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L'analogico, un piacevole esercizio di riflessione


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avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2016 ore 7:17

@balalaika, non confondere chi come me porta il rullino in un laboratorio perché sostanzialmetre è e sarà sempre un utente da digitale con chi veramente è un utente dell analogico.

Se cerchi su youtube o meglio se prendi in biblioteca il libro 'l negativo' di Ansel Adams, o un libro di Fontana ti fai una idea di chi sono questi famosi artigiani dell analogico. Io nutri profonda stima per chi riesce a gestire tutto il suo flusso, che lo faccia in analogico o digitale.

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2016 ore 7:18

Provengo dall' analogico e ne sono innamorato, ed anche recentemente ho scattato e sviluppato in bianco nero in occasione della richiesta di mio nipote di conoscere come era la fotografia con la pellicola. Per me è stata un'emozione, per Lui l'occasione di godere di alcuni piaceri che senza dubbio il processo analogico da in tutte le sue parti.

Detto questo, la fotografia è ricerca del soggetto, luce, ritmo lento delle stagioni per un paesaggio, ritmo veloce di un incontro sportivo e tanto altro. La parte puramente tecnica di scatto e di produzione è solo una parte che finalizza il processo creativo. La riflessione avviene prima magari quando la macchina è ancora nella borsa, la tecnica di scatto e di postproduzione è "solo" uno strumento. Anche quando si scattano le raffiche ad un evento sportivo la fase di ideazione è quella che ha richiesto creatività, ragionamento e riflessione.
Guardando il solo aspetto tecnico le attrezzature digitali permettono valutazioni, sperimentazioni, opzioni che richiedono studio e presentano difficoltà sicuramente maggiori rispetto alle "vecchiette".
L'unica vera differenza con l'analogico è data dal fatto che l'analogico richiede la capacità di prevedere il risultato mentre il digitale è, ovviamente, immediato. Credo che anche in questo il digitale presenti maggiori necessità riflessive e di confronto ....... con la pellicola ad un certo punto quello che è fatto è fatto Sorriso

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2016 ore 8:12

Limita in tempo in 24 o 36 scatti da pensare, e quando li sviluppo noti più le "pensate" venute male, e questo da molte informazioni.


Pienamente d'accordo con quello che hai scritto. Per me l'analogico con una lente fissa è mille volte meglio di una reflex entry level con lente 18-55 per iniziare a fotografare, 24 o 36 foto ragionate sono comunque meglio di 2000 foto fatte a caso con la nuova macchinetta digitale.

user52615
avatar
inviato il 28 Settembre 2016 ore 8:13

Il titolo:
L'analogico, un piacevole esercizio di riflessione

Rivisto, perchè il primo, che nemmeno ricordo, era causa di freintendimenti...
Quasi come se le riflessioni che si fanno prima di scattare una foto, dipendessero dall'analogico o dal digitale e non dal fotografo. Eeeek!!!

Dal primo post:
Ho appena finito il rullino, portato a sviluppare per 4€ e stampato 5 foto a caso, ogni foto è una lezione.
Il digitale semplifica molto ed aiuta in modo impressionante, solo "passando" all'analogico si comprende.

Certo... se non uso prima il cavallo, quando mai potrò capire e apprezzare i vantaggi offerti dall'auto!?
Gli automobilisti queste cose non le sanno e mai le capiranno, sarebbe ora di cominciare a spiegargliele! MrGreen
La stampa delle " 5 foto a caso " deve essere un'esperienza da libidine, quasi come giocare alla roulette. Ma soprattutto di indubbio valore didattico! Questa mi sembra un'evoluzione del linguaggio Radical Chic . Cool

@balalaika, non confondere chi come me porta il rullino in un laboratorio perché sostanzialmetre è e sarà sempre un utente da digitale con chi veramente è un utente dell analogico.

Tranquillo, non confondo, conosco i concetti ed il linguaggio Radical Chic , sempre e solo aria fritta. ;-)


P.S.: avevo abbandonato ma sono stata richiamata in causa. ;-)

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2016 ore 8:54

Da quando ho il digitale scatto. Al massimo cancello.
Quando da ragazzino, fortunato ma dai mezzi economici cmq scarsi, sviluppavo e stampavo da me, spesso...molto spesso...inquadravo...valutavo...correggevo..mi spostavo...alzavo e abbassavo...correggevo l'esposizione...e dopo mezz'ora me ne andavo senza scattare nulla. Non è chic cool vintage. Saper vedere la foto prima ancora di premere il pulsante porta a quella "consapevolezza" che fa o dovrebbe fare di una bella foto, un capolavoro. E non è assolutamente prerogativa della pellicola o di qualsiasi altro mezzo. È solo questione di approccio e la pellicola, in qualche modo, ti " obbligava" ad avere quel tipo di approccio.
P.s. odio quando nelle discussioni si incontra chi si erge a mente lucida su tutti ed ironizza sguaiatamente sul pensiero altrui. Lo trovo molto anzi troppo radical-chic

user52615
avatar
inviato il 28 Settembre 2016 ore 9:13

Sarà stata l'Italia sessantottina che mi ha contagiata Cool

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2016 ore 9:14

@Sballone
Concordo con tutto, anche su andar via senza scattare se non si è convinti. Ma, escludendo le foto scattate "tanto per", col digitale non è lo stesso, magari aggiungendo nella valutazione la possibilità di fare qualche prova ?

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2016 ore 9:25

@Sballone
condivido ogni parola, soprattutto il P.S. !

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2016 ore 9:28

Ma è esattamente quello che c'è scritto. La pellicola, in quanto LIMITANTE ti "costringe" a qualche valutazione in più. Non significa che non lo si possa fare col digitale.
Infatti, nonostante il digitale;-), mi pare che qualcuno continui a sfornare capolavori pur non avendo mai infilato un rulllino.
Non tornerei mai indietro All'analogico. Troppo spazio e troppo tempo e troppi limiti. Oggi in 20 min faccio quello che in CO facevo in 4 ore

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2016 ore 10:13

@Sballone condivido

user5164
avatar
inviato il 28 Settembre 2016 ore 10:25

Non tornerei mai indietro All'analogico. Troppo spazio e troppo tempo e troppi limiti. Oggi in 20 min faccio quello che in CO facevo in 4 ore

certo che deve piacere, io preferisco di gran lunga stare due ore in co che mezzora davanti ad uno schermo.... solo a scrivere queste due righe mi son gia rotto le balle figuratiMrGreen

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2016 ore 10:36

Io credo che non si dovrebbe mai prescindere da una faccenda piuttosto rilevante...

La fotografia, per quanto sia, è un mezzo.
Credo che gli esseri umani non hanno bisogno di "fare fotografie" o "giocare a tennis", ma piuttosto di essere.... scegliete voi la parola: felici? appagati? riconosciuti?
E quindi fanno cose che, teoricamente, rispondono e soddisfano questi bisogni.
Che siano fotografie o pratica del tennis.

Per cui, la buona fotografia o qualsiasi altra cosa, è solo un dato esteriore, finale.

Molte discussioni sono viziate dal fatto che i bisogni sono diversi, e ogni ricetta ha senso solo se risponde in qualche modo a un bisogno.

Se mi dicono che le buone foto si fanno anche col telefonino, io sono d'accordissimo. Al cento per cento.
Ma se il mio appagamento è dato soprattutto dal "fare", questa cosa è irrilevante: farò anche buone foto, ma io ho "bisogno" di altro, di stare in camera oscura magari, e per questo scarto il telefonino.
E facendolo, non ho nè ragione nè torto. Ho ragione "per me".

Qualunque suggerimento, qualunque punto di vista, se non tiene conto del fatto che ognuno deve rispondere a bisogni propri, non potrà mai essere realmente utile.

Oltretutto, comprendere questa semplice cosa, aiuta (e molto) a riempire di significato una paroletta che più o meno tutti usiamo. Ovvero... rispetto ;-)

user52615
avatar
inviato il 28 Settembre 2016 ore 10:38

Saper vedere la foto prima ancora di premere il pulsante porta a quella "consapevolezza" che fa o dovrebbe fare di una bella foto, un capolavoro. E non è assolutamente prerogativa della pellicola o di qualsiasi altro mezzo. È solo questione di approccio e la pellicola, in qualche modo, ti " obbligava" ad avere quel tipo di approccio.

Quante schifezze sono state scattate con le pellicole?

Bresson scrisse: " Le prime 10.000 fotografie sono le peggiori. "

Sballone, con i ritmi da te descritti, quanti anni hai impiegato per fare le prime 10.000 foto?
Con una media di 500 foto all'anno, e sono tante con l'approccio da te descritto, avresti impiegato 20 anni . Eeeek!!!

Quando scrivi " porta a quella "consapevolezza" che fa o dovrebbe fare di una bella foto, un capolavoro " vuol dire che anche fra le tue prime 10.000 foto ci sono un gran numero di capolavori?

Come si faceva per ricordare tutti i dati di scatto di ogni foto, almeno per capire in cosa si era sbagliato?
Si teneva un registro dei dati di scatto con data, ora, località, numero del rullino e del fotogramma, oltre alla descrizione della foto? Oppure non si scriveva nulla e ci si affidava alla memoria?

Sempre Bresson scriveva:
La fotografia è un'azione immediata; il disegno una meditazione.

e poi ancora:
La fotografia non è come la pittura. Vi è una frazione creativa di un secondo quando si scatta una foto. Il tuo occhio deve vedere una composizione o un'espressione che la vita stessa propone, e si deve saper intuire immediatamente quando premi il clic della fotocamera. Quello è il momento in cui il fotografo è creativo. Oop! Il momento! Una volta che te ne accorgi, è andato via per sempre.

Pure lui scattava con la pellicola. E come lui molti altri coglievano l'attimo.
Pertanto non è vero che sia l'analogico all'origine dei " piacevoli esercizi di riflessione ", anzi, il mezzo non c'entra proprio nulla! Tutto dipende solo ed esclusivamente dal fotografo e dal genere di foto che si scattano. Basta pensare alla fotografia naturalistica, sportiva, street ecc. ecc. per capire che gli esercizi di riflessione e meditazione c'entrano come i cavoli a merenda.

Ci sarebbe poi un'altro evento importante e rivoluzionario da considerare: il web .
Prima le foto si tenevano nelle cornici, negli album, nei cassetti e negli armadi di casa, oggi le mettiamo sul web.
Possiamo fruire di miliardi di immagini che ieri nessuno vedeva.
La concomitanza fra la diffusione della fotografia digitale e internet, induce spesso a pensare, erroneamente, che con l'analogico ci fossero più fotografanti di valore rispetto ad oggi con il digitale. Ma sono considerazioni prive di ogni fondamento, l'unica differenza sta nel fatto che ieri coloro che pubblicavano le loro foto erano eccezioni, anche per i costi delle pubblicazioni e loro divulgazione, mentre oggi tutti possiamo pubblicare sul web e a costo zero.

L'unica cosa vera è che con l'analogico si scattava di meno perchè costava. Fine!

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2016 ore 10:42

Balaika, sei troppo intelligente per non sapere che la condizione di necessità, otre a essere tale per definizione, ha implicazioni collaterali ineludibili...

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2016 ore 10:43

@Balalaika: concordo perfettamente alla virgola.



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