user120016 | inviato il 06 Febbraio 2019 ore 8:49
Io penso che Macusque volesse dire che spesso ci facciamo un mucchio di problemi (o pippe se preferite) su tecnicismi che poi alla fine non influenzano minimamente la stampa di una foto. Esempio personale: negli anni in cui tutti quelli che scattavano in medio formato andavano di Hasselblad e Rollei, io potevo permettermi solo le Pentacon Six. E già erano un lusso rispetto alle Kiev, ancora più economiche. Ora, quante pagine sono state scritte sulla scarsa qualità ai bordi dello zodiak 30 mm fisheye? Quanta letteratura esiste, in rete e non solo, sul difetto di trascinamento della pellicola delle Pentacon 6x6 (ma come!!! Hai comprato quella ciofeca di pentacon six???). Eppure, senza saperlo, sono uscito decine di volte con quella macchina e quella lente, senza incontrare il minimo problema e tirando fuori stampe niente male. Se l'avessi saputo mi sarei lasciato influenzare? Avrei acquistato macchina e lente diversa? Mi sarei perso quegli scatti? Credo che probabilmente molti dei difetti che troviamo e dei problemi che crediamo di incontrare esistano solo nella nostra testa perché qualcuno ci ha detto o qualcuno ha scritto che deve essere così. E spesso ci crediamo senza nemmeno provare a vedere se è vero... |
user120016 | inviato il 06 Febbraio 2019 ore 9:00
Per il resto, tornando in topic, direi che la scelta del medio formato, quando fatta con consapevolezza (e so che Paco ha scelto ben sapendo cosa voleva) prevede la conoscenza di pro e contro di quel formato. La ridotta profondità di campo rispetto ai formati più piccoli è una caratteristica incontrovertibile. Nel ritratto può essere un vantaggio, nel paesaggio magari un po' meno. A meno che non si voglia isolare un elemento per dargli risalto. Ed allora è un vantaggio anche lì. Personalmente ho scattato centinaia di rulli 120 di paesaggi, sia con il 6x6 che con il 6x4.5 e, soprattutto con focali grandangolari (30-50 mm), chiudendo il diaframma a 16 (con lo zenzanon 40 mm anche f/22) ho ottenuto tutto a fuoco con un singolo scatto e senza diffrazioni esagerate. Ora, capisco che qui parliamo di un sensore e di una lente zoom ma le leggi della fisica ottica non cambiano a seconda se si parla di pellicola o sensori. Quindi, dove sto sbagliando? Correggetemi se ho scritto stupidaggini. |
| inviato il 06 Febbraio 2019 ore 9:24
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2599543 . . . ottica GF 23 - f.16 + stativo + fotocamera Fujifilm GFX 50S, guardando da 80 cm su monitor calibrato da 24" i miei occhi non vedono diffrazione, osservata a piena risoluzione da 1m di distanza risulta perfetta, se poi fosse stampata e osservata da 1,5 m sarebbe ancora + piacevole, dubito che si noterebbe della diffrazione perchè proprio non c'è ne. |
| inviato il 06 Febbraio 2019 ore 9:28
Nella storia della Fotografia si ricorda e cita spesso il gruppo autodefinitosi F:64, votato alla ricerca della massima profondità di campo. Naturalmente usavano tutti apparecchi a corpi mobili, con tanto di panno nero e visione rovesciata. Molto divertente, tra l'altro, ben più che montare diversi scatti via software. |
| inviato il 06 Febbraio 2019 ore 9:35
Su un banco ottico 8"x10" si arrivava anche a diaframmi f.45 / f.64 / f.90 per avere la massima pdc. |
| inviato il 06 Febbraio 2019 ore 9:46
“ Ora, capisco che qui parliamo di un sensore e di una lente zoom ma le leggi della fisica ottica non cambiano a seconda se si parla di pellicola o sensori. Quindi, dove sto sbagliando? Correggetemi se ho scritto stupidaggini. „ Ciao Domenico, non stai sbagliando in nulla e capisco perfettamente quello che dici. Tra l'altro, i pochi scatti che ho fatto col banco ottico, sono stati fatti ad F32 mi pare. Cmq il medio formato 6x6 non teme diffrazione anche ad F16, il problema è che la diffrazione è un fenomeno di distorsione della luce quando passa attraverso un foro. Ebbene, se nella pellicola, il percorso della luce passava solo attraverso al foro del diaframma per poi impressionarsi sulla pellicola, ora ha un altro foro da attraversare, quello del fotodiodo e tanto più è denso un sensore, quanto più piccolo è il foro del fotodiodo, andando a peggiorare il problema della diffrazione. Il tutto, detto semplicisticamente, so che i tecnofotografi saranno in preda ad un attacco di orchite. |
| inviato il 06 Febbraio 2019 ore 10:22
Paco.. chiudilo ! sono segone a due mani, se devi fare la foto te ne sbatti altamente della diffrazione finoa d almeno f18... Test eseguiti sulla cacca machine 5ds che e' ben piu' densa.. da f4 a f11 lo vedi? si.. e' cosi pazzesco da rovinare lo scatto? NO.. megio f11 che stare dietro 3 fotogrammi a f4 con rischi nel ricomporre, movimenti, ecc ecc..! |
| inviato il 06 Febbraio 2019 ore 10:29
Ragazzi ma perché vi fate tutti questi problemi di pdc e state a chiudere i diaframmi a più non posso? m4/3, scatto hires e il landscape è servito ! |
| inviato il 06 Febbraio 2019 ore 11:04
Io ad una sfocatura del primo piano preferisco avere una leggera difrazione... che è più risolvibile in post e meno fastidiosa. |
| inviato il 06 Febbraio 2019 ore 11:24
@Paco“ Sì, Marco, nei menù mi ricordo di avere letto una voce uguale, mi chiedo come lavora e dove decide i punti di MAF, probabilmente è spiegato nel link che hai messo, l'ho aperto ma quando l'ho visto, ci ho rinunciato a leggerlo a quest'ora, ho il cervello in pappa.... Confuso „ Andrea, devo ancora provare a usare la funzionalità in paesaggistica, ma considerando gli step di incremento distanza del punto di maf e l'intervallo di distanza di messa a fuoco (min-max) mi sembra che il tutto sia studiato più per la macro. Gli incrementi sono molto vicini e a fatica si arriva alla messa a fuoco a infiinito. Sicuramente sono io però che sbaglio qualcosa, appena ho un po' di tempo questo weekend provo a studiarlo meglio perché sembrerebbe anche intelligente, oltre che automatizzato (p.es. aumenta gli step di distanza maf a seconda del diaframma usato per mantenere lo stesso CoC, come spiega bene Kasson nell'articolo linkato prima). |
user120016 | inviato il 06 Febbraio 2019 ore 11:26
@Macusque, non andiamo oltre il "te vojo bene" che qui a pensar male è un attimo! E come disse il poeta... e fatevela 'na risata! |
| inviato il 06 Febbraio 2019 ore 12:38
@Macusque niente contro ironia e cazzeggio, il messaggio era ambiguo, andava bene una ventina di anni fa, adesso ti fa sembrare non à la page |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |