| inviato il 01 Giugno 2018 ore 11:43
Regolus, così però finisci per contestare le linee guida della lipu e del wwf. Quindi niente alimentazione, ci pensano poi i cacciatori con la solita mattanza e devastiamo tutto l'ambiente come siamo soliti fare. |
| inviato il 01 Giugno 2018 ore 13:38
Non è un caso che ho lasciato la LIPU tantissimo tempo, pur riconoscendo in molti casi ha operato correttamente. E in alcuni casi su alcuni loro siti si trovano delle vere perle, per esempio per i piccoli rondoni consigliano di solito l'alimentazione con camole della farina, a volte pure bigattini o il generico "cibo per insettivori" venduto nei negozi di animali, sconsigliati invece da centri di recupero specializzati come la clinica dei rondoni in Germania www.mauersegler.com/malnutrition/?L=it La stessa comune pratica di alimentare gli uccelli in inverno non è universalmente riconosciuta come "cosa buona e giusta" (in Australia mi risulta che sia per lo più sconsigliata), ma al di là della sua indubbia valenza sociale, può avere effetti indesiderati sui frequentatori delle mangiatoie, compresa l'insorgenza e la diffusione di specifiche malattie web.stanford.edu/group/stanfordbirds/text/essays/Feeding_Birds.html www.audubon.org/news/to-feed-or-not-feed www.bbc.com/news/science-environment-43349781 |
| inviato il 01 Giugno 2018 ore 13:44
“ La stessa comune pratica di alimentare gli uccelli in inverno non è universalmente riconosciuta come "cosa buona e giusta" (in Australia mi risulta che sia per lo più sconsigliata), ma al di là della sua indubbia valenza sociale, può avere effetti indesiderati sui frequentatori delle mangiatoie, compresa l'insorgenza e la diffusione di specifiche malattie „ Questo è assolutamente vero e confermatomi da vari biologi (tra cui anche Marco Colombo) |
| inviato il 01 Giugno 2018 ore 14:43
Al di la della discussione su wild o non wild in ogni caso l'alimentazione facilitata per i selvatici dovrebbe essere considerata come pratica estremamente scorretta tranne nei casi di specie a rischio estinzione nel qual caso ovviamente si ricorre a ogni mezzo possibile per raggiungere lo scopo e lasciandolo fare agli specialisti, in primis i biologi. Tornando invece al wild o non wild. Credo di dover precisare il mio pensiero. Se sei, come me, un fotoamatore allora niente capanni a pagamento, niente ambienti controllati. Pedalare e cercare, con il massimo rispetto dell'ecosistema e mai, assolutamente mai pasturare. Gli appostamenti si possono tranquillamente fare con semplici teli mimetici che poi ci si porta via. Per chi non avesse letto il mio precedente messaggio: non faccio più foto naturalistiche da circa trentanni. Adesso che ho ripreso a fotografare se voglio fare il "naturalista" me ne vado a passeggio per parchi cittadini e becco papere e cornacchie altro che i lupi dei bei tempi andati quando avevo fisico e gambe Se invece sei un professionista che deve realizzare dei servizi allora il discorso cambia e trovo assolutamente ragionevole usare in oasi e no postazioni fisse e attrezzate, capanni o altro, a pagamento. Mi sto contraddicendo? no... la percentuale di professionisti nel popolo dei fotografi dovrebbe essere minima e oltretutto preparata, capace di contemperare la necessità di fare foto da "woooow!!!" con il rispetto dell'ambiente. In ogni caso questa discussione è estremamente interessante e continuo a seguirla. |
| inviato il 01 Giugno 2018 ore 16:55
Riallacciandomi al discorso di nonno Baker a proposito di professionisti capaci di fare foto da urlo mi piacerebbe segnalare, a quei pochi che non lo conoscono, lo splendido Brother Wolf di Jim Brandemburg. E' un libro molto datato, se non ricordo male risale alla prima metà degli anni '90, ma quanto a materiale iconografico ancora oggi è secondo a nessuno. |
| inviato il 01 Giugno 2018 ore 18:28
“ La stessa comune pratica di alimentare gli uccelli in inverno non è universalmente riconosciuta come "cosa buona e giusta" (in Australia mi risulta che sia per lo più sconsigliata), ma al di là della sua indubbia valenza sociale, può avere effetti indesiderati sui frequentatori delle mangiatoie, compresa l'insorgenza e la diffusione di specifiche malattie „ Che non sia universalmente riconosciuta non significa che sia sbagliata. C'è chi la considera giusta, chi sbagliata. L' Australia non dovrebbe avere un clima rigido come il nostro, te lo dico perchè l'hai portata come esempio. Le mangiatoie invernali non sono il male assoluto, certamente aiutano il fotografo..ma dall'altra parte aiutano dei passeriformi in probabile difficoltà. “ Non è un caso che ho lasciato la LIPU tantissimo tempo, pur riconoscendo in molti casi ha operato correttamente. „ Non mi puoi contestare l'unica lega italiana a favore degli uccelli, non c'è molto altro che li tuteli Puoi citare la lega tedesca, magari dobbiamo prenderne esempio ma dobbiamo sostenere chi cerca di tutelare il nostro territorio e la nostra biodiversità. Capisco l'errore sui rondoni, ma quando vedi la più grande oasi italiana del WWF (a Venezia) circondata da centinaia di cacciatori ti cadono letteralmente le braccia. Possiamo discutere su ogni aspetto della fotografia naturalistica, su cosa sia o noi sia etico...ma qui abbiamo dei grossi problemi. E nessuno ne parla. |
| inviato il 01 Giugno 2018 ore 18:49
Non è un caso che si chiamano oasi, ossia un luogo protetto e favorevole Natura in mezzo ad un ambiente più o meno ostile, proprio come quelle dei deserti. Senza caccia selvaggia, inquinamento, cementificazione ecc. le oasi avrebbero ben poca ragione di esistere. |
| inviato il 01 Giugno 2018 ore 19:03
“ Non è un caso che si chiamano oasi, ossia un luogo protetto e favorevole Natura in mezzo ad un ambiente più o meno ostile, proprio come quelle dei deserti. Senza caccia selvaggia, inquinamento, cementificazione ecc. le oasi avrebbero ben poca ragione di esistere. „ Quindi secondo te è corretto che ci siano i cacciatori a 10 metri dall'oasi? Bello sparare agli animali che tentano di volare dentro o fuori l'oasi... |
| inviato il 01 Giugno 2018 ore 19:12
La caccia letale è una cosa vergognosa sempre, ma quelli che si appostano ai limiti delle aree protette fanno proprio pena, manco sò boni a cercarsi le prede in ambienti non dico ostili ma almeno impegnativi. Ridicoli... |
user6737 | inviato il 01 Giugno 2018 ore 22:18
“ La caccia letale è una cosa vergognosa sempre, ma quelli che si appostano ai limiti delle aree protette fanno proprio pena, manco sò boni a cercarsi le prede in ambienti non dico ostili ma almeno impegnativi. Ridicoli... „ Nonno Baker è la stessa cosa sul discorso fotografia in capanno a pago o in natura libera... |
| inviato il 01 Giugno 2018 ore 22:23
Più probabile che stiano appena fuori dell'area di rispetto che circonda l'area protetta. Anche qui ci sono le doppiette appena al di là della zona di rispetto, ma gli animali non sono tanto scemi, imparano presto e durante il periodo di caccia la dispersione fuori delle aree protette è molto minore rispetto ai periodi di silenzio venatorio. Poi chiaramente il rispetto delle regole dipende anche dagli organi di controllo, amministrazioni locali comprese. Ma stiamo andando molto OT |
| inviato il 02 Giugno 2018 ore 9:18
"""""""Capisco l'errore sui rondoni""""" Scusate mi sono perso qualcosa.. Cos'è successo? |
| inviato il 03 Giugno 2018 ore 10:04
Regolus: che l'evoluzione basata sulla selezione naturale sia un modello credibile non è stato mai dimostrato dalla scienza galileiana (sperimentale) |
| inviato il 03 Giugno 2018 ore 14:00
Tornando in argomento la fotografia naturalistica è foto di natura, in qualsiasi modo sia ripresa. L'accezione "wild" potrebbe indicare una ripresa di soggetti selvatici priva di influenza sul soggetto. |
| inviato il 03 Giugno 2018 ore 14:26
Esatto Claudio, ma si fatica a capire. |
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