| inviato il 27 Agosto 2023 ore 12:58
“ in pratica con il dualbot annulli gran parte dei vantaggi linux. „ Perché? L'unico inconveniente è il consumo di spazio sul disco fisso, ma ormai i giga si sprecano... |
user206375 | inviato il 27 Agosto 2023 ore 13:04
non solo spazio ma anche prestazioni e problemi di compatibilità, drivers, aggiornamenti. Poi non so se gli ultimi anni siano cambiate le cose ma in passato in dualboot ho avuto solo problemi |
| inviato il 27 Agosto 2023 ore 14:12
Non capisco: quando fai un'installazione in dual boot linux ha le sue partizioni, dove ci sta il sistema, i programmi, i dati (che i tengo sempre in partizioni separate, in modo da poter reinstallare il sistema senza toccarli, se serve) i suoi drivers eccetera, e windows uguale. Quando all'avvio scegli di far partire windows allora linux è come se non esistesse, e viceversa, mai avuto problemi. Differente se da windows decidi di far partire linux in una macchina virtuale o viceversa far girare linux in una macchina virtuale lanciata sotto windows, oppure se vuoi usare wine per far girare sotto linux i software di windows. Ecco, in questi casi credo possano esserci complicazioni, e infatti sono cose che non faccio mai, ci ho provato una volta o due ma poi ho visto che era complicato e non funzionava molto bene. Quel che faccio è, quando accendo il computer, decidere se avviare linux o windows, e una volta lanciato il sistema operativo che voglio quello parte come se l'altro non esistesse: non ricordo di aver mai avuto problemi dovuti alle due installazioni sulla stessa macchina. L'unica precauzione è come fare le installazioni: mentre si può tranquillamente installare linux su un computer dove c'è già windows fare il contrario non credo sia possibile: windows è un dio geloso, quando lo installi distrugge tutto quel che c'è... Perciò per avere un dual boot senza problemi la cosa più semplice è installare prima windows (se per non fosse già installato) e poi aggiungere linux, avendo cura di formattare l'hard disk in modo da riservare a ogni sistema le partizioni necessarie. |
| inviato il 27 Agosto 2023 ore 19:36
@ Miopiartistica mi ha preceduto. Installare in dual boot (ma si possono avere a disposizione anche 3 o 4 SO differenti), significa che alternativamente parte uno dei due SO. Il computer non è al corrente che esiste un altro SO, anzi, windows neanche vede le partizioni ext4 di Linux, mentre questo monta le partizioni ntfs di windows come normali partizioni dati. Diverso se, all'interno di un SO , ne faccio partire un altro come macchina virtuale, come accadeva in passato con wubi, che partiva all'interno di windows. In genere capita di installare Linux come secondo, perché quasi tutti i computer hanno windows preinstallato, ma si può benissimo installare windows dopo, è solo un po' più "impiccioso", perché i sistemi Microsoft non sono liberi e ci sono un po' di questioni di codici e licenze. Il problema della compatibilità hardware dei sistemi linux, è una cosa che risale agli albori del pinguino, quando si installava Slackware compilandolo a manina, oggi, se si installa una release aggiornata e diffusa, ci sono meno problemi che con Windows, dove spesso viene tolto il supporto alle vecchie periferiche. |
user126772 | inviato il 28 Agosto 2023 ore 12:34
Preferisco la virtualizzazione. E' probabile che non si riesca a gestire tutto l'hardware presente nelle macchine virtuali, e' altrettanto probabile che occorre avere un computer con prestazioni maggiori del solito, ma hai tutto online sulla scrivania. |
| inviato il 30 Agosto 2023 ore 10:41
Usare una macchina virtuale può avere senso per fare esperimenti, ma nell'uso pratico, il computer lavora male, va più piano e ci possono essere notevoli problemi con il riconoscimento hardware. Siccome la post produzione non è una cosa leggera, mi sembra assurdo farla sotto WM. Sto scrivendo da un computer che ha Win 10 e Ubuntu in dual boot. Il reboot da un sistema all'altro, richiede circa 30 secondi, recuperati sicuramente solo con l'avvio del software di PP. |
user126772 | inviato il 30 Agosto 2023 ore 12:15
Mai installato piu' sistemi operativi sulla stessa macchina. Preferisco avere macchine diverse e, se necessario, gestirle da remoto. Questo naturalmente a livello generale. Quelle poche volte che faccio PP, utilizzo il computer che uso abitualmente collegato ad un monitor dignitoso. Confesso di non aver mai provato a virtualizzare la scheda grafica ma il pensiero mi ha sfiorato..... |
| inviato il 30 Agosto 2023 ore 12:19
Mah, io non trovo inconvenienti nel dual boot windows+linux, anche perchè uso il dual boot per modo di dire: faccio tutto da linux, tranne quando mi servono quei due o tre programmi che per linux non esistono (lancio windows meno di una volta al mese). |
user126772 | inviato il 30 Agosto 2023 ore 12:58
Io invece quelle poche volte che viaggio tra i s.o. voglio poter avere tutto sottomano e funzionante, possibilmente con almeno una cartella condivisa dove poter scambiare file. |
| inviato il 30 Agosto 2023 ore 13:00
“ Mai installato piu' sistemi operativi sulla stessa macchina. „ Io sono arrivato a 3. Linux Arch Win 10 Hackintosh L'ultimo l'ho tolto solo perché un problema driver faceva espellere il vassoio CD con una velocità spropositata, tipo ghigliottina ma al contrario. Però ormai anche io se devo far qualcosa di specifico virtualizzo, se il SW ce la fa, onestamente. |
user206375 | inviato il 30 Agosto 2023 ore 13:09
Ahh ecco, quindi problemi di drivers con il dual bot ce li hanno anche i pro. :-) Fileo, io comunque ti parlo di 10 anni fa. A me il dual botting, win+mint, mi dava un sacco di problemi e rallentava le prestazioni (all'epoca non usavo le ssd) |
user126772 | inviato il 30 Agosto 2023 ore 13:19
“ Ahh ecco, quindi problemi di drivers con il dual bot ce li hanno anche i pro. :-) „ Con Hackintosh penso sia d'obbligo. |
| inviato il 30 Agosto 2023 ore 14:57
Se si usa una release ben supportata di Linux, non ci sono problemi. Nel caso di dual boot sulla stessa macchina, basta avere una partizione dati NTFS, che risulta leggibile e scrivibile da entrambi i sistemi, senza troppi sbattimenti. Si può essere costretti ad usare windows solo nel caso di alcuni software proprietari, di cui non si può fare a meno, magari per ragioni di lavoro, tipo Autocad. Se devo scambiare file di disegno in formato DWG, non posso usare un software free su Linux, l'unica alternativa ad Autocad, in questo caso, è Bricscad, che esce in DWG, ma è comunque a pagamento. Nella quasi totalità degli altri casi, c'è su Linux una alternativa gratuita ed efficace, se siamo disposti ad imparare ad usare un nuovo software. |
user126772 | inviato il 30 Agosto 2023 ore 20:20
@Fileo E chi puo' slegarsi dal formato DWG cosa puo' usare ? Ho sentito parlare di brl-cad. Lo conosci ? |
| inviato il 31 Agosto 2023 ore 9:45
Lo conosco io ed è da delirio. La verità è che per Linux non c'è un'alternativa free altrettanto valida ad Autocad, dovrai sempre scendere a (molti) compromessi. Un Cad/Cam discreto è FreeCad, ma è più indicato per progetti meccanici che edili (si possono fare lo stesso, ma con più smadonnamenti), un altro è OpenSCad. Se ti basta il 2D ci sono più alternative, già a partire da LibreOffice, ma comunque non allo stesso livello dei software commerciali. |
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