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Street e Legge privacy


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avatarsenior
inviato il 28 Marzo 2019 ore 16:33

Molti fotografi di reportage (tra cui Mccurry)


per sua stessa ammissione non è più un fotografo di reportage. se fosse stato un fotoreporter, quindi avesse all'interno di quella foto documentato "una notizia" non avrebbe avuto bisogno di farlo.

l'ho già scritto in precedenza. il problema è l'errore di fondo di considerare il viso di una persona necessario a comporre un immagine che NON sia un ritratto. nel fotogiornalismo può essere utile. nella street photography non ha senso. della serie: molte volte le rogne ce le cerchiamo da soli.

avatarsenior
inviato il 28 Marzo 2019 ore 17:40

@ubrigantu: c'è un libro interessante di Mario Calabresi "A Occhi Aperti" dove fotoreporter famosi raccontano la loro storia e i loro reportage, ti suggerisco di dargli una lettura (se non l'hai già fatto). Alcune immagini di reportage non hanno bisogno di liberatorie altre si. Riguardo la street ti do ragione che spesso le rogne ce le cerchiamo noi.;-)

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2019 ore 6:01

libro a parte... che andrò a vedere, come per la street photography anche il reportage ha vari gradi di attinenza al diritto di cronaca.

c'è una bomba in piazza e si vedono le facce dei feriti...
posso pubblicarla anche io senza tesserino da giornalista.

c'è il carnevale in piazza (esempio riportato qui) e fotografo un bambino MINORE e un adulto. (reportage di costume)
per l'adulto entro nella classica zona grigia o buco legislativo... (si valuta caso per caso e ogni giudice interpreta come vuole) nel caso del minore non è la legge sulla privacy ad impedirlo ma altro.

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2019 ore 6:48

"il reportage ha vari gradi di attinenza al diritto di cronaca."...perfetto.;-)

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2019 ore 6:50

Il libro prima di comprarlo prova a vedere in qualche biblioteca in zona se lo trovi.;-)

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2019 ore 12:00



Ottimo link


avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2019 ore 16:05

Sono leggi da conoscere e da tener presente, poi sta al fotografo valutare in base all'utilizzo se infrangerle o meno.;-)

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2019 ore 17:13

Se voi foste il giudice... Confuso

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la follia

avatarjunior
inviato il 04 Aprile 2019 ore 8:31

Penso che questo post non sia stato inutile. Dopo gli interventi e i contributi di tutti, ho più chiaro il fatto che la materia è regolata da due normative diverse: dal Decreto sulla privacy del 2003 (che non sembra aprire spiragli al fotografo) e dalla Legge sul diritto d'autore del 1941 che, a dispetto degli anni passati, è tuttora in vigore e qualche spiraglio lo offre. Nel caso di una mostra per esempio, si possono pubblicare immagini senza il consenso del soggetto ritratto, purché sia evidente la finalità culturale dell'iniziativa. Non sono un giurista, ma mi sembra di capire che tra le due normative c'è pari dignità, cioè non c'è una legge che prevale sull'atra. Troppo poco? Forse, ma sempre meglio che niente. Tra l'altro, consentirebbe ai fotoamatori di evitare l'alternativa radicale: o fare street fregandosene delle leggi (rischiando) o dedicarsi ad altri generi fotografici (per ripiego).

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2019 ore 12:31

Le fotografie dove è predominante un viso si possono anche esporre, per uso non a scopo di lucro,con la scappatoia "per uso culturale" all'interno di una mostra, di un progetto ecc. Male che vada ti obbligano a toglierla.


Premessa: Confesso MrGreen anche io ho pubblicato foto di sconosciuti ai quali non ho chiesto liberatoria.
Quanto scrivi Gaga però è inesatto. L'uso culturale di fatto non esiste, esiste quello giornalistico (e non è appannaggio di chiunque, bella scusa).
Come è stato detto se il soggetto di una fotografia esposta (pubblicata) è una persona serve la liberatoria. Nei concorsi viene sempre specificato.
il 'male che vada' funziona benissimo da noi in Italia, meno ad esempio negli Stati Uniti dove il ricorso al Legale è molto più in voga.... e i risarcimenti di solito assai tosti.
La street si può fare ma per essere in regola servono le liberatorie.

ciao
C.


avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2019 ore 17:39

"La street si può fare ma per essere in regola servono le liberatorie"...non è così (almeno in buona parte delle immagini). Quando si fa street non si pensa al ritratto ma a cogliere altri aspetti della quotidianità per cui i soggetti difficilmente sono riconoscibili da dover chiedere una liberatoria. Sulla street purtroppo c'è troppa disinformazione, lo vedo già dalle gallerie su juza nei commenti di foto che con il genere non hanno nulla a che vedere spesso si legge "ottima street"...non è che perché si scatta in strada debba essere per forza considerata street.;-)

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2019 ore 17:56

Questo è un approccio un po invasivo. MrGreen


avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2019 ore 18:07

Si Vincenzo hai ragione. Ho semplificato.
Quello che intendo dire è che se nella fotografia è presente un 'soggetto' per la pubblicazione serve la liberatoria e che il concetto "è per una mostra non per fini commerciali o altro" non regge.
Che sia un ritratto, che sia street, che sia foto sportiva ecc...

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2019 ore 18:15

mentre questo è un approccio che è molto bello da fare ed elimina alla radice molte complicazioni.
Non tutte, ma molte.


avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2019 ore 18:27

Lo stesso dicasi per questo, insomma si può vivere sereni tra la gente, scattare tra la gente e stare in pace, rubare qualche scatto fare due parole, qualche ritratto, qualche particolare e via dicendo.

Se non si vuol pubblicare perchè si teme sempre di beccare il signore con l'amante (ma quanti tradimenti ci sono dai noi?MrGreenMrGreenMrGreen) non si pubblica ma perchè non scattare?
Fate foto di strada mica la guerra. Se si trova persone che non vogliono si cancella che problema c'è? mica sarà proprio quella i bacio di Doisneu. (anche se non siamo tenuti ma perchè rovinarci la gionata?)
Non sarà mica il problema di due like?


Ed infine... esiste anche il paesaggio, lo still life e via dicendo.


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