| inviato il 10 Agosto 2017 ore 15:23
“ L'anno scorso sono andato a vedere Treves, ho fatto qualche scatto e glieli ho regalati „ Ecco proprio il sistema migliore per ammazzare un settore professionale! Complimenti! |
| inviato il 10 Agosto 2017 ore 15:27
In linea di massima sono d'accordo con Masterlight (come al solito ). Io faccio foto a concerti rock/metal ( di cui potete vedere qualcosa nelle mie gallery) e scatto sia a professionisti che non. Gli accrediti fotografici son gestiti come ti do biglietto gratis e fine, anche per i professionisti con p.iva che son nel pit con me. Se a qualche gruppo interessano foto dopo l'uscita dell'articolo ( foto 900x600 con firma e watermark della webzine ), le paga a parte ma non succede quasi mai. Di solito i professionisti oltre a vivere di quello fanno pagare il ticket, invece le band emergenti aprono il concerto e suonano gratis per visibilità o con rimborso spese. Nei festival estivi se ne vedono a bizzeffe. Personalmente con la responsabilità che ne deriva ( avendo stabilito le modalità contrattuali che nel post non si sanno ) lo farei gratis per la visibilità se interessa oppure a non meno di 150/200. Spero tu sappia che se ci son in ballo dei soldi sarebbe meglio andare con 2 corpi e relative schede/batterie. Stefano |
| inviato il 10 Agosto 2017 ore 15:53
Non riesco a capire l'abbinamento musicista e fotografo. Penso che siano due cose completamente diverse. La maggior parte dei musicisti che fanno serate, cantano canzoni di altri musicisti. Se non sai cantare rischi che ti tirino bottiglie di birra, vuote. Se suoni le tue canzoni, per pochi euro, lo fai per farti conoscere, per far conoscere la tua musica, ma dopo la serata quelle canzoni comunque rimangono tue. |
| inviato il 10 Agosto 2017 ore 16:29
Ragazzi, nella fotografia non esiste una regolamentazione a tutela della categoria. Ci vuole buon senso, ma se regalate le vostre foto, vi accontentate di visibilità e/o prendere due spicci, c'è ben poco di cui discutere. |
| inviato il 10 Agosto 2017 ore 16:54
Dico la mia La questione è che la fotografia per alcuni è un mezzo di sostentamento, per altri un hobby o una passione. Non è la prima volta che qualche professionista mi attacca perchè divulgo le mie foto (peraltro, in situazioni tali da non influire minimamente sul mercato, ma in genere chi fa queste accuse non è molto aperto a rivedere la sua posizione), accusandomi di svalutare il mercato. Per come la vedo io, esiste il libero arbitrio. Nessuno viene obbligato a guadagnarsi da vivere con la fotografia. Se si arriva al punto da attaccare, a volte intimidire, chi fa lo stesso per passione, forse bisognerebbe fare un passo indietro ed assumersi le proprie responsabilità. Se il risultato della propria attività professionale non è tale da indurre un potenziale cliente a pagare, allora forse non è qualitativamente così superiore a ciò che appassionati divulgano gratuitamente. |
| inviato il 10 Agosto 2017 ore 17:02
“ Se il risultato della propria attività professionale non è tale da indurre un potenziale cliente a pagare, allora forse non è qualitativamente così superiore a ciò che appassionati divulgano gratuitamente. „ Quindi se domani vinco al superenalotto e decido di aprire una caffetteria vicino ad un bar e offrire caffè gratis a tutti perché mi diverte fare i caffè e parlare con la gente che entra nella mia caffetteria.... la colpa del bar che fallisce è sua che non fa caffè qualitativamente superiori ai miei? |
| inviato il 10 Agosto 2017 ore 17:05
@Blade9722 Non ho capito quest'ultimo ragionamento, la seconda parte. |
| inviato il 10 Agosto 2017 ore 17:11
“ Quindi se domani vinco al superenalotto e decido di aprire una caffetteria vicino ad un bar e offrire caffè gratis a tutti perché mi diverte fare i caffè e parlare con la gente che entra nella mia caffetteria.... la colpa del bar che fallisce è sua che non fa caffè qualitativamente superiori ai miei? „ Esempio fuorviante....se vinci al superenalotto e dilapidi la vincita regalando caffè, per un po' avrai un lieve impatto sulle caffetterie locali. Una volta dilapidata la vincita, tutto tornerà come prima. Ma non vedo perchè dovresti farlo, se è una passione non hai bisogno di vincere al superenalotto per avere la motivazione per praticarla “ Non ho capito quest'ultimo ragionamento, la seconda parte. „ Cosa non è chiaro? |
| inviato il 10 Agosto 2017 ore 17:18
Cerco di spiegarla meglio. Tutti noi abbiamo accesso ad un mercato di fotografie gratuite, foto sviluppate e condivise da appassionati, amatori, etc. Questo perchè la fotografia è, in primis un divertimento. Io decido di guadagnarmi da vivere con la fotografia. Per far questo, come minimo dovrei produrre qualcosa di migliore di ciò che è reperibile gratuitamente. Invece che faccio? Se non riesco a vendere attacco chi con passione scatta foto e le divulga gratuitamente, reo secondo me di non permettermi di guadagnare. |
| inviato il 10 Agosto 2017 ore 17:18
“ Esempio fuorviante....se vinci al superenalotto e dilapidi la vincita regalando caffè, per un po' avrai un lieve impatto sulle caffetterie locali. Una volta dilapidata la vincita, tutto tornerà come prima. Ma non vedo perchè dovresti farlo, se è una passione non hai bisogno di vincere al superenalotto per avere la motivazione per praticarla „ Allora riformulo la frase: ho la passione di fare caffè e voglio aprire una caffetteria, quindi ne apro una vicino ad un bar e faccio caffè gratis, sperando che in futuro, quando deciderò di farmeli pagare, la gente torni comunque da me.... “ per un po' avrai un lieve impatto sulle caffetterie locali. Una volta dilapidata la vincita, tutto tornerà come prima. „ Sei sicuro? Anche quelle che nel frattempo avranno chiuso riapriranno? Basta girare la chiave e riaprire la porta? E chiaro che il mio è un esempio estremo e provocatorio ma serve per far capire il concetto (o almeno speravo che lo facesse capire) degli effetti che ha l'offrire un servizio gratis. |
| inviato il 10 Agosto 2017 ore 17:22
“ Cosa non è chiaro? „ Cosa non è chiaro? Che se qualcuno facesse gratuitamente, o sottocosto, il tuo lavoro, non so che lavoro fai ma credo sia un lavoro in cui non ci sono dopolavoristi che insidiano slealmente le tue entrate, così per passione, e se questi qualcuno fossero tanti e magari tra loro anche alcuni oggettivamente bravi, il tuo lavoro entrerebbe in crisi perché pagare per un buon lavoro quando lo posso ottenere gratis o a costi simbolici? Ma poi tu, o io, il tuo lavoro ce l'hai hai solo tolto spazio a chi ci vive... ma ti sei divertito... A me è capitato di vendere delle foto, molte, ma quando l'ho fatto l'ho fatto a prezzi di mercato, gli stessi di chi ci vive e con ritenuta d'acconto. Mai regalato foto o svalutato il mio lavoro semplicemente stavo in un circuito, la Danza, in cui c'erano pochi fotografi, peraltro all'epoca tutti molto bravi, ed io occupavo gli spazi che lasciavano liberi ma sempre rispettando il loro lavoro e pagando le tasse con ritenuta d'acconto. Ho fatto anche eventi, congressi, e prendevo 600€ netti più spese per una giornata di lavoro e senza post produzione (solo selezione degli scatti e consegna in 24h), non lo farei mai per 80€ non perché siano pochi ma perché farei concorrenza sleale, sì si chiama così, a chi ci vive. |
| inviato il 10 Agosto 2017 ore 17:23
Diebu, ricordo di un conoscente che si vantava di aver aperto una lavanderia accanto ad un'altra e, siccome poteva vivere senza introiti avendo un altro lavoro, faceva prezzi dimezzati allo scopo di sottrarre tutti i clienti e far chiudere il concorrente. Una volta raggiunto l'obbiettivo ed aver gettato sul lastrico una famiglia, ha triplicato i prezzi. "È il mercato, bellezza" (cit.) |
| inviato il 10 Agosto 2017 ore 17:32
Nel '95 ho aperto uno studio fotografico, sviluppo e stampa. Costo stampa 10x15 700 lire Nel '98 hanno aperto una città mercato, il market all'interno faceva il ritiro dei rullini con consegna dopo due giorni, costo stampa 70 lire, nessun ricavo da tale operazione, solo per far tornare il cliente. Hanno ucciso tutti gli studi fotografici della zona, che non potevano sostenere una concorrenza simile. |
| inviato il 10 Agosto 2017 ore 17:40
Dimenticavo, Il market consegnava i rullini ad uno studio grossista, dove io e gli altri studi andavamo a comprare le materie prime , chimici, carta, pellicole etc. Nel 2000 questo ingrosso è fallito perché non c'erano più studi fotografici a cui vendere i prodotti. R. |
| inviato il 10 Agosto 2017 ore 17:45
Eh, è pazzesco. |
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