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Cartier Bresson e altri illustri del passato, non li stiamo un po' mitizando?


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avatarjunior
inviato il 27 Febbraio 2017 ore 21:46

Francesco, hai ragione. Non ha fatto solo "street photography" Era capace di andare oltre a scandagliare momenti che superano il semplice attimo fuggente. Per questo era unico e, oggi, non mi sembra nè superato nè supervalutato. In questi giudizi c'è molta, molta superficialità ed anche un pizzico di arroganza.

avatarsenior
inviato il 27 Febbraio 2017 ore 21:55

Credo, Enzo, che abbiamo fatto molti progressi tecnici e possiamo vedere quantità di immagini come un tempo era impensabile.
Ma forse questo abbuffarsi rischia di parificare tutto e disabituare alla cosa più importante, e cioè a vedere invece di guardare.
Penso che non cogliere lo straordinario nella fotografia di Cartier-Bresson, sia davvero una privazione per la sensibilità.
Mettiamoci pure il "secondo me" d'obbligo, ma su questo ho pochi dubbi davvero... Sorriso

avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2017 ore 0:38

"Penso che non cogliere lo straordinario nella fotografia di Cartier-Bresson, sia davvero una privazione per la sensibilità."

giusta osservazione,io manco mi permetterei di pensarlo che H.C.B. sia
sopravvalutato,vidi una sua mostra a venezia nel 1979 rimasi sbalordito,nel vederle dal vivo stampate e non sui soliti libri.

user14286
avatar
inviato il 28 Febbraio 2017 ore 7:41

Penso che non cogliere lo straordinario nella fotografia di Cartier-Bresson, sia davvero una privazione per la sensibilità.

Io ribalterei i termini della questione: credo che sia la mancanza di sensibilità a determinare il fatto di non cogliere lo straordinario nelle foto di hcb (come di altri grandi autori).
D'altra parte la sensibilità - almeno questo tipo di sensibilità - va coltivata, non nasce per caso, e non è detto neppure che si possegga o che si riesca ad affinare. Io, per esempio, sono "in corso d' opera", nel senso che certe foto sto cominciando a capirle solo ora, altre ancora mi sfuggono, e non è detto che arriverò a capirle...

Sul fatto di "permettersi di pensare" che un "grande" sia sopravvalutato, è certamente lecito, soprattutto se quella sensibilità manca, credo sia la diretta conseguenza, non ci vedo nessuno scandalo, non si nasce "imparati".

avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2017 ore 7:46

Concordo con Francesco. Facendo seguito al discorso di Veleno, io ad esempio in Warhol non ci ho mai trovato nulla di che. Magari e è un limite mio...

avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2017 ore 8:24

D'altra parte la sensibilità - almeno questo tipo di sensibilità - va coltivata

concordo mi rendo conto che ci sono autori che non capivo e non apprezzavo agli inizi e invece ora i lora lavori mi colpiscono di più di fotografi magari nazional popolari.
Facendo un esempio Todd Hido ho imparato ad apprezzarlo quando l'ho davvero capito e quando mi ero addentrato più in certi concetti
Amo Sarah Moon ma non è tra i primi fotografi che ho apprezzato

avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2017 ore 8:52

penso che il minimo che si possa conferire a questi precursori dell'odierna street sia il titolo di maestri e miti del genere.
Chi sopratutto nasce con il digitale che è molto democratico come approccio e quindi si può fotografare qualsiasi cosa a costo zero (c.a.)deve considerare che ai loro tempi la fotografia era un costo pesante, e prettamente borghese, una laica costava come un'automobile disse HCB in un'intervista, in tempi in cui la gente non aveva le scarpe e far su pranzo e cena non era sempre facile.
Il nostro compito oggi non è tanto quanto lontane sono quelle foto dai nostri giorni, ma quanto lontani siamo noi da quel elevato livello culturale e immaginario, noi che possediamo le "ferrari" dei media e comunicasìzione/scambio tecnologico, non usiamo la creatività come loro che il mondo dovevano immaginarlo e non bastava il click di mouse per vederlo.
Teniamoci stretti i vari Berengo, HCB, ecc ecc ma anche senza mitizzarli, io quando quando guardo le loro foto mi chiedo non perchè le loro funzionano, ma perchè le mie non funzionano, a che livello devo spostarmi per comprendere, cosa devo cambiare dentro di me per cambiare e aggiungere qualche cosa alla mia visione fotografica.

rob

avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2017 ore 14:34

Forse prendere Bresson e osannarlo o bastonarlo a prescindere non va. Meglio cercare di comprendere e imparare da contemporanei che vivono il nostro tempo. Nessuno scatterà mai come Bresson perché è storia. Forse a volte, come canta qualcuno, si glorifica il passato quando il futuro è arido.


Mah, direi che si glorifica il passato semplicemente perché è più chiaramente cristallizzato nell'immaginario collettivo.
Poi ci si può anche divertire giocando a chi sia il più bravo fra Webb e Doisneau, tra Parke e Erwitt, fra Pelè e Messi ecc. ma appunto è giusto un "gioco"...

Discorso parallelo ma diverso è dire che alcuni generi/linguaggi del passato sono morti o comunque trasformati.
Se penso al rock penso agli anni 70, se penso all'impressionismo penso a 150 anni fa. Se penso ad alcuni generi fotografici penso a Bresson e i suoi contemporanei... Per cui capisco che chi vuol fare un certo genere "più moderno" il riferimento al passato gli possa essere utile per capire una determinata evoluzione e acquisire una certa sensibilità ma non indispensabile come riferimento.

avatarjunior
inviato il 28 Febbraio 2017 ore 14:46

I veri artisti (anche fotografi) non passano di moda. La tecnica era quella del loro tempo e la usavano mirabilmente. Ma credo che la tecnica, seppure importante, non sia la cosa essenziale. Quelli bravi sanno fare capolavori anche con macchine usa e getta. Giacomelli l'ha dimostrato.

avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2017 ore 14:59

è vero, però credo Opisso abbia ragione, è inutile cercare di ricopiare Bresson, va capito e poi bisogna fare un nuovo percorso legato a nostro tempo o si rischia di essere anacronistici.
Certi autori hanno fatto fare un passo avanti e le sue foto ancora adesso sono bellissime, ho avuto fortuna di vedere mostra a Torino, ma adesso bisogna anche andare avanti, questo non significa che scelte compositive o di narrazione non abbiano più valore, ma che non bisogna copiare ma capire anche che tempi sono differenti

avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2017 ore 16:22

Ovviamente se il passo avanti lo fa il linguaggio non è detto che lo faccia pari pari il fotografo che lo utilizza.
Se no appunto come si diceva prima saremmo tutti più "bravi" di Dante Alighieri...

Comunque ri-ripeto. Tra quelli sopravvalutati per l'effetto amarcord... Bresson non mi sembra l'esempio migliore, anzi...

E aggiungo... sarei curioso di sapere che libro ha And29. Io avevo una buona raccolta di HCB uscita con, mi sembra la Repubblica. Solo dopo anni mi sono accorto che mancavano comunque un sacco di foto incredibili e fondamentali.
Un po' come una raccolta dei Beatles... è difficile farla bene, dieci persone diverse farebbero dieci compilation diverse.
Spesso poi ai loro album considerati migliori (Sergent Pepper, Revolver, Abbey Road) si preferisce attingere da altri che hanno canzoni più facilmente di presa (Michelle, Let it be, ecc.). Chi conosce i Beatles forse capisce cosa sto cercando di dire... Credo che succeda spesso in qualsiasi tipo di raccolta non curata dall'autore...

avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2017 ore 16:39

Torno sull'argomento perchè nel post di apertura si parla di Cartier Bresson e di Vivian Mayer e questo per me è un problema di fondo. Sia che si parli di tecnica che di contenuto, ci sono autori IMPORTANTI, e ci sono autori FONDAMENTALI.

Vivian Mayer è una bambinaia (non del tutto centrata con la testa, sembra dal documentario) che ha ha lasciato involontariamente ai posteri una quantità monumentale di immagini buone. Non è un mito, non è mitizzabile e se la si sopravvaluta è perchè ci si aspetta dell'altro.

Per me, estremizzo, è come scoprire una caverna con centinaia di pitture rupestri. Importantissime ma non certo paragonabili a Caravaggio. La Mayer documenta un'epoca, HCB è Caravaggio nel mio discorso.

Allargando il discorso, magari persino io che sono un cane ho fatto qualcosa di meglio di Robert Frank in The Americans, ma prima di lui nessuno aveva documentato con quella profondità e quel distacco l'America. Anche lui è IMPORTANTE per l'epoca, e molto probabilmente superato tecnicamente.

Robert Capa è tecnicamente superabile, ma su 500px non ho mai visto nessuno sbarcare in Normandia ecco.

Potrei andare avanti e so che sarebbe noioso, ma spero che la logica che voglio esprimervi sia passata.




avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2017 ore 17:11

Assolutamente d'accordo Shambola. La Mayer a me piace tantissimo. Ma non è Bresson. È un'altra categoria semplicemente. Non capisco del tutto Labirint. Il confine tra copiare ed ispirarsi è sottilissimo. Cioè: se uno fa della street in bw il proprio genere copia HBC? O si ispira? Qual'è il confine?

avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2017 ore 17:17

No. Nella sua epoca e con gli strumenti disponibili era in grado di scattare fotografie che nessun altro avrebbe potuto fare per contenuti, originalità, esecuzione. Se oggi tu sei in grado di fare lo stesso con i tuoi contemporanei, allora sei un anche tu un grande della fotografia e puoi metterti alla pari di HCB. Altrimenti...

Oggi, tanti generi fotografici difficili e/o costosi (avifauna, subacquea, macrofotografia, etc.) come esecuzione all'epoca di HCB, ormai alla portata di una folta schiera di amatori e fotografi professionisti, richiedono che il fotografo per emergere debba esprimere una fortissima dose di originalità rispetto a "fotocopie" tecnicamente corrette di scatti dell'epoca di HCB.

user39791
avatar
inviato il 28 Febbraio 2017 ore 17:18

Dopo un secolo abbondante di fotografia fare robe del tutto originali è quasi impossibile.

Il confine tra copiare e ispirarsi? Cito una frase di T.S.Eliot: “I poeti immaturi imitano, i poeti maturi rubano. I cattivi poeti deturpano ciò che prendono e i grandi poeti lo trasformano in qualcosa di meglio, o almeno di diverso”.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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