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Sebastião Salgado







user39791
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inviato il 02 Novembre 2016 ore 17:25

Jing Hoo dopo aver letto il tuo commento mi sono venuti in mente due fotografi.

Uno è l'autore della foto più controversa della storia della fotografia, Kevin Carter. La foto è quella della bambina morente piegata su se stessa con vicino un avvoltoio che sta aspettando che muoia per mangiarsela. Foto che vinse il Pulitzer nel 1994 e che diede seguito ad una marea di polemiche sul fatto che avrebbe potuto aiutarla invece che fotografarla. Anche a causa di quella foto Kevin Carter si suicidò. Avrebbe aiutato di più l'umanità salvando quella bimba o fotografandola denunciando al mondo quella situazione tragica che piagava il Sudan? Per assurdo invece di essere li poteva anche essere a due chilometri di distanza a fotografare un bel paesaggio africano.....

L'altro è Henri Cartier Bresson. Quando gli chiedevano come fare foto che avessero successo diceva di fotografare i bambini. I suoi bambini erano bambini occidentali, in salute, paffutelli e con le bottiglie di vino sotto il braccio. L'opposto della bambina morente di Carter. Ma sempre bambini.

Un fil rouge li lega: i bambini.

Senza scomodare altri mostri sacri basta fare un giro tra le foto di viaggio di questo forum per vedere come tirano sempre i bambini. Eppure dovrebbero essere super protetti. Tu dici "se sei al parco giochi a fotografare dei bambini rischi la pelle con i genitori".

Non voglio trarre conclusioni, ma offrire un ulteriore spunto di discussione.


avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2016 ore 17:26

Sulla bambina con avvoltoio in realtà in seguito al suo suicidio uscì intervista a fotografo che era con lui e spiegò che erano atterrati con elicottero con questo gruppo che distribuiva cibo, la bambina sicuramente denutrita non era sola in attesa di morire, ma semplicemente madre si era allontanata per prendere gli aiuti, non poterono comunque fare altro perchè furono subito richiamati per decollare verso altro villaggio

user39791
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inviato il 02 Novembre 2016 ore 17:32

Labirint volevo introdurre uno spunto di discussione sull'argomento non condannare Kevin Carter, ha fatto ciò che avrei fatto io in quel frangente. Almeno credo.

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2016 ore 17:38

si si lo so volevo usarlo anche io come esempio Carter, secondo me se non ti ci trovi difficile capire, io consiglio a chi può di vedere documentario su don mccullin che è disponibile su netflix è interessante capire punto di vista di chi ha vissuto quegli ambienti.
Comunque lo stesso Jing_Hoo ha come avatar foto di Eddie Adams che potrebbe rientrare sotto stesso ragionamento

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2016 ore 17:48

Noto con immenso piacere che Filiberto ha consigliato Carter come me ;-) penso che abbiamo lo stesso gusto Filiberto hehe

user39791
avatar
inviato il 02 Novembre 2016 ore 17:49

Volevo dire che Carter e Salgado hanno pagato sulla loro pelle quelle foto. Carter si è suicidato, Salgado dice chiaramente che dopo aver visto e fotografato orrori in Etiopia, nella ex Jugoslavia, in Iraq, in Tanzania, e soprattutto in Ruanda, di giungere alla conclusione di essere morto dentro, di non avere più fiducia nel mondo e negli uomini. E quasi stava morendo anche fuori e non solo dentro.

Altri fotografi hanno usato e usano soggetti molto "delicati" in modo decisamente più edulcorato.

Quindi attenzione a ciò che si scrive.

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2016 ore 17:55

Esatto Filiberto.
consiglio anche il documentario conflict che è su netflix. Fa vedere diversi fotografi di guerra come affrontano quello che hanno visto.
uno ha perso le gambe seguendo le "orme" di Capa. Tutti hanno perso amici e colleghi. Alcuni hanno perso la fiducia nell'uomo e l'empatia.
Uno di loro dice di non provare nulla ormai nel vedere certi orrori. Come se il proprio corpo lo stesse difendendo rendendendolo inerte alla sofferenza.
Gente che ha visto stupri di gruppo e omicidi a danni di ragazzine o di madri sotto gli occhi impotenti dei figli.
La guerra è anche questo, quando qualcuno di noi avrà le palle di andarci e farà foto decenti potrà magari criticare i vari Salgado, Carter, Capa e via dicendo.

avatarjunior
inviato il 02 Novembre 2016 ore 18:34

Ti manca un elemento Luca. Noi, se versiamo in condizioni lavorative precarie, o di disagio sociale, ci pensiamo un po' prima di mettere al mondo una decina di figli.

Chi versa nella povertà non ha certamente responsabilità nell'averla avuta, ma ne ha quando la trasmette alla generazione successiva.

Detto questo, il giornalista e fotografo che hai citato ha certamente avuto un coraggio che io non ho, come ne ha avuto Salgado finora, cosa che ho ammesso nel precedente post. Dove invece intervengo è sulla supposta arte dello scatto: stiamo parlando di un mezzo prodotto in milioni di pezzi, la cui complessità e tecnica non lo rende certamente assimilabile a un pennello, che devi davvero saper maneggiare. Oltre a questo discorso generale, che ti fa riconoscere per esempio un volto in secondo piano e in penombra su una barca schiarito dopo lo scatto, o una foca tra tante fotografata in HDR e poi resa monocroma, c'è anche quello specifico. Salgado nell'intervista linkata dal contatto della Santoni ammette che non c'è differenza tra lo scatto ad una persona o a un gruppo di persone e uno a una tartaruga, ma mentre le persone sono ritratte dall'alto al basso la tartaruga viene ritratta in maniera monumentale, ossia a enfatizzarne il gigantismo. Probabilmente Genesi ha come stile proprio questa monumentalità, che troviamo retorica e ridondante nelle architetture umane.


avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2016 ore 18:45

Non sono d'accordo su discorso arte ma è off topic, ma diciamo che è già molti anni che fotografia è considerata anche arte, il discorso è generale e non riferito a salgado che cercava di fare reportage

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2016 ore 18:50

Poche parole per il maestro: siamo al TOP

avatarjunior
inviato il 02 Novembre 2016 ore 18:55

Quello che volevo dire è: non solo in generale i mezzi ci danno la possibilità a noi milioni di fotoamatori o fotografi anonimi di essere il pubblico ideale di noi stessi, ma anche di non poter più definire arte la produzione recente degli attuali fotografi, a meno di non considerare arte il giornalismo e la denuncia.
Oltre a questo discorso generale ne ho fatto uno proprio su Salgado.

user39791
avatar
inviato il 02 Novembre 2016 ore 19:00

Siamo molto OT, però ti rammento che fu un orinatoio a cambiare il senso dell'arte.

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2016 ore 19:03

e non riferito a salgado che cercava di fare reportage


In certi suoi ritratti c'è ben più del semplice reportage. C'è una sintonia profonda tra fotografo e soggetto e questo si vede in molti ritratti.

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2016 ore 19:14

Cosa è e cosa non è arte è un discorso molto complesso. Oggi chiunque ha fotografato le nuvole, un secolo fa Stieglitz fu il primo ad alzare lo sguardo e la camera. 70 anni dopo qualcuno ha fotografato il marmo con le sue venature (somiglianti a nuvole) del pavimento del MoMA di New York durante una mostra del maestro, e a sua volta ne ha fatto una mostra. Arte è anche questa, insomma sono dettagli e idee che solo un'artista capisce in quel momento. Per lo meno l'arte d'avanguardia. Salgado non penso abbia particolari velleità artistiche, penso sia un fotografo impiegato nel sociale in grado di fare lavori di grande impatto e talvolta molto molto piacevoli alla vista. Se vogliamo vedere un lavoro tra il reportage e l'arte andate a vedere i lavori sul Mississippi di Eggleston. Però sono molto meno immediati e richiedono un maggiore sforzo da parte sell'utente.
Salgado penso sia più "semplice" sotto questo punto di vista.

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2016 ore 19:14

E rammento anche ci sono tanti fotografi attuali che fanno grandi foto artistiche molti di piú che in passato

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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