar „ secondo me diciamo la stessa cosa senza intenderci... |
user39791 | inviato il 13 Marzo 2019 ore 13:08
Mi pare interessante il discorso di Peppe sulla auto valutazione del proprio lavoro. È giusto fregarsene di ciò che dicono gli altri e andare diritti per la propria strada oppure la crescita personale dipende dal confronto con gli altri? Per il resto credo che ci sono autori che fotografano su basi concettuali molto profonde che vanno studiati molto attentamente prima di potere esprimere dei giudizi nei loro confronti. Altri autori sono più immediati e di facile comprensione. |
| inviato il 13 Marzo 2019 ore 13:51
La crescita personale è collegata al confronto con gli altri. Dibersamente è crescita rispetto a cosa o a chi? Quanto scrive Peppe è condivisibile. Aggiungo che, facendo esperienza e passando gli anni, in genere siamo noi stessi i primi a capire se una nostra foto sta in piedi o è fuffa. E sono d'accordo con Peppe quando, all'inizio, ha scritto che il primo impatto con una fotografia non può non essere emozionale. Poi viene la lettura, l'analisi, la quale deve avere suoi criteri. Ma prima di tutto c'è il 'mi piace/non mi piace.' Aggiungo una cosa: forse ( almeno a me sta accadendo di pensarlo ) non è poi così essenziale decidere se la Fotografia è un'Arte. Primo prechè bisognerebbe concordare tutti sul significato di Arte e poi su quello di Fotografia; cosa che non è per niente scontata nemmeno tra noi 'quattro'. Uscire dalla stretta mentale e dire: la Fotografia? La Fotografia è la Fotografia, what else? risulterebbe anche liberatorio, |
user39791 | inviato il 13 Marzo 2019 ore 14:09
Non è così semplice. Il confronto può anche portare alla ricerca del consenso. Il meccanismo dei like può essere assassino per la crescita personale. Su Juza ci sono fotografi mediocri pieni di mi piace e viceversa. Credo che molti grandi artisti hanno battuto strade assolutamente isolate anche se alla base del loro lavoro c'è sempre stato un notevole spessore di cultura anche fotografica. Per quanto riguarda arte o non arte in effetti è un discorso che non porta a nulla. Meglio parlare di buona o non buona fotografia. |
| inviato il 13 Marzo 2019 ore 14:36
il concetto resta sempre lo stesso non tutte le opinioni hanno lo stesso peso, è inutile dire che uno vale uno, non è così qualche uno vale di più, il confronto lo si fa alle letture portfolio, per chi può magari lo fa con un editore o con chi tratta sempre un certo tipo di fotografia. Le letture portfolio restano comunque la scelta più accessibile Tornando al discorso precedente, non ho capito quale è il problema della foto costruita cioè faccio un esempio di qualcosa più vicino al mio genere fotografico, JeongMee Yoon con il progetto Pink and blue indaga su quanto i bambini sono condizionati fino da piccoli su genere e colore, sono ovviamente foto costruite e restano un'indagine interessante e che funziona bene. Oppure penso a questa famosa foto di Adi Ness preparata ovviamente, ma estremamente comunicativa e coerente col suo messaggio: dg19s6hp6ufoh.cloudfront.net/pictures/615/large/adi-nes-last-supper.jp |
| inviato il 13 Marzo 2019 ore 14:57
Geniale la Yoon, geniale lo scatto di Ness. |
| inviato il 13 Marzo 2019 ore 15:04
Qualcuno vale di più, non ci sono dubbi. Il problema è che ne sia consapevole lui e che altri lo riconoscano. |
user39791 | inviato il 13 Marzo 2019 ore 15:35
Non è tanto del valore del singolo che mi interessava parlare ma del percorso di crescita fotografica di chi si approccia alla fotografia. Una volta esistevano i foto club che pur avendo dei grossi limiti erano una buona palestra per chi fotografava. E le foto le si vedevano e giudicavano stampate che come dici tu non è la stessa cosa che vederle in un monitor. Oggi è diventato tutto virtuale e il confronto è più difficile. O per lo meno dal confronto si possono perdere delle spiccate qualità individuali a favore del consenso facile. |
| inviato il 13 Marzo 2019 ore 15:41
Ben vengano autori di questo calibro. Avevo visto una stampa di grande formato che mi aveva colpito e solo adesso ho capito che l'artista è Nick Brandt (era nello studio di un professionista della mia zona). Ancora una volta volutamente uso la parola "artista" perché anche in questo caso penso che la fotografia venga usata non per documentare ma come forma espressiva dell'autore con idee ben precise. Adesso che ho il nome di questo autore cercherò materiale per approfondire. |
| inviato il 13 Marzo 2019 ore 16:03
"Oggi è diventato tutto virtuale e il confronto è più difficile. O per lo meno dal confronto si possono perdere delle spiccate qualità individuali a favore del consenso facile."...sono d'accordo. Buona parte delle immagini che pubblico su Instagram difficilmente le utilizzo per la stampa. Ci sono immagini che raccolgo in fotolibri seguendo un ordine mai a caso e altre che preferisco come stampe da incorniciare. Riguardo al confronto penso che sia importante ma non sono interessato farlo sul web o foto club. |
| inviato il 13 Marzo 2019 ore 16:28
Il web dà e toglie, ovvero può dare e può togliere. Le opportunità che offre il web sono enormi rispetto a quelle del circolo fotografico. Ogni occasione di mostrare il proprio lavoro porta con sè questa doppia e opposta possibilità, che sarà tanto maggiore quanto maggiore sarà la diffusione del lavoro e le occasioni di confronto. Riprendo il concetto della formazione delle immagini che avviene internamente, noi osserviamo la realtà che ci circonda, ne percepiamo le qualità e formiamo delle immagini interne. Immagini che poi vengono realizzate all'esterno da chi produce immagini: il pittore, lo scultore, il fotografo etc. Al di fuori di questo diciamo che accade il cosiddetto processo "a vanvera" . Occupiamoci del processo diverso da quello "a vanvera". D'accordo che il confronto è sempre un'arma a doppio taglio ma come si fa a farne a meno? Non so direi anche: serve produrre un qualcosa che vediamo soltanto noi stessi, serve scrivere un libro che non legge nessuno? Allora per queste forche caudine bisogna passarci e cercare di mantenere più possibile le nostre caratteristiche personali. A me questo genere di confronto via web, anche qui su Juza è servito e molto anche, il confronto con gli altri, anche se a tratti può apparire frustrante, se c'è una forte motivazione sottostante, alla fine porta ad un processo di miglioramento e per di più senza abbandonare la "propria strada". Mi piace ancora soffermarmi, più che sui grandi nomi della fotografia mondiale, anche sul lavoro di tanti conosciuti qui o comunque sul web. Per fortuna di alcuni ho potuto anche vedere le foto stampate ed appese in bella mostra su una parete. Purtroppo, invece, di altri ho perso anche le foto che prima vedevo sul web. Non faccio nessun nome ma molti di questi mi hanno aiutato a migliorare, la mia ricerca (che non è artistica, non credo di averne il talento) è prettamente stilistica ed estetica, ecco in questo senso le mie foto mi piacciono di più di quelle di 4-5 anni fa. I like fanno piacere ma non è certamente questo che motiva il tempo e i soldi spesi in questa attività. |
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