user46920 | inviato il 14 Maggio 2015 ore 11:29
Mario, ... quindi ??? |
| inviato il 18 Maggio 2015 ore 22:03
“ Mario, ... quindi ??? „ quindi che cosa, hai risposto solo tu! |
user46920 | inviato il 19 Maggio 2015 ore 1:09
eh va bè ... non gli piace giocare ma proseguendo, a quale risultato o deduzione si sarebbe arrivati ? |
| inviato il 14 Dicembre 2015 ore 21:10
come molti 3d, anche questo si è ridotto a fumo. |
user46920 | inviato il 15 Dicembre 2015 ore 2:18
basta aggiungere un po' di legna e dare una soffiata sotto alle braci, che riprende immediatamente la fiamma ... ed ecco che il fumo sparisce se poi si aggiunge anche un po' di carne ... ma hai ancora fame ?? ... è un po' che non leggo Pdeninis né Pollastrini |
| inviato il 16 Dicembre 2015 ore 23:52
“ basta aggiungere un po' di legna e dare una soffiata sotto alle braci, che riprende immediatamente la fiamma ... ed ecco che il fumo sparisce „ Allora riproviamoci! non mi ricordo in quale altro 3d si parlava della profondità di campo e che la regola di mettere a fuoco ad 1/3 della profondità del soggetto non è proprio esatta ma varia, se non erro, dalla distanza di messa a fuoco. Pertanto sarebbe interessante trovare una funzione matematica che regolamenti tutto ciò. Secondo te, L'occhiodelcigno, basta questo come legna? |
| inviato il 17 Dicembre 2015 ore 0:15
Miiiiiii che se mi tiri fuori l'1/3 a occhio gli vengono tutte le bolle. Ma quale legna, hai sollevato un vespaio! |
user46920 | inviato il 17 Dicembre 2015 ore 11:03
“ la regola di mettere a fuoco ad 1/3 della profondità del soggetto non è proprio esatta ma varia, se non erro, dalla distanza di messa a fuoco. „ è appunto esatta come l'hai detta tu, ovvero che il rapporto tra la parte anteriore e quella posteriore della PDC dipende dalla messa a fuoco (oltre che dal diaframma e dalla focale) “ Miiiiiii che se mi tiri fuori l'1/3 a occhio gli vengono tutte le bolle. „  
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| inviato il 17 Dicembre 2015 ore 11:04
Visto? Però l'interrogativo è interessante, nel senso che visto che è una funzione continua e che a spanne si può solo dire che si estende di più (EDIT) dopo e di meno prima, si potrebbe tabellare/trovare una funzione profilo che indichi l'andamento? Rimane più uno fizio, lo so, ma visto che il discorso si faceva sottile... resterebbe un post da riferimento. |
user46920 | inviato il 17 Dicembre 2015 ore 11:11
Credo proprio di si, Centauro !! come hai detto, la porzione nitida anteriore (quella prossima alla fotocamera o "prima") è sempre uguale o inferiore rispetto quella posteriore al piano a fuoco (quella "dopo"), quindi si estende meno davanti e di più dietro al soggetto. |
| inviato il 17 Dicembre 2015 ore 17:10
corretto, era una distrazione, questa la sapevo |
| inviato il 17 Dicembre 2015 ore 17:26
“ è appunto esatta come l'hai detta tu, ovvero che il rapporto tra la parte anteriore e quella posteriore della PDC dipende dalla messa a fuoco (oltre che dal diaframma e dalla focale) „ .... e ovvio che è sottinteso a parità di focale e di diaframma. quindi tutto sta nel tirare fuori la funzione e ricavarne semmai un grafico tipo quello che ho proposto precedentemente per l'iperfocale. Secondo voi, per non confondere le idee e non andare in OT, è il caso di aprire un 3d specifico? |
user46920 | inviato il 17 Dicembre 2015 ore 18:41
in effetti qui si dovrebbe parlare di CdC e Iperfocale ... quindi forse sarebbe più adeguato aprirne uno nuovo, ma essendo solo a pag 6 e che pure questo argomento è attinente con la PDC ... forse possiamo restare. in effetti basta trovare la funzione come dici e poi fare un grafico con varie curve... (potrebbe essere interessante ed utile !!!) |
| inviato il 17 Dicembre 2015 ore 19:08
Mario Direi che la distribuzione della PdC dipenda essenzialmente dalla distanza di presa, con effetti che però ci appaiono diversi in relazione alla focale anche se non lo sono. Ciò accade perché in realtà le distanze di utilizzo che noi consideriamo "normali" sono sempre le stesse (p. es. di un ritratto ca. mt 1,5) mentre cambia il rapporto tra loro e le focali degli obiettivi. In sostanza, ciò accade per la stessa ragione perché si ritiene generalmente che i grandangoli hanno più PdC dei tele nonostante il fatto che, a pari RR, l'hanno esattamente uguale. Mi spiego: a distanza da RR 1:1 la PdC è sempre esattamente uguale avanti e dietro per tutte le focali. Naturalmente questo accade a distanze di MAF diverse per ciascuna focale. Quindi per un 16 mm, a 32 mm. Per un 50 mm, a 10 cm. Per un 400 mm, a 80 cm. Più il piano di MAF va verso l'infinito e più la PdC posteriore aumenta rispetto all'anteriore, in considerazione del fatto che la scala delle distanze è logaritmica. Cioè per la stessa ragione per cui la PdC in toto, cioè la distanza tra il limite più vicino e quello più lontano della zona a fuoco, è maggiore con l'aumentare della distanza di MAF coeteris paribus.
 La focale entra in gioco perché la scala delle distanze, rispetto ad una distanza qualsiasi media di riferimento , appare più... compressa nei grandangoli e sempre meno nei tele (l'infinito è più... vicino alla stessa distanza media nei grandangoli e meno nei tele), in quanto la distanza di MAF in cui si ottiene il RR 1:1 è diversa - minore nei grandangoli, maggiori nei longo fuoco. In definitiva: a pari distanze di MAF, più corta è la focale e più l'estendersi della PdC dietro al soggetto piuttosto che davanti è pronunciato e precoce. A pari focale, più la distanza di MAF si allontana e più la PdC si estende dietro al soggetto piuttosto che davanti. |
user46920 | inviato il 17 Dicembre 2015 ore 23:32
Ho fatto un po' di disegni e prove: Se non ho sbagliato, sembra che un 24mm ad f/2 abbia la stessa curva di un 50mm a f/8 ... in pratica le curve sono tutte uguali con la stessa forma e si spostano tra le distanze di maf, in base alla focale e in base al diaframma, con questo rapporto: +4 stop = 2x focale |
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