| inviato il 11 Novembre 2016 ore 14:52
A parte il fatto che nel secolo scorso buona parte delle fotografie in BN conservate negli album erano poco più grandi del 6x9 e che le POLAROID, piuttosto diffuse direi, erano 6,4x6,4 cm di lato. Non sto dicendo che si debba procedere cosi' PER TUTTA LA VITA. O che non si debba poi magari stampare in grande lo scatto venuto bene Affermo solo che piuttosto che comprare un 35mm e un ingranditore /bacinelle etc per stampare senza sapere se la cosa proseguira'. Tanto vale investire un po' di più sulla fotocamera e lasciare l'acquisto dell'ingranditore per un secondo tempo. La magia della stampa avviene ugualmente, sia che stampi in 20x30 sia in 6x9. |
| inviato il 11 Novembre 2016 ore 14:58
“ Affermo solo che piuttosto che comprare un 35mm e un ingranditore /bacinelle etc per stampare senza sapere se la cosa proseguira'. Tanto vale investire un po' di più sulla fotocamera e lasciare l'acquisto dell'ingranditore per un secondo tempo. „ x me, uno che inizia non deve nemmeno pensare alla stampa, almeno all'inizio, fa fare tutto al lab, i primi tempi è già tanto se ci prende confidenza e gli piace, figurati mettersi a provare anche la stampa, aggiungi altre variabili al percorso. |
| inviato il 11 Novembre 2016 ore 15:04
Si, puo' essere vero. Ma allora perché scattare in pellicola a 35? Tantovale passare subito su una 120. Comunque, per me, il fascino dell'argentico e' la camera oscura.. se togliamo quella, lo scatto in sé non e' che cambia poi molto. |
| inviato il 11 Novembre 2016 ore 15:08
“ No non e' una battuta. La carta si taglia e si' se hai problemi di spazio puoi lavorare anche fotogramma per fotogramma. „ Cioè vorresti dirmi che tagli la carta fotografica a quadratini di 6x6cm o 6x9cm? E come faresti a tagliarla visto che è fotosensibile? La tagli al buio e magari con un taglierino? |
user90373 | inviato il 11 Novembre 2016 ore 15:10
Luce rossa o verde a seconda che la carta sia pancromatica o ortocromatica, si parla sempre di B/N. |
user108700 | inviato il 11 Novembre 2016 ore 15:10
Irish, ascolta uno che non ha tutta l'esperienza e le conoscenze che stanno sciorinando qui e che, di conseguenza, è passato giusto a Settembre attraverso quello che vuoi fare tu. Prenditi una reflex meccanica vintage con un 50ino luminoso (f2 o 1.8 vanno benissimo), unica cosa importante è l'esposimetro funzionante. Su Ebay te la cavi con 90 euro ad esagerare. Carica la pellicola (parti con il colore perchè chi ti dice che il bianco e nero su pellicola è la stessa cosa mente) e vai tranquillo facendo stampare in laboratorio per il momento. goditi l'esperienza dello scatto che NON è nemmeno lontanamente la stessa cosa del digitale. Dopo una paio di settimane ti renderai conto di quante "facilitazioni" ci sono sul digitale moderno. Riprendi proprio il gusto delle basi, di ragionare una foto anche per un bel po' di tempo prima di scattare e segnati sempre tutto! Tieni un quaderno, o un'app per le note sul cellulare e segna ogni foto. Cosa fotografi, che luce c'era, i dati di scatto. Fidati che ho imparato di più da 6 rullini ben commentati in 3 mesi che in 10 anni di foto e corsi in digitale. ;) Quando sviluppi rivedi le foto con i dati e da lì prosegui nel tuo percorso. Se la cosa ti piace avrai tutto il tempo di pensare allo sviluppo in proprio, alla stampa, ai grandi formati e tutto il circo. Prima si prova a camminare e poi a correre. My two cents. ;) Cheers |
| inviato il 11 Novembre 2016 ore 15:12
“ Comunque, per me, il fascino dell'argentico e' la camera oscura.. se togliamo quella, lo scatto in sé non e' che cambia poi molto. „ ma prima fallo iniziare, poi se sbaglia almeno capisce dove, se gli metti anche la stampa perde ogni riferimento, perché anche li un po' di "scuola" la devi fare. Comunque per dire, a me ad esempio la stampa non è che mi affascinava più di tanto, quello che mi manca di più è proprio la manualità dell'attrezzatura, caricare il rullo, riavvolgerlo alla fine, stare attento a cosa scattare per non buttare via la foto ecc ecc, la stampa la facevo solo se volevo il quadretto in casa, se no diapositiva e proiettore, per me il max del divertimento. Questo x dire che vai a sapere cosa può piacere a chi comincia e cosa lo può affascinare della pellicola. |
| inviato il 11 Novembre 2016 ore 15:19
“ Ma io vedo che gia' per ingrandimenti 20x30 i costi, ma soprattutto lo spazio necessario in camera oscura diventano per me proibitivi. „ 300€ sono un costo proibitivo? È quanto ho pagato la mia intera CO fino al 6x9. Per stampare ho dovuto aggiungere solo carta, chimici e i negativi. Per il 35mm dimezza quella cifra. O anche meno. “ Comunque, per me, il fascino dell'argentico e' la camera oscura.. se togliamo quella, lo scatto in sé non e' che cambia poi molto. „ Camera oscura non è sviluppare in tappi del nesquik (e ne servono TRE, non due) e risciacquare nel bicchiere di carta. Quello è paciugare. “ Cioè vorresti dirmi che tagli la carta fotografica a quadratini di 6x6cm o 6x9cm? E come faresti a tagliarla visto che è fotosensibile? La tagli al buio e magari con un taglierino? „ In luce di sicurezza si taglia tranquillamente... lo faccio da sempre per i provini. “ Luce rossa o verde a seconda che la carta sia pancromatica o ortocromatica, si parla sempre di B/N. „ La carta b/n non è mai pancromatica. Se fosse pancromatica (pan=tutto) sarebbe velata anche dalla luce rossa. La carta colore per RA4 è pancromatica, infatti va trattata esclusivamente al buio totale. “ Carica la pellicola (parti con il colore perchè chi ti dice che il bianco e nero su pellicola è la stessa cosa mente) „ E cosa ci sarebbe di diverso, a parte l'ovvio? Se porti al lab, dipende solo dai tuoi gusti. Se sviluppi da te, il b/n è più semplice del c41. |
| inviato il 11 Novembre 2016 ore 15:22
Phsystem, per tagliare la carta in camera oscura mi basta un piano ed un righello di alluminio per guidare lo strappo. La foto la rifili dopo, una volta stampata e asciugata. Comunque non e' che quando stampi tu sia esattamente al buio. Ci si vede piuttosto bene. Husqy beh si.. scattare in argentico ha un suo rituale che puo' anche affascinare. Ma trovo che se scatti e poi la sera sviluppi/stampi.. sia più facile correggere gli errori, piuttosto che inviare ad un labo e aspettare due settimane.. |
| inviato il 11 Novembre 2016 ore 15:31
scusa Roby.. la questione dei costi e' secondaria... il fattore principale (per me) e' lo spazio. Ed innegabilmente lo spazio occupato da una camera oscura +acidi+carta etc e' decisamente maggiore da quello occupato da una stampa per contatto di piccolo formato. Vogliamo metterla cosi'? sviluppi e poi fai i singoli provini.. vedi dove sbagli e poi .. gli scatti che ti piacciono li porti al labo per l'ingrandimento. Intanto impari... :) |
user90373 | inviato il 11 Novembre 2016 ore 15:37
Stiamo confondendo l'analogico proprio della pellicola, sali d'argento, acidi e quant'altro, con il meccanico-manuale proprio invece delle fotocamere. Non dimentichiamoci che le ultime reflex (analogiche) erano dotate di quasi tutte le possibilità delle digitali odierne, tranne la possibilita del bilanciamento del bianco e il poter variare gli ISO (ASA-DIN) ad ogni scatto. Autofocus continui, singoli o ad inseguimento, automatismi su tempi, diaframmi, programmi esposimetrici per panorami piuttosto che per ritratti, misurazioni della luce ponderate, medie, spot erano già nel corredo delle fotocamere pre-digit. La voglia di analogico va vista anche sotto questo aspetto, se si ha voglia di "manuale" ogni digitale permette di giocare con tempi e diaframmi, anche l'autofocus può esser disinserito, e dedicare più tempo in fase di ripresa è solo questione di scelta personale. Se invece affascina la camera oscura allora la musica cambia. Qualora fosse possibile contattare qualcuno in zona che ha già pratica di analogico e scattare qualche rullino in compagnia e seguirne il cammino fino al risultato finale, in alternativa vedere se qualche club fotografico ha in programma corsi di camera oscura a prezzi ragionevoli. Un saluto. |
| inviato il 11 Novembre 2016 ore 15:58
“ La voglia di analogico va vista anche sotto questo aspetto, se si ha voglia di "manuale" ogni digitale permette di giocare con tempi e diaframmi, anche l'autofocus può esser disinserito, e dedicare più tempo in fase di ripresa è solo questione di scelta personale. „ non è la stessa cosa purtroppo... io per abitudine scatto sempre e solo in manuale, il monitor della fotocamera l'ho sempre spento, difficilmente lo controllo x vedere lo scatto se va bene, insomma scatto quasi come un tempo, però... col fuoco manuale con le fotocamere digitali non scatti tanto sereno, mettere a fuoco è un dramma, vuoi per la corsa breve dei moderni obbiettivi con autofocus che fa letteralmente schifo, vuoi per la mancanza di mirino di messa a fuoco spezzato, non ne becchi una, almeno che non ti affidi alle lucine che ti dicono se sei a fuoco o meno, puoi sempre ricontrollare a schermo se stai sbagliando, scatti anche l'inutile, tanto lo cancelli dopo ecc ecc insomma è barare questo per quanto riguarda il lato puramente meccanico/manuale. Poi c'è il piacere di vedere qualcosa di particolare nella resa delle foto e li per me vale la pena solo se si stampa in bn o si proiettano le dia. |
user108700 | inviato il 11 Novembre 2016 ore 16:07
col fuoco manuale con le fotocamere digitali non scatti tanto sereno, mettere a fuoco è un dramma, Non hai idea di quanto vorrei poter mettere un focus screen con lo stigmometro sulla 70D a volte. Cheers |
| inviato il 11 Novembre 2016 ore 17:11
È inconcepibile leggere che caricare il rullino in una medio formato è più difficile che caricare il rullino in una macchina fotografica formato 135. Porca paletta ma il mio primo rullino medio formato l'ho carito da solo nella Rolleiflex di mio padre, avevo 8 anni... non ero e non sono un fenomeno ma mio dio non ci vuole una specializzazione nel caricare un rullino ne medio formato ne piccolo formato! |
| inviato il 11 Novembre 2016 ore 17:17
Non ci posso credere, leggere anche che avete difficoltà con la messa a fuoco manuale su reflex digitale è la ciliegina sulla torta... Primo sapete che esiste l'iperfocale? Secondo sapete che i veri professionisti al tempo delle Nikon F, F2, F3 e via discorrendo utilizzavano vetrini privi di ogni riferimento, primi di stigmometro e altro... |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 253000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |