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Propongo a sostegno della riflessione le fotopitture di Lisa Borgiani e Massimo Nidini: www.lisaborgiani.com/
user39791
inviato il 19 Ottobre 2016 ore 12:27
Mi pare che giriamo sempre attorno allo stesso equivoco. Daverio parla di "macchina fotografica" non di fotografia digitale in senso lato o di photo art. Se estendiamo il concetto di macchina fotografica alle attuali possibilità di post produzione abbattiamo ogni bandiera e rendiamo i setti minuti spesi da Daverio del tutto inutili.
Ma ciò nonostante non è detto che Canaletto avesse la piena consapevolezza dei principi di causa effetto della sua arte. Ovvero non è sempre detto che dietro un risultato eccellente vi sia coscienza di ogni stratagemma che induce nell'osservatore determinate sensazioni . Spesso l'opera è semplicemente un riflesso della percezione del suo autore ,che può essere più o meno armato di talento naturale, più o meno consapevole. A me piace molto Ligabue e non credo avesse molta consapevolezza dei meccanismi della sua arte , che comunque ha una notevole forza espressiva.
Quel che fa la differenza , in merito a forza espressiva di una immagine ,sia essa fotografica o pittorica è la padronanza del linguaggio di chi si esprime . Non importa se frutto di talento innato o di apprendimento.
Il punto focale del discorso di Daverio è far notare come il sottrarre alcuni elementi dalla scena rappresentata può costituire un plus che stimola maggiormente l'immaginazione dell'osservatore portandolo a interiorizzare meglio la scena stessa. Indubbiamente anche il bianco e nero si pone sulla stessa strada ,pur non essendo l'unico modo di percorrerla.
Giusto chi dice che il b/n toglie il superfluo. Il b/n è l'essenziale, la completezza dell'immagine, lo spirito dell'interpretazione. Il colore è altra cosa.
L'equivoco, per me, è solo che Daverio attribuisce alla macchina fotografica l'incapacità di manipolare quei dettagli che il pittore può usare per produrre il miracolo dell'identificazione, ma si sbaglia. Si "dimentica" (per finta perchè non è stupido) che dietro alla fotocamera c'è un fotografo. Gli serve questa dimenticanza per sviluppare il discorso. Infatti, usa una fotografia di paesaggio che qui non avrebbe preso neanche 10 like e mostra un quadro dove il pittore, nel tentavo di dare dinamica realistica, chiude troppo le ombre e non raggiunge lo scopo di evocare l'identificazione.
Ligabue ce l'aveva eccome la consapevolezza altrimenti non avrebbe avuto costanza di stile. Magari non aveva capacità di razionalizzarla e scriverci un libro. Penso non gliene fregasse nulla.
Infatti anche secondo me l'esempio di Daverio è un tantino forzato , ma gli serviva per costruire il discorso , il cui punto è far notare come il sottrarre alcuni elementi dalla scena rappresentata può costituire un plus che stimola maggiormente l'immaginazione dell'osservatore. Non credo volesse focalizzarsi su un confronto fotografia pittura. Quella era una trasmissione rivolta ad un pubblico vasto che intende ancora la fotografia come semplice riproduzione di di una scena vista.
>>Non credo volesse focalizzarsi su un confronto fotografia pittura<< . . però ha finito col svalutare l'aspetto fotografico a sostegno del suo discorso.
Secondo me non ha svalutato l'aspetto fotografico , secondo me ha rivalutato l'importanza dell'aspetto interpretativo , che in un opera d'arte , fa la differenza. Che sia arte fotografica o pittorica non importa.
E sottolineo la consapevolezza del canaletto nel dipingere certi particolari in quel modo per ricreare quella atmosfera.
Cigno: in fotografia si chiama post produzione. Quando muoviamo tutti quei cursori non facciamo altro che porre l'accento su dei particolari piuttosto che altri. Togliamo o aggiungiamo dettaglio, contrasto e microcontrasto. Saturiamo o desaturiamo. Sapere come reagiamo a certe nostre modifiche può aumentare la nostra consapevolezza cosi fa andare oltre il tolgo colore xhe distrae. Ma lo dico senza polemica e mi scuso se il tono può sembrare polemico. Alterato solamente dal fatto che scrivo da cellulare
user39791
inviato il 19 Ottobre 2016 ore 13:12
Atteniamoci ai fatti. Daverio afferma che non siamo una macchina fotografica, non afferma che non siamo una fotografia.
Vi kuoto tutti ! In fondo in fondo avete tutti ragione.
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