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Personalmente, lavorando in digitale da almeno 20 anni, mi sono reso conto che i Mpixel non sono tutto. Possiedo una sony A7r3 ed una Nikon D4 da soli 16 Mpixel e devo dire che preferisco i file sfornati dalla Nikon, mi sembrano più analogici. Tornando in tema a me sembra che ci sia come al solito un approccio dogmatico, si fa così e così deve essere. Se si lavora in digitale si deve lavorare tutto il processo in digitale, analogamente in analogico. Vi ricordo che Salgado utilizza un processo ibrido per produrre i suoi capolavori, fotografa in digitale e stampa in CO, della serie: quello che conta è il risultato. La fotografia a pellicola è sicuramente meno perfetta del digitale ed è forse questo per me il suo pregio migliore
No no Adriano, nessun dogma, anzi condivido molto il discorso sui mpx...
Il mio è un discorso estremamente pratico e che, ovviamente, non vuole essere assoluto. Semplicemente ci sono passato, e dato che scatto sia in analogico (e stampo in analogico) che in digitale (e faccio stampare da file digitale), e che, come si evince, per me una fotografia è tale solo su carta, dico che sviluppare un negativo, digitalizzarlo e poi stamparlo è prendere il peggio dei due mondi
La considero una forzatura, ma proprio nei termini del risultato finale su carta. Non è un discorso filosofico o dogmatico, è coerenza ai fini del risultato. Passare un negativo sotto lo scanner significa trasformare un tipo di segnale in un altro, attraverso un processo che non solo perde le informazioni (anche il passaggio diretto da negativo a carta è una perdita di informazioni), ma le cambia ...
Ovvio poi che se si vuole produrre un archivio digitale o condividere i propri scatti a pellicola, altra strada rispetto alla digitalizzazione non c'è.
“ Senza considerare che comunque sarà una stampa da file digitale a tutti gli effetti, di pellicola e argentico non c'è più nulla. :-P A questo punto, non è meglio una compattina digitale da 1 pollice con 12 banalissimi megapixel? „
Gibus stai scherzando spero una compatta Canon Gx11 da 1 pollice da 11mpx c'é l'ho ancora nel cassetto, e proprio un altro pianeta, non si può paragonare, il pattern della grana é proprio un'altra cosa, ma questo vale per tutte le digitali, e sorvoliamo su colore e sfumature
ma poi ragiona un attimo, io tutto sommato me la cavo con oggetti di poco valore, sia macchine che obiettivi, ma quelli che spendono capitali in Leica analogiche tra macchine e obiettivi, tutto questo per avere la stessa resa di una compatta che trovi usata a 80 euro , non penserai veramente che tutti quelli che scattano in analogico rispettino la filiera della stampa con ingranditore, quella è roba ormai per pochissimi che se la possono permettere, per costi, tempo, competenze, ormai in analogico il 95% scannerizza in un file digitale, ed é grazie a questo che la pellicola é ancora viva, se non fosse possibile sarebbe già scomparsa del tutto
Alla fine io ho trovato la via di mezzo e mi soddisfa, ma solo perché l'analogico fatto come si deve ha costi troppo alti. È un salasso vero e proprio a partire da una buona macchina fotografica, che sia una Pentax 6x7 e due ottiche decenti o una Rolleiflex f3.5 Vogliamo parlare dei costi dei rullini? Un Fuji 400H costa come andare a mangiare una pizza al ristorante e anche una Kodak non scherza. Poi sviluppo e stampe, carte braitate, ingranditore e tutto il resto. Al momento sono passato al CCD della Leica S che oggi si trova a prezzi umani e gli iso sono gli stessi della pellicola. Il Ccd a 16 bit della Leica ha una ottima resa. Non è la pellicola ma gli si avvicina e costa mooolto meno.
ma poi ragiona un attimo, io tutto sommato me la cavo con oggetti di poco valore, sia macchine che obiettivi, ma quelli che spendono capitali in Leica analogiche tra macchine e obiettivi, tutto questo per avere la stessa resa di una compatta che trovi usata a 80 euro MrGreen, non penserai veramente che tutti quelli che scattano in analogico rispettino la filiera della stampa con ingranditore, quella è roba ormai per pochissimi che se la possono permettere, per costi, tempo, competenze, ormai in analogico il 95% scannerizza in un file digitale, ed é grazie a questo che la pellicola é ancora viva, se non fosse possibile sarebbe già scomparsa del tutto
Francamente Lomo io non so quello che fanno gli altri, questo vale come premessa, ma in ogni caso il processo ibrido, rispettabilissimo intendiamoci, non è l'ortodossia... tutt'altro anzi. L'ortodossia, che poi altro non è se non un percorso naturale, è che chi fotografa con la pellicola dopo la ripresa continui il lavoro seguendo quella che è la filiera naturale della pelicola: quindi uno sviluppo fatto con tutti i crismi, e senza tanti presunti miglioramenti che poi alla fine sono solo peggiorativi perché, come sempre, guadagni da una parte e perdi dall'altra, e per concludere con la stampa che sia rigorosamente con un ingranditore, manco a dirlo palluto e, soprattutto, dotato di un obiettivo che sia quantomeno, e leggasi quantomeno all'altezza delle ottiche utilizzate in ripresa! Punto. Detto questo poi ognuno fa un po' quel che credo meglio per se stesso, ovvio, ma non mi si venga a dire, come sotto sotto un po' tutti i sostenitori dell'ibrido in realtà sottintendono, che con un processio siffatto non solo non si perde alcunché, in fatto di qualità, ma addirittura si guadagna in termini di praticità, la qual cosa quindi, come diretta conseguenza, apporta anche delle migliorie in termini qualitativi perché con la scansione, e il conseguente file digitale che se ne ricava, chiunque può manipolare a piacere la propria opera libero dai vincoli e dalle costrizioni della pellicola! E qui siamo all'apoteosi dell'assurdo!
Ah, quasi dimenticavo: la pellicola, quantomeno intesa come negativo colore, è di fatto morta... perché a prescindere dalle dimensioni del mercato in altre epoche essa rappresentava l'89/90% di quel mercato (un altro 9/10% era del negativo BW e solo l'1% della diapositiva), mentre ora invece i rapporti di forza sono su un piano di sostanziale parità: 1/3 negativo colore, 1/3 negativo BW, 1/3 diapositiva ergo... la pellicola è morta!
“ ormai in analogico il 95% scannerizza in un file digitale, ed é grazie a questo che la pellicola é ancora viva, se non fosse possibile sarebbe già scomparsa del tutto „
La pensiamo in modo molto diverso, io ho esperienze differenti e a quanto pare quel 5% che stampa lo conosco tutto io... Io non spenderei mai per pellicole, attrezzature analogiche e sviluppi per avere dopo, nel migliore dei casi, un file con risoluzione infima frutto, a tutti gli effetti, di un sensore lillipuziano di uno scanner.
Ma ripeto, anche se dovrebbe essere scontato, che quanto dico è solo un mio pensiero, ognuno si diverte come vuole! sia che spenda capitali, sia che spenda 80 euro di fotocamera e i capitali li spende da altre parti...
“ quella è roba ormai per pochissimi che se la possono permettere „
“ Alla fine io ho trovato la via di mezzo e mi soddisfa, ma solo perché l'analogico fatto come si deve ha costi troppo alti. È un salasso vero e proprio a partire da una buona macchina fotografica, che sia una Pentax 6x7 e due ottiche decenti o una Rolleiflex f3.5 Vogliamo parlare dei costi dei rullini? Un Fuji 400H costa come andare a mangiare una pizza al ristorante e anche una Kodak non scherza. Poi sviluppo e stampe, carte braitate, ingranditore e tutto il resto. Al momento sono passato al CCD della Leica S che oggi si trova a prezzi umani e gli iso sono gli stessi della pellicola. Il Ccd a 16 bit della Leica ha una ottima resa. Non è la pellicola ma gli si avvicina e costa mooolto meno. „
Tipico discorso di chi non lavora in camera oscura... @Musicapiccinini non riesco a capire se sei ironico o meno... I rullini costano troppo e quindi tu usi una Leica S a "prezzi umani", con "gli ISO che sono gli stessi della pellicola" e che "costa moooolto meno"...? O c'è un errore di battitura oppure non ho capito...
Una reflex Minolta "as new" costa una settantina di euro, un cinquantino f/1.4 sempre Minolta costa una novantina di euro. Tank, sviluppo, ingranditore, consumabili per una prima sessione di stampa si portano tutti a casa, nel peggiore dei casi, a 200 euro. 5 euro di rullino B/N (il colore è un discorso diverso). Siamo a 360 euro, arrotondiamo pure a 400... In digitale ci si compra una compatta m4/3 usata.
Dai su fate i bravi... Diciamo che l'ingranditore occupa spazio, che stampare in casa non è semplice e bisogna sapere dove (e come) mettere le mani, che tanti "ex analogici" passati al digitale usavano al massimo un minilab, e che non hanno nemmeno idea di come sia una stampa coi contro x fatta come Dio comanda...col digitale hanno scoperto il piacere di vedere le immagini a monitor senza fare nulla o quasi, e quindi non tornerebbero mai al loro minilab. Ma discorso costi e tempi...lasciamo perdere...di solito vengono usati come scuse
user198397
inviato il 23 Dicembre 2021 ore 9:18
La butto lì...perchè è un dubbio che mi è sempre venuto non conoscendo il processo esatto. Ma da quello che ho capito, il 99.9% dei consumatori che porta le foto a stampare al negozio (da cellulare, i qualsivoglia dispositivo fotografico digitale) o, online, escludendo la stampa inkjet...stampano su carta chimica o sbaglio? Quindi è la stessa cosa di chi scatta a pellicola e digitalizza...o scatta in digitale e stampa su carta chimica o sbaglio? In tutti e due i casi si perdono informazioni nei "vari trasferimenti"?!
Per qualche anno ho stampato in CO il bianco e nero utilizzando un ingranditore Durst che ancora possiedo. Sicuramente un'attività gratificante ma che oggi non rifarei. È vero che il processo ibrido non ha la stessa qualità dela catena analogica, sviluppo e stampa in chimica, ma a mio parere può avere qualità sufficiente per soddisfare diversi palati e poi nel caso di impiego di diapositive e del colore, oggi è l'unica strada percorribile a costi umani. P.S. sono anch'io convinto che il processo ibrido possa far bene alla fotografia analogica mantenendo in vita la produzione di pellicole. Paolo da quello che so io nel 99,9% dei casi la stampa è digitale
user198397
inviato il 23 Dicembre 2021 ore 9:36
La stampa commerciale su carta FUJIFILM Crystal Archive DPII o Fujicolor Crystal Archive Supreme è digitale (come descrivono: fotoimpressa) ma il supporto (la carta) non è chimico, ad emulsione?
(Tra le caratteristiche leggo questo: La tecnologia professionale di emulsione agli alogenuri d'argento garantisce una riproduzione migliorata del colore, la purezza del bianco...ecc.)
un particola a volte sfugge...se oggi porti il rullino dal fotografo ti dice candidamente che le stampe vengono fatte dopo aver digitalizzato il negativo
Bene. Grazie della spiegazione. Si può affermare che anche questo è quindi un processo ibrido (sorgente digitale tipo; reflex, smartphone ecc. e carta fotosensibile)?
Non so se avete letto il mio intervento, forse no . Io ho provato di persona e non per sentito dire: facevo la scansione delle dia Fuji Velvia e Provia in formato 6×7 soprattutto paesaggi pensando di avere più dettaglio e sfumature. Comprata la D800 mi sono accorto che non era cosi e ho dato via la Mamita 7
“ Bene. Grazie della spiegazione. Si può affermare che anche questo è quindi un processo ibrido (sorgente digitale tipo; reflex, smartphone ecc. e carta fotosensibile)? „
si . . si parte da un file digitale e si arriva ad una stampa sviluppata chimicamente.
Ultimamente ho fatto una mostra fotografica con stampe 30x40 stampate su carta fotografica Fine Art U.L.Chromium, il risultato non è affatto male anzi direi equilibrato nella resa tonale, riflettanza ottima. l'importante è mettere a punto una PP adatta.
Qui un paragone tra carte metalliche Inkjet Vs. C-Print Lambda.
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