user90373 | inviato il 19 Gennaio 2017 ore 16:00
@ Ooo “ dico sul serio Caneca, io brucio la mia valutazione sulla prima percezione, non sto a fare grande analisi, guardo come scatto, l'immagine o c'è o non c'è ed è quella che mi appare istantaneamente. è un modo di guardare ingnorante? può essere, ma la foto per me è innanzi tutto quello che riesce a comunicare di getto e in modo universale, anche all'ultimo buzzurro preso per strada, che non sa leggere il cinese se la didascalia è in cinese. Poi se c'è un po' di ciccia attorno ben venga ma la foto per me è innanzi tutto il suo flash. „ Quel che dici ha pure un nome "Invisibile Evidenza" non so chi l'ha detto, forse Barthes. |
| inviato il 19 Gennaio 2017 ore 16:03
per quanto mi riguarda lascerei il libero arbitrio all'autore. L'unica cosa che per me andrebbe sempre messo, ma non è una vera e propria spiegazione è il luogo dello scatto, oppure il cosa è scattato... che so... Monte tal dei tali.....fiore tal dei tali, animale tal dei tali, mercato nel tal posto e così via. Sento meno la necessità di leggere quello che la foto dovrebbe poi trasmettere perchè è comunque cosa soggettiva. ciao S. |
| inviato il 19 Gennaio 2017 ore 16:06
“ Scianna è fotoreporter non un artista concettuale, è riuscito persino nell'intento di fare grandi foto di moda facendo il fotoreporter. „ l'artista concettuale è lo stesso che riempie una scatoletta di gesso, la fascia con la carta e ci scrive sopra "MERDA D'ARTISTA". chi ha fatto ciò sapeva bene il valore di certa arte concettuale. con questo chiudo, mi auto censuro. vi lascio per l'ennesima volta con le parole HCB "A volte c'è un'unica immagine la cui struttura compositiva ha un tale vigore e una tale ricchezza e il cui contenuto irradia a tal punto al di fuori di essa che questa singola immagine è in sé un'intera narrazione." |
user39791 | inviato il 19 Gennaio 2017 ore 16:53
Continui a citare frasi ma non riesco a capire cosa vuoi dire, forse se lo fai con parole tue ce la faccio. |
| inviato il 21 Gennaio 2017 ore 15:18
Le foto, dopo essere state scattate e stampate, vanno rifotografate e ristampate? Aiutatemi, sto impazzendo!!!!!1 |
| inviato il 21 Gennaio 2017 ore 15:49
“ ...Poi accade che siccome l'ha fatta Pinco Pallo non ha l'effetto Salgado. Vorrei mettere in chiaro che la differenza è proprio chi la fa, la provenienza, differenza di proventi e di risonanza. Salgado ha impiegato anni dietro Genesi? ebbene, se tu Pinco Pallo hai impiegato decenni dietro un progetto ma non hai risonanza anche il tuo corpus in confronto a quello che rotea attorno ad un nome noto, apparirà asfittico. Quindi il mio invito è quello di fare attenzione a non calarsi da soli dei paraocchi... „ Ma si, esageriamo! E Ansel Adams? Non sapeva neppure fotografare a colori, che razza di fotografo da sagra paesana. E Newton? Sempre dietro a fare quello foto stereotipate copiando gli utenti qui del forum che le fanno pure meio. (stavi scherzando vero?) |
| inviato il 21 Gennaio 2017 ore 18:40
no, e non vuole essere un atto per sminuire i "grandi" ma per rivalutare immagini di autori sconosciuti. |
| inviato il 21 Gennaio 2017 ore 21:05
mmm....quindi da quello che penso di aver capito su quanto scritto su questo post ..... la maggior parte critica e trova ridondante cose tipo questa : www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2179268&l=it non andava spiegato nulla... oppure ho frainteso io? |
| inviato il 23 Gennaio 2017 ore 9:25
A mio parere dipende anche dal genere fotografico, nella maggior parte dei casi non amo le didascalie, ma in altri come per esempio il reportage due parole possono fare la differenza.. |
| inviato il 23 Gennaio 2017 ore 11:41
“ Questo mi ha aperto gli occhi Opisso, nella mia cameretta potrebbe esserci una tua foto assieme a quella di Pinco Pallo e di Vivian Maier. Se una foto piace non ci dovrebbero essere pregiudizi, invece "è un Salgado", (roba di marca, pantaloni griffati mica fichi e noci). Questi li considero paraocchi del guardare, perchè la foto è immagine e l'immagine a mio parere dovrebbe interessare prima ancora della sua dietrologia. Altrimenti è uno stare fermi sull'aristocrazia autoriale e si rischia di perdere le mille meraviglie, presenti anche qui, tra autori sconosciuti. „ Ma su questo aspetto sono completamente d'accordo . Però non ha senso neanche il viceversa: ovvero estrapolare una foto da un lavoro complesso di un autore metterla a confronto con l'editor's pick di turno e dire: cavolo molto più "wow" quella dell'utente pinco pallino che quella dell'autore famoso. "Ah si merda d'artista bla, bla". Perché io alla fine, come dicevi anche tu, alla mostra vado a vedere il lavoro del fotografo non la singola foto. Poi ok ci saranno delle foto che saranno la punta dell'iceberg del progetto e più facilmente "iconizzabili" anche da sole... Rendiamoci conto che per molti autori il prodotto finale è il "progetto", la mostra, il libro, il corpus. E certe volte non hanno pieno controllo neanche su questo. Basti pensare che la stessa mostra può essere "diversa" anche con le stesse foto a seconda dello spazio espositivo. Figuriamoci quindi che lettura possiamo dare noi di una foto singola di un autore che non conosciamo postata "a caso" da un utente "sconosciuto". Il tutto senza nemmeno due righe a corredo. Foto magari anche poco "rappresentativa" del suo lavoro e che differisce dall'originale per formato, colori, risoluzione, dimensioni ecc. Per dire.. da un'altra parte discutevo con utente sul lavoro di un certo fotografo. Per dimostrarmi che il suo lavoro era poco degno di interesse mi ha postato una foto che manco era sua. Semplicemente perché gli era venuta fuori googlando il suo nome su internet... Cioè se è così che va giudicato il lavoro di un fotografo... |
| inviato il 23 Gennaio 2017 ore 11:48
E' un po' come spiegare le barzellette, vuol dire o che l'interlocutore non ci prende o che la foto ( l'autore ) esprime malamente il suo messaggio... |
| inviato il 23 Gennaio 2017 ore 11:50
Una foto ben fatta racconta da sola quello che vuole dire |
| inviato il 23 Gennaio 2017 ore 12:02
“ Una foto ben fatta racconta da sola quello che vuole dire „ - Sempre? - Ci possono essere casi in cui serva una didascalia? - Può essere che nella presentazione di un portfolio serva un'introduzione? Nel senso, nella lettura portfolio ovviamente chiedono spiegazioni riguardo al progetto. - Le introduzioni nei libri fotografici perchè esistono? Può essere che hanno la funzione di introdurre per una più "facile" comprensione? - il fatto che non tutte le foto abbiano bisogno di didascalia (concordo), non implica che tutte le foto o serie di foto, non ne abbiano bisogno, o sbaglio? ciao a tutti |
| inviato il 23 Gennaio 2017 ore 19:34
Matteo Fiorelli, ovviamente mi riferisco alla foto singola e in particolar modo a quelle foto che per esempio devono raccontare uno stato d'animo o che comunque devono trasmettere le sensazioni del soggetto o della situazione del momento. E chiaro che la foto che singolarmente da sola può non dire niente inserita in un contesto o in un tema possa dire comunque la sua. |
| inviato il 24 Gennaio 2017 ore 16:34
“ mmm....quindi da quello che penso di aver capito su quanto scritto su questo post ..... la maggior parte critica e trova ridondante cose tipo questa : www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2179268&l=it non andava spiegato nulla...Cool oppure ho frainteso io? „ volendo accando ad una foto puoi mettere anche una pagina per descriverla o volendo un libro. se per te è un'operazione necessaria, non stai più trattando la fotografia ma un'opera multidisciplinare, e volendo potresti aggiungere anche voce, musica, rumoristica, stampa su oggetti dridimensionali, ecc... Si tratterebbe sempre anche di fotografia ma l'opera sarebbe non solo fotografia. La foto che necessita di spiegazione non è più SOLO fotografia, che dovrebbe dare da sola le sue spiegazioni, ma opera multidisciplinare che usufruisce di canali comunicativi differenti dalla fotografia. mi pare ovvio. |
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